CAPITOLO 35-Best Friends, maybe more......

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Le cene d'estate con il sole che declina dietro le case erano sempre una melodia passata, che nasce tra i ricordi che ne perfezionano l'essenza. Valentina sbuccio' la pesca a Giorgia e gliela taglio' in tanti piccoli pezzetti. La zia aveva preparato un'ottima cena: si era sempre divertita a cucinare e quando Valentina, da ragazzina, andava a mangiare da lei era contenta, perche' assaggiava pietanze che a casa sua si consumavano di rado, oppure mai.
-Ti e' arrivato un whattsapp, Vale...- avviso' Francesca, notando che la cugina non se n'era nemmeno accorta.
"Buonasera...." [20:36]
Dall'espressione che aveva, Francesca capi' subito chi le aveva scritto.
"Ciao. Come stai?" [20:40]
"Io sto bene. Tu sei a casa?" [20:41]
"Si'. Ho proprio appena finito di cenare. Tu che fai? Dove suonerai domani?........In che citta' sei, che non me lo ricordo?...." [20:42]
"Scendi." [20:44]
Il cuore di Valentina comincio' a battere forte: perche' era tornato solo per un giorno, quando le aveva detto di non avere questa intenzione?....Doveva sbrigare qualcosa?....Oppure voleva vederla.....Giorgia termino' la frutta e la zia porto' in tavola una vaschetta di gelato.
-Non lo vuoi?....- domando' a Valentina, vedendo che si alzava da tavola senza nemmeno giustificarsi.
-No, no...Devo scendere un attimo....-
-Perche'? Che succede?....-
-Credo ci siano degli amici che sono passati a prenderla a sorpresa....Vero?.....- tento' di inventare Francesca, ricevendo una poco convincente conferma dalla cugina.
Giorgia aveva capito chi c'era giu' e, con un sorrisino furbetto, voleva rivelarlo, ma Francesca si mise l'indice davanti alla bocca, facendole capire che si trattava ancora di un segreto, per il momento. Poi, quando Valentina avrebbe avuto piacere, avrebbe raccontato anche in famiglia del nuovo grande affetto che stava cambiando la sua vita. Il problena della zia era che parlava troppo e Valentina non avrebbe mai voluto che in qualche modo la madre fosse venuta a sapere della sua vita. A stento aveva saputo di Andrea e probabilmente aveva rimosso. Non voleva che la madre sapesse come si svolgeva la sua vita, perche' era sempre pronta a criticarla. Non sapeva, da sempre, fare altro. Criticava gli altri ma mai se stessa.
Valentina corse in bagno a darsi una sistemata ai capelli, che cerco' di districare dalla crocchia e che lego' in una coda molto alta, indosso' ai piedi un paio di sandali infradito, migliori delle ciabatte di gomma da casa e scese cosi' com'era, con una maglietta e un paio di shorts di jeans.
-Arrivo!- disse, lasciando un bacio sulla testa a Giorgia.
Valentina, appena apri' il portone del condominio, lo trovo' ad aspettarla, appoggiato con la spalla al cancellino piu' esterno. Lascio' passare il vicino con il cagnolino e si volto' appena si senti' chiamare da lei.
-Ermal....!-
Indossava una maglietta bianca su cui aveva appeso gli occhiali da sole e un paio di jeans neri leggermentre strappati,che gli stavano benissimo sulla sua figura. Al collo portava un paio di collanine e aveva i capelli un po' per aria, in cui Valentina ci affondo' subito le mani.
-Ciao....!-
-Ciao,Vale. Li ho lavati prima e non mi stanno a posto!- giustifico' i suoi capelli, ma a lei giocarci sembrava piacere.
Valentina provava un'emozione dirompente farsi strada: le era mancato cosi' tanto....avrebbe voluto saltargli subito tra le braccia, ma penso' che forse era meglio contenersi per vedere anche le sue mosse.
Il dolce sorriso di Ermal le accarezzo' subito l'anima, scese fino in fondo e mosse qualcosa nello stomaco.
-Non ti aspettavo ...-
-Eh certo! Se ti avessi detto tutto, che sorpresa sarebbe stata?!-
Presa dall'emozione di rivederlo dopo quasi venti giorni, Valentina non si era nemmeno accorta che non portava piu' le stampelle.
-Vedo che sei guarito!- esclamo' contenta e lui sorrise di nuovo, come un bambino.
-Piu' o meno.- Ermal mosse la caviglia leggermente:-La appoggio a terra senza problemi, ma riesco a guidare solo per brevi distanze e devo stare attento ai concerti. Ancora per qualche giorno....niente saltelli!-
Valentina elargi' un sorriso, tenendo in pugno i suoi occhi. Erano veramente stupendi, lo specchio della sua anima.
-Sono contenta che tu ti sia rimesso....- gli disse accarezzandogli delicatamente un braccio.
-Ancora qualche giorno e sara' tutto a posto. Ma io sto bene adesso. Devo solo stare un po' riguardato....-
-....Che e' proprio il tuo forte! Giusto?-.
-Ovviamente si'!-
-Beh, dai, sei pronto per il prossimo infortunio!-
-Ma anche no!-
Valentina rise aggrappandosi a lui, che la chiuse nel tanto desiderato abbraccio e che la sollevo' da terra, facendola girare. Ermal le lascio' un bacio in mezzo agli occhi e uno sul mento, evitando, forse volutamente, le labbra.
Anche lui pareva davvero contento di rivederla. Sciolse l'abbraccio e la prese per mano:-Vieni per un po' a casa mia? Domani riparto....-
Valentina assenti' dolcemente. Si fidava ormai ciecamente di lui. Si sarebbe fatta guidare nel buio, perche' Ermal aveva dissipato l'oscurita' dalla sua vita.
Il suo appartamento era un po' caotico, con cose sparse un po' ovunque, e la lavatrice accesa.
-Scusa....ma ho avuto pochissimo tempo per riordinare....-
-Non fa niente, anzi....ti aiuto.-
Prese alcuni vestiti e li ripiego' con cura, poi stese la biancheria.
-Domani viene Vittoria....e li raccoglie, li stira.....Mi da' una grande mano. E' una brava persona, mi fido di lei.-
-Quanti anni ha?- chiese Valentina, accomodandosi sul divano che ormai conosceva bene.
-Abbastanza per non essere un problema! Credo che potrebbe essere mia madre.- rise Ermal, aprendo il balcone e mettendosi accanto a lei. Zoppicava leggermente.
-Problema per chi, scusa?...Per me?! Guarda,Meta che se non la smetti di fare il cretino, me ne vado subito!-
Ermal la guardo' pieno di affetto e, con il braccio, la attiro' verso di se':-Vieni qui, dai....! Che caratteraccio!! Scherzavo, su! E comunque hai ragione....un po' cretino lo sono...ma solo poco....-
Valentina si appoggio' nell'incavo del suo collo, dove un piccolo accenno di barba le diede una strana sensazione sulla pelle. La grattava leggermente. Le piaceva. E lui stava benissimo cosi'.....
Valentina non resistette allo sguardo scherzoso con cui la stava guardando, con la testa reclinata verso di lei, e gli diede uno schiaffetto. Sulla guancia, poi, nello stesso punto, gli schiocco' un bacio.
Iniziarono a parlare di tutto e, come sempre, il tempo volo' via senza che se ne rendessero conto. L'argomento che per entrambi era il piu' interessante e divertente era la musica: mescolavano ricordi di vita a canzoni, che era sempre sinonimo di emozioni.
-Io non sono mai stata una musicista. Credo forse di non esserci nemmeno portata, ma amavo ed amo il canto. La musica e la scrittura erano gli unici interessi che avevo da ragazzina, e le uniche cose che riuscissero a rendermi davvero felice.-
Il sorriso di Ermal sosteneva i suoi ricordi.
-Uno dei miei dischi preferiti era questo....- Ermal lo ando' a prendere nella libreria, dov'era insieme agli altri della sua collezione, e glielo mostro'.

Quasi niente (STORIA COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora