".......Elisa li vide dirigersi, insieme, verso il tramonto e li segui' con gli occhi finche', rimpicciolendo progressivamente alla sua vista, sparirono dietro all'angolo che svoltarono per tornare a casa. Si era sempre chiesta il significato di quel passaggio chiamato vita e forse, ora, lo conosceva: con quello che avevano passato,la loro stessa esistenza era un inno ad esistere. Elisa richiamo' i figli, distogliendoli dai loro giochi, e loro le ubbidirono quasi subito. Lei prese le manine di entrambi nelle sue, leggermente scivolose e sporche di qualche granellino di sabbia o di qualche sassolino. Nessuna vita puo' esserne immune. Nessuna vita ha le mani pulite dei grandi, ma ha quelle un po' imbrattate dei piccoli, altrimenti non avrebbe il coraggio di rialzarsi e sognare ancora, ogni volta sacrosanta. Ogni volta fottutissima. Solo un bambino, anche se cerchi di spezzarlo, disobbedisce, perche' ha l'istinto che porta in avanti e l'ancestale bisogno di non affogare, perche' nell'utero, prima di nascere, si nuota. E si respira sott'acqua.
Elisa giro' la chiave nella toppa e i bambini corsero dentro. Non riusciva a togliersi dalla mente i suoi migliori amici e l'amore puro che emanavano: l'essenza essenziale della vita, l'assenza essenziale di tormentate paure.
Erano un esempio per tutti, erano un esempio per se', che non si era mai accontentata e che cercava quello che non c'era, invece di apprezzare cio' che aveva e godere delle piccole cose, che all'improvviso si fecero grandi come sotto a una lente. Filtrava un velo di luce e ando' da lui. Lo saluto' con un bacio, pensando che cio' che aveva era un poetico e laico miracolo. Era la vita stessa il miracolo, erano le emozioni di tutti i giorni il miraggio. Una canzone. Un libro. Un giorno di sole. Un prato fiorito. Si vive per questo, in fondo. E il motore del tempo e' l'amore che sovrasta, spadroneggia, e infine perdona. Ritorna. Rinasce. Risorge. Siamo noi, che altro non siamo se non cercatori d'infinito nella finitezza del mondo.
-Ciao, amore. Bentornata.-
Si', era tornata.
-Ciao, amore.-
Da tempo non lo chiamava piu' cosi', ma lui non se ne stupi'.
-Come e' andata la giornata?...-
-Tutto bene. Sono stati felici i bambini. E anch'io. Anzi, ti va se domani sera chiamiamo i nonni e usciamo?....-
Mario stento' a crederci: cos'era accaduto?! Le sorrise, accettando di buon grado.
Con sguardo esterno, Elisa si guardo' dentro: era la protagonista di una splendida, rarefatta imperfezione.
FINE"-Amore, esci nel balcone di la', non dobbiamo disturbare mamma, ricordi?......-
La bambina, con i capelli delle sue Barbie gocciolanti, annui', alzandogli il pollice con complicita'. Le goccine d'acqua cadevano sul pavimento.
-Aspetta, devi strizzarli sti capelli, altrimenti bagni ovunque e poi sporchiamo tutto.....Dai a me!-
Ermal ando' sul lavandino della cucina e strizzo' con le mani le chiome sintetiche delle Barbie, facendo ridere Giorgia.
-Ecco qua. Adesso dovrebbero andare bene.-
-Ma come le sai fare queste cose?! Sei un maschio!- esclamo' la bambina, divertita.
Ermal le rispose imitando la sua vocetta:-Perche', secondo te,la zia Sabi non ha mai fatto lo shampoo a una Barbie?! E io non ho mai visto la mamma fare cosi'?!-
-Mimi ha alcune Barbie della mamma, anni '80! Me le ha fatte vedere! Ce le ha anche la mia mamma, ma sono rimaste tutte giu' in Puglia e forse la nonna le ha anche buttate via....-
-Piu' che anni '80 credo siano anni '90 le Barbie di Sabi! Le ha prese quasi tutte qui, quindi aveva piu' di sette anni.....Credo sia queste che ha passato a Miria....Dai, vai a metterle fuori....anche se credo che non asciugheranno....-
-Ah, non fa niente! Vuol dire che staranno la notte fuori, e guarderanno le stelle. Lo sai, zio.....mi piacerebbe una notte farlo con te.....-
-Potremmo farlo....dormiremmo all'aperto, da qualche parte.....Ma le stelle si vedono tutte dove c'e' poca luce, in posti particolari.-
-Ahhhhhhh.....okay!-
-Hai buttato un'occhiatina a Sofy?-
-Si'.- Giorgia provava tenerezza verso la sorellina e amava sedersi e tenerla per qualche istante tra le braccia, controllata dalla mamma. Anche lei era stata cosi', una volta, e pensarci faceva ridere.
