Three. ✔️

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Una volta finita quella strana conversazione con Irama, una parte del mio cervello avrebbe tanto voluto andare da lui per saperne molto di più, ma l'altra parte ha preferito mille volte ritornare in stanza per cercare di rielaborare meglio la situazione, anche se dubitai fortemente di riuscire nel mio intento.

I suoi occhi.
Quegli occhi emanavano qualcosa di cupo e profondo, proprio come lui, e dopo il suo comportamento credo che sarà difficile scoprire tutta la sua storia e il motivo per il quale sia finito in questo schifoso posto.
Quando sentii la sua mano sfiorare leggermente la mia, quel tocco, era troppo calmo e delicato per portare con sé dolore e distruzione.

Cosa nasconde Irama di tanto interessante?

Stupida coscienza, non ora.

Ti ricordo che hai iniziato tu a pensarci, io sto solo dando il mio contributo.

Al diavolo.
Odiavo tanto dar ragione alla mia coscienza, ma aveva perfettamente ragione.
Da quando ero ritornata in stanza non smisi nemmeno per un secondo di cercare, o almeno sforzarmi, di capirlo.
Perché si divertiva a prendersi gioco di me? Ero un bersaglio così semplice da prendere?

Non mi capacito di capire come tu abbia fatto a resistere davanti a un manzo del genere, vergogna!

La finisci di farmi pensare a certe cose? Dannazione, non mi interessa minimamente!

Sbuffai portando la testa sul cuscino, lasciando cadere il mio corpo a peso morto su questo letto.
Questa giornata era già iniziata con il piede sbagliato, sperai solo che potesse concludersi diversamente, non sopportavo questo posto né tanto meno il mio lavoro.
Odiavo la mia vita.

-Emma, posso entrare?- sentii la voce di Megan dietro la porta, e mi alzai subito per darle il consenso, anche se non ce n'era minimamente bisogno.

-Perché quella faccia?- mi guardò preoccupata, le feci segno di sedersi sul letto, in modo tale da poterle spiegare meglio.

-Ah nulla di che, la giornata è iniziata male, non preoccuparti.- sospirai portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ma Megan pareva non credere alle mie parole.

-Hai parlato con Irama, giusto?- rimasi spiazzata dalla sua domanda.

Era così tanto conosciuto qui dentro?

-In un certo senso si, ci ho provato. Ma con lui è difficile qualsiasi cosa, si è divertito a farmi incazzare, volevo sapere il suo nome ma sembrava un bimbo di cinque anni a non volermi dire nulla, ridicolo.- portai le mani nei capelli sbuffando, anche solo parlarne mi faceva venire i brividi allo stomaco.

-Meno tempo ci stai assieme, meglio sarà per te credimi. Non girano delle belle voci su di lui, sta attenta.- poggiò una mano sulla mia per cercare di non farmi agitare, ma lo ero già di mio, quindi tentativo fallito.

-Di cosa stai parlando?- la guardai impietrita, e lei sembrava esserlo più di me.

Ma che avrà combinato di così tanto grave quel ragazzo?

Megan stava per rispondere alla mia domanda ma in quel momento fu interrotta dal nostro capo, che bussò alla porta della mia stanza con nonchalance.

-Signorina Emma, con me subito.- mi puntò il dito contro guardandomi da capo a piedi restando completamente serio.

Manco avessi ammazzato qualcuno.
Strano detto da una che lavorava in un posto pieno di assassini.

Mi girai di nuovo verso Megan abbozzando un leggero sorriso, non volevo che si preoccupasse ulteriormente. Ricordavo bene tutto ciò che combinavo qui dentro, e non mi pareva di aver mai infranto qualche regola.
Misi le mani dietro la schiena ed uscii dalla mia stanza seguita dal mio capo.
Potevo sentire il suo sguardo penetrare nella mia pelle, e non era per niente una sensazione piacevole.

-Entra pure.- mi fece segno di entrare nel suo studio, una volta arrivati davanti alla porta.

Non dissi nulla e feci ciò che mi aveva chiesto di fare.
Con un cenno da parte sua capii che potevo, anzi dovevo, sedermi e così lo feci senza ribattere.

-Hai fatto ciò che ti avevo chiesto prima con quel ragazzo, vero Emma?- poggiò le braccia sulla scrivania intrecciando entrambe le mani con forza.

-Ho fatto ciò che mi aveva chiesto. Mi sono assicurata che avesse dormito bene e- venni subito interrotta.

-Voglio sapere il nome, dimmi il nome di quel dannato ragazzo, ora.- deglutii sentendo tutte quelle parole sottolineate nel minimo dettaglio con serietà e chiarezza.

-I-Irama Plume, è questo il nome.- balbettai, e per poco rischiai di inghiottire anche la mia stessa saliva.

-Perfetto.- sorrise compiaciuto. -Puoi andare ora, grazie.- mi fece segno di alzarmi e non esitai un secondo di più a farlo.

Chiusi la porta del suo studio alle mie spalle con il cuore che mi batteva a mille. Avevo paura che potesse impormi qualche strana punizione per aver combinato dei danni, sembrava così fottutamente serio nel chiedermi quelle determinate cose, ma del resto faceva parte anche quello della sua reputazione, altrimenti non perderebbe tempo a rimanere qui a fare questo sciocco lavoro.
Scossi la testa leggermente e mi incamminai per tornare nella mia stanza, sperando di poter trovare ancora la presenza di Megan. Dubitai qualche secondo dopo, le avranno dato dei lavoretti da fare ed era più che scontata come cosa, così repressi tutte le mie speranze.
Mi ritrovai poco dopo con il corpo letteralmente sul pavimento del corridoio.

Ma possibile che non guardo mai dove cammino?
Pensai.

-Ancora tu, ragazzina.- mi guardò dall'alto verso il basso con disgusto, mentre si sforzava di porgermi una mano per aiutarmi.

-Potevo riuscirci anche da sola, orecchie a piuma.- iniziai a sfotterlo per i suoi orecchini strani, risi da sola per quel nomignolo, ma lui era del tutto impassibile.

Dopo essermi rialzata grazie al suo aiuto ritrovai la sua faccia a pochissimi centimetri dalla mia, con la presa della sua mano che premeva con insistenza sul mio polso.

-Chiamami ancora così e potrai rischiare sul serio di fare una brutta fine, bambina viziata che non sei altro.- premette ancora di più mentre cercavo di liberarmi.

Era come essere imprigionati dentro ad una gabbia, con il respiro affannato per l'aria che piano piano iniziava a mancare.

-Lasciami, subito!- mi dimenai ancora guardandolo in quegli occhi grigi.

-Che c'è, mh? La ragazzina ha smesso di fare la strafottente ora?- la sua voce diventava sempre più roca e forte, sembrava come un rimbombo dentro a questo corridoio.

-Irama te lo chiedo per favore, lasciami andare, era solo uno stupido nome!- alzai di più la voce.

Mollò il mio polso pochi secondi dopo aver sentito le mie parole, ma era come se la sua presa fosse ancora su di me, come se fosse così forte da lasciare un segno indelebile sulla pelle.
Mi allontanai di qualche passo dal suo corpo per evitare che potesse farmi seriamente del male. In questo momento era l'ultimo dei miei problemi, anche se in fondo me l'ero proprio cercata.

Dannata me e dannata boccaccia che non sa mai starsene zitta un secondo!

-Non giocare col fuoco stupida ragazzina.- sussurrò ancora una volta vicino al mio orecchio.

E ancora una volta quei brividi sconosciuti e strani invasero il mio corpo e il mio stomaco.
Quel ragazzo era un tornado, era il caos in persona ed io mi stavo proprio complicando la vita standogli vicino anche per pochi minuti.
Dannazione.

Bad Reputation. ×Irama Plume.× #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora