Ten. ✔️

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-Farti cadere ai miei piedi.-

Sgranai gli occhi non appena le mie orecchie sentirono quelle parole uscire proprio dalle sue labbra.

-Non succederà mai.- mi allontanai, liberandomi finalmente dalla sua presa.

-Sai quante ragazze dicevano esattamente le tue stesse parole, ragazzina?- mi provocò, con fare furbo.

-Smettila.- abbassai lo sguardo. -Io non sono una delle tue conquiste, mettitelo in quella cazzo di testa!-

-Quanto sei noiosa.- si avvicinó di nuovo e inizió a giocare con una ciocca dei miei capelli.

-Dovresti lasciarti andare.- sussurrò poi.

-Non capisco..- biascicai, confusa.

-Andiamo, Emma.- il mio nome sembrava così strano sussurrato da lui.

-Perché sei così ingenua?- morse il lobo del mio orecchio. -E così indifesa?-

-Dovresti smetterla.- sussurrai ogni singola parola.

-Non sono un gioco, Irama! Perché sembra farti divertire così tanto tutto questo?-

-Oh, ragazzina.- lasció scappare una risata amara. -Il gioco non sei tu, il gioco è iniziato dalla prima volta che ci siamo scontrati.-

-Non è divertente. Davvero, non lo è!- sbottai, decisamente innervosita.

-Non avresti mai dovuto avvicinarti alla tana del lupo.- pronunció ogni singola parola accanto al mio orecchio. E ancora una volta mi sentii confusa.

-Irama.- mi voltai e notai il volto dello stesso ragazzo che mi impedì di cadere la scorsa volta.

-Lasciala in pace.-

Il volto di Irama diventó improvvisamente serio, così lasció andare la presa su di me, facendo sparire anche quel sorriso di poco fa dalle sue labbra.

-Non hai di meglio da fare, Benjamin?- domandó, serrando lentamente la mascella.

-Questo dovrei chiederlo io a te.- si avvicinó portando una mano dentro la tasca della sua tuta.

-È qui per evitare che tu faccia altri danni, perché devi sempre fare lo stronzo con tutte?- il suo sguardo saettó dal mio viso a quello di Irama.

-Non sono affari che ti riguardano.- lo guardò negli occhi. -Entra subito nella cella.-

-Vieni con me?- il ragazzo mi porse gentilmente la mano, lasciando perdere le parole di Irama.

-Non ci conosciamo.- affermai con un leggero imbarazzo.

-Non fare la timida.- abbozzó un sorriso. -Voglio toglierti dalle grinfie di Irama per alcuni minuti.- strizzó l'occhio.

-Stronzo.- ammiccó lui sottovoce.

Rivolsi un ultimo sguardo confuso a Benjamin, ma poi ci ripensai. Sarebbe stata un occasione per conoscere un ragazzo nuovo, possibilmente più sensibile di Irama.
Feci un mezzo sorriso a quest'ultimo, che purtroppo non ricambió come avrei voluto.

-Dai, andiamo.- Benjamin mi porse di nuovo la mano, così decisi di seguire i suoi passi.

-Hanno aperto il cortile per dei minuti, ti va di andare lì?- mi chiese poi, lasciando andare la presa.

-S-si, nessun problema.- balbettai, dannazione!

-Non sono Irama.- inizió, ridacchiando. -Con me puoi stare tranquilla, non mordo.- aggiunse poi. -Credimi.-

-Io, beh..-

-Lascia stare, è comprensibile.-

Non risposi, mi limitai a seguire ancora i suoi passi.
Di per sé non era niente male come ragazzo.
Occhi azzurri con alcune sfumature verdi, un piccolo piercing sotto il labbro inferiore e i capelli castani. Era leggermente più alto rispetto a Irama, ma questo non avrebbe fatto la differenza.

-Ti va se ci sediamo un po'?- domandó poi, riportandomi con i piedi per terra.

-Si, va bene.- annuii.

-Beh, racconta.- poggió i gomiti sul piccolo tavolo. -Come mai lavori in un posto del genere?- domandò poi, leccandosi le labbra.

-Io e la mia famiglia stavamo passando un brutto periodo. I miei genitori avevano un sacco di debiti e con lo stipendio che ricevevano non sarebbero mai riusciti a pagare tutto quanto. Così decisi di metterci dentro la mia parte e trovarmi un lavoro. Ho sempre adorato il canto, avevo una specie di passione, partecipai anche ad un talent dal quale, purtroppo, non uscii vincitrice. A me poco importava, perché già avevo una possibilità di costruirmi un futuro con la mie canzoni e fare un sacco di album. Ma i miei non erano d'accordo con la mia scelta, desideravano molto di più. Così fui praticamente obbligata a lavorare in un posto come questo.-

-È un peccato che tu abbia rinunciato al tuo sogno per far felici i tuoi genitori.- Benjamin mi sorrise. -Una ragazza così carina come te non merita di stare in un carcere.-

Sentii le mie guance andare completamente a fuoco.

-Ora fa parte del mio passato, sto cercando di farci l'abitudine.-

-Non lo farai, credimi.- disse, inarcando un sopracciglio.

-Stando qui dentro stai solo cercando di reprimere il dolore facendo un lavoro che non avresti mai desiderato. Credimi, lo stai solo evitando. So quanto fa male.-

Le parole di Benjamin erano quasi un esempio per me.
Rimasi sorpresa ed incantata. Non pensavo che un ragazzo dall'aspetto così sicuro di sé stesso potesse tirar fuori un lato sensibile.

-E tu?- lo guardai per alcuni secondi negli occhi. -Perché sei finito qui dentro?-

-Tesoro.- fece un mezzo sorriso. -Non vorresti mai saperlo.-

-Anzi.- inizió poi. -Dovresti aver paura di me, non credi?-

-Non mi faresti mai del male.- sussurrai.

-Un sacco di persone me lo hanno detto.- abbassó il capo. -Sono le stesse persone alle quali ho fatto del male.-

-È per questo che sei qui?- domandai, con un filo di voce.

Sentii il cuore battere dentro la mia gola. Non nascosi a me stessa di aver paura, ma lo nascosi a lui.

-Si, Emma.- riportó lo sguardo su di me. -Ho rischiato di togliere la vita a delle persone che amavo più di me stesso. E credimi, non ne vado fiero.-

-Mi dispiace, io non..non avrei dovuto tirare fuori questo argomento.-

-Non importa.- scrolló le spalle. -Ciò che ho fatto fa parte di me, prima o poi sarebbe venuto a galla.-

Cercai di sorridere a Benjamin.
Immaginare di sentirsi come lui sarebbe stato impossibile per una come me.
Alzó di nuovo lo sguardo e mi guardó negli occhi. Le sue labbra furono subito contornate da un piccolo sorriso.
Fu proprio in quel momento che cercai di reprimere tutta la mia paura che nutrivo nei suoi confronti. Mi feci forza, e sfiorai leggermente la sua mano.

-Un'altra cosa, nanetta.- si bloccó, scuotendo la testa con un leggero sorriso sulle labbra.

-Che cosa?-

-Non sei poi così male.- affermó poi, sollevato.

Si alzó dal tavolo e mi sorrise nuovamente prima di ritornare nella sua cella.
Abbozzai un mezzo sorriso non appena si voltó di nuovo verso la mia direzione. Fece un cenno con il capo ed io ricambiai.

Beh che dire, felici per il doppio aggiornamento? 😏

Bad Reputation. ×Irama Plume.× #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora