CAPITOLO 111-La voce del mare e del cambiamento

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Quell'estate, Sofia compì due anni e Giorgia terminò la seconda elementare.
Ermal, qualche mese prima, festeggiò i quarant'anni  con una festa speciale, organizzata dalla sua scrittrice con l'aiuto di Francesca, Lorena e altre ragazze del fan club. Affitto'
un locale nei pressi di Milano, e organizzò un "raduno" dei lupi,a sorpresa, per il 20 aprile. Valentina cercò di non far trapelare niente con lui e finse di desiderare una festa in un locale, con Francesca e Eleonora. Si fece accompagnare nel luogo stabilito.....e sorpresa!!!!! Un volo di palloncini gialli,un'esplosione di musica suonata dagli amici più cari e un boato di affetto avvolsero Ermal nel più calorosi degli abbracci. Inizialmente restò un po' frastornato, non aspettandosi niente del genere, poi si commosse. Le fan erano giunte da tutta Italia per festeggiarlo e per ricambiare il suo invito al Forum di qualche anno prima. Quarant'anni tondi sono un'età importante, un traguardo raggiunto non indifferente e Valentina non sapeva cosa organizzare per Ermal, poi si ricordò il compleanno al Forum con i fan, due anni prima, e capì che forse, una festa con i suoi lupi e tanta musica, era l'unica cosa che avrebbe gradito davvero. Si mise d'impegno e organizzò tutto nei minimi dettagli, sicurezza compresa, e tutto andò come aveva previsto. Dal fandom, Valentina era amatissima perché, oltre ad essere gentile, simpatica e modesta nonostante la sua posizione e il suo successo di scrittrice, accettava di condividere il suo uomo con le fan, e non è da tutti. Felice del bene sincero che gli volevano,lo incoraggiava anziché esserne gelosa e si faceva spesso complice, senza mai mettersi sul piedistallo.
"Cosa organizziamo per i quarant'anni del nostro Ermal?......Io un'idea ce l'avrei......Se vi va, potremmo parlarne in una diretta Facebook segretissima domani, quando Ermal non sarà a casa.....Vi aggiorno, state collegati😉 #compleannodiermal #ermal40 #keepintouchwithme #secretly #partyplanner😂😂"
Con questo post, Valentina aveva comunicato la sua idea, che, inutile dirlo, fu subito accettata e adorata dalle ragazze e aveva confermato la sua voglia di complicità e condivisione con il fandom: scrivere "il nostro Ermal" diceva tutto sulle sue intenzioni. E Valentina, che dei suoi "trenta" aveva raggiunto la metà, festeggiò con Ermal.
-Sono 35....Che ansiaaaaaaaa!!!! E io, che me ne sento venticinque sì e no....!- gli disse.
-E io, allora?!? Cosa dovrei dire, che quando vedevo un quarantenne, vent'anni fa, non è che lo considerassi "vecchio", ma sicuramente "maturo"....?!?! L'età è un numero, anche se certe cose......sento che non riesco più a farle come prima.....Per esempio, ieri, che Sofia mi si è buttata addosso......ho sentito uno strappetto alla schiena....!- rise Ermal, ringraziandola poi per la meravigliosa festa.
-Ma tu hai fatto tutto per me.....e io non ho organizzato qualcosa di così bello per te......-
-Il sorriso che avevi, l'espressione di un bambino, mentre spegnevi il 40, insieme al mio 35, è stato mio mio migliore regalo. Voglio vederti sempre così.-
Ermal le prese il viso tra le mani, accarezzandoglielo piano: era bellissima. Era fantasticamente amore.
Alla festa partecipò anche Emmel, che fu felicissima di rivedere Valentina e la sua storia di coraggio per affrontare, fin dall'infanzia, la disabilità, ispirò la scrittrice, che scelse di romanzarla e di raccontarla in un nuovo romanzo.
"Incancellabile", al sorgere dell'estate, aveva venduto oltre 30.000 copie,  superando di poco "Vendesi felicità" di Jacopo Belletti, con cui Valentina aveva instaurato un'amicizia e una profonda stima professionale, che spesso si manifestava in costruttivi e piacevoli confronti.
Valentina era tra le scrittrici più lette e amate, anche per la sua posizione di "moglie di Ermal Meta" e per l'ottimo rapporto con i lupi, per la sua attività sui social e per i suoi post spesso ironici e divertenti. La sua popolarità cresceva, ma la sua genuinità e la sua modestia restavano sempre le stesse, lei non era per niente cambiata negli atteggiamenti, da quando non era "nessuno" e seguiva il "non abbiamo armi tour" e la gente aveva iniziato a conoscerla e a notarla al fianco di Ermal. Valentina aveva anche posato per la copertina di un giornale dedicato alle mamme e aveva fatto un'intervista, in cui raccontava il suo essere madre e la difficoltà di conciliare famiglia e carriera, ribadendo che, all'occorrenza, avrebbe subito abbandonato la scrittura professionale per dedicarsi esclusivamente alla famiglia e alle sue amate bambine. Anche loro avevano posato con lei per il servizio e il numero di "Insieme"   ando' a ruba tra le fan di Ermal, oltre che tra le sue lettrici (non più solo fan di Ermal).
Sempre aperta, spontanea, pronta a ridere di una battuta e a farne a sua volta, schietta e sincera,Valentina viveva un momento d'oro della sua carriera, che di certo le dava soddisfazione, ma che non era tutto. Le cose più semplici, di casa, la "normalità", lo stare con le figlie erano sempre ciò che per lei contava di più.
Il suo libro era stato tradotto in diverse lingue e anche all'estero aveva riscosso successo: Valentina fu invitata in Francia e addirittura negli Stati Uniti per presentare il libro. Dopo alcune titubanze sul compiere un viaggio tanto lungo, incoraggiata da Ermal, accettò senza paura.
-Verremo tutti con te, e intanto ne approfitteremo, dato che sarà nel periodo estivo, per fare un giro coast to coast negli Stati Uniti. È un sogno che ho sempre avuto, fin da ragazzino, e lo realizzerò assieme a voi. Ci tengo anche che le bambine vedano il mondo, e imparino ad apprezzarne la bellezza.-
Valentina aveva un'anima pura, come Ermal. Entrambi avevano la dolcezza di chi ha sofferto ed erano diversi dalle solite donne e dai soliti uomini. Erano un po' particolari, ecco. Un po' speciali. Ermal non era il solito uomo egoista, un po' materiale, un po' antipatico, un po' saccente, un po' pieno di sé. E non era nemmeno il solito artista: il cantautore "per vecchi" che scrive canzoni noiose e difficili, solo per pochi. Non era la classica celebrità che va nei locali, che fa vita mondana, che sta sui giornali di gossip, che va in vacanza ad Ibiza ed ha una velina o un calciatore come vicino di spiaggia,che dice "tu non sai chi sono io" come lasciapassare per tutto, un po' ruffiano, un po' furbetto. Lui era quello che restava a casa dismesso, era quello che passava giornate intere chiuso in studio, un po' solitario, un po' per conto suo, com'era, in fondo, sempre stato. Era l'antidivo per eccellenza, che in spontaneità eccelleva, che era sempre se stesso, che non preparava i concerti ma improvvisava battutine e chiacchierate, era quello che, dal chiamare i fan "ragazzi", era passato a rivolgersi a loro con un affettuoso "amici". Era la "persona normale" che di normalità si circondava, ma non era ordinario. Era "normalmente eccezionale", che rideva per niente e non le mandava mai a dire, ma sempre con educazione o ironia, ma con spocchia o arroganza.
Lui era quello che delle mode se ne fregava, che era sempre se stesso:" se piaccio, bene. Se non piaccio, pazienza. Certo non divento un trapper!"
E Valentina era la ragazza che era sempre stata, che sta in famiglia, che non si monta la testa e che si sente più "mamma" che "scrittrice".
Non era la solita donna un po' arrivista,un po' antipatica, e se faceva la smorfiosetta, era solo per gioco, e se un tempo era stata  molto rigida e distaccata, e asfaltava pesantemente,era stato solo per difesa.
Ermal e Valentina erano fatti per stare insieme, ormai lo sapevano tutti ed erano considerati come la coppia più bella, e più amata.
Ermal aveva ormai pronto il suo quinto album: aveva trascorso molte giornate in studio e le canzoni erano nate spontaneamente, dolcemente, senza fatica né dolore; Ermal raccontava i momenti belli che aveva vissuto in famiglia e durante il tour: il rapporto con i fan, il ritorno dopo la lontananza, lo stupore dinanzi la crescita delle figlie, l'amore completo e costante per la moglie, la pace con se stesso, le speranze per il domani, la consapevolezza matura di se stesso e l'incessante ricerca sul senso della vita, dello stare insieme, di "cosa muove le cose".
Ermal aveva da raccontare soltanto cose belle ed emozioni perlopiù positive, quindi il disco era pervaso da un'atmosfera solare e briosa, carica di vita e di gioia, anche se vi erano spesso momento riflessivi, come nella canzone "Come saremo", in cui corre avanti nel tempo e si immagina "più grande", quando ci saranno più anni sulle spalle e la giovinezza delle figlie. Era una canzone molto struggente sulla crescita di Sofia e Giorgia, di quando si comincia a mettere in cantina box, bambole e sonaglini, e insieme alla felicita' e alle aspettative, si mescola l'agrodolce malinconia, che fa un po' male, come un piccolo dolore. Nella canzone, Ermal mette tra le sue speranze anche gli abbracci di Valentina, che trafiggeranno gli anni e continueranno a dare loro senso: non dava per scontato invecchiare al suo fianco, ma lo sperava e lo sognava e considera che, affinché questo accada, dipende molto anche dalla sua responsabilità.
Valentina aveva pianto ascoltando la canzone per la prima volta.
Nel disco c'era anche una collaborazione con Annalisa, molto gradita a Valentina, a cui piacevano la vocalità e la personalità della cantante.
Ormai mancavano solo gli ultimi ritocchi e il disco avrebbe potuto uscire in estate, ma Ermal preferì darsi del tempo, e rimandare all'autunno, per pensare meglio a eventuali modifiche, ma soprattutto per trascorrere l'estate con la famiglia. Se avesse fatto uscire un disco a maggio o giugno, questo non sarebbe stato possibile a causa dei vari impegni che ne conseguivano, quindi fece questa scelta, ma non lo disse a Valentina, che altrimenti, come l'anno prima, avrebbe annunciato lei l'imminente uscita del disco, costringendolo a non temporeggiare più.
Le disse che il disco non era ancora ultimato, che mancava ancora qualcosina e che l'estate l'avrebbe aiutato a schiarirsi le idee, e ciò era in parte vero.
Quell'estate, Ermal partecipò come ospite alla prima data del primo tour di Andrea Vigentini, con l'affetto di un fratello maggiore e l'orgoglio di un maestro. Felicissimo di come andò la sua estate, in giro a suonare per tutta Italia, Andrea dedicò le sue soddisfazioni alla famiglia: a Francesca e a Paola, che erano della sua vita di uomo, la gioia più grande e, come musicista, ad Ermal e agli amici di molte avventure, che gli avevano permesso, negli anni, di crescere e che erano stati una sorta di "famiglia acquisita".
Francesca lo seguì in molte tappe, con la bambina al seguito, e il suo solito entusiasmo per la vita e, tra palchi, pannolini ed ufficio, tra sogno e realtà, trascorse la sua estate.
Paola era una bella bambina bionda, che a volte si incontrava con le cugine più grandi: Giorgia, dolce e responsabile, con diversi interessi e sogni, e Sofia, affettuosa e con l'indole un po' ribelle del papà, e il suo stesso sorriso.
Praticamente costretta dai suoi genitori, che non gradivano che, con una bambina piccola, continuasse a fare la vita di prima, dietro ai concerti, Francesca trascorse qualche rilassante giorno di mare e, andando a Polignano, si incontrò per caso, in spiaggia, con Sabina Meta e i suoi bambini. Dennis aveva quasi un anno e i ricciolini, mentre Paola aveva circa sette mesi. Francesca fu contenta di conoscere, finalmente, Sabina e la trovò simpatica e piacevole.
Un altro "fratellino" di Ermal, Pier, stava ottenendo meritati consensi nella musica, e anche nella sua vita era arrivato il vero amore: Eleonora viveva con lui stabilmente e, come le sue amiche di adolescenza, era diventata milanese, o ci provava. È proprio strana, a volte, la vita.....! Eleonora qualche volta usciva a braccetto con Francesca, ricordando i bei vecchi tempi, quando correvano i primi anni del 2000, c'era bellissima musica, si sognavano l'amore e il futuro, e gli unici problemi erano il "lui" di turno che non le guardava, e i compiti in classe di matematica, i "no" dei genitori e la voglia di essere grandi, di avere 18 anni, e poi 20, e di prendere in mano la vita, di sperimentare l'ebbrezza della libertà, e del domani, la parte migliore. 
Eleonora avrebbe per sempre ricordato così le sue serate da ultratrentenne: un piccolo e accogliente appartamento milanese, la musica, la chitarra, e il sorriso dolce del ragazzo che amava, che i "trenta" doveva ancora incontrarli.

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