Twenty. ✔️

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Irama's pov.

Mentre pronunciai quelle parole, non sapevo esattamente cosa mi passava per la testa, ma dissi quel che sarebbe stato più giusto per lei, per me.
Guardai il suo viso, mentre piano piano il suo sguardo si abbassava.
Inizió a mordersi il labbro, lentamente.
Una tortura.

Non sapevo come comportarmi.
Che altro avrei dovuto dirle?
E se l'avessi ferita?
Andiamo, non mi importerebbe comunque.
Non ero il ragazzo che si preoccupava per questo genere di cose, non mi importava delle emozioni altrui, e mai più sarà così.

Cercai di osservare il suo sguardo, anche se i suoi occhi non erano più rivolti verso i miei.

-Ragazzina.- la chiamai, sfiorando la sua gamba.

Lei non mi rispose.
Era come se fosse da un'altra parte con i suoi pensieri.

-Non dirmi che ti sei offesa..- sussurrai.

-No, affatto.- mi guardó, di nuovo. - Apprezzo la tua sincerità, davvero.- mi sorrise.

-Ma dovresti smetterla di reprimere le tue emozioni per paura di amare qualcuno di nuovo.- aggiunse poi, e dopodiché se ne andó.

Non mi guardó, non accennó neanche un sorriso.
Quel sorriso che mi faceva sentire maledettamente confuso.
Era così pura e piccola quando sorrideva. Perché non mi ha sorriso di nuovo?

Scossi la testa.
Non dovevo pensare al suo sorriso, a lei, ma soprattutto, alle sue labbra.
Mi alzai da quella panchina vuota e mi diressi verso la mia cella prima dell'arrivo di qualche guardia.
Mentre camminai, mi voltai verso quella panchina.
Era così fottutamente vuota senza di lei, sarei potuto rimanere, ma non sarebbe mai stato lo stesso.
Il suo profumo. Lo sentii attorno a me, era peggio di una droga.

Diamine, la dovevo smettere.

-Irama, dove sei stato?- vidi Benjamin con la schiena poggiata contro il muro del corridoio.

-Fuori in cortile, avevo bisogno di prendere un po' di aria prima di andare a dormire.- scossi le spalle.

-Eri solo?- fece un piccolo sorriso.

-E a te che importa? Torna a dormire.- sbuffai, incrociando le braccia al petto.

-Ho incrociato Emma prima di te, aveva lo sguardo leggermente diverso dal solito. Sei sicuro di non essere stato assieme a lei?-

Ma dove eravamo finiti, in una specie di interrogatorio forse?

-Smettila di farmi tutte queste cazzo di domande, se ero con lei a te non deve importare, capito?- risposi, alzando leggermente il tono della voce.

-Cavolo calmati amico, perché ti irriti così facilmente?- scoppió a ridere.

-A te piace quella ragazzina, te lo leggo in faccia Benjamin, magari è per questo che insisti tanto.- cambiai argomento, e lui smise di ridere.

-A me non piace Emma, la vedo solamente come una cara amica. E anche se fosse, non vedo quale sia il problema.-

-Stai ammettendo che ti piace, quindi?- mi avvicinai a lui.

-Dio, ma mi ascolti? È solo un'amica, finiscila!- mi guardó dritto negli occhi colpendo il muro dietro di lui con un pugno.

-Seriamente amico, stai solo perdendo tempo. Quella ragazza è innamorata persa di te e non tu fai altro che farla soffrire e allontanarla per paura che, un giorno, tu possa ferirla e perderla per sempre.- disse, con un tono più calmo rispetto a prima.

-Lei non è innamorata di me, non dire cazzate.- mi allontanai dal suo corpo, portando le braccia dietro la schiena.

-Andiamo, ma non vedi come ti guarda? Non vedi come le si illuminano gli occhi quando parla di te? Non puoi essere così sciocco da negare ciò che è più che evidente.-

-Io non potrei mai renderla felice come desidera. Io non sono il ragazzo giusto per lei, Benjamin. Non sono il tipico ragazzo romantico, quello che fa sorprese alla propria fidanzata, che la stringe forte a sé nel cuore della notte, che le prepara la colazione o che farebbe di tutto per vederla sempre felice. Benjamin, io non sono più così. Stare con me, è come stare con il diavolo.- dissi, abbassando lo sguardo.

-Ed io non posso permettermi di perdere la testa per lei, non posso.- aggiunsi.

-Peccato che tu l'abbia già fatto, amico.- mi sorrise dandomi una pacca sulla spalla, dopodiché entrò nella nostra cella.

Tutte quelle parole di Benjamin mi davano il tormento.
Io non ero  più così da troppo tempo ormai.
L'amore non poteva andare d'accordo con il ragazzo che ero diventato, ed io non potevo  andare d'accordo con i sentimenti.

Mi sfregai le mani tirando dei calci al muro, con gli occhi chiusi.
Tutto questo sembrava un inferno.
La mia era una brutta reputazione. Ho un brutto carattere che non sono mai stato in grado di gestire, purtroppo.
Non sapevo che cosa significasse rendere felice una persona, e nemmeno mi importava, perché quella persona non esisteva più.

Questi pensieri, la voce nella mia testa, le parole di Benjamin, mi stavano lacerando dentro.
Ma c'era una cosa che valeva più di tutto il resto.
Una cosa che avrei dovuto fare prima, su quella dannata panchina, qualcosa che mi stava uccidendo.

Smisi di pensare e mi diressi verso la sua stanza.
Non mi importava di niente.
Dovevo farlo.
Le mie mani iniziarono a sudare, e sentii il mio cuore esplodere.
Portai le dita in mezzo ai capelli e feci un respiro profondo per cercare di calmarmi.
Bussai la porta, sperando di vedere il suo bellissimo viso.

-Irama.- sussurrò il mio nome, con la voce assonnata. -Che ci fai qui? Non dovresti dormire?- chiese, e cacciò un piccolo sbadiglio.

Dio, era così tenera.

-Non volevo svegliarti, scusami.- la guardai negli occhi. -Puoi uscire un attimo dalla stanza? Devo parlarti.- presi la sua mano. Era gelida.

Lei non disse nulla. Mi lanció uno sguardo confuso.

-Non c'era bisogno che mi tenessi la mano, so la strada.- inizió a ridacchiare, e in quel momento sentii il mio cuore esplodere.

-Beh..- sospiró, poggiando la schiena contro il muro. -Che cosa devi dirmi di così tanto urgente?-

Rimasi immobile a guardarla.
Era così piccola e bella.
Feci dei piccoli passi verso di lei e poggiai le mani sui suoi fianchi, accarezzandoli.
Il suo respiro diventó più pesante, ma si lasció andare, portando le braccia attorno al mio collo.
Incastró lo sguardo con il mio, confusa. Ma non si allontanó da me neanche per un secondo, non lo avrebbe fatto.

-Vuoi rischiare, Irama?- ridacchió.

-Questa fottuta voglia di baciarti mi sta uccidendo, niente e nessuno mi impedirà di farlo.- ammisi più a me stesso, che a lei.

Non aggiunsi più nient'altro, volevo solo sentire il sapore della sua labbra a contatto con le mie.
Erano così morbide, così sottili. Mi piacerebbe riempirle di morsi, di baci, per sempre.
Questa sensazione dentro di me, il battito del mio cuore, i brividi sul mio corpo, e questa debolezza che mi conduceva sempre a lei, Dio, era tutto così confuso.
Mi accarezzó i capelli con le dita, mentre le mie mani giocavano ad esplorare il suo corpo esile.
Picchiettai la lingua sul suo labbro inferiore, e dopo qualche secondo, la sua lingua entró a contatto con la mia, creando una bellissima danza che non avrei mai voluto finisse.
Io non sapevo cosa significasse tutto questo, non avevo idea dell'impatto che potrebbe avere su di me, del vecchio Irama che potrebbe tornare a galla e rovinare tutto quanto.

Questa ragazzina era diventata la mia fottuta rovina.
Lei, il suo carattere, mi hanno sempre infastidito, sin dal primo momento.
Eppure quando le stavo vicino, quando sentivo la sua voce così vicina a me, quando l'accarezzavo, non vorrei mai lasciarla andare via da me.

-Perché mi hai baciata?- domandó, non togliendo le dita dai miei capelli nemmeno per un secondo.

-Perché ne avevo bisogno, Emma.- sorrisi, sinceramente, e lei ricambió.

Bad Reputation. ×Irama Plume.× #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora