L'atmosfera di una delle più belle estati di Valentina si era sciolta nell'autunno, per scivolare poi dentro all'inverno, ai suoi colori spenti, e alle sue luci della sera. E, come sempre, i negozi del centro di Milano, esponevano i loro migliori addobbi, si accendevano, insieme al buio, le luminarie sulle strade. La gente iniziava a pensare ai regali da fare, che un altro "Christmas time" era alle porte e che,tra qualche settimana, sarebbe tutto passato. Sarebbe iniziato un anno nuovo, si sarebbe ricominciato il girotondo dei mesi, il rincorrersi delle stagioni, di nuovo, ancora.
Non c'è tregua al fuggire scandaloso del tempo. Esso è sempre più forte e sembra quasi "fregarci".
Ermal era impegnato per la seconda parte del suo tour, quella all'estero, in diversi paesi europei, compresa la sua Albania. Concluso il tour estivo in Italia, erano state stabilite le date europee, tra novembre e dicembre, proprio a ridosso del Natale. Andrea lo accompagnava sempre, nonostante si fosse deciso a fare uscire il suo primo disco in settembre, sorprendendo anche Francesca, ma proprio per gli ultimi impegni con Ermal, aveva deciso di posticipare gli instore a febbraio, anche dopo la nascita di Paola, per evitare di essere assente proprio il giorno in cui lei sarebbe nata.
-E con la mia fortuna......-diceva:-Scegliera' di arrivare proprio il giorno di un instore.....!- quindi aveva deciso di evitare rischi, rimandando tutto "a dopo". Ormai era sicuro già da diversi mesi: sarebbe stata una femmina e il nome Paola era sicuro. Andrea aveva lasciato che Francesca celebrasse così la sorellina nata prematura, che non era riuscita a sopravvivere, e in fondo, il nome gli piaceva. Non nascose che avrebbe preferito un maschietto, con cui giocare a calcio e fare il tifo alle partite, ma guardando il rapporto bellissimo tra Ermal e Sofia, si era convinto che anche con una bambina sarebbe stato magico.
Sofia aveva un anno e mezzo, era vivace e socievole e aveva un rapporto speciale con il papà: si coccolavano, si rotolavano sul letto o sul divano e giocavano insieme; lei amava sentirlo suonare o leggere per lei una fiaba, anche se non aveva l'intonazione giusta, ma a Sofia non interessava.
Andrea sperava di essere un bravo papà, maturo abbastanza per riuscire a fare crescere una bambina e di saper dosare tutti gli ingredienti per tenere insieme una famiglia felice per tutti. Era in arduo compito, di grande responsabilità, ma si sentiva pronto ad affrontarlo, mentre il momento del parto si avvicinava sempre più.
-E il matrimonio....quando?......- chiedeva il padre di Francesca ogni volta.
-Il matrimonio...... è per i romantici.- rispondeva lei, mostrando chiaramente l'intenzione a restare "solo" conviventi, almeno per il momento:-Vivere assieme come una famiglia è lo stesso che sposarsi. Non capisco la differenza....per noi è la stessa cosa.....-
I genitori di Francesca non erano convinti, ma li lasciarono fare a modo loro senza insistere troppo: in fondo, molti giovani ormai facevano così e l'importante era che i ragazzi si volessero veramente bene.
Francesca andò a lavorare fino all'ultimo, poi si prese, finalmente, del tempo per sé, che trascorse spesso insieme a Valentina. Entrambe erano a casa "da sole", senza i loro uomini, che erano in tour, e ne approfittarono per giocare un po' "ai vecchi tempi": uscite e cene insieme, un film e l'immancabile vaschetta di gelato anche in inverno, le confidenze sul divano, che non era più lo stesso, ma che ospitava le stesse cugine, cresciute, cambiate, ma con la stessa voglia di stare insieme e di non lasciarsi mai.
Valentina accompagnava Francesca in giro per negozi, a comperare tutto l'occorrente per Paola: i vestitini, i lenzuolini e le copertine, e provava una certa nostalgia dentro di sé.
-Le mie bambine ormai sono grandi.....- esclamò, davanti a una graziosa tutina rosa per neonata in morbida ciniglia, accarezzandolo con le mani.
-Giorgia, sì, è "grande", ma ha ancora tanto bisogno di te, e Sofy....ha solo un anno e mezzo!- ribatté Francesca.
-Lo so, ma certi momenti mi mancano..... È stupendo crescere i figli, Francy. E l'ho capito ancora di più da quando ho avuto Sofia. Quando è nata Giorgia ero ancora giovane, mentre con Sofia ero più matura, e ho vissuto le cose con più calma e consapevolezza. Ed è bellissimo vivere più volte le diverse fasi della loro vita. È un po' come se rinascessi per ogni figlio che metti al mondo.....-
Francesca guardò con affetto la sua espressione sognante e piena di amore, che negli anni, era rimasta la stessa, incorruttibile nonostante tutto.
-Hai sempre amato prenderti cura degli altri....anche di me.....-
-Poi tu l'hai fatto con me.....- le ricordo' Valentina:-Si', è vero, mi piace dare il mio cuore. Mi realizza quasi quanto scrivere. Sento che sono in questo mondo per qualcosa, che non è vano il mio passaggio, che non è, nonostante tutto, insignificante la mia presenza.....Vorrei un altro figlio.......-
L'affermazione stupì Francesca:-Davvero?!?!?-
-Si'. È un'idea buttata lì, non che con Ermal se ne sia parlato, figurati..... però....non mi dispiacerebbe, anche se non subito, avere un altro bambino....-
-Ne hai già due. È il numero perfetto.-
-Si', è vero. Due va bene, ma se riuscisse ad arrivare il terzo......sarebbe un'ulteriore realizzazione per me....e un dono in più alle bambine che già ci sono. Non mi è piaciuto crescere sola, anche se c'eri tu quasi come una sorella, e avevo i miei interessi ad assorbirmi completamente, la musica e lo scrivere......,ma credo che, condividendo le nevrosi di mia madre con un fratello o una sorella....forse, chissà......avrei fatto scelte diverse.....e non mi sarei sentita molte volte malinconica, del tutto incompresa, fuori dal mondo.....Vedo Ermal e i suoi fratelli.....loro sono in tre e l'uno per l'altro ci sono sempre, da sempre.....Quando si è in tanti non c'è spazio per la malinconia......Tre bambini.....non mi dispiacerebbero....anzi!-
-Boh...vedete voi......!- rise Francesca.
-Io mi immaginavo sola con Giorgy.....io e lei.....non pensavo a un altro bambino.... sì, forse con Andrea, con il tempo.....ma poi forse non ne avrei avuto voglia....-
-E' la persona giusta che ti fa venire voglia di figli!-rise Francesca.
-Sofia è arrivata per caso.....mi piacerebbe che arrivasse "per scelta" un figlio con Ermal....Non che cambi qualcosa, ovviamente.....ma mi piacerebbe vivere anche questa emozione con lui.....-
Se Valentina lasciava a un romantico "forse" l'importante scelta di una nuova maternità, era certa di ciò che sarebbe accaduto subito dopo le feste natalizie: il libro era pronto e i primi giorni del nuovo anno sarebbe uscito. La sua emozione era alle stelle: tutti avrebbero saputo la sua storia, e il significato delle sue cicatrici. I segreti sarebbero stati svelati e lei voleva proprio che fosse così, non intendeva nascondersi dietro la sua protagonista, che aveva un altro nome. La protagonista era lei, senza filtri, e la sua decisione di non nasconderlo era evidente fin dalla copertina, che recava un sua vecchia fotografia, di quando lei era solita nascondere il viso.
Nella storia, aveva cercato di essere il più possibile sincera, anche quando raccontava il suo matrimonio: spese qualche capitolo raccontando anche i momenti belli e non solo i litigi, le violenze e la droga.
Il titolo, "Incancellabile" racchiudeva tutto il senso della vicenda, e della sua vita: se con l'acido, l'ex marito aveva provato a cancellarla, non ci era riuscito, perché lei era stata più forte, sopravvivendo fuori e dentro, e riprendendosi tutto con gli interessi, ricostruendo la sua strada.
Valentina sentiva che quel libro era veramente una svolta per se stessa: riuscire a lasciare andare molto della propria storia, significava superarla e andare oltre i propri limiti, i propri schemi, essere davvero una persona nuova, libera.
Ermal, nel romanzo, era un famoso maestro di musica, che si occupava anche di scrivere brani per diversi cantanti usciti dai talent, un uomo molto colto e sensibile, dall'infanzia difficile e infelice, e con il cuore spezzato da un matrimonio andato male. Non si chiamava Ermal, ma era ugualmente riconoscibile nella storia, nella personalità e nell'aspetto fisico "disordinato, con i capelli scomposti, ma ordinato da un paio di occhi che lasciavano intravedere stralci della sua anima.....".
Valentina, con il libro, si offriva completamente nuda, ma non se ne vergognava, anzi, voleva condividere ed essere da esempio per le donne nella sua condizione, oppure per chi, per qualche ragione, si sentiva "cancellata".
Ermal, Francesca e Sabina l'avevano letto in anteprima, apprezzandolo molto e la scrittrice era soddisfatta del lavoro compiuto. Sentiva che, per quanti libri avrebbe potuto scrivere dopo, quello era il più importante di tutta la sua vita, indipendentemente dall'esito che avrebbe avuto.
Non annunciò niente sui social, perché preferiva che l'uscita di "Incancellabile" fosse una sorpresa; voleva che fosse qualcosa "ad impatto", senza anticipazioni, e raccomandò anche ad Ermal di non lasciarsi scappare niente. Ma non c'era pericolo, perché lui era in tour ed aveva altro per la testa.
Valentina, a casa con le bambine, ascoltava l'inverno e trascorreva poi la notte al telefono con lui: gli raccontava tutto, si faceva raccontare tutto e rideva insieme a lui.
Giorgia frequentava la seconda elementare e, ormai brava a leggere, trovò a casa, tra le cose di Ermal, le vecchie storielle di Natale che sue madre aveva scritto alla sua età e, in occasione delle feste, aveva deciso di leggerle.
Descrivevano un tempo lontano, gli anni '90, in cui i bambini erano meno "tecnologici" e un po' "diversi", e si poteva ritagliare le immagini dalle riviste, presenti in grandi quantità.
Giorgia apprezzò le storielle scritte dalla mamma e le lesse tutte con molto interesse, mentre Valentina rideva, e si schermiva.
-Ma perché raccontavi spesso di bambini che non stavano bene a Natale?....- le chiese all'improvviso Giorgia, trovando la cosa abbastanza strana.
-Perche'....ero un po' diversa dagli altri bambini.....i miei pensieri erano un po' diversi......-
Tra poco tutti avrebbero conosciuto il suo passato, la sua infanzia perfetta esteriormente, ma buia e lacerata dentro. E anche Giorgia, un domani, avrebbe saputo tutto, anche di suo padre. Avrebbe letto "Incancellabile". Valentina le avrebbe parlato, con il supporto di Ermal, quando avrebbe avuto qualche anno in più, durante l'adolescenza. Aveva, da sempre, deciso così, perché era convinta che fosse il suo bene.
Ermal aveva aggiunto un paio di altre date al tour europeo, dato il grande successo, che l'avrebbe tenuto impegnato fino alle prime settimane del nuovo anno, ma per le feste di Natale, riuscì a tornare, e si restò tutti insieme a Bari.
Valentina conobbe anche Donika, che viveva ancora da Rinald e che, insieme a lui, combatteva l'ex, in attesa che i tempi della giustizia facessero il resto. Lui la andava a prendere al lavoro e cercava di proteggerla, si era dichiarato come il suo fidanzato e più di una volta entrambi avevano ostentato, baciandosi davanti a lui. Ma questo non aveva fatto altro che incattivire il ragazzo possessivo,che aveva affrontato direttamente Rinald, minacciandolo se non avesse lasciato Donika che era "proprietà sua".
-Ma come ti permetti di dire una cosa del genere?!?! Nessuno è proprietà di qualcun altro!- era sbottato Rinald, indignato da una tale affermazione ed aveva assentito quando il ragazzo gli aveva detto se fosse a conoscenza che Donika non avrebbe potuto avere figli.
-Certo che lo so. E allora?!....- gli aveva risposto Rinald, fingendo di essere un compagno forte e innamorato, e per un po' di tempo, lui era stato lontano.
Le feste natalizie, da Mira, furono come sempre da ricordare, da mettere in cornice, appese a una parete del cuore: c'era anche Dennis, di pochi mesi, a risvegliare ancora di più l'istinto materno di Valentina e la famiglia era arricchita da nuove presenze, e nutrita di rinnovate speranze per un domani gentile. Era stupendo fidarsi l'uno dell'altro e volersi bene, e che ci fosse anche il padre della scrittrice, che scherzava con Ermal e che andava d'accordo con Mira, che giocava con le bambine e che raccontava delle giornate solitarie e tristi di Giusy. Lei non si era ancora schiodata dalle sue rigide posizioni e alla figlia aveva mandato solo un freddo messaggio di auguri, che era comunque meglio di niente. Rompeva, in ogni caso, il silenzio.
"Buone feste a te e a quella che credi sia la tua famiglia."
C'era sempre l'ombra della gelosia nelle parole di Giusy, quel rapporto morboso, infastidito dalle presenze altrui. Valentina le rispose.
"Sei tu che NON credi che questa sia la mia famiglia. E sbagli. Ma te ne renderai conto, prima o poi. O almeno spero. E quando vorrai tornare da me, voltando pagina dal passato, per tutto, io l'avrò già fatto. Buone feste."
Giusy lasciò il silenzio dietro le parole di Valentina, che si spensero nella sua, solita, indifferenza. Ma Valentina aveva imparato a non pretendere, e a saper aspettare, a dare speranza che non sia illusione, a superare se stessa nelle debolezze. A volte, tornavano. Ma non era più sola ad affrontarle, questa era la differenza. C'era Ermal con lei, e c'erano anche i fratelli che non aveva mai avuto: Rinald e Sabina.
Proprio durante le feste natalizie tornò alla luce una vecchia fotografia, a casa di Sabina.
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Quasi niente (STORIA COMPLETATA)
FanfictionValentina si è trasferita a Milano per ricomporre la sua vita,trovare pace dal passato e un rifugio dalla sofferenza che l ha distrutta. Sfiduciata e apparentemente fragile, conosce un'anima simile alla sua e il rapporto di lavoro si trasforma in em...