"Eccomi! Mi chiamo: Luce Sono nata:
alle 10,35 Peso: 2,754 kg "
Ermal non smetteva un attimo di guardarla, incantato d'amore: è sempre troppo grande il miracolo della vita, per essere compreso appieno.
Valentina era giunta in ospedale già dilatata di qualche centimetro ed Ermal non l'aveva lasciata un solo secondo.
-Vuoi mangiare? Ti vado a prendere qualcosa?.....- le aveva detto, mentre le contrazioni diventavano sempre più regolari.
-No. Se vuoi prendi qualcosa per te, che non hai mangiato niente, e che se no magari poi mi svieni....!-
Cercava di sorridere, anche se le contrazioni erano sempre più ravvicinate e il crescente dolore si poteva chiaramente leggere sul suo volto, nonostante lei rimanesse calma a sopportarlo, cercando di controllarlo con la respirazione.
-Ma va'! Sinceramente non ho molta fame.....Posso fare qualcosa?.....Vuoi alzarti, camminare?.......-
Ermal non era più inesperto, era la sua seconda volta, e cercava di controllare l'emotività, inoltre aveva un po' imparato cosa gradisce una donna in travaglio, soprattutto la sua che, nemmeno straziata dalle contrazioni, rinunciava a scherzare e a sdrammatizzare, per se stessa, ma soprattutto per lui, per non agitarlo, per non farlo troppo soffrire.
-Mi farei volentierissimo una bella passeggiata romantica con te per il corridoio, ma credo di doverti dare il due di picche, Meta! Non credo di farcela a muovermi...!-
-Beh, ma non quando hai la contrazione ovviamente......Magari nell'intervallo tra una e l'altra....Poi quando arriva....ci fermiamo....-
-Ermal.....sento spingere......Fa' una bella cosa per me.....Chiama un'ostetrica e stammi vicino.....-
Tese la mano, cercando la sua. Ermal gliela prese subito e gliela baciò, mentre con l'altra suonava il campanello.
L'ostetrica, a quel punto, disse che Valentina aveva raggiunto la giusta dilatazione per raggiungere la sala parto.
-Mi raccomando, non devi spingere, non sei ancora abbastanza dilatata per partorire.....- fu la raccomandazione dell'ostetrica, ma Valentina dimostrò, con un sorriso privato dal dolore ma comunque bellissimo e che, di luce propria, splendeva, di essere già esperta.
-Lo so, lo so, devo trattenermi anche se mi sembra di avere un macigno che mi preme dietro, sono al terzo figlio......!-
Ermal la aiuto' ad alzarsi, come l'altra volta, ma la dilatazione era più importante, quindi Valentina non resse e si piegò in due, e raggiunse poi la sala parto in carrozzella. L'infermiera la spingeva, Ermal era affianco a lei, a tenerle stretta la mano.
Lei lo guardava.
-Come stai, amore?.....- gli chiese. Lei, che stava soffrendo così tanto, lo chiese a lui.
-Sto bene, amore mio. Sto bene.....Ti amo tanto tanto tanto......-
-Anch'io......-
Valentina era stupenda, con il suo viso affaticato dal dolore ma felice di donare di nuovo la vita, con i suoi occhi cerchiati e con tutto l'amore che riusciva a trasmettere sempre, e a pensare agli altri prima che a se stessa.
Fece cenno ad Ermal di scendere verso di lei, e gli sussurrò all'orecchio:-Non voglio che soffri vedendomi soffrire, okay?.... È una cosa naturale, è una cosa bella quella che sta accadendo.... e se vuoi fare qualcosa per me, devi sorridere, okay?......-
-Okay....-
Giunsero in sala parto, ed Ermal aveva già gli occhi lucidi per ciò che lei gli aveva detto, in un momento così delicato. Veronica non c'era, ma la sua collega fu altrettanto brava a mettere a proprio agio sia Valentina che Ermal, che si mise alle spalle della moglie e che le sussurrava dolci parole, o pezzi di canzoni (le sue preferite, anche quelle della Imbruglia e di Shola Ama degli anni '90), che la incoraggiava e che le lasciava piccoli baci sul collo e sulle spalle. Le tirò indietro i capelli sciolti, tenendoli stretti in una mano e le asciugò un po' di sudore che le imperava la fronte.
-Sei bravissima, amore mio......- Le parole le giunsero quasi a metà tra sogno e realtà, mentre si stava rilassando tra una contrazione e l'altra.
Dopo circa un'ora era ormai completamente dilatata e pronta per le spinte.
Il suo coraggio colpì anche l'ostetrica: al contrario di molte donne, Valentina non si lamentava quasi mai, e la donna si complimentò con lei, per essere molto abile a sopportare il dolore.
-Molte, sfinite, mi chiedono la morfina......-
-Sono al terzo parto completamente naturale, e ho sopportato anche ustioni di terzo grado.....Mi sa che al dolore fisico ci ho fatto l'abitudine!- rise lei, pronta all'ultima fase del travaglio, che le avrebbe regalato il suo bambino. O la sua bambina.
-Abbiamo voluto la sorpresa.....- spiegò Ermal:-Lo so, abbiamo fatto questa scelta un po' controcorrente perché, dopo due femmine, tutti ci stavano addosso con il maschio. Allora anche noi non ci siamo fatti aspettative. Sarà il nostro ultimo bambino.-
L'ostetrica l'aveva riconosciuto, ma lo trattò da "papà normale", come tutti gli altri, fingendo di non sapere chi fosse. Erano una coppia bellissima: entrambi molto dolci, uniti e innamorati. Erano belli da vedere.
Ermal aveva cercato di contenersi di più nelle emozioni, anche se sentire le sue urla durante le spinte gli faceva spezzare un pezzetto di cuore alla volta. La sua amata stava soffrendo così tanto per amore. E aveva desiderato tanto questo terzo bambino, pur consapevole del dolore del parto. Le donne sono meravigliose. Tutte. La sua un po' di più.
-Dai, amore, l'ultimo sforzettino......no, sforzettone....! E poi scopriremo chi sarà......! Allora Virginia se è una bimba e......Marco se è un maschietto?......Pazienza se mi ricorderà Montanari....!-
Valentina non rispose, perché arrivò la contrazione, che lei assecondò con la spinta, accompagnata da un urlo di dolore estremo. Era come se si stesse distruggendo dentro, come se la scarnificassero dall'interno. Ed era strano come, dopo ogni parto, si ricordi il dolore solo sommariamente. La natura è misteriosa, ed è forse dominata dall'amore che, superiore a tutto, lenisce ogni dolore. Oppure è proprio un fatto fisico, ormonale, come da qualche parte Ermal aveva letto.
Mise la sua testa sopra quella di Valentina, i suoi riccioli vestivano la fronte amata, spargendovisi sopra.
-Bravissima, amore, bravissima...-
La contrazione passò e Valentina riprese a parlargli;-Ermal.....-
Attirò la sua attenzione chiamandolo a mezza voce, come poteva; lui le fu subito vicino, appena la udi'.
-Dimmi, vita mia.....-
-Mi dai un po' di acqua?.....Ho tanta sete.....-
-Certo......- chiese prima il permesso all'ostetrica, che lo accordò sorridendo.
Ermal prese la bottiglietta e gliela mise tra le labbra, inclinandola nel modo giusto per farla bere bene. Poi le asciugò con la mano qualche goccia che le era scesa sul mento. Si prendeva cura di lei come fosse stata una bambina, ed era dolcissimo.
-Grazie, amore....-
-Ma che "grazie"?! Grazie a te, che stai soffrendo così tanto perché ci ami...Lo so che è naturale, ma è sempre un sacrificio..... È qualcosa che noi uomini, probabilmente, non capiremo mai....-
Giunse una nuova contrazione. Una spinta. Un urlo. Poi la quiete.
-Per il fatto dei nomi, Ermal......spero non ti dispiaccia se, proprio adesso, durante il travaglio, ho pensato a una cosa, che mi ha fatto cambiare idea.....Questo bambino viene a illuminare dopo un periodo difficile, e un po' buio, di tensione e preoccupazione per la storia di Rocco..... è luce nuova, abbagliante, che si getta sul nostro cammino.....Se fosse femmina, vorrei si chiamasse Luce.....-
-Bellissimo. Luce mi piace tanto. Aggiudicato! Aspetta, aspetta che arriva.......Spingo, eh?-
-Spingi, spingi!- fece eco l'ostetrica e, stringendo la mano di Ermal fino a fargli male, Valentina spinse, urlando e "lasciando andare". L'esserino che aveva nutrito e protetto per nove mesi stava per venire al mondo, lo capì quando sentì la vagina aprirsi come a volersi spaccare. Riconobbe la sensazione: era la testina.
La spinta però non fu sufficiente per farla uscire, e si dovette attendere la contrazione successiva, in cui Valentina si impegno' a spingere con tutta la sua forza, urlando come una pazza. Il bruciore era fortissimo
-Venga, papà.....-
L'ostetrica, con i guanti, il sorriso e le mani aperte per accogliere la nuova vita, chiamò Ermal vicino a sé, dove una testina di umidi capelli neri faceva capolino.
-Amore, alla prossima ci siamo.-
-Oddio non ce la faccio......!- Stremata, Valentina lasciò andare la testa indietro sul lettino: come per Sofia si era messa su un fianco e sentiva che il suo corpo non avrebbe retto oltre.
-Coraggio, amore, dai.....!- Ermal, con il cuore stretto stretto a vederla così sofferente, cercò di non lasciarsi dominare dalle proprie emozioni, e di essere soprattutto, davvero utile a lei. Sorrise, anche se ormai aveva la vista tutta annebbiata, ma finse di niente.
-Dai, mi cedi all'ultimo?!?!? Forza!- spronò l'ostetrica e infine, la successiva contrazione fu quella buona.
La spinta fece sgusciare fuori tutto il corpicino, mentre un bruciore penetrante tra la vagina e l'ano dominava il corpo di Valentina, che si sentiva come fosse stata scorticata, distrutta. Ma non era vero. Era solo vita. Era solo gioia. Era solo puro amore.
E Luce fu. Ermal fu il primo a svelare la sorpresa attesa per nove mesi, e anticipò anche l'ostetrica.
-E' un'altra bimba.- le disse, recidendo il cordone ombelicale e poggiandogliela, piangente e sporca sul ventre.
-Un'altra bimba!- rise lei:-Tutte donne! Povero Ermal! Ahahahah!!!Vieni qui, amore.......!-
Allargò le braccia e lo accolse, per stampargli un bacio sulle labbra, mentre l'ostetrica era andata a chiamare il ginecologo per le suture.
-Te lo sei meritato. Sei stato bravissimo!-
Ermal mise gli occhi dentro si suoi, colmi d'amore, dell'emozione più grande che un uomo possa provare nella sua vita, colmi di tutto. Non era la prima volta, ma a certe cose non ci si abitua mai.
-E cosa sono questi lacrimoni, Meta, eh?!? Guardarla..... è un'altra bambina!-
-La nostra Luce. In tutti i sensi. Metaforico e non.-
-E' minuscola......Sofy era una gigantessa. Giorgy era così. Uno scricciolino piccolo e magro. Adesso ci siamo tutti, Ermi. Siamo una famiglia completa.-
Il medico aiutò Valentina ad espellere la placenta con una puntura, poi le suturo' le lacerazioni al perineo, di secondo grado;l'infermiera dei neonati accudì la bambina, la peso', la lavo', le mise il braccialetto di riconoscimento e la restituì, pulita e profumata, alle braccia della mamma,pronta per la sua prima poppata.
Per mezzogiorno, Valentina era già in camera, con affianco la culletta di Luce. Venne servito il pranzo e Valentina, come le altre due volte, a parte qualche dolore per le ferite, si sentiva bene ed aveva anche appetito, quindi mangiò tutto.
Ermal trascorse buona parte del tempo al telefono, ad avvisare parenti e amici della nuova arrivata.
-Ti salutano Rinald e Donika.- le disse, vedendo con piacere che stava mangiando con gusto ciò che offriva l'ospedale:-Sono felicissimi. E anche Sabi. Vuole venire a trovarti con i bambini nei prossimi giorni.-
Mira, invece, non si accontentò di un saluto "da lontano" e volle parlare direttamente con Valentina.
-Ciao, tesoro mio!- esclamò:-Abbiamo un'altra signorina!-
-Siiiiiii'! Giorgia è felicissima, e anche Sofia. Arrivano oggi a trovarmi.-
-E tu, stai bene?.... Hai mangiato?....Devi tenerti in forze!-
-Certo, ho mangiato. E sto benissimo. Ne farei un quarto subito, ahahah!!!?No, Mira, niente illusioni: ci fermiamo qui.-
Mira promise che sarebbe arrivata con Sabina e, insieme a loro, ci sarebbe stata anche Giusy. Lei era stata di poche parole, ma si sentiva che era contenta della nascita di una nuova nipotina.
-Ma un'altra femmina????- disse a Valentina per telefono.
-Eh, meglio! Ma perché sembrate tutti delusi, boh......!-
Ciò che contava era, però, che Ermal non fosse deluso, anzi, era già perdutamente innamorato della sua piccolina, come delle altre due.
-Vedrai poi, da grandi........!- la mise in guardia Sabina, chiamandola poco dopo, per salutarla:-...Coprifuoco alle 9:00 uscendo alle 8:30, indagine approfondita sui ragazzini con cui usciranno (poveri diavoli, non vorrei essere nei loro panni....! Li farà scappare tutti), "Cos'è sto abbigliamento?!???? No, no, vatti a cambiare!" "Lavati la faccia! Il trucco lo metterai, forse, a vent'anni....." E così via. Cioè....un delirio!-
Valentina si mise a ridere da matti:-Ma daaai! Non è così!.....- Poi, dopo un attimo di silenzio di Sabina, giunse l'ansia:-Perche'....con te era così?.....-
-Beh.... più o meno, ma io ero la sorella, queste sono le sue figlie, quelle che chiamerà "bimbe" anche quando saranno sposate, capisci?!? Beh, non ti tolgo il piacere dell'avventura, sorellina cara.....! E poi, sì, un po' scherzavo......ma Ermal e' comunque protettivo verso le ragazze, figurarsi le sue figlie!......-
Valentina, però, non ne era preoccupata, conosceva bene Ermal e sapeva che era molto attento alle piccole e un po' severo, a volte, su certe cose, ma non era possessivo, semplicemente "ci teneva", un po' come lei. E, se avesse esagerato, lei gli avrebbe messo un freno, ricordandogli che una ragazza, all'età giusta, deve anche compiere le sue esperienze. Sbagliare, anche. Soffrire, forse. Ma innamorarsi. Provare emozioni e sentimenti unici e speciali, motore di quei ricordi che riempiranno il cuore.
Ermal chiese il permesso per restare un po' con la moglie che aveva appena partorito, onde evitare litigate trash con la solita capo infermiera di tre anni prima, che però era andata in pensione. Accordato il permesso, Ermal si soffermò a guardare la sua bambina appena nata, e i suoi dati scritti sulla culletta, accompagnati dall'immagine di un orsetto: lei era uno splendore. I capelli sottili sottili. Il visino piccolo piccolo. Le manine e le unghiette, così in miniatura, eppure così perfette. Gli occhietti ancora senza ciglia (si sarebbero formate dopo). La sua bambina a poche ore dalla nascita era per lui un "tatuaggio negli occhi" e sul cuore: se la sarebbe sempre ricordata così, piccola e forte, con i segmenti sul corpo degli sforzi compiuti per venire al mondo.
Luce era nata abbastanza piccola, ma stava benissimo e riusciva a succhiare con voracità dal seno della mamma, che produceva ancora il colostro, ma che presto sarebbe diventato latte, quel liquido bianco che sfama, che disseta, che consola e che sa di mamma e del suo amore. Un amore completo, a cui non manca nulla. Un amore infinito. Un amore incondizionato sempre e comunque. Un amore che non ha un motivo, eppure è il più potente che possa esistere al mondo. È il senso più chiaro della parola "amore" e del suo concetto. Che cos'è l'amore? È ciò che esiste tra una madre e i suoi bambini. Anche con un padre, ma è un po'diverso, Ermal lo sapeva bene: mentre la relazione con la madre è prenatale, quella con il padre va costruita.
Valentina, che stava riposando, ancora sola in cameretta, aprì gli occhi e vide Ermal ancora lì, a tenerle compagnia e perso a guardare Luce.
-Ciao, amore....Adesso vado, aspettavo che tu ti svegliarsi.....Hai dormito un pochino....,almeno ti sei riposata dopo la grande fatica.....-
-E tu?....-
-Io....non ce la faccio a dormire....! È troppo bella.......Per fortuna anche stavolta ha preso da te e non da me! Le è andata bene, o sarebbe stata un mezzo cesso......!-
-A parte che dubito tu abbia mai visto un cesso vero, perché assolutamente non lo sei.......ma tu, per esempio, hai mangiato?!? Sei sceso al bar a prenderti qualcosa.......?-
-Non mi va giù niente, adesso, giuro. Ma poi mangio qualcosa, promesso. E smettila che sembri mia madre!-
Si guardarono ridendo: era come se con la nascita di Luce si fossero uniti ancora di più, legati da un filo invisibile ma fortissimo.
-Hai dolore da qualche parte?......- le chiese poi, dolcemente.
-No, sto bene. Ho partorito da poche ore, le lacerazioni sono ancora fresche, è normale. Ho ancora contrazioni quasi da parto mentre allatto, ma è tutto normale, dal secondo figlio in poi. Ti ricordi con Sofia?.... È durato un po', poi è passato. E significa che tutto torna a posto come prima. Sei stanco, amore.....-
Sollevandogli il viso, scorse i segni della stanchezza.
-Ieri sera sei tornato tardi, e ti ho fatto fare la levataccia per venire qui....poi ti sei agitato....., emozionato tanto.....vai a riposarti qualche ora....Poi se vuoi stasera torni con le bimbe all'ora di visita.....okay?....-
Gli accarezzò il viso, con la barba di qualche giorno, e si sporse per lasciargli un bacio sul naso.
Ermal le lasciò con molta fatica, avrebbe voluto rimanere per tutto il giorno, ma non era possibile. Valentina lo accompagnò giù e al suo ritorno trovò una ragazza che stava occupando il letto affianco al suo. Era appena stata ricoverata ed era un po' spaventata, al primo figlio. Valentina la aiuto' nelle prime fasi del travaglio, consigliandola sulla respirazione. Ormai, in materia, si sentiva un'esperta.
Quando arrivarono Sofia e Giorgia all'ora delle visite, Valentina non si sentiva di chiedere più niente alla sua vita: aveva tutto.
Provò a descrivere gli attimi dentro di sè con il buio della sera, che entrava dal grande finestrone della camera d'ospedale, numero 12, mentre per Sofia si trovava nella 13. Li descrisse a una persona che di sicuro avrebbe saputo capirli al volo, e forse, trovare anche le parole per lei.
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Quasi niente (STORIA COMPLETATA)
FanficValentina si è trasferita a Milano per ricomporre la sua vita,trovare pace dal passato e un rifugio dalla sofferenza che l ha distrutta. Sfiduciata e apparentemente fragile, conosce un'anima simile alla sua e il rapporto di lavoro si trasforma in em...