Fifty-two. ✔️

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Irama's pov.

Mi toccai il petto ripetutamente cercando di distinguere il mio battito cardiaco, ma così facendo mi sporcai le mani con altra confusione alimentata all'interno della mia testa.
Il cuore iniziò a pompare più veloce appena vidi i loro corpi così vicini, le mani della mia ragazza che si reggevano grazie alla sua maglia.
Mi guardai attorno in cerca di una risposta diversa, ma sembrava tutto così dannatamente reale.
La mia testa era bloccata da una sequenza di pensieri violenti, così il mio corpo agii totalmente da solo, portandomi verso di loro in pochi passi.

Emma iniziò a piagnucolare, riempiendo le mie orecchie con la sua voce leggermente stridula e colma di adrenalina.
Aron continuó a stringere le sue forti braccia attorno alle sue, come se volesse proteggerla da qualcosa o meglio, da qualcuno.

-Che cosa vuoi ancora, esattamente?- chiesi a mia volta, creando un rumoroso silenzio fra noi.
Il viso di Emma improvvisamente divenne pallido, proprio come se avesse appena visto il peggiore dei fantasmi, un terribile incubo.
Ancora una volta buttai giù le sue mura fragili, rendendola insicura e impotente.

-Vattene amico, davvero.- mi consiglió Aron, sfoggiando uno dei suoi famosi sorrisi beffardi.

-Non metterti in mezzo a questioni che non ti riguardano, potresti farti male.- azzardai, serrando la mascella.
Avanzai di qualche altro passo verso di loro, stringendo le mani.

-Emma stava parlando con me. Forse sei tu quello che non dovrebbe intromettersi, non credi?- finalmente molló la presa dal corpo della mia ragazza, lasciandola di nuovo libera.

-Che cazzo le hai fatto?- sentii i miei occhi bruciare dalla rabbia, così presi un grosso respiro e cercai di mantenere la calma, non volevo spaventarla.

-Ci siamo solo divertiti un po' amico, rilassati.- ammise dopo qualche secondo, scrollando le spalle ripetutamente.
Se non fosse per Emma, gli avrei già spaccato la faccia.

-Ti ho per caso chiesto di far divertire la mia ragazza?- domandai, incollando i miei occhi nei suoi.

-Non mi pare che Emma sia un oggetto con tanto di etichetta. È libera di divertirsi con chi vuole, dato che tu sei in grado solo di farla stare male, a quanto pare.- affermò, sapendo che cosa avrebbero scatenato le sue parole pesanti.

-Brutto pezzo di merd- un tocco delicato e fragile bloccó il mio braccio poco dopo, impedendomi di fare qualche cazzata.

-Finitela! Tutti e due!- urló Emma, mettendosi in mezzo fra me e Aron.
Mantenne fermo il mio braccio, guardandomi negli occhi, così impauriti e fragili.

-Io me ne vado, penso di aver fatto anche troppo qui.- per un attimo percepii la voce di Aron, sentendomi completamente d'accordo con le sue parole.

Emma cacció uno sguardo di sfuggita verso di lui, alzando l'altra mano per salutarlo.

-Sei impazzito, per caso? Con quale coraggio ti azzardi a dire stronzate simili? Io non sono un'etichetta Irama, se voglio divertirmi, posso farlo. Finiscila di comportarti come se il mondo intero fosse di tua proprietà, mi sono stancata delle tue scenate infantili.- sputó dritto sulla mia faccia ogni singola parola, guardandomi con quel pizzico di delusione che riconoscerei ovunque con lei.

-Hai bevuto? Dio, puzzi di alcool cazzo. Poi continui a chiederti perché non voglio che frequenti gente come lui? Guardati, non ti riconosco. L'Emma che conosco io non avrebbe mai bevuto per risolvere un problema, lo avrebbe fatto per divertirsi, ma questo non è divertimento.- mi dimenai, liberandomi dalla sua presa che piano piano iniziava ad essere più insistente.

-Finiscila di girare il cazzo di coltello nella piaga! Non è di questo che dovremmo parlare, lo sai bene anche tu.- cercò di farsi forza per urlarmi contro, ma la verità, era che, era completamente distrutta e a mala pena si reggeva in piedi.

-Non sopporto il fatto che tu sia andata ad ubriacarti con lui la tua prima volta, perché non lo capisci? Non si tratta di possedere una persona, perché tu per me non sei mai stata un'etichetta e lo sai benissimo.
Volevo che tutto questo succedesse con me, volevo farti tornare il sorriso, farti divertire anziché continuare a spezzarti il cuore. Ma a quanto pare qualcun altro lo sa fare molto meglio di me.- dissi, sentendo i miei occhi pizzicare poco dopo.
Iniziai a giocare con le maniche della mia giacca, spostando lo sguardo dagli occhi di Emma alle persone che passavano accanto a noi.

Mai avrei pensato che il dolore potesse soffocare il cuore, costringendolo ad affogare.
Pensavo che fosse una specie di metafora, o forse era solamente una scorciatoia dentro la mia testa.
Chiusi gli occhi per qualche istante e trovai di nuovo il buio, proprio dentro di me.
Volevo una risposta che mi regalasse una via di fuga, qualcosa che mi avrebbe aiutato a scappare da queste fottute insicurezze.

-Smettila di dire stronzate, cazzo. Dio Filippo guardami, guardami.- le sue mani tremanti sfiorarono appena la pelle del mio viso, fino a toccarla completamente.
Fu in quel momento che sentii il mio cuore ritornare di nuovo a galla.

-Non toccarmi.- mi lamentai, mordicchiando il mio labbro inferiore.
Tutte cazzate, non avrei mai voluto che smettesse di farlo.

-Tu non mi hai spezzato il cuore, hai capito? Stiamo parlando Filippo, stiamo cercando una via per risolvere questo casino, ma dobbiamo farlo insieme.- ed ecco che di nuovo sentii la sua fronte poggiarsi sulla mia, con le dita fredde che accarezzavano il mio viso così insicuro.

-Smettila, smettila di essere così buona con me cazzo.
Perché sei ancora qui? Non ho fatto niente di così fottutamente bello per meritarti, davvero.- abbassai lo sguardo, lasciando cadere qualche lacrima sul mio viso, permettendo loro di graffiarlo.

-Sono ancora qui perché nonostante le nostre discussioni, le nostre incomprensioni, io ti amo da morire Filippo.
E non è vero che non hai fatto niente di bello, tu mi hai salvato la vita, e questo dovrebbe bastare per abbattere questo muro che stai creando.
È normale discutere in una coppia, ma non per questo devi sentirti insicuro.- mi accarezzó i capelli, baciandomi la fronte, poi la punta del mio naso e infine le mie labbra bagnate da queste lacrime salate.

-Mi dispiace, mi dispiace per ogni cosa. È la tua vita, e hai diritto di divertirti come meglio credi.
Ed è vero, forse dovrei smetterla ogni tanto di pensare solamente a come mi sento io e pensare di più a come invece ti senti tu.
Voglio che il mondo lo sappia che sei la mia ragazza e che darei la mia vita per te. Mi dispiace, Aron meritava di saperlo.
Però ti prego non lasciarmi, sei la mia unica roccia.- ogni singola insicurezza mi stava soffocando, era impossibile respirare.

-Non ti lascerei mai, cretino.- finalmente, riuscii a farla sorridere, sentendo le mie paure svanire assieme alle mie insicurezze.
Mi bació con dolcezza, passando le dita fra i miei capelli.
La strinsi forte a me, percependo di nuovo il mio respiro regolare.

-Torniamo a casa? È meglio smaltire questa sbornia.- le proposi, leccandomi le labbra con malizia.
Poco dopo mi diede un leggero colpo sul braccio, ed io ridacchiai.

-Non faremo niente di tutto quello che ti sta passando per la testa, sappilo.- mi avvertii, con fare quasi minaccioso.

-Agli ordini capitano.- intrecciai le mie dita con le sue e finalmente tornammo a casa.
Sperai che Aron non fosse già lì, onestamente, non mi andava di discutere ancora con lui.

Dopo qualche minuto eravamo lì, cacciai un sospiro, dopodiché entrammo.
Avevo bisogno di respirare di nuovo l'aria di questa casa, così rilassante e confortevole.

-Filippo..- la voce di Emma, improvvisamente, divenne più bassa, colma di domande e confusione.

-Chi si rivede, ragazzino.-

E proprio il peggiore dei miei problemi, si presentó qui, come una bomba pronta ad esplodere.

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Lo so, forse sono stata un po' stronza 🤭
Ovviamente nel prossimo capitolo capirete tutto quanto, ma per adesso vi lascio con un po' di ansia
Grazie mille per tutto il sostegno che continuate a darmi ❤️❤️
Al prossimo capitolo tesori!!

Bad Reputation. ×Irama Plume.× #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora