La suoneria desto' il sonno leggero in cui Valentina era caduta e si insinuo' nel suo dormiveglia. Si sollevo' dalla spalla di Ermal su cui si era addormentata qualche ora prima e lui rispose alla chiamata, mentre Valentina accendeva la luce sul comodino.
-Mami, dimmi!- esclamo', aprendo la comunicazione e mise in vivavoce per permettere a Valentina, che era molto in ansia, di sentire come stava Sabina.
Nel pomeriggio aveva avuto alcune perdite di sangue, accompagnate da dolori, per questo si era recata al pronto soccorso, dove il ginecologo l'aveva visitata, decidendo poi di ricoverarla, per tentare di arginare la minaccia d'aborto, salvare il feto e farle, in qualche modo, proseguire la gravidanza il piu' a lungo possibile, anche se era molto difficile, trattandosi di appena 12 settimane di gestazione.
-Lo strappo alla placenta era profondo....- spiego' Mira:-..... e purtroppo Sabi ha perso il bambino.....Rimane ricoverata per il raschiamento.-
-Le posso parlare?...- chiese Ermal, prima di rendersi conto che erano le 3 di notte e che probabilmente sua sorella stava dormendo.
-Domani, Ermal. Adesso e' un po' scossa, e si sta riposando.-
-Okay. Salutamela tu e dalle un bacio e un grande abbraccio da parte mia. Ci sentiamo domani in giornata.-
-Va bene, Ermal. Adesso io vado a casa a portarle dei cambi e rimango con Miria, la preparo poi per la scuola....e con Sabi stara' Dario....Dovrebbero operarla proprio in giornata, ma non so quando....Ti faccio sapere, Ermal. Un bacio alla tua Vale e a Giorgia. Ti chiamo dopo.-
-Okay, grazie mamma. Ciao, a dopo. Vi abbraccio tutti.-
Ermal sospiro', arruffandosi i capelli impresentabili, e rimise il telefono sul suo comodino.
-Povera Sabi.....- disse, dispiaciuto, mentre Valentina aveva gia' preso la sua decisione.
-Ermal, io devo andare....Devo andare da lei, devo starle vicino in questo momento difficile. Ci teneva tanto a questo bambino, so che lo desiderava e che era felice di averlo quasi in contemporanea con il nostro, per farli crescere insieme, com'era accaduto gia' con Giorgia e Miria....-
-Vuoi andare da lei?....- le chiese Ermal, sdraiandosi ancora nel letto, voltato su un fianco verso il suo sguardo.
-Certo. Non posso lasciarla sola in un momento cosi' delicato. C'e' la sua famiglia con lei, ma voglio esserci anch'io. Quando Rocco mi ha rovinata, lei mi ha salvata e da allora non mi ha abbandonato un attimo, nonostante fossimo solo vicine di casa che si salutavano e parlavano ogni tanto. E' sempre stata con me in ospedale, mi ha fatto coraggio, ha cercato subito di aiutarmi a recuperare Giorgia, mi ha aiutata ad accettarmi per com'ero diventata, si e' presa cura della mia bambina quando io non potevo farlo. Non ha avuto un solo istante compassione di me, mi ha voluto bene per davvero. Adesso tocca a me starle accanto mentre sta soffrendo ed essere il sorriso che le manca, l'entusiasmo che ritrovera'. Non posso restare qui, a distanza. E' la mia migliore amica.-
Ermal sorrise, toccandole il viso con una carezza: era una persona bellissima, quanto la amava.......!
-Lo sai che non voglio che tu ti sforzi troppo, amore.....Devi riguardarti anche tu...Ma se e' questo che vuoi.....va bene...., ma non credo di poter venire con te....Ho le prove per il tour....-
-Non fa niente. Infatti intendevo andarci da sola. Cercami quando parte il primo treno...-
-Adesso?!?! Tu vuoi partire adesso?!?!-
-Eh certo! Voglio esserle accanto il prima possibile. Sai cos'e' un raschiamento?...-
-Piu' o meno, si'.....E' quando abortisci e ti tolgono i residui del bambino.....-
-Esatto. E' una cosa bruttissima. E' come infierire sul dolore e sull'impotenza che gia' provi. Io sono donna, sono mamma, lo capisco.....Ci si deve sentire molto male.....e non voglio che Sabina, in questi momenti che fanno molto male dentro, sia senza di me. Chiamo Francesca e le dico di prendersi cura di Giorgia, di occuparsi di lei, di portarla a casa sua per qualche giorno.-
Prese il cellulare e fece per chiamarla.
-Spero di non essere di disturbo per tua mamma....-
-Ma scherzi?! E' casa tua! Io spero che, invece, non ti stanchi troppo, te.....-
-Ma cos'e' questo? Il Meta protettivo/ apprensivo?......- scherzo', dandogli uno schiaffetto sulla testa:-Guarda che non mi piace! Ho vissuto nell'apprensione e ho cercato di uscirne con forza, trovando una strada che fosse il piu' equilibrata possibile, per favore non farmela ricordare!-
-Non voglio essere apprensivo, non lo sono, figurati, lo sai.....! Ma protettivo un pochino lo sono, con le persone che amo....-.
-Si', come al raduno dei lupi, ti ricordi?....Avevi raccomandato a chi doveva guidare al ritorno,di andare piano per una spruzzata di neve!- rise Valentina.
-Si'....-
-Sai quanto ti amo io da 1 a 10?......- Valentina gli si approssimo', prendendogli il viso tra le mani, con un atteggiamento vagamente scherzoso, per sdrammatizzare:-Meglio che non lo sai! Sotto al tuo caro cespuglio potresti montarti la testa, quindi la beata ignoranza e' meglio! Ti basti sapere che su una scala da 1 a 10 vedresti molti zeri dopo il primo!- Gli stampo' un bacio sulla fronte e poi chiamo' Francesca.
-Scusami per la levataccia, cicci...ma ho bisogno di te.-
-M'hai spaventato, Vale! A quest'ora! Cosa succede? Dimmi tutto. Cosa posso fare per voi?...-
Anche Francesca era adorabile, Andrea aveva scelto bene, era una buona compagna e il maestro approvava. Le cerco' gli orari dei treni e Valentina organizzo' tutto velocemente.
-Tu mi accompagni in stazione, Ermi e intanto Francy viene qui per Giorgia e poi va al lavoro. poi vi mettete d'accordo se andare a prenderla tu o lei all'asilo....-
-Va bene......- Ermal la guardo' mentre si vestiva velocemente e prendeva qualche abito di cambio, infilandolo in una borsa da viaggio di Ermal.
-Sei bellissima.- le disse, incantato dall'amore che provaca per lei.
La sua pancina era tenerissima e nascondeva il miracolo piu' grande ed inspiegabile: la vita che ritorna e vince sulle ombre che ci portiamo dentro.
Gli dispiaceva tanto per Sabina, ma era sicuro che la presenza di Valentina l'avrebbe aiutata a riprendersi presto e a superare la sofferenza. Sabina le era affezionata come una sorella e sentirla vicina le avrebbe fatto sicuramente bene al cuore. Valentina, poi, era una persona straordinaria, che non si risparmiava mai per coloro che amava e a cui, incondizionatamente, donava se stessa. E se in passato non aveva ricevuto nulla in cambio, ormai era diverso, e lei lo sapeva: con lo stesso amore, veniva ripagata.
-Ti mando Rinald a prenderti in stazione quando arrivi.-
-Okay.-
-Ciao, amore.- Ermal, nonostante ci fosse gente in stazione, azzero' la distanza tra loro lasciandole un veloce ma intimo bacio sulle labbra.
-Ciao ciao, cespuglietto mio.- lo saluto' Valentina toccandogli i capelli. I suoi polpastrelli passavano tra i ricci con delicata e affettuosa dolcezza.
-....Fate i bravi tu e Giorgy senza "il generale", mi raccomando! Altrimenti vi faccio controllare da Bizio! Ah ah ah! Francy c'e' sempre se avete bisogno (e solo fino a un anno fa avrebbe sclerato al solo pensiero di entrare e mettere mano in casa tua!!!!!) Torno appena Sabi sta meglio, voglio starle vicino, come lei, senza pensarci due volte, ha fatto con me.- gli ripete', senza smettere di pasticciargli i capelli.
-Da Bizio?!?! No, guarda, sono io che devo controllare lui! Mi sa che ne sta combinando qualcuna....!-
-Perche'?...- rise.
-Ehhhh, te lo spiego poi, dai. Buon viaggio, amore. Un ultimo bacetto....e chiamami appena arrivi. Noi faremo i bravi bimbi, mammina.- le lascio' un bacetto sul naso e poi le sistemo' la sua borsa sulla spalla.
-Mi vedi gia' solo come mamma?....-
-Io ti vedro' sempre come la bellezza piu' grande che i miei occhi abbiano mai visto.-
-Okaaaaay, Meta, ho capito. Vuoi mandarmi via.....e dopo questa......mi avvio al mio binario....-
Ermal si mise a ridere, inviandole gli ultimi baci con la mano, a distanza.
Valentina sali' sul treno, si accomodo' e inseri' le cuffiette nel cellulare. Chiuse gli occhi e la musica fece il resto: il cielo d'inverno stava perdendo le sue ombre, per rischiararsi della luce del giorno. Pareva la sua perfetta metafora.Ogni volta che prendeva un treno per Bari riviveva IL viaggio, quello "della speranza", verso Milano, quella citta' del Nord nebbiosa e sconosciuta, in cui non aveva certezze tranne una: ricominciare. L'affetto sincero di Francesca la attendeva ed era il supporto indispensabile per non annegare nel tumultuoso mare in tempesta in cui navigava.
Pareva una vita addietro e una vita era trascorsa in pochi mesi, da quando Ermal c'era stato. Valentina avrebbe voluto tornare nel bar in cui si erano incontrati per la prima volta, per ritrovare le emozioni insite nei luoghi, nelle piccole cose. I luoghi sono persone, i profumi raccontano il tempo, le emozioni generano la vita nella memoria.
Ogni individuo ha la propria strada, segnata dalle scelte, e mai dal destino. Ormai lo sapeva bene, e se il "destino" le diceva quanto fosse ormai perduta a causa delle sue paure e insicurezze, la strada che aveva scelto era stata diversa. Non era stato scontato il corso della sua storia.
RICORDI DI VALENTINA
"....Ciao, come va?"
"Mh......"
"Scusa se ti suono presto, ma voglio dirti di prepararti, che usciamo."
"No, sul serio. Non mi va. Avrai sentito la litigata di ieri notte. Mia madre ha voluto trasferirsi qui da me solo per farmi stare male. Credo che il suo fosse un piano diabolico!"
"Vi ho sentite.....e volevo suonarti....ma poi era troppo tardi e temevo tua madre mi cacciasse via, dicendo di farmi gli affari miei. Dov'e' ora?"
"Di la'. Giorgia sta ancora dormendo. Mi insulta davanti a lei per gli errori che ho commesso a fidarmi di Rocco e credo mi odi sinceramente. Voleva una figlia diversa e il fatto che voglio essere una madre diversa da lei.....non lo accetta. Sono la sua nemica e mi deve combattere. Vuole comportarsi da madre per Giorgia, ricalcando i vecchi errori. E non mi lascia spazio. Sabi, io.....io non so se voglio ancora vivere.....E' finito tutto. Sono una fallita, come mi dice lei, che con questo viso non andro' lontano."
"Tu andrai esattamente dove vorrai trasportarti. Se tua mamma ti insegna questo, la mia mi ha sempre insegnato l'esatto opposto: non esiste un destino precostruito o che ti sei creato, in cui devi restare per forza. E' un tuo diritto cambiare. E' un tuo dovere tentare. Adesso cambiati, che ti porto al mare."
"Non credo di averne voglia...."
"Tu hai sentito il punto di domanda in fondo alla frase?.... Non era una domanda, infatti! Noi oggi andiamo al mare, dovessi costringerti! Quando sei pronta mi suoni il campanello. E se vedo che non vieni, io arrivo ancora a romperti le palle, sappilo! Non ti libererai facilmente di me!"
Sabina era con lei tutti i giorni peggiori, e cercava di renderli migliori, di restituire il sorriso al suo volto ferito e di aiutarla a riscrivere le sue pagine nuove, valorizzandola attraverso il coraggio che una donna e una madre che ha subito violenza porta con se' come un inestimabile valore quando ricomincia a rialzarsi e a ricostruire tutto,dal niente che lui ha lasciato dopo avere provato a distruggerla. Sabina, anche se Valentina allora non lo sapeva, si ricordava di sua madre, di quello che aveva subito gli anni in cui lei era piccola e di cui aveva pochi ricordi. Ermal cercava di proteggerla sempre dal padre. Sabina aveva un solo ricordo molto traumatico dei primi anni della sua vita: la mamma e il papa' stavano litigando e la mamma aveva minacciato di andarsene con i figli, un po' come aveva fatto Valentina con Rocco. Lui l'aveva, allora, spinta giu' dalle scale. Sabina, che stava guardando, aveva provato un'immensa paura. La mamma aveva riportato solo diverse contusioni, ma lei ricordava il terrore di quella manciata di intensi secondi nei suoi occhi di bambina: aveva paura che la mamma potesse morire.
Sabina aveva raccontato questo episodio all'amica solo ultimamente, perche' anni prima era Valentina ad essere al centro del suo interesse, quindi di se stessa non parlava mai, se non di rado, della sua adolescenza, degli amici e di Dario e Miria. Aveva raccontato di Rinald e della sua passione per il disegno, ma non di Ermal. Ascoltare Valentina aveva la priorita' sul parlare di se stessa. E lo stesso faceva Mira che, molto riservata, non le aveva detto nulla di se',ma le aveva lasciato intendere, dall'insistenza sofferta con cui le ripeteva di partire, lasciare tutto e andare via per ricominciare altrove, anziche' piangere perche' non riusciva ad essere madre con le interferenze di sua madre e ad essere donna con le sue offese. Valentina non aveva nulla: era in apparenza debole, spaventata, sofferente, senza una professione fissa essendosi sempre occupata soprattutto della casa e di Giorgia, il suo volto era lacerato come il suo cuore e non aveva altra occasione se non quella di appoggiarsi a sua madre. Messa com'era, a nemmeno trent'anni, poteva essere solo una fallita, una donna sconfitta dentro, fuori e dalla vita, da se stessa. Giuseppina glielo ricordava tutti i giorni e, vittima della sua solita nevrosi, sapeva di averla di nuovo in suo potere.
Valentina si sentiva meno di niente. Mira, invece, le aveva spiegato che quando tutto sembra segnato, e' il momento di cambiare le stelle. Non e' facile, ma se ci avesse provato, spinta dall'amore per sua figlia, che voleva riscattare e a cui doveva dare una vita migliore di cosi', ci sarebbe riuscita.
-Non c'e' qualcuno che potrebbe aiutarti?.....- le aveva detto Mira e Valentina aveva subito pensato a Francesca, nonostante negli ultimi anni si fossero tenute in contatto solo sporadicamente. Non avevano, pero', mai smesso di volersi bene.
-Mia cugina vive e lavora da anni lontano da qui, su a Milano....Credo che nemmeno sappia dell'accaduto. Dubito che gli zii le abbiano detto qualcosa, per non preoccuparla a distanza O forse mi ritiene colpevole e non mi ha contattata.-
-Prova a contattarla tu e scoprilo.Ascoltami, Vale. Non voglio mai piu' vederti venire da Sabina in lacrime. Piangere non dara' una vita nuova ne' a Giorgia ne' a te e vi rendera' per senpre vittime del bastardo che vi ha fatto del male. Lui voleva questo:annientarti, nella morte, o in una vita come questa. Ha provato a cancellare la tua bellezza esteriore, credendo, se ti fossi salvata, di chiuderti tutte le porte: nessun altro uomo, nessun'altra opportunita', ma solo dolore, biasimo, vergogna. Voleva annullarti e arrestare, in qualche modo, la tua vita, se l'avessi lasciato. E invece no. Tu e Giorgia meritate la migliore vita del mondo. Ma non la costruirai con le lacrime! Cosi' la stai solo dando vinta a lui. E' questo che vuoi?! Io non credo. Piangere su quello che ti fanno credere possa essere d'ora in poi, qui con tua madre a stare male, denudata di tutto, anche della dignita', non e' l'unica strada.-.Mira l'aveva quasi rimproverata e Valentina non avrebbe mai dimenticato l'impeto e lo struggimento che le aveva letto negli occhi e che, subito, le aveva fatto capire che lei stava attraversando un dolore mentre le diceva di non lasciarsi abbattere e di essere, ancora piu' di prima, una mamma coraggiosa.
Valentina aveva chiamato Francesca, che non sapeva niente e che pianse di dolore e di rabbia.
-Io, ti giuro, che questo lo ammazzero' con le mie mani, prima o poi. Lo faro' ammazzare, perche' non merita di vivere.-
Valentina le aveva spiegato tutti i problemi con la madre e con l'educazione di Giorgia e Francesca, mossa da affetto sincero e non da compassione, organizzo' la partenza con lei. La mamma lo seppe all'ultimo e le chiuse, offesa, la porta in faccia, dopo gli ultimi insulti, mentre Sabina la aspettava per portarla alla stazione, da cui Valentina, a Bari, alla sua terra, e al suo passato, avrebbe detto addio. Sabina c'era sempre stata, solo per amore.
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Quasi niente (STORIA COMPLETATA)
FanficValentina si è trasferita a Milano per ricomporre la sua vita,trovare pace dal passato e un rifugio dalla sofferenza che l ha distrutta. Sfiduciata e apparentemente fragile, conosce un'anima simile alla sua e il rapporto di lavoro si trasforma in em...