Francesca rifiuto' l' invito di Ermal, anche se con un po' di rammarico, perche' aveva gia' promesso a Lorena di andarla a trovare per ferragosto. I primi tempi con la bambina erano stati abbastanza impegnativi e lei aveva bisogno di rilassarsi e dedicare anche un po' di tempo a se stessa, percio' aveva chiesto all'amica se volesse raggiungerla per un paio di giorni. Non avrebbero fatto niente di speciale, ma Lorena sentiva il bisogno di allontanarsi per qualche ora al giorno da poppate, ruttini, pannolini e pianti e Francesca non se la senti' di dirle di no. Incontrare Fabrizio sarebbe stato molto allettante, ma l'amicizia con Lorena aveva la priorita', quindi disse a Valentina di partire pure tranquilla senza di lei, ma con la raccomandazione di salutarle Fabrizio e di consegnargli una letterina che aveva scritto per lui.
-Sono due righe, una stupidaggine. Puoi anche leggerle,se vuoi. E' solo un ringraziamento per le belle emozioni e un complimento per la sua musica.-
-E' in crisi con la compagna, lo sai?....-
-No....mi spiace. Hanno due bambini, sembravano una coppia innamorata....-
-A volte, quando non sei presente...succede che la sensazione di abbandono prende il sopravvento....- constato' amaramente Valentina:-Ermal va a trovarlo anche per quello...ci e' gia' passato e cerchera' di aiutarlo, per quanto possibile.-
-La loro amicizia e' straordinaria.-
-Qualcosa so, ho capito, ma vado a vederlo di persona e sicuramente trovero' le emozioni che cerco per scrivere.-
-Senz'altro! Divertiti, gioia!-
-Anche tu, da Lorena. E...se riuscite non spettegolate troppo....-
-Di cosa dovremmo spettegolare?!-
-Quale, o meglio chi, e' il vostro argomento preferito?! Non parlate troppo di me e lui, ecco....-
-Su di lui non spettegoliamo mai in ogni caso!-
Valentina prese il treno per Roma insieme a Giorgia ed entrambe erano eccitate all'idea di trascorrere qualche giorno in una nuova citta' ed ospite a casa di Fabrizio. Il viaggio fu un po' lungo ma Giorgia si diverti' e parlo' anche al telefono con Ermal, che le disse che sarebbe arrivato un po' in ritardo.
Fabrizio, pero', come d'accordo, era alla stazione ad attenderle e fu subito molto gentile: prese le borse e le valige e le carico' in macchina, presentandosi solo come:"Fabrizio, l'amico di Ermal". Possideva una grande umilta', ma per Valentina non fu una sorpresa e dimostro' di conoscerlo anche come cantautore.
-Lo so chi sei!- gli sorrise vistosamente:-E mi complimento con te per le tue canzoni. Anzi, ho una cosina da darti.....-
Prese dalla borsa la lettera di Francesca e gliela diede:-E' da parte di mia cugina.-
Fabrizio si dimostro' felice di riceverla e ringrazio' con spontaneita'.
Che cosa sapeva, pero', di Valentina ed Ermal?....Lei se lo chiese, mentre Fabrizio guidava fino a casa.
-Ermal arriva dopo e mi ha fatto un sacco di raccomandazioni!-
-Tipo?- rise Valentina.
-Di trattarvi bene e di lasciarti fare, perche' sei qui per osservare il nostro rapporto....-
-E' vero. Ma non saro' invadente.-
Anche Fabrizio aveva avuto un'ottima prima impressione di Valentina e nemmeno lui era stato invadente: Ermal non gli aveva detto nulla della sua storia, ma lui non aveva fatto caso alle cicatrici. Anche se ormai Valentina non le considerava piu' un ostacolo o un problema, apprezzo' gli atteggiamenti di Fabrizio e la sua verace simpatia, accentuata dal suo accento romano.
-C'e' un'amichetta che non vede l'ora di conoscerti!- disse, rivolgendosi a Giorgia:-Ha continuato a chiedermi a che ora saresti arrivata! Si chiama Anita e spero che vi divertirete insieme. E' una chiacchierona, parla troppo e fa qualche dispetto, soprattutto al fratello grande, ma e' una brava bambina.
Valentina sorrise, portandosi Giorgia vicino sul sedile posteriore: anche sua figlia non vedeva l'ora di conoscere Anita ed aveva insistito per portare qualcuno dei suoi giochi da mostrarle.
Arrivati al cancello di una villa nella periferia residenziale romana, Fabrizio scese dall'auto.
-Eccoci! Benvenute a casa mia!-
-Grazie a te per l'ospitalita'.-rispose Valentina, dandosi un'occhiata intorno:-Spero che non saremo di disturbo.-
-Ma che, scherzate?! Gli amici di Ermal sono anche amici miei!-
E quindi era questo che lui gli aveva detto: erano soltanto amici.....
-....E poi voi mi sembrate un po' piu' importanti per lui....- No, gli aveva detto anche il resto...
Fabrizio le fece un simpatico occhiolino e lei gli rispose con un sorriso un po' timido.
Giada venne loro incontro e le fece sentire le benvenute: era una persona simpatica e gentile e non sembrava che tra lei e il compagno ci fosse una crisi; forse si era trattato solo di un attimo, oppure non volevano darlo a vedere, perche' erano entrambe persone semplici e riservate.
-Ciao, io mi chiamo Anita. Vuoi salire a giocare con me con la casa di Barbie?- una bambina dai capelli scuri comparve dalle scale a piedi scalzi e si rivolse a Giorgia. Era molto spigliata e non appena Giorgia accetto' il suo invito, lei la prese per mano e la porto' su in cameretta.
-L'altro mio figlio, Libero, lo conoscerai a pranzo.- disse Giada a Valentina:-E' nel parchetto qui vicino a giocare a calcio con un amico.- Fabrizio confermo' con un cenno e si allontano' un attimo, lasciando sole le donne nell'ampia e luminosa cucina. Valentina era solo da pochi minuti nella casa di Fabrizio, eppure si trovava a proprio agio: non si guardava addosso e non si sentiva guardata e Giada le era subito apparsa una buona persona.
Ermal l'aveva introdotta nella parte piu' bella della vita, fatta di semplice autenticita', restituendole tutto e regalandole anche il coraggio che non aveva mai avuto, specialmente negli ultimi anni, quando la distruzione del suo viso era la perfetta metafora della dissoluzione della sua anima. Valentina percepiva se stessa come una ragazzina e le sue " prime volte". Anche per questa importante svolta interiore, che pareva piccola ma che in realta' era una rivoluzione, lei non poteva fare a meno di amare Ermal, di essergli pienamente grata e di volerlo accanto. Ma non si trattava di una dipendenza derivante dalle sue insicurezze di sempre: lo desiderava accanto per completarsi e, sperava, a sua volta completarlo. Ermal meritava e necessitava di essere amato quanto lei.
Non vedeva l'ora di rivederlo, ma quando arrivo', entrambi si limitarono a un abbraccio normale, nonostante i loro sguardi chiedessero molto di piu'.
-Dov'e' la mia Giorgetta? E Anita?....- chiese.
-Sono di sopra. Sono corse subito a giocare. Sali pure.- esclamo' Giada, mentre Fabrizio gli metteva una mano sulla spalla.
-Allora, compare?....-
-Allora....poi parliamo con calma,Bizio!- Ermal gli rispose con un sorriso e si fece accompagnare di sopra dalle bambine. Valentina li segui'.
La cameretta di Anita era quella che lei, da piccola, aveva sempre sognato e che sperava, a breve, di regalare a Giorgia, nella casa che voleva prendere con un mutuo solo per loro due, entro l'anno a venire, quando la bambina avrebbe iniziato la scuola elementare. Era giusto che Francesca ritrovasse la sua indipendenza e che Giorgia avesse una famiglia " normale", anche se con un solo genitore. Per fortuna una madre single era molto piu' comune che nel passato, quindi tra i coetanei non si sarebbe trovata a disagio. La famiglia del Mulino Bianco, sempre che anche un tempo esistesse davvero e non si trattasse soltanto di pura formalita', fortunatamente non esisteva piu', a mettere a disagio i bambini che non ce l'avevano. Valentina ricordava il disagio, che a volte somigliava a una tristezza, altre a un imponente desiderio di essere diversa, di fronte alle classiche pubblicita' che venivano trasmesse spesso alla tv quando era piccola. Le reputava perfino offensive per chi, come lei, non aveva niente si tutto questo: colazioni serene, madri sorridenti e tranquille, genitori innamorati, entusiasmo per una vita senza paure. Da in lato non le sopportava, dall'altro le guardava con insistenza, per immedesimarsi nello sconosciuto, immaginarne le emozioni e poi scrivere, per esorcizzare la malinconia della diversita'. Scrivere significava "renderlo un po' vero".
La cameretta di Anita era tutta rosa come quella di una principessa, con un tenero orsetto di peluche gigante a fare da guardiano: Giorgia era una bambina molto piu' essenziale, le sarebbe bastata una stanzetta accogliente e tutta sua per sentirsi grande e felice, anche se alla mamma non chiedeva mai niente. Non era piu' abituata a chiedere da quando la mamma l'aveva allontanata dalla nonna, con cui invece pestava i piedi, faceva capricci e si impuntava, sicura di vincere in ogni caso. Valentina, con un po' di durezza iniziale, a Milano, invece le aveva insegnato ad essere diversa e Giorgia aveva imparato innanzi tutto ad avere rispetto di lei e ad obbedirle, cose che a Bari, con la nonna accentratrice, non accadevano mai.
Appena vide Ermal, gli corse incontro, abbandonando il gioco, e Valentina volle fotografare la bellezza del momento.
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Quasi niente (STORIA COMPLETATA)
FanfictionValentina si è trasferita a Milano per ricomporre la sua vita,trovare pace dal passato e un rifugio dalla sofferenza che l ha distrutta. Sfiduciata e apparentemente fragile, conosce un'anima simile alla sua e il rapporto di lavoro si trasforma in em...