-Senti, Vale, io mollo tutto e ci cerchiamo un treno, un autobus, un autostop, un calesse, qualunque cosa, ma io stasera devo essere a Bologna! Andrea mi aspetta in albergo, e io non mi perderò il concerto di domani manco dovessi farmela a piedi, ti avviso!-
-Non avevo dubbi.....-Valentina roteò gli occhi, abbandonandosi allo schienale del sedile posteriore:-Peccato che io, incinta, e con Sofia che dopo qualche chilometro dovrei caricarmi in braccio, non credo di potermi permettere questo lusso!-
-Io adesso cerco un mezzo di qualche genere....- Francesca prese in mano lo smartphone, mentre si faceva buio.
-Mh.....e come credi di poter raggiungere la stazione più vicina nel bel mezzo di un'autostrada?! E credi di poter piantare l'auto nella corsia di emergenza?!?!? No, così, chiedo, eh....!-
Valentina, sarcastica, la punzecchiò, sbuffando. Sofia dormiva sul seggiolino di Paola, Giorgia osservava le luci dei fari sfrecciare sulla strada che le ruote delle altre macchine divoravano.
-Ma te ne stai zitta sì o no?!?!?-
-Si', sì, io sto zitta, Francy, ma resto sempre dell'idea che dovremmo farci venire a prendere da un carro attrezzi e tornare a Milano....Pazienza, anch'io ci tenevo, ma purtroppo è accaduto l'inconveniente!....-
-No! Io non mi arrendo mai, okay?...-
Valentina roteò gli occhi di nuovo: non c'era nulla da fare, se Francesca si intestardiva non l'avrebbe fermata nemmeno una testata nucleare. Erano passati gli anni, ma per certe cose restava la ragazzina di un tempo.
"Quanta pazienza!...." sembrava dire il viso di Valentina, che comunque, tra le bambine (soprattutto Sofia, che era diventata una tremendina) e Ermal, in pazienza,era diventata un'esperta, e una volta in più non avrebbe fatto la differenza.
-Ecco, adesso questo è Ermal.....- disse, prendendo dalla borsa il cellulare che suonava, ma si accorse che non era lui che la stava chiamando.
-Ciao....- rispose, senza troppo entusiasmo e Jacopo, dall'altra parte, lo notò subito.
-Ciao....qualcosa non va?.....Ti ho disturbato?.....-
-No, figurati.....dimmi.....-
-No, no, dimmi tu....Ti sento strana, sei solo scocciata di sentirmi, oppure c'è qualche problema?......- Lo scrittore tentò di sdrammatizzare con una spolverata di ironia, e Valentina gli raccontò l'accaduto:-Ma no, sentirti mi fa piacere, solo che avevamo deciso di fare una sorpresa a Ermal, che domani suona a Bologna, ma la macchina ci ha abbandonato nel bel mezzo dell'autostrada e mia cugina, che ha qualche evidente problema, si è fissata di proseguire comunque, con un treno o non so cosa, e piantare la macchina da qualche parte qui, ma non certo in autostrada, sulla corsia d'emergenza dove, come sai, esiste un limite alla sosta!.......Ecco, solo questo, giusto un problemino così.....!..-sarcastico', e le sembrò di udire Jacopo che quasi rideva.
-Aspetta....calmati un attimo....e fammi capire..... Dov'è che sei, adesso?.....-
-In autostrada, ferma, e con una testa matta che non si rende conto che dobbiamo farci recuperare da qualcuno, con l'auto, e tornare a Milano!-
-Se mi dici con precisione dove vi trovate, arrivo e vi accompagno a destinazione. Mio padre aveva l'officina, che ha poi passato a mio cugino, faccio venire loro a recuperarti la macchina, e vediamo se si può riparare......-
La macchina di Francesca, in effetti, aveva i suoi anni, e lei l'aveva usata molto, percorrendo chilometri su chilometri dietro agli spostamenti di Ermal, quindi aveva deciso di "vendicarsi", lasciandole nel bel mezzo di un'autostrada e di una sorpresa da fare. Così Valentina disse a Jacopo, aggiungendo poi di non preoccuparsi, che avrebbe cercato di fare ragionare Francesca.
-Ma no, scusa! Lascia che mi renda utile. Lo faccio volentieri, e poi mi svago un po' anch'io.....Sto scrivendo non stop da giorni e sento la pressione della scadenza per la consegna del romanzo.....-
-Non dirlo a me.....! Nemmeno io ho finito.....beh, poi di questo parleremo.....Ma davvero, non voglio che tu ti disturbo tanto per me....Pazienza..... rimanderò la sorpresa a un altro concerto......il tour è ancora lungo....Ormai è sera.....non voglio che ti disturbo tanto per me ....-
-E a cosa servono gli amici, se non a rendersi utili quando serve?!?!?- replicò Jacopo, quasi offeso che lei non volesse il suo aiuto, quindi alla fine lo accettò.
-Ma riesci a guidare?.....Ti sei appena rimesso con la gamba......-
-Tranquilla.......Tra un'ora sono lì.- disse, e mantenne la promessa. Sembrava davvero contento di potersi rendere utile.
Il tour di Ermal stava andando benissimo: riempiva cuori, teatri e l'inverno. Valentina era andata alla data di Milano, insieme alle bambine, e approfittando di Francesca, aveva deciso di fargli una sorpresa anche a Bologna, arrivando con la cugina senza che lui lo sapesse.
Sofia, per la prima volta, aveva ascoltato il papà dal vivo, con grandissima emozione.
-Ma non è lui quello là!- aveva esclamato, appena l'aveva visto salire sul palco.
-Si', certo, è lui!-
La bambina non era riuscita, come prevedibile, a stare tranquilla, ed era sfuggita a Valentina un paio di volte e in una di queste non era riuscita a riprenderla, e lei si era diretta verso il palco, correndo con le sue gambettine. Ermal, che l'aveva vista, aveva per un attimo smesso il concerto, per prenderla in braccio e aiutarla a salire sul palco del teatro.
-La mia teppistella, scusate.......!- aveva sorriso lui, tenendola in braccio per il resto della canzone, finché poi, tornò a riprenderla Valentina, scusandosi con i fan, che però avevamo gradito molto la cosa, e si erano espressi con urla di gioia e tanto affetto per la famiglia di Ermal, per cui lui aveva sempre gli occhi innamorati. Guardava tutto il pubblico, ma quando c'erano loro, sembrava che le cercasse sempre, quasi con una sottile linea di apprensione, come se temesse di perderle, come se volesse sempre proteggerle, tenerle dentro ai suoi occhi.
-Allora?... Dov'è la moribonda?.....- esclamò Jacopo, appena sceso dalla sua auto. Le aveva trovate con facilità e velocemente.
-Eh! Credo sia proprio morta!- rise Francesca, presentandosi a lui.
Jacopo diede un'occhiata fugace al motore, ma non riuscì a capirci molto.
-Magari è una cosa da niente....Comunque tra poco arrivano mio padre e mio cugino, e se ne occupano loro. Intanto voi salite, che vi porto a destinazione.-
Jacopo conobbe le bambine di Valentina, a cui fece una carezza sulla testa.
-Sofia si può sedere sul seggiolino di mia figlia.- esclamò, aiutando ad agganciarla.
Era scesa ormai la sera, l'autostrada era un insieme di luci che sfrecciavano.
Faceva freddo, e Jacopo accese il riscaldamento, ma non troppo, per non infastidire Valentina e le bambine,che sedevano sul sedile posteriore, mentre Francesca era davanti e avvisò Andrea del leggero ritardo.
-Ma tutto bene, sicura?.....- si preoccupò, sapendola in viaggio con uno sconosciuto.
-Certo, tutto bene. È lo scrittore amico di Vale. Tra non molto saremo lì. Adesso chiamo anche i tuoi, per sentire se Paola si sta comportando bene.....-
-Okay......-
Nemmeno Andrea si aspettava di trovare anche Valentina e le bambine.
In strada trovarono un po' di traffico, e giunsero al teatro, dove i musicisti stavano ancora provando per il concerto dell'indomani, che era ormai tardi.
Sofia aveva sbocconcellato qualcosa in macchina, ma si lamentava di avere ancora fame, così Jacopo propose di andare a mangiare qualcosa in un ristorante nelle vicinanze. Si lasciò guidare dal navigatore, e trovarono un posto carino, più o meno nel centro di Bologna.
Valentina mangiò poco, perché non sentiva molta fame, ma le bambine furono contente di cenare fuori in una città nuova, inoltre Jacopo era molto simpatico con loro, le divertiva, ci sapeva fare. Erano entrambe elettrizzate, mentre Valentina era piuttosto stanca.
-Non ti senti bene?....- le chiese Jacopo, che notava tutto di lei con un'attenzione particolare.
-Si', sto abbastanza bene. Ho un po' di nausea, ma va beh, è normale.....Se devo vomitare corro in bagno, tranquilli.....! Non vi faccio fare figuracce!-
Sofia si mise a ridere.
-Quando vediamo papà??- chiese, cantilenando un po'.
-Adesso, tra poco, amore.-
Quando Ermal non era a casa,Sofia sentiva molto la sua mancanza e voleva addormentarsi la sera stringendo qualcosa di suo, come una sciarpa o un maglione, che teneva tutto arrotolato, come una coperta. Era abituata ad addormentarsi spesso con lui nel lettone, oppure mentre le suonava il piano, e la mamma, in questo, non era in grado di sostituirlo. Un po' Giorgia, che aveva imparato qualcosa anche del pianoforte, ma non era lo stesso. "Papà fa diverso", e non si poteva darle torto. Il tocco di Ermal sui tasti bianchi e neri era tutto particolare, frutto dell'amore di una vita, era delicato e deciso allo stesso tempo, era riconoscibile. Anche Mira, quando a volte suonava, era molto brava, ma se suonava Ermal, si capiva ad occhi chiusi.
Sofia gli faceva tanti scherzetti, ma era legatissima al papà: anche al telefono, stavano tanto tempo a chiacchierare come i grandi e, in sottofondo, si se riva spesso Montanari che richiamava Ermal all'ordine, e lui che tergiversava sempre.
-Un attimo, Marco, arrivo!....-
Si vedeva che Sofia, in tour, gli mancava tanto, così come il resto della famiglia, quindi Valentina aveva pensato a questa sorpresa, e immaginava già la faccia che avrebbe fatto vedendosele tutte lì davanti. Si sarebbe sicuramente emozionato come un bambino.
Faceva un po' freddo, ma lo attesero lo stesso fuori dal teatro, dopo le prove, insieme a Francesca. Jacopo era lì, ma un po' in disparte, non voleva essere invadente.
Quando Ermal uscì, era impegnato a parlare con i ragazzi, che neanche si accorse di loro, ma appena le vide gli si illuminò il sorriso.
-Amori miei!!!- allargò le braccia e le bambine gli corsero incontro.
-Ma che sorpresa bellissima!....Siete venute con la Francy, vero?.....-
-Noooooo, con un signore......- Sofia scosse la testa per prima.
-Con un signore?.....Ah sì?.....-
-Siiiiiii....!- con il ditino indicò Jacopo e Jacopo gli fece un cenno poco convincente, che lo scrittore ricambiò.
-Eh sì, la macchina di Francesca è morta sulla strada!- spiegò poi meglio Giorgia:-Il papà di Jacopo la va a riprendere.....Ha fatto troppa strada per venire sempre da te!-
Ermal rise della battuta della bambina e le accarezzò il viso con la sua mano grande, poi si diresse verso Valentina, che era rimasta apposta qualche passo più indietro, per non intromettersi nell' incontro con le bambine.
-Ciao.....- gli sorrise, lasciandogli un bacio sulla guancia, e lui la ricambiò, ma un po' freddamente.
-Ciao....-
Poi Valentina salutò tutti gli amici della band, e ci parlò per qualche minuto, presentando anche Jacopo, e tessendone le lodi.
-E' un grande scrittore......-
-Ma non esagerare! È lei una grande scrittrice....!-
Si diedero una spintarella a vicenda, ridendo con complicità. Ermal li osservava e, a un certo punto, intervenne.
-Senti, fa freddo stare qui fuori. Io andrei in albergo con le bambine. Tu vieni con me?.....-
La domanda lasciò spiazzata Valentina:-Ma certo che vengo con te!-
Salutò i ragazzi, che si diedero tutti appuntamento al giorno seguente e Jacopo espresse il desiderio, dato che ormai di trovava lì, di andare al concerto la sera successiva.
-E' tutto sold out, comunque cerco di farti avere un pass, o qualcosa, se ci tieni......Grazie.-
Ermal gli parlò educatamente e con cortesia, ma mantenendo un po' le distanze, come in genere non faceva.
-Ma grazie di cosa, Ermal?! Ma stai scherzando?!?? Ciò che ho fatto, l'ho fatto volentieri! E per il concerto.....non sono mai venuto a sentirti dal vivo, e ci terrei.....So che spacchi, vero?.....-
Jacopo tentava di prendersi la sua confidenza, ma Ermal non gliela dava.
-Boh.....io cerco di fare del mio meglio sul palco, e spero di ricambiare la gente che è lì, che mi dedica il suo tempo, e le sue attenzioni, e tutto il suo affetto, soprattutto.....Mi dispiacerebbe deludere i miei fan.-
-Resta sempre quello che sei, e non li deluderai mai.-
-Lo spero, o ci starei veramente molto male.....Per questo voglio dare sempre il massimo del mio impegno, e il massimo di me stesso in quello che faccio.-
-Posso dirti una cosa?....Sei un artista straordinario, e hai la mia completa ammirazione.-
Jacopo era gentile e sinceri, non fingeva. Era una persona trasparente e con onestà intellettuale.
-Io ho letto solo poco del tuo romanzo, ma anche tu....non scherzi nel tuo mestiere!-
-In realtà io,nella vita, facevo tutt'altro, e come gli altri vanno allo stadio, al bar con gli amici, o si mettono a fare zapping con la TV, o a giocare ai videogiochi come quando avevano 15 anni.....io appena avevo del tempo libero, scrivevo. E quando il lavoro è andato male, e dovevo cercare di sopravvivere e di far fronte alle mie responsabilità, ho deciso di tentare, senza crederci troppo, questa strada.-
-E hai scritto un best seller.-
-Si', ma senza pensarlo.... Cioè, ho scritto spontaneamente, per me.....-
-Succede sempre così. Mai smettere di crederci, e di lottare.-
Valentina li guardava discorrere con piacere, mentre raggiungevano l'albergo. Lì, aiutarono anche Jacopo a trovarsi una sistemazione, e dopo che si furono addormentate le bambine, strette nel letto matrimoniale, Ermal si mise a leggere, per conto suo, i commenti dei fan a un suo post sui social, lasciando Valentina un po' da parte.
-Posso sapere che ti succede?.......- gli chiese, un po' infastidita dai suoi atteggiamenti distaccati apparentemente immotivati.
-Niente....-
-Sei stanco?......- lei gli andò alle spalle con dolcezza, lasciandogli dei piccoli e stuzzicanti baci sulle orecchie.
-I tour sono impegnativi fisicamente, ma vengo ripagato di tutto. Quindi, un po' di stanchezza è normale, ma la si recupera.....-
-Non mi sembra tu sia stato contento di vederci.......o almeno .....all'inizio si', avevi un sorrisone che ti riempiva il viso.....poi hai preso le distanze e ti sei messo lì per conto tuo......Non sei contento che siamo qui con te?....Che è un po' come un tempo, in tour, ti ricordi?......-
Valentina ci era rimasta male, ed Ermal ne fu dispiaciuto: non sopportava mai i suoi occhi tristi.
-....Mi mancava dormire con te....e anche se non è come a casa nostra......possiamo stare un po' vicini.....-
-La vedo difficile con le bambine che occupano tutto lo spazio......!-
Ermal si lasciò andare a un sorriso, e le fece cenno di sedersi accanto a lui, ai piedi del letto. Forse aveva esagerato un po'......
-Vieni qui ....-
Valentina gli sorrise di rimando, dolcemente.
-Tutto bene, amore?....Sicuro?....Forse preferivi che non benissimo?....-
-Avervi con me in tour è la cosa più bella, lo sai. Se si potesse, vi porterei sempre con me, fisicamente. È solo che non mi piace che siate venute con lui......-
Valentina si staccò da lui, sollevando di colpo la testa dalla sua spalla, e guardandolo quasi delusa da ciò che lui le aveva appena detto. Allora il motivo del suo improvviso distacco era stato quello.....! Valentina non se lo aspettava da Ermal, che credeva perfettamente in grado di capire la situazione.
-Ah, allora è questo!...Guarda che eravamo bloccate a metà strada, con le bambine, e avremmo dovuto chiamare d'urgenza un carro attrezzi per rimorchiare la macchina fino a Milano, e non saremmo potute venire qui. Francy ci teneva molto, sia per Andrea, che per te, e Jacopo si è mostrato molto gentile ad accompagnarci! Ha chiamato per caso, non sono stata io a cercarlo! E lui avrebbe benissimo potuto fregarsene, piuttosto che compiere un viaggio di quasi tre ore, guidare così tanto dopo essersi appena rimesso dalla frattura alla gamba, solo per darci una mano! In fondo, eravamo in mezzo a un'autostrada, si stava facendo buio, c'erano due bambine e io sono incinta, è stato veramente gentile a comportarsi come ha fatto! Non so perché tu, per partito preso, debba andargli contro a prescindere! Sinceramente, Ermal, non ti facevo così. Posso capire che sei geloso, ma lo sei da scemo, perché tra noi non c'è niente, né mai ci sarà! Io amo una persona sola, che sei te, e io lo so, lui lo sa, tutti lo sanno! Non siamo ragazzini, Ermal! Io ho trentacinque anni, lui quarantaquattro, e tu quaranta, diamine!-
Valentina si sentiva le guance in fiamme dalla rabbia e si pentì di avere accettato l'aiuto dell'amico perché, in fondo, ci teneva a fare la sorpresa ad Ermal, a vederlo felice e a trascorrere qualche ora insieme, che è poco, ma quando si sta lontani è meglio di niente, e per portare ancora Sofia a un concerto del papà.
-Avrei potuto fregarmene e fare la cosa più logica: tornare a casa! Francesca prima o poi si sarebbe rassegnata. E io avrei evitato una tua scenata patetica!-
Ermal, però, non si scompose, benché fosse irritato, lo si vedeva dai lineamenti del viso un po' induriti.
-Guarda che la scenata patetica la stai facendo tu. E abbassa sta voce, per favore, che svegli le bimbe, e che agitarti fa male a te e al piccolino, okay?....-
-Okay un corno, Ermal! Tu sei ridicolo!-
Quando si arrabbiava, Valentina diventava un fiume in piena incontenibile, mentre Ermal sbottava di meno e cercava di mantenere di più una parvenza di "calma", anche se poi spesso l'istinto prendeva lo stesso il sopravvento.
-Tu mi hai chiesto che cosa vi fosse, e io ti ho spiegato che non mi ha fatto piacere sapervi qui con Jacopo, tutto qui!-
-Ma perché?!? Jacopo è stato carino a farsi carico di noi, ad aiutarci in un momento difficile, a mollare tutto e a prendere l'autostrada, senza nemmeno essere ancora del tutto in forma, per farci arrivare qui! Ma che problemi hai, Ermal?!?!?!?-
-Vale, io sono tuo marito, ti amo come tu sai,okay?.... Permetti che mi dia fastidio che tu arrivi qui con un uomo che, chiaramente, non ti è indifferente, e che si materializza per aiutarti proprio quando serve?!-
-Ah, allora avresti preferito che Jacopo fosse una cattiva persona?!? Ma Ermal, ma che cazzo stai dicendo, me lo spieghi?! No, perché io non ci capisco più niente! Io non ti capisco più!-
Le fece male dire queste parole, e ne avvertì risuonare l'eco, che le risbatteva addosso come un pugno pesante sopra il cuore. "Io non ti capisco più."
-Certo che no, Vale! Ma non mi fa piacere sapere che quando non ci sono, c'è un altro uomo che si prende cura di te.....-
-Che tu ci creda o no, dall'inizio del tour, io e Jacopo non ci siamo mai incontrati, di rado sentiti, e per consigliarci solo sui libri che stiamo scrivendo! Sta' tranquillo che non prende il tuo posto in tua assenza! Scusa, Ermal, ma mi fai ridere!....-
-Si', ma guarda che tu non bari con me! Io vedo! Lo vedo benissimo che lui non ha interesse solo verso la tua arte, a lui interessi come persona, e infatti si fa in quattro per te! Permetterai che mi disturba sapere che state vicini, in macchina, e che prendere sempre più confidenza .....-
Valentina sospirò, socchiudendo le palpebre:-Ermal, nemmeno io sono stupida, e so che, forse, per lui sono più di ciò che dovrebbe, ma mi fido del suo controllo, e soprattutto del mio. Anche a me lui piace come persona, ma come a te piace Elisa, ad esempio, oppure Paola Turci, o Emma! Non nascondi la simpatia per queste amiche e colleghe! Oppure la stessa Monica! E non venirmi a dire che in passato non aveva interesse per te, ma tu stavi con Silvia, e bla bla bla.....!È un'amica, lavora con te ma anche ti piace come persona, no?! Quindi, Ermal, fammi capire.....tu puoi avere tutti i confronti professionali,e non, con chi vuoi, puoi stimare tutte le donne che vuoi, hai lavorato con Annalisa per la canzone e non ho detto "a", neanche ho fiatato,quando sei uscito più volte a cena con lei......!-
-Sei venuta anche tu a cena con me e lei ...-
-Si', "signor precisetti", è vero, e infatti vi ho visti intimi, a ridere, a parlare tra voi! E non ho detto una parola! E lo sai perché? Perché non sono questa persona! E credevo non lo fossi nemmeno tu! Perché mi fido di te, dei tuoi sentimenti per me, e ho fatto fatica a diventare così, tu lo sai! Diffidavo di tutti, dell'amore stesso, che promette e poi ti frega! Tu, evidentemente, invece no. Per non parlare delle fan! Di quelle che ti scrivono "amore", ",tesoro", "piccolo mio" nei commenti, degli abbracci affettuosi che dai loro! E invece sono felicissima che tu vogliano bene, che ti apprezzino come musicista, poeta, e persona! Tu, invece, non vuoi questo! Ti disturba che un uomo mi apprezzi! Tu vuoi essere l'unico! E non mi piace per niente questa cosa!-
Valentina si sfogò, e quasi le veniva da piangere: com'era possibile che Ermal facesse così?...... Forse anche lui, ogni tanto, veniva preso dalle insicurezze e aveva paura di non bastare più alla sua amata,di affondare il loro bellissimo rapporto in un'abitudine, in uno stare insieme "di famiglia", ma con poco trasporto "di coppia", di diventare, per lei, scontato.
Per evitare di svegliare le bambine, entrambi smisero di discutere e trascorsero il resto della notte distanti, ognuno per sé, Valentina con il computer sulle ginocchia ed Ermal che si muoveva da un lato all'altro della camera come un'anima in pena. Doveva essere molto agitato. O molto arrabbiato. O entrambe le cose.
-Scrivi?.....- ruppe poi il silenzio all'improvviso, e Valentina negò:-No. Non sto scrivendo. Non riesco. Sono troppo confusa. Non riesco a entrare nella storia, quindi non posso scrivere come vorrei. Cosa vuoi?....-
Gli parlò un po' duramente, mentre lui sembrava più calmo, e un po' più dolce. Forse aveva, in parte, sbollito.
-Confusa perché?.....-
-Confusa da te! Non ti credevo così!-
-Ma "così" come?....-
Ecco, si stava irritando di nuovo. Induriva il viso, la voce, si toccava i capelli nervosamente, in continuazione, quasi fosse un gesto compulsivo.
-Ci credi che non te lo so descrivere?....Lo so, è buffo, ma è così. Non so trovare le parole! Ti credevo più aperto, ecco.-
-No, scusa...."aperto" in che senso?.......-
-Che non ti infastidissero queste cose....Invece sei geloso, e non ne capisco il motivo.....Io ho lavorato per non esserlo più, e fidarmi totalmente di te. Per te, evidentemente, non è così, nonostante sembrassi il contrario.-
-Io non sono un uomo geloso, e lo sai bene. E nemmeno tollero la gelosia. In amore deve esserci fedeltà a prescindere. Ma libertà, mai possesso. Non siamo di nessuno. E non possiamo pretenderci, anche se amare totalizza così tanto, che a volte si perde un po' la ragione, prevaricata dall'istinto del "mio". Ma nessuno è di qualcun altro, mai. Non è questo il problema. È che proprio, a pelle, mi dà fastidio che ci sia qualcuno che ha un certo interesse per te, e che ti giri intorno.....che ti capisca bene e con cui tu rimani volentieri....Cosa credi, che sia stupido?....Guarda che vi vedo.....avete una grande complicità, voi due......e un po' mi urta.......-
-Eh, sei geloso, Ermal, non girarci attorno. Ma il fatto che tu lo sia urta anche me, perché significa che, dopo esserti risentito per la mia gelosia di anni fa, adesso sia tu a mettere in dubbio la fiducia per me.-
-Ma non si tratta di fiducia! Si tratta di un'altra cosa! Io mi fido di te, ci mancherebbe, è solo una sensazione sgradevole che avverto quando vi vedo insieme.....-
-Ecco, gestiscila! Io non so che fare. Certo non mi puoi chiedere di non avere più un rapporto con Jacopo. Ma ti pare giusto?!?!-
-No, non è giusto. Infatti nessuno te lo chiede! Ti ricordo che tutto è nato perché mi hai visto distante e non molto felice che voi foste qui. Io sono felice, moltissimo. Ma non mi vedi sorridere perché c'è questa sensazione che mi urta dentro, capisci?.....-
-Io non so, Ermal, se ti capisco più....-
Ancora. L'aveva detto di nuovo, e stavolta aveva fatto davvero male.
-Forse nemmeno io,Vale......-
-E comunque non è possibile che appena entra un amico in gioco, succeda tutto questo can can, Ermal, dai! Non me lo sarei aspettato da te. Non so più chi conosco.-
Un'altra volta. Valentina continuava a ribadire il concetto, assecondando la sensazione del momento, e accettandolo con grande dolore.
Loro si erano sempre capiti, in tutto....possibile che una cosa, in fondo, piccola, potesse creare tutti questi problemi?....E se ci fosse qualcosa di fondo che si stava deteriorando?.....Del resto, succede spesso ......Ci si ama, ci si sposa, si fa una famiglia e poi, per nulla, cambia tutto. Ci si stufa, ci si ferisce, ci delude, ci si "abitua".
Doveva prendere un po'd'aria, per quanto fredda fosse. Valentina chiuse il computer, si sentiva soffocare lì con Ermal in quella camera d'albergo.
-Vado a farmi una passeggiata.....Non conosco la città, resto nei paraggi.....-
-.....O vai a parlare in camera sua?......-
Valentina, che si stava infilando la giacca, fu freddata dalle parole di Ermal, dette con durezza e insofferenza.
-Ma come ti permetti di insinuare questo?! No, basta, Ermal, basta! Devo respirare!....-
Si divincolò da lui che cercava, gentilmente, di trattenerla.
-Aspetta, aspetta.....okay, scusa....scusami, Vale....scusami, okay....?....-
Le parlava concitato, con le labbra vicine alle sue, ma nessuno dei due, in quei momenti, pensava a un bacio.
-Sono stato inadeguato. Poc'anzi ho lasciato che mi dominasse l'istinto....quello brutto.....scusa....-
-Ah, ecco, così si inizia a ragionare.....-
Valentina gli perdono' la battuta infelice, ma ciò non toglieva il senso di confusione che aveva addosso, che lui le aveva appiccicato tra la pelle e il cuore.
-Se vuoi restare sola....esco io.....Tu resta qui, con le piccole.....fa freddo fuori.....e siete in due.....-
Le toccò la pancia con la mano. Era una delle sue carezze. Ma quell'Ermal, a volte, si eclissava in po', per fare spazio a un mezzo sconosciuto che aveva qualche incertezza.
Quando lui si mise il cappotto, la sciarpa ed uscì, Valentina si lasciò andare sul letto, tra il sonno dei suoi figli, tutti e tre, e chiuse gli occhi.
Possibile che Jacopo stesse mettendo così a dura prova il loro rapporto, che sembrava indistruttibile?.....Valentina, pensandoci, stava male. Aveva speso tante parole per consigliare Francesca sul suo rapporto forse un po' in crisi con Andrea, e poi era lei stessa ad avere quella "crisi silenziosa", che non si fa sentire, ma che si insinua tra le pieghe fragili di un amore, prendendone la parte migliore. Doveva assolutamente cercare di risolvere le cose, di parlare con Ermal con calma, senza la rabbia del momento. Doveva essere più riflessiva e meno istintiva, anche lei.
Si strinse tra le bambine, e si lasciò andare: era stanca e si addormentò nonostante, in genere, faticasse a rilassarsi in un letto non suo.
La cullarono i vecchi ricordi, sempre nitidi come fossero frammenti di un altro presente: le notti fuori con Ermal, all'inizio di tutto, quando era complicato, ma semplice, rispetto ad adesso, quando l'amore era di contrabbando e aveva un altro nome, quando non avevano insieme tre figli, ma c'era soltanto Giorgia, che non era ancora la sua bambina, ma solo "una bambina" a cui lui era affezionato. Ricordò la sensazione dei suoi primi abbracci, a letto: lo stupore di riconoscerli in quelli sempre desiderati e mai avuti, il benessere che le davano, come una cura semplice per tutte le profonde ferite nel suo cuore. Allora dormivano insieme, ma non facevano niente. E fu così per un bel po' di tempo, per un bel po' di notti a parlare, a scoprirsi dentro, ad accarezzarsi le ferite, ad incatenarsi gli occhi, ad imparare a fidarsi, a prendersi per mano, a volersi bene prima di avere il coraggio di amarsi, di pronunciare il nome nella testa, e di dirselo.
In fondo, il confine era talmente leggero che non si era mai davvero capito quando la relazione vera e propria fosse iniziata, e non valeva nemmeno la "regola del bacio", perché loro erano abituati a baciarsi, anche sulle labbra, ma in modo solo superficiale. Al massimo valeva la regola del "bacio profondo" come spartiacque.
Eppure, per convenzione, si era deciso che la storia era iniziata la notte del 28 luglio 2018, dopo un concerto, proprio in una camera d'albergo, quando lei gli aveva finalmente raccontato tutto il suo passato, ed era la prima persona con cui accadeva. In realtà, loro si erano voluti bene praticamente subito, e l'affetto era lievitato presto, crescendo insieme a un sentimento tanto bello, che però faceva paura e che, quindi, era meglio chiamare "amicizia". Che Ermal temesse che con Jacopo lei stesse ricalcando le stesse tracce?.....Impossibile. Ciò che era accaduto con Ermal, era accaduto con lui soltanto, ma magari aveva solo bisogno di essere rassicurato.....
Dopo un sonno strano, breve e fatto di sogni confusi di cui perse subito il ricordo, Valentina si risveglio', urtando contro il corpo di Sofia nel letto, e si accorse, guardando la fredda camera d'albergo, senza storia, che Ermal non era ancora tornato, quindi lo chiamò.
-Ciao.....- gli disse, cercando di essere dolce:-....Rientra....fa freddo anche per te.....-
-Adesso arrivo. Ho bisogno di schiarirmi le idee anch'io.....di stare un po'da solo ....-
-Okay.....ma vieni, dai....Non prendere freddo....hai tutti i concerti, poi ti ammali.....-
-Va bene.....Vengo....Dammi solo un attimo....-
Le città, di notte, specialmente in inverno, hanno una parvenza di aliena inquietudine: se da un lato sono tutte silenziose, e praticamente deserte, e aiutano a pensare, dall'altro danno l'idea di desolazione.
Ermal, seduto su una panchina, con le mani infilate nelle tasche che cercava di riscaldare, sembrava parte della notte: il giubbotto nero, e l'anima un po' triste, un
po' arrabbiata, un po' confusa. Il vento di gennaio pungeva un po' sulla sua pelle, per questo si tirò su' di più la sciarpa sul viso. Valentina era stata gentile a preoccuparsi per lui, a chiamarlo e a dirgli che, comunque, lo stava aspettando. Forse lui aveva esagerato un po', lasciando uscire da sé una parte che a Valentina non piaceva; aveva ragionato poco e seguito troppo l'istinto, ma il fastidio che aveva provato nel vedere lì Jacopo era stato impossibile da nascondere. Era qualcosa di più forte di lui, che avrebbe voluto controllare di più, ma non ci riusciva.
Si prese la testa tra le mani, sospirando, e alzandosi dalla panchina per tornare in camera.
Quando inseri' la tessera per aprire la porta, Valentina balzò in piedi e gli andò incontro.
-Ciao.....- gli disse piano.
-Ciao....-
Avevano avuto entrambi bisogno di un po' di tempo per riflettere, l'uno lontano dall'altra, di qualche ora di solitudine. Le acque sembravano più calme, la tempesta passata. Le bambine continuavano a dormire, una vicina all'altra, e Valentina, messa lì così, sembrava una bambina anche lei.
Ermal non parlava: andò nel bagno, probabilmente a farsi un doccia e a sistemarsi, e poi tornò di là, con i capelli ancora leggermente umidi. L'atmosfera era ancora tesa: silenzio non significava assenza di parole da dirsi, ma incapacità di farlo, ed era bruttissimo, soltanto di rado era accaduto.
Alla fine Valentina trovò il coraggio, e lui si voltò di colpo a guardarla.
-Senti, Ermal......credi che si stia rovinando qualcosa?......-
-Vuoi la verità?...Non lo so.-
La risposta non la rincuorò per niente, anzi, la fece sentire peggio, e si pentì a sempre di più di avere dato retta a Francesca, e alla sua voglia di esserci, di vederlo felice. Oppure, forse, era stato meglio così, perché il problema, se c'era, ed era Jacopo, almeno era ufficialmente emerso in tutta serietà che Valentina non si aspettava.
-E non credere che non mi faccia male dirtelo.- concluse Ermal, secco.
-Immagino......fa male anche a me sentirlo......-
Valentina giocava nervosamente con gli anelli e i braccialetti: le veniva da piangere. Sentiva il dolore che si trasformava nelle lacrime che provavano a lenirlo.
-Ermal?......-
Ricacciandolo indietro alla meglio, lo chiamò, e lui le diede i suoi occhi e la sua attenzione, come sempre.
-.....Ti va di parlare?....-
-Di cosa?....-
-Di questo. Di ciò che non va.....-
Invano, lei nascose le lacrime, lui gliele notò per primo, e si avvicinò, inginocchiandosi di fronte a lei, che stava sul bordo del letto e che aveva appena sistemato le coperte alle bambine che, muovendosi, le avevano leggermente spostate.
-....Ma non da arrabbiati....parliamone davvero......-
-Non sono arrabbiato.....O non più così tanto.....Non piangere, dai.....-
Ermal le asciugò gli occhi umidi con le sue mani, e accennò un piccolo sorriso, ma ormai lei si era lasciata andare.
-Tranquilla....-. Per calmarla, la prese con sé per qualche attimo.
-Aspettiamo un bambino, Ermal....e ne abbiamo altre due.....ci amiamo...... perché non dobbiamo riuscire a capirci?.....Cosa si è rovinato?....La fiducia?....Ma perché?.....-
-Senti, Vale, perdonami, ma non me la sento di parlarne adesso...Ho bisogno anch'io di elaborare un attimo, okay?....-
-Okay ...- si staccò da lui e si ricompose. Gli lasciò lo spazio che le chiedeva. Non era più arrabbiata, o solo un po' se ci ripensava. Preferiva capire piuttosto che tenere il muso, che non serve, che non aiuta, ma che a volte è la strada più istintiva, e quindi più facile. Era brutto non riuscire a capire Ermal, e vederlo un po' soffrire per conto suo.
Trascorse la notte finché sorse l'alba, e nel silenzio che aveva dominato, si erano chiusi nei loro pensieri, voltandosi le spalle.
La prima a svegliarsi fu Giorgia, tutta entusiasta per il concerto, il posto nuovo, la giornata speciale, per essere tutti insieme, come piaceva a lei. "Famiglia", come diceva spesso fino a qualche anno prima, quando era appena nata Sofia, e tutto sembrava perfetto.
Ermal e Valentina cercarono di non dare a vedere che erano un po' sulle proprie, cercando di comportarsi come al solito.
Lei portò le bambine a vedere la città e Jacopo si offrì di accompagnarle, mentre
Ermal era impegnato in un'intervista e poi alle prove, e Valentina non riuscì a dirgli di no. Rifiutarlo le sembrava brutto e sbagliato nei suoi confronti, nonostante sapesse che ad Ermal dava molto fastidio. In fondo Jacopo si era sempre comportato più che correttamente, il problema era di Ermal e quando lui avrebbe voluto, Valentina sperava il prima possibile, avrebbero cercato di sistemare le cose una volta per tutte.
-Tu non sei felice.- le disse improvvisamente Jacopo, davanti a una cioccolata calda, mentre le bambine erano distratte. Era una delle poche cose dolci che non la disgustavano in gravidanza.
-Hai ragione. Potrei esserlo di più.- gli ammise, rigirando il cucchiaino nella bevanda.
-E' un problema professionale?.....Non trovi l'ispirazione giusta per continuare?.....Posso sbloccarti io, darti una mano come le altre volte.....-
-Non è questo. È altro. Ma non è il caso di parlarne adesso....-
Gli fece capire che la presenza delle bambine era ingombrante, e lui intese subito che si trattava di qualche problema personale, con Ermal.
-Non ti preoccupare.... sarà stanco.....a volte mi chiedo come faccia a reggere i tour.....-
-No.....credo ci sia un'incomprensione di fondo, che va indagata, va cercata subito, tirata fuori e smontata, altrimenti ho paura che peggiori, e distrugga seriamente qualcosa tra di noi.....-
Jacopo, com'era sua abitudine, cercava di esserci, senza chiedere di più, senza forzarla in niente, la sua presenza era rassicurante, eppure discreta.
-Ma no.....vedrai che risolverete tutto.....Siete una bellissima coppia, affine in praticamente tutto.....la sensibilità è la stessa, capirvi non è scontato sempre, ma non dovrebbe essere difficile......I problemi di coppia servono solo a capirai sempre meglio, sempre di più.....non devono fare paura....A volte costruiscono dimore più confortevoli per l'amore, anziché distruggere come parrebbe. Ma mettere il primo mattone anziché demolirlo, sta a noi, e all'impegno che ci mettiamo nel venire incontro all'altro....e nel comprenderlo, anche se ci pare quasi impossibile, anche se, forse, sotto certe vesti, non lo riconosciamo .....E finalmente sorridi! Mi fa piacere di averti detto buone cose....!-
-No..... e' che mi domando come tu faccia a centrare il punto senza conoscere le cose se non sommariamente ....-
-Sono sensitivo....e leggo nella mente!- scherzo' lui, muovendo le mani in modo grottesco e facendo ridere anche Sofia, oltre a Valentina, che lui voleva, in tutti i modi, vedere più rilassata.
-Mi piacerebbe visitare questa libreria.....- disse, passando davanti a un negozio caratteristico, e Jacopo non se lo fece ripetere: le librerie erano un po'anche il suo paradiso, e si mise a ridere insieme a lei, vedendo che avevano in vendita i loro libri.
Jacopo godeva della serenità, anche se non totale, di Valentina, e si sforzava per mantenergliela viva, affinché le sue labbra fossero sempre piegate in quella curva meravigliosa che è un sorriso. Valentina era la donna speciale di un uomo speciale, di quell'antico ragazzino albanese che aveva cercato la chiave per aprire la porta dei suoi sogni e che, da "ultimo" era diventato "primo", con il lavoro, la costanza e mantenendo intatta la stessa umiltà, e la stessa anima sempre assetata di vita, mai stanca, mai rassegnata, ma sempre in viaggio tra cieli stellati anziché incatramata tra gli sfondi bui del tempo moderno. Jacopo ammirava entrambi per la loro straordinarietà, mentre lui era sempre stato piuttosto ordinario. L'unico suo sfogo per purgare un dolore o amplificare una gioia, o costruire un sogno erano il foglio di carta, e una penna, solo più tardi, un file di scrittura e una tastiera. Scrivere, fin da bambino, gli era sempre piaciuto e "servito", come per Valentina, come per Ermal con la musica, e come per buona parte dei cosiddetti "artisti". Jacopo, artista, non si era mai sentito anche se, mentre i suoi coetanei andavano a divertirsi per locali il sabato sera, lui stava chiuso in camera a scrivere, oppure usciva con loro, ma con sempre il blocchetto nella borsa. E molti, anche ragazze, lo prendevano in giro, non lo capivano perché, già allora, la cultura, la poesia non andavano di moda. E, se era figo uno che sapeva ballare, o rappare, era altrettanto noioso uno che va al pub con il blocchetto in mano e che passa il suo tempo libero a scrivere storie. Era uno sfigato. Questa era la sua etichetta da ragazzo, ed era stata un po' anche quella di Ermal, che nonostante avesse il fascino della chitarra.....piaceva solo quella, perché lui, alle ragazze, interessava poco. Troppo "diverso". E proprio la sua "diversità" l'aveva reso la persona e il musicista apprezzato che era.
E lo stesso, Valentina. Anche lei era stata una "diversa", ma dalla sua, aveva una bellezza fuori dal comune, un visino di porcellana, praticamente perfetto, che poi era stato cancellato. Ma era solo il suo nuovo inizio. La sua bellezza, legata alla sua fragilità e alla sua sensibilità,l'avevano però fregata, perché i ragazzini si approfittavano di lei. Jacopo non era mai stato un ragazzino così.
La giornata, a visitare Bologna, trascorse in fretta e Jacopo, canticchiando la vecchia canzone di Cremonini "....ma quant'è bello andare in giro per i colli bolognesi .....se hai una Vespa special che....ti toglie i problemiiiiiiiii...Ma quant'è bello andare in giro con le ali sotto i piedi....!" fece nuovamente ridere la sua collega, ed ebbe l'occasione per fare ascoltare dal suo cellulare la musica anni '90 alle bambine, soprattutto a Giorgia, che alla musica pareva davvero sempre interessata.
Certo che la "Vespa special che mette le ali sotto i piedi" non era una moto, per Jacopo. Era Valentina. Lei riusciva a mettergli le ali ai piedi, perché lo sollevava dai pensieri negativi e dalle malinconie, e lo faceva sentire bene.
Fuori faceva freddo, ma in fondo si stava bene, c'era il sole, e la sera, poi, ci sarebbe stato il concerto.
Francesca era stata occupata con il fan club, oltre che nel backstage con Andrea, ed era divertente, nella città, incontrare spesso ragazze che erano chiaramente lì per Ermal. Si notava da ciò che indossavano, dagli zaini con attaccate le fascette degli altri concerti.
-Con il tour di Ermal, le città ci guadagnano in turismo!- rise Jacopo, dando nuovamente ilarità e leggerezza a Valentina, che risentiva dentro di sé, come ogni volta, l'atmosfera "dei concerti di Ermal", che ormai conosceva bene, ma che non la saziava mai, che la ispirava e che era, in qualche sfumatura, ogni volta diversa. Era presente colorato di nostalgia, una mescolanza strana, eppure bellissima. Leggermente malinconica, ma non triste, poiché rinnovata e sempre rinnovabile. "Rinnovabile", non uguale. Ed era questo il bello. Oppure la malinconia. O entrambe le cose.
Era fantastico essere persone profonde.
Valentina lo pensò, e lo disse a Jacopo.
-Si'. È come per il mare. Se tu guardi la superficie del mare, e ti fermi lì, perdi un mucchio di cose. Perdi la bellezza del fondale, le meraviglie che ci sono, la vita che non ti aspetti. Lo stesso è nei nostri giorni. Se ti fermi alla superficie, perderai tutto. Se vai a fondo, rischierai, ti mancherà il respiro, forse avrai paura, ma ne sarà valsa la pena. La profondità è la chiave per scoprire l'essenza nascosta del nostro vivere. E di noi stessi, di ciò che siamo, del perché ci siamo.....-
-Lo so, l'hai scritto. E ho amato queste tue considerazioni. Amo come scrivi. Davvero.-
-E io amo come scrivi te.-
Si sorrisero, mentre tramontava il giorno, insieme al sole. Ermal non si era fatto sentire per tutto il giorno. Valentina decise di chiamarlo.
-Inizio il soundcheck tra cinque minuti.- le rispose, un po' freddamente e, nonostante si fosse ripromesso di smettere, gli scappò la battuta:-Ma tanto non avrai avuto bisogno di me. C'è Jacopo.-
-Ermal, smettila, per favore! Che tu ci creda o no, io ti ho rivisto in ogni cosa che ho fatto oggi, ho ripensato a noi....alla nostra storia.....voglio salvarla.....-
Si era allontanata di qualche passo, e stava alzando la voce, con occhi annebbiati sul finale.
-Non c'è niente da salvare.-
-Come?........-
-Non c'è niente da salvare perché ti amo, ecco perché!-
Ermal lo disse con un po' di durezza, quasi non lo potesse evitare, ma tranquillizzò Valentina, che aveva già avuto tre infarti multipli a sentire il suo "non c'è niente da salvare".
-Ti raggiungiamo.- gli disse.
-No, andate a mangiare normalmente. Lo sai che io non mangio quasi niente prima dei concerti.-
-Non sono mai morta di fame e ti ho sempre fatto compagnia. E poi, sinceramente, non mi va di mangiare. Ho lo stomaco un po' sottosopra....Spero di non vomitare qua in giro!-
-Fai i respiri profondi.....-
-Si'.....Adesso arriviamo, amore....-
Improvvisamente le era venuta una gran voglia di abbracciarlo. Nonostante fosse un po' arrabbiato, si preoccupava sempre per lei, e ricordava che una volta avevano allontanato insieme il fastidio della nausea facendo dei profondi respiri.
-....Ma prima passo in un supermercato.....alle bambine un panino lo faccio!-
-Okay. E di' al tuo amico che se è ancora dell'idea di venire al concerto, di passare dall'organizzazione. È tutto sold out, ma può passare con il pass....-
-Okay, glielo dico. Lui ci tiene davvero al concerto.-
-Eh, diglielo, dai! Ma sbrigatevi!-
Nel backstage si incontrarono con Francesca, tutta elettrizzata, che all'eccitazione per il concerto univa le sue preoccupazioni di mamma, chiamando di tanto in tanto i suoceri, per assicurarsi che Paola stesse bene, avesse fatto la brava, e avesse mangiato la pappa. Aveva da poco spento la sua prima candelina ed era stata una grande festa, con anche i genitori di Francesca, che erano saliti apposta a Milano per gioire dei primi 12 mesi della loro nipotina.
Intanto Sofia si faceva coccolare dal papà, seduta sulle sue ginocchia, mentre lui, con già addosso i vestiti di scena, parlava con Marco. Per Sofia erano tutte voci ovattate, di un altro mondo. A lei piaceva restare tra le braccia del papà.
Non aveva fatto il riposino al pomeriggio ed era assonnata, ma voleva restare sveglia per vedere il papà sul palco.
Tra lui e Valentina persisteva sempre quell'ostentata freddezza, acuita ancora di più dal fatto che Jacopo fosse restato con lei per tutta la giornata e che Giorgia gli avesse raccontato quanto lui fosse stato gentile, simpatico, spiritoso e che conoscesse anche un sacco di belle canzoni, oltre che a parlare come un poeta.
-Si è sistemato?...-
-Ma chi?....- Valentina, che continuava a provare nausea, non connesse subito. Sperava che il concerto l'avrebbe distratta e fatta sentire un po' meglio. Erano proprio antipatici i primi mesi di gravidanza!....
-Jacopo. Ho saputo che ha fatto il brillante.....- Quando usava quel tono, Ermal risultava proprio antipatico, per fortuna lo usava solo di rado, quando era davvero, davvero tanto irritato.
-Ha fatto la persona normale, quello che è.- sospirò Valentina:-E sinceramente, Ermal, adesso sono proprio stufa di questi tuoi atteggiamenti! Ne dobbiamo parlare, perché mi stanno diventando insopportabili! E comunque sì, ti ringrazia. E ti faccio una premessa, Ermal, poi parleremo: se hai intenzione, facendo così il pesante e il molesto, di allontanarmi da Jacopo, sappi che non accadrà, perché non è giusto, e tu sei scorretto. Tu non puoi impedirmi qualcosa con il ricatto psicologico che ti dà fastidio, o che in qualche modo ti fa soffrire! Se hai delle ragioni profonde, ne parliamo. Mostramele, fammi vedere le ferite, ma quelle vere, non quelle con cui vuoi ricattarmi, cosicché io non sia più amica di Jacopo. Tu ti stai comportando come l'uomo che non mi piace, Ermal. Sta uscendo una parte di te che non immaginavo, e che mi sta deludendo profondamente.....e non sai il male che mi sta facendo dirtelo.....! Se è una parentesi, perché so che è così, ti conosco troppo bene per ammettere questo infantilismo e questa bassezza da parte tua, andiamo a fondo e vediamo che cosa ti spinge a questi atteggiamenti......Io sono disposta a qualsiasi confronto, ma che tu ci abbia preso gusto a fare il geloso senza motivo, il malfidente e il sostenuto, con il calcolo di vessarmi per rompere, o allentare un rapporto di confronto professionale, culturale e umano che mi realizza e mi fa del bene, proprio non riesco a concepirlo né tantomeno ad accettarlo!-
-Guarda che ti ho solo esposto come mi sento, non so che razza di film tu ti stia facendo! Io quindi, secondo te, farei un calcolo per allontanarti da Jacopo forzatamente?! Ma stai scherzando?!????? Frequenta Jacopo come e quanto ti pare, non mi interessa niente, va bene così?!?! Okay, se va bene, iniziò a raccontarti balle, allora! "Sì, cara, va tutto bene...." e invece vivo una giornata di merda dopo l'altra, perché ho paura, Vale, ho paura un giorno di svegliarmi da questo sogno bellissimo, in cui tu ci sei......e di vivere l'incubo in cui io non sono abbastanza per te.....!-
Ermal, nel backstage, le urlò parte di ciò che aveva dentro, poi si dovette appoggiare al muro con una mano, stringendo gli occhi ed emettendo respiri profondi.
-Tra poco inizia il concerto, mi devo calmare....o rischio di non combinare niente sul palco, stasera......-
Valentina preferì chiudere l'argomento: lui doveva stare tranquillo e pensare solo al concerto, lasciarsi andare, il resto l'avrebbero concluso poi.
Per tutta la durata del concerto, seduta tra il pubblico, Valentina non riuscì a lasciarsi trasportare come le altre volte, non riusciva a non pensare alle parole sofferte di Ermal di poco prima: sicuramente lui si era sentito un po' infastidito dal rapporto con Jacopo, proprio perché, in amore, aveva ancora diverse insicurezze. Era convinto di non sapere come comportarsi per non sbagliare, di non conoscere l'amore, e di non riuscire, quindi, a trattarlo come avrebbe voluto.
Se non avessero chiarito quella faccenda, probabilmente tra loro si sarebbe rotto qualcosa, e quando qualcosa va in pezzi, si sa, è molto più difficile ricostruirlo, e continuare come prima. Dipende da quanto grave è la ferita, e da quanto piccoli sono i pezzi da ricomporre.
Ermal, sul palco, fu come al solito, non tradì nulla, perché la musica lo guariva sempre, lo allontanava dalle sofferenze per il tempo in cui lo dominava, era un vero estraniarsi dalla realtà positivo, il suo.
Alla sesta canzone, Sofia non resse e si addormentò, e il suo sonno fu talmente profondo che non venne disturbata nemmeno dalla musica, forse perché, fin da prima di nascere, era stata abituata a conviverci e ad amarla. E anche per il suo fratellino sarebbe stato qualcosa di simile.
Doveva assolutamente sistemare la situazione con Ermal, chiarirla definitivamente e preoccuparsi solo, per i restanti mesi, del romanzo da ultimare, consegnare e lanciare, del viaggio a Roma che continuava a rimandare a causa della gravidanza, per supervisionare la scrittura della sceneggiatura della fiction ispirata al suo best seller, del suo bambino in viaggio, e delle due già grandicelle, del tour di Ermal e anche un po' di se stessa. Avere il tempo, insomma, di farsi una pedicure decente prima di diventare troppo "baleniforme" per abbassarsi e piegarsi senza fatica. Cose piccole, per grandi momenti. Attesa. Serenità. Tempo che avanza, vita che scorre, amore che resta.
Sì, l'amore. L'aveva idealizzato, poi snobbato e dimenticato, infine ritrovato e vissuto. Sembrava ciò che di più affascinante la vita umana possieda: cos'è una storia senza una storia d'amore in mezzo?....Raramente esiste, pochi sapranno scriverla. L'amore è una sorta di ikmotore immobile, che muove tutti, eppure resta fermo, li' per tutti, per essere scoperto, oppure mai trovato.
La realtà era molto meno poetica dell'immaginario e l'amore, in fondo, non era altro che ciò che ogni uomo riesce a fare per tenerlo in piedi. L'amore può, se noi possiamo. L'amore esiste se lo facciamo esistere. Brilla se lo facciamo brillare. Altrimenti si spegne, e forse neanche ritorna.
Valentina, al termine del concerto, aveva fretta di ritrovare Ermal e di continuare il discorso lasciato in sospeso un paio di ore prima. Si intrattenne con alcune fan, che si informarono sulla gravidanza, e così anche Ermal, poi, con la scusa di Sofia addormentata, lei riuscì a raggiungere il backstage, dove lasciò le bambine in custodia a Francesca, e andò a cercare Ermal.
Lo trovò ancora sul palco a chiacchierare con qualcuno, mentre tutti se ne stavano andando via, con in mano la magica polvere di stelle da spalmarsi sul cuore per sempre, che ogni concerto del proprio idolo porta con sé.
Rimase in disparte per un po', poi si avvicinò, chiamandolo.
-Ermal?.......-
-Adesso arrivo....sbrigo due cose e arrivo....-
-Non fa niente, non è importante. Sofia e Giorgia sono con la loro tata preferita, la Francy,.....-
-E' passato poco fa a salutarmi....credevo fosse con te.....-
Valentina capì che si stava riferendo a Jacopo. La musica sembrava averlo calmato, il palco lo aiutava sempre a stare meglio, forse, a capirsi meglio, oltre che a dare e ricevere amore grezzo, amore sincero, non sofisticato, che resiste nel tempo, nelle distanze, e che non si ossida mai. Valentina avrebbe voluto questo anche un po' per sé, per la sua vita con lui.....
-No, non è mai stato con me da prima del concerto. Non ci siamo visti. Io mi sono fermata con qualche ragazza e signora.....probabilmente mi ha visto impegnata, e non ha osato avvicinarsi.....mi ha dato i miei spazi.....-
-Ci siamo ringraziati a vicenda. In fondo, anche se continua a non piacermi sta cosa qui......si è preso cura di te.....-
Valentina capì che lui ci aveva pensato , che aveva riflettuto con calma, forse durante il concerto, e che stava tornando l'Ermal che conosceva lei.
-Tregua?.....- allungò la mano verso di lui, che le rispose con un bacio che lasciava ben presagire.
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Quasi niente (STORIA COMPLETATA)
FanfictionValentina si è trasferita a Milano per ricomporre la sua vita,trovare pace dal passato e un rifugio dalla sofferenza che l ha distrutta. Sfiduciata e apparentemente fragile, conosce un'anima simile alla sua e il rapporto di lavoro si trasforma in em...