-Voi crescerete insieme, e anche da grandi, vi vorrete molto bene, anche se abiterete lontani e avrete una vita molto diversa.-
-Come te e i tuoi fratellini?....-
-Esatto, cosi'.-
-E voi?.....Ci vorrete sempre lo stesso bene?....-
-Certo, per sempre.-
-Anche tu a me?.....-
- Certo! Non e' un bene diviso per te e Sofia, e' un bene ingrandito,e quindi piu' forte, che e' per tutte e due.-
-Anche tu mi vorrai bene come a lei, anche se non sono la tua bambina, ma la tua nipotina come Miria?....-
Qualcosa, dell'ultimo discorso di Giusy, le era restato, ed Ermal cerco' subito di rimediare.
-E questo chi lo dice?! Tu sei la mia bambina.-
Giorgia gli getto' le braccia al collo e lui la strinse forte.
Il pianto di Sofia li richiamo' all'ordine: Ermal abbandono' la cucina per raggiungerla e prenderla in braccio, e Giorgia dietro di lui.
Ermal le canticchio' qualcosa per calmarla e lei sembro' gradire: le piaceva ascoltare la sua voce ed era per Ermal la prima, grande emozione da papa'.
-Anche a me piacevi quando ero piccola, lo sai?....Ma non piccola cosi'....a tre anni.....cantavo le tue canzoni ma sbagliavo qualche parola....Le cantavo con Francesca, la mamma non le voleva sentire!-
-Si', lo so!- rise Ermal. Sofia di guardava intorno incuriosita e si succhio' il pugnetto producendo un tenero rumore.
-Hai fame, amore?....Aspetta un attimino, adesso provo a chiedere alla mamma se puo' venire.....-
Valentina, seduta sul balcone che dava su uno scorcio della citta', scriveva con il computer sulle ginocchia e le cuffie nelle orecchie, con lo sguardo nel tramonto. Ermal intanto, preparava la cena e la lasciava scrivere nelle ore di liberta' che aveva tra una poppata e l'altra. Sofia era una bambina tranquilla e dormiva quasi tutta notte, svegliandosi solo per il pasto e ritornando a vagare tra i migliori sogni subito dopo, Valentina non doveva nemmeno alzarsi dal letto e quindi riusciva a riposare. Non aveva pero' ancora ripreso l'intimita' con Ermal, nonostante lo desiderasse, perche' non si sentiva ancora pronta.
Valentina udi' la vocina della piccola e subito si tolse le cuffie, si alzo' in piedi e rientro', chiudendo il computer.
-Tranquilli, ho finito. Dai a me, Ermi.....-
Con sopraffina dolcezza, la mamma prese la sua piccola tra braccia, le accarezzo' il visetto, si mise comoda sul divano e scopri' il seno, su cui Sofia si avvento', come fosse la cosa piu' bella del mondo. E, per il suo mondo, lo era. Era tutto.
-La tua mamma ti ha dato il latte?- chiese Giorgia a Ermal dopo avere sistemato le Barbie sul balcone e sedendosi vicino alla mamma.
-Si', certo. E mi ha detto che ero come Sofy: lungo e paciocco!-
-In lunghezza hai mantenuto, in dimensioni, invece.....! Ahahah!- scherzo' Valentina, facendogli un pizzichino sulla guancia.
Raccolti intorno alla tenerezza di Sofia, trascorrevano le prime giornate tutti assieme, nel galoppare di un'estate serena e matura, del tutto imprevedibile solo un anno prima.
Ermal si immaginava totalmente immerso solo nella musica, che bastava per riempire la sua vita perche' "non chiudo il cuore, ma un amore non lo cerco"; la delusione con Silvia era stata troppo profonda dopo tutti quegli anni,e difficile da accettare, e lo squarcio sul cuore era largo. C'era una sorta di "stanchezza sentimentale", unita alla paura di mettersi ancora in gioco, tutto da capo, per poi magari soffrire ancora: andava bene tutto com'era.
Valentina invece immaginava un futuro con il suo fidanzato Andrea, con cui pero' non si sentiva ancora di andare a convivere con un uomo e quindi, chissa' come sarebbe andata....ma avrebbe fatto di tutto per Giorgia.
Nessuno avrebbe mai immaginato cio' che era accaduto, anzi, forse solo Francesca, che parlava sempre di una misteriosa "alchimia" tra il suo cantautore del cuore e la cugina che aveva smesso di cedere all'amore, rinunciandoci a trovarlo. Ma era al limite dell'assurdo. Eppure era stato vero. E a un anno esatto dai primi incontri lavorativi con Ermal, Valentina era la sua compagna, la mamma della loro bambina e lo amava come non aveva mai amato nessuno, ricambiata, ed era lei stessa diventata una persona diversa, arricchita dentro, risanata.
Il presente che viviamo e' sempre l'evoluzione inattesa del futuro che temevamo, che programmavamp in un certo modo, e che ci ha smentiti.
Giorgia sarebbe cresciuta con i suoi genitori Valentina e Rocco, a Bari. E invece no.
Ermal e Silvia non si sarebbero mai separati, e lo potevano immaginare anche i fan, che ascoltavano, cantavano e amavano le canzoni profonde che per lei erano state scritte. E invece le cose non erano idilliache e l'amore trovo' spazio nel tempo che l'aveva contenuto, lasciando una cicatrice che, se prima fa male, poi e' solo un segno di qualcosa che hai vissuto, mai vanamente.
Niente era stato come preventivato e, se l'ignoto fa paura, persiste la speranza che, tra i giorni che verranno, giungeranno anche quelli speciali, che in un modo o nell'altro, ti cambieranno la vita e la prospettiva da cui guardarla.
Non che non ci fosse paura. Ce n'era. Ma se il cuore di Ermal, pieno di cicatrici, e quello di Valentina, similmente massacrato, avevano trovato nella forza di sognare ancora, la spinta sul domani, che alla fine aveva pagato, niente era davvero finito per sempre.
Su queste riflessioni, Valentina aveva basato l'epilogo del suo vecchio romanzo rimaneggiato, che aveva terminato, con soddisfazione, proprio quella sera.
Durante la cena, lo disse ad Ermal e Giorgia, che ne furono contenti. La bambina aveva scoperto solo l'anno prima che la mamma avesse il talento, fin da quando era piu' piccola di lei; di raccontare storie, grazie alla biografia su Ermal, altrimenti Valentina si sarebbe sempre eclissata dietro alla sua ritrosia, alla sua insicurezza, di non interessare, di non essere abbastanza brava, di non saper emozionare, di essere incapace solo perche' era lei. Valentina, quindi, era sempre stata rinunciataria, al contrario di Ermal, che aveva sempre rincorso i propri sogni anche dopo le porte sbattute in faccia.
Mira e Silvia erano stati i suoi sostegni psicologici, cosa che invece Giusy e Rocco non erano stati con Valentina.
Giorgia, pero', adesso sapeva di sua madre, di quanto fosse brava, e anche Ermal, che conosceva bene la sensazione, era contento per lei.
-E' la versione piu' matura del romanzo vecchio.- spiego':-Lo revisiono dal punto di vista stilistico e grammaticale e poi e' pronto.....Lo invio alla casa editrice.-
-Bene! Bravissima, amore!-
-Si', ma ci vorra' ancora qualche mese, e poi iniziero' a scrivere davvero seriamente, qualcosa di nuovo, e di molto personale.....-
Valentina voleva parlare, attraverso una storia, della propria esperienza dell'aggressione con l'acido: aveva scritto qualche appunto disordinato, in attesa di essere davvero pronta a scrivere della parte piu' dolorosa e nascosta della sua vita, quella che sapevano in pochi, quella di cui si era vergognata per anni.
-...Sara' un grande e coinvolgente lavoro, soprattutto emotivamente.....-
Ermal aveva capito, e la sostenne con un cenno.
-E a me? Non insegni niente?!....-
-Ti insegno, ti insegno.....Ti faro' fare una full immersion estiva nelle mie lezioni di scrittura creativa! Guarda che un paio d'anni fa le ho tenute davvero, qui a Milano!-
-Lo so, per questo mi affido a una professionista......-
-E c'e' anche il concerto da organizzare.....-
-La location la scegli tu, la musica la porto io.-
-Okay......-
Ermal sollevo' il bicchiere pieno d'acqua e fece un brindisi con Valentina, strizzandole l'occhio, e Giorgia si uni'.
-E in vacanza?! Andiamo quest'anno?....- domando':-Voglio divertirmi troppo con Mimi!-
-Certo che ci andiamo a Bari! E ci restiamo anche un bel po'....non ho preso impegni quest'estate, apposta per stare con voi.- sorrise Ermal, che si tiro' indietro i capelli.
-Fa caldo. Mi sa che e' venuto il momento di darci una spuntatina...!-
-Aspettaaaaaa! Prima dobbiamo avvisare la protezione animali! Hai idea di quanti uccellini saranno sfrattati?!?!-
Giorgia si ingolfo' con l'acqua per ridere, e tossi' per un po', rossa in volto. Anche Ermal rideva, dicendole che era solito fare la stessa cosa se qualcuno lo faceva ridere mentre stava bevendo. E Valentina uguale.
Sembrava davvero che l'amore potesse aiutare a superare qualsiasi cosa.
Ci si addormentava vogliosi di incontrare un nuovo giorno, di scoprirne le piccole, inebrianti novita', e ci si svegliava con quell'entusiasmo maturo, che non si affretta a correre, ma si ferma un attimo a riflettere, e gode di ogni istante con consapevole libidine. A furia di scavare nel carbone, esce il diamante. E una vita come quella che Valentina adesso conosceva, possedeva diamantesche fattezze.
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Quasi niente (STORIA COMPLETATA)
FanficValentina si è trasferita a Milano per ricomporre la sua vita,trovare pace dal passato e un rifugio dalla sofferenza che l ha distrutta. Sfiduciata e apparentemente fragile, conosce un'anima simile alla sua e il rapporto di lavoro si trasforma in em...