-Ho dovuto posticipare la data di scadenza per la consegna del libro. Mi hanno fatto le facce, però proprio non riesco a scrivere. Sono bloccata alla fine, è assurdo. Non è che mi manchino le idee, anzi, solo non riesco a tirarle fuori.....-
Valentina espose a Jacopo i suoi problemi "da scrittrice", e anche quelli famigliari, e lui cercò di incoraggiarla.
-Vedrai che riuscirai a concludere egregiamente la tua storia. Devi solo aspettare che il brutto momento passi, dentro di te....-
-Si', solo che ho paura che non passi mai.....Rocco ha avanzato la pretesa di vedere ancora Giorgia....che ovviamente gli ho negato, e lui si è arrabbiato.....-
-Beh, almeno te l'ha chiesto, stavolta. Non l'ha presa e basta....-
-Si', ma io non mi fido assolutamente. E poi non so se per Giorgia sarebbe davvero un bene.....Mi sembra davvero di vivere un incubo, Jacopo......-
-Vorrei poterti svegliare e regalarti sogni migliori.......ma purtroppo non posso......-
Nel bar dove si erano incontrati a prendere una merenda insieme, dopo diverso tempo in cui non si erano visti, lo scrittore la attirò su di sé. Le sue non erano solo parole di circostanza, erano sinceramente sentite.
-....Vorrei riscrivere la storia per te.....- le disse, senza mollare la presa sul suo corpo, a cui Valentina si era abbandonata.
-Eh ma questa storia me la sono scritta da sola, tanti anni fa.....Devo uscirne, in qualche modo......non posso permettere che l'ombra di ieri si espanda sul mio presente, e su quello delle persone che amo. Rocco non vuole davvero Giorgia. Lui vuole farla pagare a Ermal. E, un tempo, quando Rocco voleva farla pagare a qualcuno, non ci andava per il sottile.....La prigione l'avrà calmato un po', ma non credo reso più buono, meno prepotente. L'indole non la puoi cambiare.-
-E' una situazione molto complicata, ma ricordati le parole dell'uomo che tanto ami....."è vietato morire". Mai arrendersi di fronte ai problemi, o a ciò che pare inevitabile. Mai. Mai credersi sconfitti, finiti.-
"L'uomo che tanto ami......". Jacopo aveva pronunciato la frase con un certo slancio, quasi una velata malinconia. "L'uomo che tanto ami....e che non sono io.....".
Valentina, però, aveva ben altro per la testa per darci peso o preoccuparsene: incontrare Jacopo l'aveva comunque fatta sentire temporaneamente meglio. Lui, con i suoi modi carezzevoli ma non finti, e con la sua profondità, la capiva a fondo e la sollevava, perché parlare di scrittura era per lei sempre un piacere e un modo per scambiarsi le idee. E non importava se qualcuno li aveva visti insieme, e qualche insinuazione c'era stata: "la crisi famigliare non sarà mica che Vale ha un altro?!......." . Lei aveva già detto sui social di stare tranquilli, che si trattava di un problema suo proveniente dal passato, il che escludeva Jacopo, che era di un passato molto più recente.
-Alla gente piace parlare.- disse lo scrittore:-Sai cosa diceva mia nonna?....Che la bocca del forno puoi chiuderla, quella delle persone, pur tentandoci, no. La gente avrà sempre da dire la sua, o da mettere i puntini sulle "i", specialmente se sei "conosciuto". Sei doppiamente esposto ai commenti, che già di per sé sorgono in piazza. Se ti disturbano certi gossip, posso intervenire a smentirli anch'io.....-
-Io ci faccio su' una risata, Jacopino! E ho già scritto un breve post in cui rispiego di nuovo che la mia situazione, che proviene dal passato, è un po' delicata, e per favore, di non dare retta o fomentare supposizioni che non sono reali. Ed Ermal ha condiviso. Credo sia chiaro, adesso.-
Certo, a Jacopo non disturbava affatto essere affiancato a Valentina, anche se solo in uno stupido gossip: più la frequentava, più approfonditamente la conosceva, più provava per lei sentimenti bellissimi, ma pericolosi. Valentina era sposata, aveva una famiglia a cui teneva tantissimo, che era tutta la sua vita: non sprecava occasione per dire a tutti che i suoi cari contavano anche più della scrittura.
Valentina era inarrivabile, eppure era la persona che Jacopo desiderava di più al mondo. Non si trattava di "desiderio" a sfondo sessuale, anche se il suo fisico era perfetto e il suo viso sempre bello nonostante i segni: Jacopo non voleva portarsela a letto. Era qualcosa di diverso, che veniva da dentro, una passione "cerebrale", un'ammirazione particolare, un sentimento che nasceva dal sentirsi a proprio agio con lei e da una grande stima.
A starle vicino, Jacopo stava male, ma era un"male che faceva stare bene", perché lei c'era, e quindi andava bene, ma non era disponibile, quindi, accettarlo facesse un po' male.
Jacopo la vedeva molto preoccupata e seriamente provata dagli ultimi giorni: aveva gli occhi stanchi, un po' spenti, i sorrisi rarefatti e un abbigliamento vagamente dismesso e meno curato del solito. Ciò che era successo gli dispiaceva moltissimo, ma non poteva farci niente. Poteva solo tentare di starle vicino come un amico, ma non era di certo abbastanza. Resistere all'impulso di stringerla, e addirittura baciarla, era quasi un'agonia, una lotta impari con se stesso, ma Jacopo non poteva pensare di interrompere con lei i contatti.
Ermal era un uomo davvero fortunato: le dormiva accanto, viveva insieme a lei e godeva del suo amore, che non si risparmia in dare, e che non chiede mai direttamente di ricevere. Ermal, forse, conosceva tutti i suoi segreti e le sue intimità, il modo in cui respirava la notte, e in cui usciva dalla doccia, anche se Jacopo, di rado, pensava a Valentina in questi termini.
Preferiva immaginarla completamente vestita ed immersa nello scrivere, piuttosto che mezza nuda, a letto. Questa era la sua pornografia e Valentina era la sua perfetta pornostar.
Se a lei, immaginarsi insieme a lui, faceva solo ridere, ed era comprensibile, per Jacopo era tutta libidine. Credere che certe persone immaginassero una specie di relazione, in fondo, lo lusingava. Ma sapeva che non era giusto nei confronti di Ermal.
-Lui come l'ha presa?.....-.
-Lui dà solo un occhio veloce al gossip, non gli interessa, e si fa sempre tante risate, anche se a volte si infastidisce e se la prende, come quando si insisteva con vignette stupide su una presunta relazione con Fabrizio. Erano di cattivo gusto e non significavano nulla, dato che tra loro c'è sempre stata solo amicizia, anche se per un certo periodo, a molta gente piaceva pensare che ci fosse del tenero fra loro. E, quindi, anche adesso non è che ci stia su' moltissimo, anche se di te è palesemente geloso. Ma sinceramente, adesso, ha ben altro a cui pensare.-
-Ci credo.....-
-Deve riprendere anche il tour, non può piantarlo lì così .....tanto, passata l'emergenza iniziale, ormai bisogna solo stare a vedere le prossime mosse di Rocco....Ma non vuole, dice che non se ne parla, che vuole restare con noi finché non si sarà sbloccata la situazione. Ma io la vedo difficile. Molto difficile.-
-Di' comunque proprio tutta la verità a Giorgia. Così, magari, capirà perché "ce l'avevi" con suo padre......e anche che razza di persona lui sia stato, e sia ancora.....- le consigliò.
-Appena si è un po' tranquillizzata ...., certo.....Non volevo lo scoprisse cosi'.....-
Jacopo era riuscito per qualche ora a farla sentire un po' meglio e al momento di salutarsi, lui la strinse forte e le accarezzò la schiena. Indossava il giubbotto, ma la sensazione non fu trascurabile, e arrivò comunque: Jacopo era delicato e trasmetteva sempre affetto sincero.
-Tienimi informato, e se ti serve aiuto di qualunque genere....ricordati di me!- sorrise, sdrammatizzando con un occhiolino.
-Io non mi ricordo di te solo se mi serve aiuto.....- la scrittrice divorò i suoi occhi chiari con gentilezza, e ricambiò il sorriso.
Fu un momento particolare che percepirono entrambi e che li spinse a staccarsi, e a darsi il congedo.
Tornando a casa, iniziò a piovere. Valentina avrebbe voluto scoprire la geografia del cuore di Jacopo, scoprire in che angolo del suo mondo, lei si trovasse, anche se di tale scoperta aveva un po' paura.
Insieme a lui era stato il più bel pomeriggio negli ultimi tempi, uno spiraglio di bene in un tempo difficile: le aveva dato anche buoni consigli su come aiutare Giorgia a ritrovare serenità e fiducia: era come se Jacopo, in un modo o nell'altro, sapesse sempre come fare. Forse non l'avrebbe mai ripagato abbastanza, perché la dedizione che lui, nei suoi confronti provava, Valentina non poteva dargliela. E nemmeno voleva.
Entrò a casa un po' bagnata, e si tolse il cappuccio dalla testa: Rinald stava giocando con le bambine e Sofia le corse incontro, mostrandole le manine sporche di colore.
-Ciaaaaao, mammaaaa!-
-Ciao, amore mioooo!- Valentina la prese un braccio e le lasciò un bacio sul nasino. Sofia era una bambina espansiva e affettuosa, dal carattere gentile anche se abbastanza monello. Le piaceva ridere e fare gli scherzetti, ma anche riceverli, non se la prendeva e raramente era imbronciata.
Le accarezzò il pancino, dove sapeva, abitava un bambino molto piccolo, che stava in una mano, e che un giorno avrebbe vissuto lì a casa con loro.
-Guadda!....- le disse, con il suo linguaggio, e indicando con il ditino un foglio sul tavolo con delle macchie colorate:-Fatto io!-. Esclamò con orgoglio.
Rinald le stava facendo pasticciare con i colori a dita, mentre aveva chiesto a Giorgia di fare un disegno libero, per capire come si sentisse.
-Ma bravissima!!!!!!-
-Si'!-
-Eh, e se lo dice pure da sola!- rise Rinald:-Diglielo a mamma come ci siamo divertiti!-
-Si', tantoooooo!-
Valentina si avvicinò anche a Giorgia, che però coprì con la mano il suo disegno:-Lo guarda solo lo zio Rinald. E poi non è finito.-
Lui, con un cenno, disse a Valentina che andava bene così, e lei non insistette oltre. Le chiese solo come stesse, e Giorgia rispose che stava bene, anche se si vedeva che era un "bene" diverso da quello prima dell'incursione di Rocco.
-Ermal?.....- domandò a Rinald, non vedendolo per casa e sapendo che era un periodo in cui anche lui non aveva la testa per andare in studio.
-E' uscito un'oretta fa.-
-E dov'è che è andato?....-
-Non lo so.....Non me l'ha detto....ed io ero impegnato qui con le bambine, non ho insistito.....-
-Eh, forse lo so io dov'è che è andato..... O meglio, da chi.....-
Valentina sospirò, lasciandogli però intendere che non gliene poteva parlare.
Ermal era di parola: se diceva qualcosa, difficilmente retrocedeva.
Non potendo parlare, Valentina scrisse un messaggio a Rinald: era abbastanza ridicolo comunicare con un cellulare trovandosi lì di fronte, ma a volte la tecnologia e il suo sovrautilizzo risulta utile. In questo modo, Giorgia, non avrebbe sentito, o sospettato, vedendoli che magari si allontanavano per parlare, a bassa voce, in un altro locale.
"Voleva a tutti i costi incontrare Rocco....."
Rinald lesse, e le rispose subito indietro. Cercarono di comunicare senza tradire strani sguardi, come se fossero impegnati in due chat separate.
"Immaginavo volesse farlo.....Sei sicura che sia andato oggi??.....".
"Non del tutto, ma abbastanza da poterlo ragionevolmente sospettare.......Adesso, con una scusa, esco di nuovo....Tu coprimi. Provo ad andare da Rocco. Magari gli ha dato appuntamento sotto al condominio.....Di certo non lo lascio solo. Rocco ce l'ha a morte con lui, e per quanto Ermal credo se la sappia cavare, non posso saperlo solo con lui......"
"Ma sei pazza?!?!? Ci vado io. Tu resti qua, e se Ermal lo corrompi in qualche modo, con me non si discute. Adesso cerco una scusa per uscire, coprimi tu.".
"Credi che perché sono una donna, non sia in grado, all'occorrenza, di proteggere il mio uomo?!? Conosco Rocco, anche nei punti deboli, meglio di tutti."
"No. Essere donne o uomini non c'entra niente. C'entra che tu devi stare fuori dalla cosa, stavolta, perché stavolta è tra Ermal e Rocco. Tu hai cento ragioni per restare qui, tra cui quella di non essere sola. Un colpo mal dato nei punti sbagliati potrebbe fare molto male al tuo bambino. Intanto devo trovarli, e non è né scontato né immediato.... Poi non mi metterò in mezzo, ma starò a guardare senza essere visto. Giusto per sicurezza. Guarda che Ermal è buono e caro, ma certe cose non riesce a perdonale....."
Rinald, che conosceva suo fratello forse persino meglio di quanto lo conoscesse Valentina, e che, per il solo fatto di essere maschio, lo comprendeva subito in certi atteggiamenti, come accade tra due donne, che si leggono solo a guardarsi. O neanche quello. Solo a conoscere le reciproche storie, si immedesimano, e ragionano in maniera simile.
Rinald, perciò, riusciva ad essere empatico con Ermal più di quanto non lo fosse Valentina, e certe cose le capiva al volo. Le sapeva.
Lui era convinto che con Rocco, oltre a voler proteggere Giorgia da un padre che non era tale, e a voler sistemare il problema per la sua famiglia, fosse anche una questione personale. Non era mai riuscito a nascondere a suo fratello, pur senza mai dirlo apertamente, il pesante risentimento verso Rocco, per ciò che aveva fatto a Valentina, quindi era facile immaginare che non si sarebbe lasciato sfuggire l'occasione di fronteggiarlo.
-Ragazze belle, che ne dite se stasera, nella cena, mi cimentassi io?......-Rinald si impegno' per dimostrare entusiasmo:-Vorrei farvi assaggiare il byrek......-
-E cos'è?......- chiese Giorgia.
-E' un piatto albanese, sono sicuro che ti piacerà tanto, anche se io non sono bravo come Donika. Lei sì che linfa buonissimi.....! Però mi serve qualche ingrediente, quindi esco un attimo.....faccio un saltino al supermercato, poi torno qui, e se volete, li prepariamo tutti insieme.
Alle bambine entusiasmò l'idea, perciò Rinald avrebbe cercato di mantenere la promessa e prepararglieli davvero. Intanto era riuscito a uscire senza dare nell'occhio. Scusa trovata. Adesso c'era da trovare Ermal, e non era facile. Inoltre la pioggia, e l'ora di punta, rendevano ancora più difficoltosa la visuale in macchina.
Provare a chiamarlo sarebbe stato inutile, perché non avrebbe risposto, quindi tanto valeva darsi da fare, iniziando dal luogo più probabile: il condominio dove alloggiava Rocco. Magari era fortunato, e li avrebbe trovato lì, ma non fu così: vicino all'ingresso pareva proprio che non ci fosse nessuno, anche a voler guardare bene. Intanto Rinald ne approfitto' per leggere i campanelli: ovviamente il nome di Rocco non figurava, e nemmeno quello della compagna. Erano lì temporaneamente, in una sorta di subaffitto. Entrambi lavoravano a Bari, era chiaro che non sarebbero rimasti a Milano a vita. Restava da capire che intenzioni avessero prima di ripartire.
Rinald si guardò intorno con il cappuccio calato fin sulla fronte: non riusciva ad immaginare dove potesse essere suo fratello, probabilmente insieme a Rocco.
Poi, guardò meglio e, tra le auto parcheggiate, trovò quella di Ermal: era riconoscibile perché abbastanza lunga e la targa confermò l'ipotesi. Allora, o si trovava su', nell'appartamento di Rocco, oppure aveva parcheggiato lì e i due se n'erano poi andati chissà dove, e nel caso, sarebbe stato praticamente impossibile, per Rinald, trovarli. Attese un attimo, e appena un condomino scese, lui si premuro' di tenere aperto il cancello, e di farsi un giretto dentro, forse, boh, avrebbe scoperto qualcosa.....
Si tolse il cappuccio e si guardò intorno: era un condominio di periferia, con una piantina sintetica a decorare l'ingresso, dove c'erano l'ascensore e una bacheca con appesi alcuni avvisi di condominio con delle puntine colorate.
Ricordò che Giorgia aveva raccontato di avere preso l'ascensore, quindi, escluso il pianterreno, Rinald iniziò a salire, a piedi per le scale, avvicinandosi alle porte per ascoltare i rumori e le voci provenienti dal suo interno, maledicendo il fratello che aveva e che, a quarant'anni, andava a mettersi nei guai.

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Quasi niente (STORIA COMPLETATA)
Fiksi PenggemarValentina si è trasferita a Milano per ricomporre la sua vita,trovare pace dal passato e un rifugio dalla sofferenza che l ha distrutta. Sfiduciata e apparentemente fragile, conosce un'anima simile alla sua e il rapporto di lavoro si trasforma in em...