Fifty-six. ✔️

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Irama's pov.

Respirai lentamente questa piccola brezza notturna, poggiando la schiena contro la ringhiera di questo terrazzo.
Chiusi gli occhi e cacciai la testa indietro, tirando fuori un'altra sigaretta dal mio pacchetto.
Sbuffai, portandola all'altezza delle mie labbra.
Osservai Emma dormire così profondamente, sembrava un piccolo angelo.
Le sue labbra erano leggermente socchiuse, accompagnate da qualche suono buffo.
Quei capelli chiari coprivano la sua fronte, costringendola a rigirarsi più volte nel letto.
Poco dopo iniziò ad abbracciare quel comodo cuscino, creando una scena fin troppo tenera davanti ai miei occhi.
Era così bella ed io ero così fottutamente fortunato.

Inspirai ancora una volta il fumo di quella sigaretta, pensando ad uno dei tanti motivi che mi aveva portato proprio su questo terrazzo stanotte.
Sin dal giorno del mio arresto iniziai a pensare di non meritare niente nella mia vita, se non un'ombra buia e solitaria attorno a me.
Ogni cosa che toccavo automaticamente andava in frantumi, diventando il male proprio sotto ai miei occhi spietati.
Non volevo amici, non ne sentivo il bisogno.
Nessuno aveva il coraggio di starmi accanto, chiunque lì dentro sarebbe riuscito ad avere paura di me, persino l'anima piú quieta.

Mi guardavo allo specchio ed ero felice della figura che vedevo nel riflesso di quel vetro.
Avevo bisogno di ricevere odio, che la gente mi disprezzasse per la persona orribile che ero diventata.
Il loro odio era piacevole, non avrei mai voluto che smettessero.

Quella parte di me, cosciente del fatto che prima o poi sarei ritornato a galla, era come se fosse all'interno di una piccola fossa proprio dentro il mio cuore.
Ogni giorno scuotevo la testa, mi ripetevo quanto fosse sbagliato ritornare sensibile, riaprire il mio cuore, perché sapevo quanto mi avrebbe ferito di nuovo.

Eppure, l'unica persona ad aver toccato la mia anima, era l'unica persona che veramente mi aveva salvato.
L'unica persona che ha sempre visto del bene in me.
L'unica persona che non ha mai voluto arrendersi, nonostante la ferissi continuamente.
L'unica persona che mi ha guardato negli occhi permettendomi di aprirle il mio cuore.
L'unica persona che ha saputo tenermi testa dopo anni.
L'unica persona alla quale non potrei mai rinunciare, l'unica che ha toccato il mio cuore, donandomi un amore così puro e indescrivibile.

Ed era lì, con il viso premuto sul cuscino, con quell'espressione buffa ma dannatamente bella.
Non avrei mai cambiato niente di lei, perché per me era tutto così perfetto.
Mi capiva, anche quando era quasi impossibile riuscirci.
Mi guardava con quegli occhioni chiari, ed io improvvisamente mi sentivo al sicuro dai miei demoni.
Mi accarezzava, sentendo il mio cuore aumentare i suoi battiti solo per lei.

Emma aveva quella bellezza che non potevi smettere di ammirare.
Lei era fottutamente forte, che avrebbe potuto abbattere qualsiasi muro.
Per un solo istante non ha mai smesso di mettere al primo posto il bene altrui, voleva che le persone che tanto amava si sentissero sempre al sicuro.
Ed era così che mi sentivo io con lei.

Con tutti questi pensieri non mi resi conto di aver finito anche questa sigaretta.
La spensi nel portacenere accanto a me, dopodiché tornai dentro.
Mi sdraiai di nuovo accanto a lei, facendo attenzione a non svegliarla.
Piano, spostai il suo corpo accanto al mio, con il viso poggiato sul mio petto.
Le accarezzai lentamente i capelli, beandomi del suo dolce profumo e del suo respiro.

La sentii mugulare appena il mio telefono iniziò a squillare, provocando uno sbuffo da parte mia.
Guardai l'orario sul display e sorpreso pensai a quale persona mi chiamerebbe a quest'ora di notte.

Poggiai il telefono accanto all'orecchio e, annoiato, risposi dopo qualche secondo.
-Pronto?- feci a bassa voce, non volevo disturbare ulteriormente Emma.

-Pensavi di esserti liberato di me, Fanti?- domandó, liberando una risata dalle sue labbra.

-Mark sono quasi le quattro di notte. Che cazzo vuoi?- sbottai, togliendo il corpo di Emma dal mio poco dopo.
Mi alzai dal letto, in modo tale da lasciarla riposare tranquillamente.
O almeno era quello che pensavo.

-Filo.- sussurrò con la voce assonnata, attirando la mia attenzione.
Le sorrisi dolcemente, sedendomi accanto a lei sul letto. -Con chi stai parlando?- si stropicció gli occhi.

-Nessuno di importante piccola, riposati.- mi abbassai, lasciando un piccolo bacio fra i suoi capelli.
Portó le sue piccole braccia attorno la mia schiena poco dopo, come se non volesse lasciarmi andare.
Scosse la testa per qualche secondo, sapeva che le mie parole non erano del tutto vere.

-Resta qui con me.- quasi mi supplicó, guardandomi con i suoi bellissimi occhioni.

-Finisco questa telefonata e torno, promesso.- risposi, cingendo il suo fianco con il braccio per qualche istante.

Piagnucoló come una bambina ma mi diede retta comunque.
Dopo aver sbuffato un paio di volte si sdraió nuovamente, dandomi le spalle.
Sorrisi, era adorabile.

-È commovente il fatto che tu non dica niente alla tua dolce fidanzata.- mi provocó Mark appena uscii dalla stanza.
Chiusi la porta e serrai la mascella.
Il sangue iniziò a ribollire nelle mie vene, non avrebbe dovuto toccare questo tasto.

-Non provare mai più a metterla in mezzo, hai capito? Dimmi cosa cazzo vuoi e finiamo in fretta questa conversazione.- feci dei piccoli e lenti passi verso la cucina, avevo bisogno di bere qualcosa.

-Andiamo Fanti, sai benissimo cosa voglio. Ti do un altro giorno per trovare i miei soldi, altrimenti ti pentirai di aver fatto quella scommessa con me senza avermi ripagato.- sentii una risata di sottofondo e non capii di chi fosse.
D'istinto colpii il tavolo della cucina con un pugno, gemendo subito dopo per il dolore.

-Il gatto ti ha mangiato la lingua?- mi provocó ancora, più lo faceva, più mi sentivo impotente contro di lui.

-Avrai quei cazzo di soldi!- sbraitai, tirando un altro pugno. -Ma adesso lasciami in pace Mark, per favore.- questa situazione era così assurda che mi portó a supplicare l'uomo che più odiavo.

-Così ti voglio, è bellissimo fare affari con te Filippo.- scandii bene il mio nome con divertimento, pur sapendo quanto lo odiassi quando lo faceva.
Non mi diede il tempo di ribattere che riattaccó la chiamata subito dopo.

Fanculo lui e i suoi fottuti soldi.
In un giorno non ce l'avrei mai fatta a recuperare tutto quel denaro.
Mi aveva forse scambiato per una banca ambulante?

Sbuffai sonoramente e presi del ghiaccio dal freezer, questa mano stava iniziando a fare più male del dovuto.
Poggiai il ghiaccio e gemetti per il contatto così freddo sulle mie nocche.

Dovevo trovare un modo per risolvere questa situazione una volta per tutte.
Volevo proteggere Emma e con Mark tra i piedi lei non potrà mai essere totalmente al sicuro accanto a me.

Dei rumori provenienti da fuori attirarono la mia attenzione subito dopo.
Rimisi il ghiaccio al suo posto, dopodiché andai verso la porta per controllare.

-Filippo sono io, Aron! Ho dimenticato le chiavi a casa.- presi un sospiro di sollievo appena riconobbi la sua voce.

-Dove sei stato fino ad adesso?- gli chiesi, dopo aver aperto la porta.

-Fatti i cazzi tuoi, ragazzino.- iniziò a ridere amaramente, tirando fuori qualcosa dalla tasca dei suoi pantaloni. -Che ne dici se giochiamo, mh?- con una mossa veloce coprii la mia testa con un velo completamente nero, oscurando la mia vista.

-Aron che cazzo stai facendo!- cercai di liberarmi, ma poco dopo qualcuno immobilizzó le mie braccia con una corda.

-Preparati a perdere, Fanti.- sussurrò accanto al mio orecchio, prima di farmi salire su una macchina.

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Tan tan taaan 🤭
Secondo voi che cosa nasconde Aron? Perché ha voluto rapire Filippo?

Comunque, grazie per tutti i bellissimi commenti che state lasciato, vi adoro un sacco 💗
Alla prossima tesori, grazie di cuore per tutto quanto ❤️

Bad Reputation. ×Irama Plume.× #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora