"Ciao, Azzurra, ti ringrazio per avermi scritto. Scriverti, mi fa strano. Molto di più che vedere Ermal indossare a casa con tanto affetto il maglione che tu gli hai regalato, o leggere i vostri messaggini, quando, sbagliando, controllavo il suo telefonino. Molto più che sapervi insieme. Molto più di tutto. Scriverti era la cosa che avrei considerato assurda solo nel pensiero: ero gelosa, e non avevo niente da dirti. Una donna gelosa fa spesso cose stupide. E io sono stata questa donna.
Ricordo il primo giorno che ci siamo incontrate, dopo un concerto di Ermal: tu, con molto garbo, mi chiedesti di portarti nel backstage per dargli delle cose, e io ti ci accompagnai, ben felice di farlo. E per questo mi sono sbattuta la testa contro il muro migliaia di volte, perchè ero gelosa, perché ero in crisi, forse solo con me stessa.
Adesso, però, ho deciso di mettere tutto da parte con te: premesso che ti credo, poiché ho letto nelle tue parole una quasi sofferta sincerità,non mi importa cosa ci sia stato tra Ermal e te. Non voglio recriminare, o parlare di questo. Bensì vorrei incontrarti, per parlare di lui, ma in altro modo.
Scusami se ti scrivo solo adesso, ma ho avuto bisogno del tempo per riflettere.
Quello che tu mi hai scritto di Ermal è molto doloroso e mi ha fatto soffrire, perché è il papà delle mie bambine e perché gli voglio ancora bene. Anche se ci siamo lasciati alle nostre vite, credo che non sopporterei di vederlo soccombere, oppure stare male. E, come tu giustamente mi fai notare, io so bene cosa significhi sentirsi deboli ed aggrapparsi al primo, sbagliato, scampolo di "affetto", che affetto sincero non è, lasciarsi andare per un surrogato, fingendo che sia questa la vita che vogliamo, e illudendoci senza vedere l'inganno dietro la maschera. Solo che è quando la maschera cade che inizia lo spettacolo. Ermal sembra un uomo forte, sicuro di sé, solo perché rappresenta questo, con il lavoro che fa (o meglio, faceva, poiché è fermo da troppo tempo.....e anche questo so bene cosa vuol dire......), perché è una "celebrità", e invece, come molte altre "celebrità" è fragile, lui un po' di più ancora. È in parte come me: rappresenta qualcosa che non è totalmente. Io non sono la donna invincibile che mi dipingono, lui non è l'eroe del riscatto. Ermal, so che lo sai perché, almeno tu, gli hai trasmesso affetto vero e non opportunismo, anche se nella tua condizione avresti potuto benissimo fare la gattamorta scosciata e impellicciata, pacchiana e furbetta per diventare "qualcuno", e invece sei stata molto corretta e delicata, questo devo riconoscertelo, è un uomo molto fragile, molto sensibile, timido. Non è certo il figo sciupafemmine che alcune immaginano, e che lui stesso interpreta, frequentando persone poco raccomandabili per chi è sincero, onesto, pulito, e con il cuore pieno di ferite guarite, e ancora fresche, che non interessano a nessuno, perché "pesano", perché è meglio l'esteriorità che l'impegno di guardare negli occhi di qualcuno e vederci il profondo.
Ermal lo ami con un piccolo gesto, lo ferisci con una piccola mancanza, è la peculiarità della persone come noi, sensibili, che amplificano tutto nel bene e nel male. E che, quando hanno fame d'affetto, perché per sentirsi bene con se stessi devono sentirsi apprezzati, amati, o sono feriti, non imparano mai il disincanto, e si lasciando andare a un rapporto "disperato" con qualcuno che promette di salvarli, e invece, infieriscono persino sul cadavere. Io mi sono fatta disincantata, Ermal no, perché lui ha fiducia negli altri a prescindere, finché non lo fregano, finché non gli fanno del male, come ho fatto io. Mi sento piccola ogni volta che ci penso, mi metto nei suoi panni e vorrei prendermi a pugni. Solo con il tempo mi sono accorta di avere sbagliato con lui, per quanto in crisi fossimo, e di avergli fatto molto più male di quanto non me ne avesse fatto a sua volta.
Mi ero ripromessa di lasciarlo alla sua vita, alle sue scelte, ma poi ho capito che non posso farlo. E che, quindi, se lui ha "bisogno" di un aiuto, io ci sarò.
Ti chiedo un incontro di persona, Azzurra, per definire meglio la situazione, e dato che mi hai parlato di un gruppo di fan preoccupate che confidano in me per aiutarlo, avrei piacere, se possibile, di conoscerle una ad una, di persona, o con qualche contatto, almeno.
Sinceramente, io non sono un mago. E il mio attuale rapporto con Ermal non mi consente di entrare nel suo privato, di farmi ascoltare, o prendere sul serio. Io non ho la bacchetta magica. Io non so che fare. Io non ho la soluzione. Però posso e voglio cercarla con voi."
Valentina lasciò passare diverso tempo dopo aver ricevuto la lettera di Azzurra, prima di risponderle, perché aveva bisogno di pensare, di riflettere bene, di dare prima delle risposte a se stessa, di andare a fondo,di scavarsi dentro.
Le sue giornate erano quelle di una madre separata che ama i suoi figli, di una donna realizzata e indipendente e con un affetto al fianco, per sorreggerla nei momenti difficili, per condividere quelli più belli, che la ascoltava, la consigliava, la faceva sentire splendida e desiderabile come una ventenne, con cui aveva in comune cultura, interessi, professione e sensibilità. Si capivano con un niente, indossavano entrambi un guanto di seta con cui accarezzarsi, vicendevolmente, il cuore.
Erano entrambi genitori, parlavano spesso delle loro preoccupazioni relative ai figli in crescita, del bisogno di dare loro i piedi più forti, le ali più incorruttibili e la cosaoevolezza più coriacea e convinta per affrontare degnamente la vita alla ricerca dell' ambita felicità, e della nostalgia del tempo dei pannolini, dei versetti, dei sorrisi immensi e sinceri, dei passettini, dei giochi sul tappetino, delle pappe e del latte.
Jacopo e Valentina parlavano di tutto, anche degli ex: della moglie di lui superficiale e un po' ignorante che sognava Dalilah influencer e il maschio calciatore di serie A, e anche e soprattutto di Ermal, che restava il padre di sempre, e il cui pezzo di cuore che gli mancava, come un arto amputato, era ancora attaccato saldamente a quello di Valentina.
"Ma stai attenta perché era l'ultimo che avevo, avevo per me....." lui scrisse la canzone in tempi non sospetti, e di certo la frase era per Silvia ma Valentina era giunta dove Silvia aveva fallito in più anni assieme a lui tra i tira e molla e le riprese di ogni intenso, un po' tormentato, irrinunciabile, e quindi grande, amore. Con Valentina si erano "salvati" e guariti insieme, era questa la differenza, poi forse per un nonnulla, si erano feriti, accoltellati, ammazzati.
Un nonnulla. Sì, ciò che sembrava enorme, a distanza di tempo, con un occhio critico diverso e quel po' di distanza necessaria per vedersi come lo scrittore vede se stesso tramite i propri personaggi, spesso inconsapevolmente, poiché la scrittura è cura, psicanalisi e magia, era poco più di niente. Era una cosa piccola, un graffietto indolore, di fronte alla grandezza che era stato il loro amore.
Valentina, che sorrideva ed era e aveva tutto ciò che aveva sempre desiderato, scoprì dentro sé un enorme buco nero, che si era inghiottito tutto, e poi si era riuchiuso ermeticamente.
Ricordò un biglietto di Ermal, per il suo compleanno, di qualche anno prima: il 19 aprile avevano fatto una gita in campagna tutti insieme e si erano soffermati a guardare la bellezza della natura e ad assaporarne le essenze, ascoltando la sua poetica voce. Un albero fiorito che ondeggiava dolcemente a un venticello tiepido conquistò Valentina.
Ermal, sul momento, non disse niente, poi le scrisse il biglietto per il giorno dopo:
"Io non ti porto nella primavera, come mi hai detto, ringraziandomi per la giornata. Io ti prendo per mano, e ti ci accompagno dentro, te la regalo, la immetto nella tua vita, affinché tu possa essere sempre splendente d'incanto, sempre felice, o, insomma, quasi. Ma per quel "quasi", ci sarò io, e cercherò di cancellare una lettera alla volta, fino a farlo sparire. Auguri, amore mio. Che tu possa non appassire mai."
Con tutti i suoi difetti che lo caratterizzavano in unicità e gli sbagli che umanamente aveva commesso, Ermal aveva il grandissimo pregio della dolcezza, quella con cui limava da sempre gli spigoli di Valentina e con cui l'aveva aiutata a diventare la donna di oggi. Senza Ermal non sarebbe mai stata quella, non avrebbe mai avuto la spinta emotiva e la fiducia in se stessa per iniziare a pubblicare le sue storie, se stessa, per mostrare ciò che era tramite la finzione dei libri, dove tutto è concesso , e dove niente è per caso.
Senza Ermal non ci sarebbero state Sofia e Luce, e anche Giorgia. Senza Ermal nel non ci sarebbe stata alcuna primavera. Senza Ermal sarebbe probabilmente un bocciolo rinsecchito e mai sbocciato.
Senza Ermal il mondo sarebbe stato un po' più buio, e di un solo colore.
L'amore ci accoglie e spesso noi, siamo troppo frustrati, egoisti, e lo buttiamo via. Solo poi capiamo che, senza nulla togliere a ciò o chi c'è adesso, siamo, in qualche modo, vuoti, perché c'è una sola anima che può occupare il posto privilegiato e impegnativo accanto alla nostra. Così fragile, così sfuggente, così libera, come la musica. Valentina, un po', era così, per questo, forse, ad Ermal era piaciuta, perché era leggiadra, ma profonda, un po' cupa, un po' graffiante, emozionante, poetica. Valentina era un po' come la musica. E lui l'aveva suonata nel migliore dei modi, con cura, amore, passione, dolcezza, fino alla fine, anche quando capirsi era difficile, anche quando lei era scorretta, e irritante.
E quella persona così bella, adesso, era diventata talmente fragile da essere presa di qualcuno, degli egoistici interessi di qualcuno che non gli voleva bene, era diventata come quando era bambino e il padre padrone e violento gli faceva del male, prima che lui si ribellasse.
Ermal era sempre alle feste, una sera sì, e l'altra pure, di colleghi e a party esclusivi per vip a cui non era mai andato prima, preferendo una tuta da casa, e un pianoforte, e la compagnia di chi, come lui, apprezzava la grandezza e la bellezza, la tenerezza delle piccole cose, dello stare insieme fuori dal mondo, per crearne uno tutto per loro. Silvia era in parte stata quella compagna, Valentina lo era stata totalmente.
Queste feste, in realtà, lo annoiavano, ma lo distraevano dai soliti pensieri, lo assuefacevano fino a fargli smarrire se stesso e la sua profondità. Era come una droga. Per stare bene, doveva assumerla, eppure era un benessere bugiardo, breve, di passaggio, di facciata, era una maschera, un velo, e il suo prezzo era alto, forse molto più di quanto lui si rendesse conto.
Le feste a cui andava, però erano vetrina perfetta per l'amica con sogni di gloria che lo accompagnava, che lo prendeva a braccetto e gli diceva di non prendersela, di non stare male, di godersi la vita. Lui era ciò che le serviva in quel momento, era la sua inconsapevole vittima. Eppure, si fidava di lei, di loro, che lo rendevano sfatto, che gli davano vacillanti certezze non certo sottese da affetto. Ermal era un "povero bisognoso", ma utile. Il gioco era sporco. Valentina rivedeva se stessa nell'adolescenza, e al tempo di Rocco. E soffriva. Era stato proprio Ermal a darle fiducia e coraggio, e adesso, per uno strascico di debolezza che lei gli aveva lasciato addosso, si lasciava soggiogare per un po' di surrogato, utilitaristico di amore. Chiodo scaccia chiodo. Solo che a volte un chiodo fa male, penetra dentro.
Valentina decise di intervenire rispondendo ad Azzurra quando Francesca le invio' qualche screenshot di una chat privata sui social avuta con un fan, che scriveva:"Ho sofferto tanto quando ho saputo della separazione con tua cugina......hanno tre figlie....ed erano la coppia perfetta....😭😭😭. L'altro giorno però l'ho incontrato per caso in un negozio di musica e mi ha spontaneamente detto che è molto felice, che ha una nuova storia e che non avrebbe mai pensato di mettersi con una ragazza bella, eppure lei è bella anche dentro, ha una grande sostanza......Allora mi sono rasserenata. Spero che sia vero che anche tua cugina ha una storia con lo scrittore Jacopo Belletti e che anche lei sia felice."
Francesca le mandò il messaggio per farle capire che, se ciò che raccontava la fan era attendibile, ciò che diceva Azzurra e di cui Valentina le aveva parlato, era purtroppo pienamente vero. Non che lei avesse dubbi, ma questa era la conferma: Ermal non si rendeva conto delle persone con cui aveva a che fare, oppure ostentava, pur sapendo benissimo cosa era per loro e cosa stava rischiando per se stesso e per la sua carriera, per nascondere alla gente, e forse a Valentina la verità del suo cuore, diffondendo notizie che erano il contrario della realtà. E in entrambi i casi, era tutto molto triste: nel primo, chi gli voleva bene aveva il dovere di aprirgli gli occhi e stargli vicino, nel secondo, invece, significava che lui aveva completamente perso il rispetto di se stesso, accontentandosi di gente da poco per la paura del vuoto, e diventando il consapevole zerbino di qualcuno che non lo capiva, non gli voleva bene, e non lo meritava. Non che i suoi amici, che conosceva da un po', ma che non aveva mai considerato molto finché non aveva sofferto per Valentina, fossero demoni, o persone cattive, avevano anche dei lati positivi, ma erano opportunisti, insinceri, egoisti, certo non adatti a prendersi cura di qualcuno come Ermal, soprattutto in un momento di debolezza.
A pensarci, le veniva da piangere e decise di intervenire seriamente, per aiutarlo, per cercare una soluzione insieme ad Azzurra (essere complici dopo averla considerata la peggior rivale!) ed altre fan, che gli volevano bene veramente e a cui non importava di nuove canzoni, ma del suo benessere prima di tutto, che non prendevano ogni cosa per buona, ma preferivano vedere in faccia la realtà, per cercare, in qualche modo, di cambiarla, poiché non è mostrando sempre compiacenza che si dimostra vero affetto, bensì il contrario, se serve.
Ermal si mostrava in alcune trasmissioni, come ospite, ma non gli veniva chiesto nulla, forse per delicatezza, o forse perché così era stato deciso, essendo questi i tasti dolenti, né della fine del rapporto con Valentina, né del nuovo progetto discografico, su cui lui diceva si essere al lavoro da mesi e di avere moltissime canzoni. In realtà, c'era soltanto confusione: canzoni mediocri, pezzi già cantati ai concerti ma formalmente inediti, composizioni di qualche anno prima, ma era tutto molto confuso, e non gli era mai successo. Gli mancava lo slancio, era come "consumato", forse dalla sofferenza, forse dalla vita da bohémien che conduceva e da cui solo i giorni stabiliti in cui incontrare le figlie, si eclissava. Ma Luce, giocando a casa sua, nascosta nell'armadio durante il nascondono,aveva trovato delle calze a rete nere buttate tra i maglioni, e delle manette giocattolo, foderate con un pacchianissimo pelo sintetico fucsia, e le aveva in segreto mostrate a Sofia, come fossero un tesoro. Lei le nascose nello zainetto e le portò a casa. Le nascose tra i suoi giocattoli e un giorno, per caso, riemersero.
-Guarda, mamy.....!- Sofia attirò l'attenzione di Valentina, trascinandosi dietro la sorellina più piccola, che rideva di gusto:-Ho arrestato Lu!-
Valentina, con una smorfia di disgusto nel vedere il pelino fucsia intorno alla manina della bambina, che ovviamente le stava grandissimo, gliela tolse.
-E questa roba? Da dove viene?.....Dove l'avete presa???- Le venne un mezzo infarto, pensando che c'entrasse qualcosa Giorgia con quella paccottiglia da sexy shop, che era solo in prima media, ed era una ragazzina giudiziosa, ma i preadolescenti moderni stupiscono sempre, e magari qualche compagna oca.......Invece provò amarezza, quando Sofia le disse che proveniva dall'armadio del papà. Ermal era caduto davvero in basso. Si prestava a giochini erotici da film porno di bassa lega, forse con la sua amica, che aveva dimenticato lì anche le calze a rete da battona, che Valentina arrotolò e gettò schifata nella spazzatura, poi si lavo' le mani. Ma avrebbe voluto lavarsi il cuore. Ermal non stava bene per niente, e andava assolutamente aiutato. Questa persona non era lui. Era un sostituto mal riuscito, una brutta copia. Era un uomo sconosciuto che Valentina voleva allontanare dall'uomo che aveva amato, dal padre delle sue figlie, e da una persona che le aveva cambiato la vita.
Le tornarono in mente le parole di Azzurra. E se non le avesse ascoltate, si sarebbe sentita doppiamente in colpa. Non solo aveva ucciso Ermal, ma l'avrebbe pure seppellito se fosse restata a guardare senza fare niente, come se fosse tutto in ordine, come se non le importasse. Aveva sempre l'istinto di proteggerlo.
Ermal non sapeva più distinguere le cose, oppure non gli interessava. Faceva buono tutto, per liberarsi della sofferenza. Era diventato "diverso", più spento, anche con la musica. Non riusciva a stare concentrato se non per poco tempo, poi voleva evadere, o provava panico.
La casa discografica aveva parlato di una sua prossima uscita discografica entro la fine dell'anno, che tutti attendevano ansiosamente, tranne Valentina, che sapeva benissimo che non ci sarebbe stata. Ermal, per lei, non aveva segreti. Era troppo confuso, emotivamente instabile, forse persino svogliato. E quando sta così non può scrivere. Lui si era perso, ma stringeva ancora a sé la musica, lei lo sapeva, e voleva dirglielo, per spingerlo a non mollare, per spingerlo verso orizzonti migliori, verso un maggiore rispetto di se stesso, quello che un tempo aveva insegnato a lei.
Ermal, che non confermò comunque mai ciò che aveva detto il suo agente, mancò l'appuntamento con i suoi fan, che cercarono una scusa a tutti i costi per non dover smettere di credere in lui, e la sua carriera iniziò a declinare. Lui non mosse un dito. Leggeva i social e si sforzava di mostrare pubblicamente la parte migliore di sé, era ormai ossessionato da ciò che la gente scriveva e pensava di lui, aveva paura di perdere consensi, credibilità. Ma nello stesso tempo, non riusciva a cambiare.
-Ma sì....quando te la sentirsi, tornerai.....Dedicati a te stesso, fai come gli altri artisti.....Staccati dai social, dai fan....Se loro ti vorranno, ci saranno sempre.....Bastano due canzoni, due moine, un sorrisino, e sono ai tuoi piedi...Sei il loro miele, e loro sono le api. Concepiresti mai le api lontane dal miele? No. È impossibile. Non stare a preoccuparti. Una star, è star per sempre. E tu, come il gilet che indossi, sarai sempre questa stella. Tu brilleresti nel cuore di quelle donnicciole pure se diventassi un ratto di fogna.....Concediti del tempo per te. In fondo, non te lo meriti?......Sii glam, non più il ragazzino che sta alla pari. Fatti desiderare, e vedrai come ti desidereranno......Altro che prenderti in giro quando sbagli le parole delle canzoni! Sarai il loro dio.- gli diceva l'amica che l'aveva trascinato nel sexy shop e che si dimenticava le calze a rete nei suoi armadi, forse sperando che Valentina andasse lì e le scoprisse per caso, mentre gli accarezzava il torace e gli chiedeva di accompagnarla al prossimo evento mondano.
-Ti devi svagare!- era la scusa più accattivante per una persona come Ermal, era il modo migliore di fingere cura verso di lui. E le feste mondane, le uscite con lui, baciarsi in mezzo alla strada, erano la vetrina perfetta per una ragazza dallo spessore di una carta velina con mire da "Velina". Appassionata alla roulette, la ragazza con la sua amica era solita accompagnare uomini più adulti al casinò, e ci era scappata pure una festa di compleanno in stile principesco, realizzato in parte con i soldi di Ermal, che lei chiamava "una persona, che però non posso nominare".
Forse era ricattato psicologicamente da queste persone, che gli facevano credere di averlo "salvato" dalle sabbie mobili, e che per questo tenevano in mano le sue catene, mentre gli facevano le fusa e lo coccolavano con mani ipocrite e sorrisi di Giuda.
E, se per lui questa persona era davvero "di spessore", come andava dicendo, la sua situazione psicologica era davvero compromessa, lui stava veramente male è Valentina non poteva assolutamente essere una spettatrice di tutto questo, così come amiche vere, come Azzurra (o anche Monia) e fan preoccupate ma frustrate dal non potere fare quasi nulla per lui, nel concreto, che contavano su di lei, sul suo aiuto.
![](https://img.wattpad.com/cover/157926187-288-k652478.jpg)
STAI LEGGENDO
Quasi niente (STORIA COMPLETATA)
FanficValentina si è trasferita a Milano per ricomporre la sua vita,trovare pace dal passato e un rifugio dalla sofferenza che l ha distrutta. Sfiduciata e apparentemente fragile, conosce un'anima simile alla sua e il rapporto di lavoro si trasforma in em...