Forty-six. ✔️

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Sentii le mie gambe completamente paralizzate.
Il respiro sempre più pesante e irregolare, sembrava quasi che non riuscissi a respirare, come se mi fossi dimenticata il meccanismo.
Sembrava che il mio cuore fosse proprio sopra una montagna russa.
Pompava forte dentro il mio petto, così forte che sarebbe scoppiato fuori dalla mia gabbia toracica da un momento all'altro.
Non sapevo come tenere a bada il mio corpo, il mio respiro, ogni singola cosa.

Mi voltai di spalle improvvisamente appena vidi il suo corpo sempre più vicino all'uscita di questo bar.

Non avevo neanche le forze, il mio corpo era totalmente bloccato, come se neanche lui sapesse che strada prendere.

Ma, purtroppo, la fortuna oggi non era dalla mia parte.

-Scusami, non ti avevo proprio vista.- decisi di tenere un profilo basso, con lo sguardo rivolto verso le mie scarpe.

La sua voce.
Mi era mancata così fottutamente tanto, che quasi mi tolse di nuovo il respiro, procurando dei brividi lungo tutto il mio corpo.

-Stai bene?- chiese poco dopo, sfiorando leggermente il mio braccio.
Evidentemente perché ancora non avevo formulato una frase di senso compiuto.

Il suo tocco era sempre così delicato.
Ancora non capivo come ero riuscita a stare senza per tutto questo tempo.

-S-si sto bene.- risposi, cercando di creare una voce diversa dalla quella originale.

-Non ti mangio.- lo sentii ridacchiare accanto a me.

La sua risata.
Era in assoluto una delle cose che più amavo di lui.
Era così pura e dolce, non mi sarei mai stancata di ascoltarla.

-Come?- chiesi quasi sussurrando, ma lui evidentemente mi sentii comunque.

-Puoi mostrarmi il tuo viso tranquillamente, non ti mangio mica.- sentii quel solito rumore provocato da un accendino, segno che stava per fumarsi una sigaretta.

-Non credo tu lo voglia sul serio.- tossii falsamente, portando le mani all'interno delle tasche del mio cappotto.

-Sei veramente strana, lo sai?- sentii di nuovo la sua dolce risata.
Ero sicura che in questo momento la sua lingua era incastrata tra i suoi denti.

-Non sei il primo che me lo dice, effettivamente.- feci spallucce, trattenendo una piccola risata.

-Voglio sapere chi sei.- disse tutto d'un fiato, lasciandomi completamente sorpresa.
Ma in quel momento capii, appena sentii i suoi passi sempre più vicini a me.

Successe tutto quanto in pochissimi secondi.
Sentii le sue dita poggiarsi sotto il mio mento con delicatezza, senza alcuna pressione.
Trattenni il respiro, chiudendo gli occhi poco dopo.
Non sapevo se ero pronta, non sapevo che cosa sarebbe successo poi, ma non sarei mai tornata indietro, per nessun motivo.

Qualche istante dopo aprii di nuovo gli occhi, sentendo il suo respiro caldo sulle mie labbra.
Non dissi niente, ma sentivo il suo sguardo bruciare con insistenza sulla mia pelle chiara.

-Emma.- sussurrò, accarezzando piano la mia guancia destra.
Il mio nome, pronunciato dalla sua voce, mi era mancato immensamente.
Era così delicatamente piacevole e dolce.

-Filippo.- dissi con la voce bassa, guardando i suoi bellissimi occhi.
D'istinto, portai entrambe le mani nei suoi capelli e iniziai ad accarezzare le punte con le dita.

-Davvero pensavi che non ti avrei riconosciuta?- domandó, lasciando scappare un piccolo ma piacevole sorriso.

-Era proprio ciò che speravo, in realtà.- ammisi, abbassando lo sguardo per qualche istante.

-Senti Emma, dobbiamo parlare.- lasció cadere una mano sul mio fianco, facendomi avvicinare di più a lui.

-Non pensi di avermi già detto abbastanza qualche mese fa?- chiesi spavalda, ma non mi sarei allontanata da lui neanche per un secondo.

Istintivamente si leccó le labbra, privandomi ancora una volta del mio respiro.
Sentii di nuovo quella sensazione nel basso ventre e cercai di trattenermi, mordendo il mio labbro inferiore.

-Emma le cose non sono andate come pensi tu.- inizió, accarezzando piano la mia schiena.
-Ciò che hai letto sul mio passato in quella fottuta cartella non è la verità.- aggiunse poi, stringendo il mio corpo più forte, come se non volesse perdermi di nuovo.

-E quale sarebbe la verità?- lo guardai negli occhi, notando quella bellissima luce che non vedevo da troppo tempo.

-Non qui, è meglio da un'altra parte.- scosse leggermente la testa, lasciando andare il mio corpo provocando un vuoto dentro il mio stomaco.

Mi fece un piccolo cenno con la testa, come per incitarmi a seguirlo.
Per qualche secondo, rimasi completamente immobile, del tutto titubante.
Fino a quando sentii le sue dita accarezzare lentamente il palmo della mia mano.

-Emma per favore, ho solo bisogno che ti fidi di me.- sussurrò, tenendo stretta la presa sulla mia mano.
Sembrava quasi che mi stesse supplicando, o forse era così.

-Dovrei farlo?- scrollai le spalle in segno di negazione, ma lui non voleva arrendersi.
Non era da lui perdere.

-Emma, guardami.- prese il mio viso tra le mani con delicatezza, come se non volesse farmi del male.

Non dissi nulla, annuii leggermente lasciandomi trasportare dal suo tocco.
Era bello da togliere il fiato, come sempre.

- So di essere stato un coglione, so di non essere un ragazzo perfetto e so di portarmi dietro un passato che nessuno vorrebbe conoscere.
Ti ho ferita di nuovo e credimi non potró mai perdonarmi per questo.
Perché fra tutte le cose orribili che ho passato, tu sei e sarai sempre la cosa migliore che mi sia mai capitata.
Tu hai saputo tenermi testa, mi sei rimasta accanto nonostante il mio odio verso il mondo, tu Emma, hai riportato a galla quel Filippo che ormai consideravo morto.
Ma adesso guardami solamente negli occhi e, ti prego, cerca di fidarti ancora di me. Avrai una risposta a tutto quanto se solo deciderai di venire con me adesso.- disse tutto in una volta, lasciandomi totalmente spiazzata.

Non era di certo questo il momento di affrontare la situazione con orgoglio.
Avevo solamente bisogno di conoscere la verità e lui era l'unico che avrebbe fatto di tutto pur di raccontarmi ogni singolo dettaglio, ed io non potevo rifiutare.

-Va bene, verrò con te.- sorrisi leggermente e poco dopo lo fece anche lui, lasciando un bacio sulla mia fronte.

Prese di nuovo la mia mano e mi condusse in quello che sarebbe stato il posto migliore per parlare di tutto quanto.

Mai prima d'ora mi era mancato qualcuno così tanto quanto mi era mancato Filippo.

Finalmente mi sentivo di nuovo viva.

Bad Reputation. ×Irama Plume.× #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora