CAPITOLO 113-Ma che ne sanno i 2000....!

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I due maggiori autori italiani bestseller dell'anno, Valentina Galimi (classe '86, 50

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I due maggiori autori italiani bestseller dell'anno, Valentina Galimi (classe '86, 50.000 copie con il romanzo "Incancellabile", scritturato per una fiction) e Jacopo Belletti (classe '77, 48.000 copie con il romanzo "Vendesi felicità"), uniscono le loro sensibilità e il loro talento per un nuovo libro,Gli anni, che racconta, a due voci, gli anni '80 '90 e primi 2000, in cui i due autori hanno vissuto la loro infanzia e adolescenza. È un libro che riporta indietro nel tempo attraverso tutto ciò che ha segnato un'epoca, raccontato con la bravura dei due giovani autori, e con il loro stile inconfondibile. È un libro da regalare e regalarsi in questo Natale, per ricordare, e per raccontare ai giovani di oggi, la vita, gli oggetti, le canzoni e i profumi di un vicino"ieri"."
Alla fine, Valentina e Jacopo scrissero insieme, per volere della casa editrice che, per il periodo natalizio, aveva in mente di unire i due autori "dell'anno" per un progetto un po' diverso: un volumetto divulgativo che potesse trovare largo spazio tra le generazioni, e sotto gli alberi di Natale.
Gli scrittori accettarono subito la proposta, e scrissero indipendentemente ognuno la propria parte, e poi, alla fine si confrontarono.
-Non mi piace scrivere "su commissione", cioè che ti dicono su che cosa devi scrivere....- aveva considerato Jacopo, senza nascondere di avere accettato senza rimostranze solo perché desiderava scrivere con Valentina.
-......A me piace essere libero.....-
-Non dirlo a me.....! Mi innervosisce quando mi rimaneggiano alcune parti, proprio perché non sono abituata a questo.....,spesso ci discuto, ma alla fine, forse, hanno ragione loro, e anche con qualche taglio, a volte, le cose filano uguale....Ma questo argomento mi piace moltissimo.-
Valentina si era occupata della parte riguardante gli anni '90, e i primi del 2000, mentre Jacopo si era dedicato agli anni '80, e ai '90 e ai primi 2000 da un punto di vista diversi rispetto a quello di Valentina. Se, del 1998, Valentina ricordava il fascino dei ragazzi più grandi in sella a un motorino, le compagnie che si ritrovavano nei pressi dei bar, la scuola media,e le boyband, Jacopo, già ventenne, ricordava l'università a quei tempi, l'aria accademica che tirava nella facoltà di Lettere e Filosofia a Milano, le macchine che amavano guidare i ragazzi, i luoghi che si frequentavano il sabato sera con gli amici, o la fidanzata.
Inoltre, anche geograficamente, i ricordi erano distanti: Valentina al sud, tra sole e mare, Jacopo al nord.
Oggetti cult. Personaggi famosi. Canzoni. Film. Serie TV. Modi di pensare. Aspirazioni. Emozioni. Paure. Modelli di cellulare. Vita quotidiana. Parole gergali.
Morale della favola: ricordare il passato, specialmente nelle cose più semplici, per capire meglio se stessi
Era di questo che trattava principalmente il volumetto, che in copertina recava volutamente una fotografia del passato dei due autori: una Valentina adolescente e uno Jacopo poco più che ventenne, negli anni universitari, quelli, secondo lui, migliori perché "i vent'anni sono davvero i migliori della nostra vita, senza più le incertezze dell'adolescenza, senza ancora le responsabilità dei grandi, e con la convinzione di potere praticamente tutto, di non avere freni, o limiti. I vent'anni sono un limbo perfetto, anche se spesso perfetti non sono, ma che, in realtà, erano speciali, ce ne accorgeremo soltanto dopo......", come scrisse in un capitolo, dedicato agli anni '90.
Il libro, appena uscito, fu subito pubblicizzato: Galimi e Belletti erano ormai nomi da "grandi numeri", e la gente si avvicinava alle prime pagine anche solo per curiosità.
Valentina aveva scritto la sua parte di libro in poche settimane, assiduamente, e si era molto divertita, poi se l'era scambiata con quella di Jacopo. La scrittrice aveva trascorso a scrivere, mettendo per un po' da parte il romanzo vero e proprio a cui stava lavorando, per dedicarsi a questo stimolante progetto, mentre Ermal terminava gli ultimi impegni e gli ultimi instore prima della pausa natalizia e della partenza, poi, del tour.
Era stato invitato anche a Roma, al concerto di "Natale in Vaticano", ma aveva sconsigliato a Valentina di seguirlo.
-Mi piacerebbe moltissimo se venissi con me, ma non credo sia il caso. Sei nei primi mesi di gravidanza e devi prenderti cura di te.-
-Hai ragione. È meglio se resto qui.....Mi inizia un po' di nausea e non vorrei essere più d'impaccio che di compagnia, ahahah! Io, qui a casa, starò bene, devo anche dare l'ultimo sguardo al libro, non mi sentirò sola. Ma le bambine, portale con te. Giorgia sarà a casa qualche giorno per l'Immacolata, almeno farà qualcosa di diverso. Portale a visitare Roma, si divertiranno.-
-Infatti, l'avevo pensato anch'io. Io sarò un po' impegnato, ma mi porto dietro Montanari, e mi sarà di aiuto con loro.-
-Okay.-
Giorgia aveva saputo subito della gravidanza della mamma e, all'idea di un  nuovo fratellino o sorellina era stata entusiasta, e aveva cercato di spiegarlo anche a Sofia, che però sembrava non avere del tutto compreso.
-Lo capirà quando vedrà crescere la pancia della mamma, e si farà qualche domanda!- le sorrise Ermal.
Tutta la famiglia era stata contenta della notizia, e non vedeva l'ora di abbracciare sia Valentina che Ermal per le feste di Natale, e anche i genitori della scrittrice ne erano al corrente. Per la prima volta, Giusy non mostrò la solita freddezza impenetrabile, ma chiamò la figlia per sentire come stava, nonostante un certo distacco.
-Ho saputo che sei ancora incinta......- esordì:-Come stai?......-, e la chiamò quasi ogni giorno, salutando anche le bambine.
Valentina sorrideva vedendo che stabiliva un rapporto con Sofia e spiegò a Giorgia che, come molto spesso accade nei rapporti, si era fatta la pace.
-Perche'?...- le domandò la bambina.
-Perche' quando si sbaglia, poi arriva un momento un cui si pensa diversamente, e passa la rabbia, e si decide che è più importante dare un'altra occasione all'altra persona piuttosto che continuare a farsi la guerra. La vita è un percorso di fiducia, e di pace.-
Giunse di nuovo dicembre, si posò sugli alberi spogli e sull'anima delle persone, sui volti dei bambini che credono a Babbo Natale e di quelli un po' cresciuti che, dell'antico splendore, non perdono la traccia.
Valentina, con Sofia, riusciva a trasmettere la magia del Natale e la bellezza della sua attesa, ciò che con Giorgia, quando aveva la sua età, non era riuscita a fare. Erano gli anni in cui aveva odiato il Natale. Il Natale in cui era sola. In cui si odiava. In cui sua madre non la chiamava. In cui spesso Francesca tornava dai suoi, e lei restava a Milano con la sua bambina. Milano era sfarzosa, tutta luccicante. Ma certe cose, che un tempo le riempivano il cuore, oramai non contavano più. Soffriva per questa situazione con se stessa, ma non poteva farci nulla, e anche alla bambina, in trepidante attesa per i suoi doni, trasmetteva cinismo, dicendo, nei suoi giorni peggiori, che in fondo Babbo Natale portava solo un mucchio di giocattoli. Molte sere di Natale, Valentina si era messa a piangere per un litigio con sua madre al telefono, o perché si sentiva sola, fallita, ormai sconfitta nella sua identità, colpevole, e Giorgia saliva sulle sue ginocchia a consolarla.
-Hai la bua?......-
-Si', ma non possiamo metterci il cerottino, amore.....Non si vede....Ma, il mio cerottino, sei tu.....-
Stavano strette di fronte alle finestre degli altri, dove c'era felicità, amore, famiglia, successo nella vita semplice. Dove c'era tutto. E, tra le lacrime di Valentina, balenava poi un sorriso.
Il suo Natale era tornato qualche anno dopo, a casa di Mira, pareggiati i conti con se stessa. E, da allora, tornava a trovarla ogni anno, cosicché potesse condividerla con le sue bambine, e tenersene un pezzetto per sé, tra ricordo e presente.

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