Sixteen. ✔️

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Irama's pov.

Abbassai lo sguardo dal volto della ragazzina alle mie scarpe poste sotto il tavolo di quel parco orribile, come questo posto del resto.
Sentii ancora il suo esile corpo accanto al mio.
Il suo respiro era così sottile e leggero, quasi non ci feci caso.
Una parte di me lo sentiva, sapevo che avrei evitato quel respiro, sapevo che avrei evitato lei, per non so quanto tempo.
Io non ero sensibile, non ero generoso, non ero romantico e tanto meno non ero quel classico ragazzo che si affezionava in pochi secondi.
Quel ragazzo era solo un ricordo lontano, non esisteva più da molto, troppo tempo.

-Beh..il gatto ti ha mangiato la lingua ora?- e subito quella voce, così piccola e ingenua.

-Vattene ragazzina.- strinsi i denti, serrando lentamente la mascella.
Alzai di nuovo lo sguardo verso il suo. Era confuso e disorientato.

-Dai Irama, non è divertente adesso. Sei troppo serio.- mi schernii con ovvietà, mordendosi leggermente il labbro inferiore.

-Pensi che io stia giocando, mh? Ti ho detto di andartene.- dissi di nuovo, ma lei non si mosse di un centimetro.

-Questo parco è di tutti! Cos'è, vuoi punirmi perché le mie intenzioni sono quelle di restare qui, accanto a te, e cercare di capire perché cazzo fai il mestruato ora?!- voltó completamente il suo corpo verso il mio, sbattendo entrambe le mani sul tavolo in legno.

La guardai, rimanendo in silenzio.
Era così ingenua e piccola pure quando tentava di fare la dura.
Di certo la sua bellezza non poteva essere nascosta dalla rabbia.
Dei ciuffi ricadevano perfettamente sulla sua fronte mezza sudata, mentre portava le braccia incrociate al petto, tenendo sempre quello sguardo serio, su di me.

-Potresti anche rispondermi, lo sai?- sbuffó, alzando ogni tanto gli occhi al cielo.

Inconsapevolmente, mi scappó una leggera risata.

-Ti sembra divertente tutto ciò?- chiese.

-Tu sei divertente.- mi morsi il labbro. -Non cercare di fare la dura, non ti riesce tesoro.- aggiunsi, picchiettando la lingua sul palato.

-Cazzo, sei così irritante. Te l'hanno mai detto? Suppongo di no.-

-Supponi bene.- mi leccai le labbra, portando una mano in mezzo ai capelli.

-Ti odio.-

-Ora te ne vai? Sei insopportabile.- dissi, sbuffando.

-Un attimo prima scherzi e ridi assieme a me, e adesso vuoi che me ne vada. Dimmi, sei bipolare o semplicemente mestruato ogni singolo giorno?- domandó, abbozzando un piccolo sorriso.

-Non sono cazzi tuoi, ragazzina.-

-Se davvero non volessi la mia presenza te ne saresti già andato, Irama.- tornó seria qualche secondo dopo, sistemandosi i capelli dietro le orecchie.

-Non fare la psicologa con me, Emma.- mi avvicinai al suo orecchio, e piano piano sussurrai il suo nome.

-Sai, delle volte mi fai davvero pena, non credere che tua sia importante per me.- aggiunsi poi, ancora a pochi centimetri dal suo viso, e mi alzai.

-Cristo, vaffanculo.- si alzó velocemente dalla panchina e se ne andó via di corsa, coprendo il suo viso con una mano.

-Sei davvero un uomo, complimenti amico.- mi voltai appena sentii la voce irritante di Benjamin.

-Tu non stavi dormendo?- domandai, voltandomi verso di lui.

-Stavo semplicemente controllando che non facessi cazzate, ma a quanto pare sono arrivato tardi.- alzó gli occhi al cielo.

-Ora ascolti le mie conversazioni?- chiesi, alzando di poco il tono della voce.

-Non sono qui da tutto il tempo, quasi.- sorrise.

-Beh, non ti hanno mai insegnato che devi farti i cazzi tuoi Benjamin?- sbottai incazzato, persi persino il conto ormai.

-A te non hanno mai insegnato come si tratta una ragazza, a quanto pare.-

-È solo una ragazzina, si illude troppo.- sputai acido, portando le mani nelle tasche della mia tuta.

-Tu le stai dando false speranze, fatti un paio di domande amico.-

-Smettila di chiamarmi in quel cazzo di modo, sei irritante.- lo guardai negli occhi, lui si limitó a ridere di me.

-Che cazzo hai da ridere?- domandai, avvicinandomi al suo corpo.

-Stai calmo Irama, non scaldarti troppo o ti verranno le rughe sulla fronte.- mi diede una pacca sulla spalla e se ne andó, ridendo.

Una camomilla amico?

Non rompere il cazzo anche tu, inutile coscienza.

Emma's pov.

Corsi per tutto il cortile con la mano sopra il mio viso.
Cercai di trattenere le lacrime, invano.
Avevo gli occhi degli altri carcerati puntati contro, ma poco importava.
Arrivai nella mia cella chiudendo la porta dietro le mie spalle, forse con troppa forza.

Gettai il mio corpo a peso morto sul letto. Lasciai uscire tutte le lacrime, con il viso contro il cuscino.
Fino ad ora non avevo mai reagito così a un comportamento del genere da parte di Irama, ma ogni parola aveva un suo peso, e più passavano i giorni, più le sue iniziavano a diventare sempre più pesanti da sopportare, e sentivo che, prima o poi, sarei crollata.
Erano come dei pesanti macigni, arrivavano dritti al cuore in un solo colpo, inarrestabili.

Prima, nel parco, quella era stata l'unica volta in cui l'avevo visto spensierato e con il sorriso sulle labbra.
Non mi ero mai posta il perché fosse sempre così serio, non me ne parlerebbe mai.
Ognuno di noi aveva la propria storia, un proprio passato e i propri errori, errori che purtroppo portavano a delle conseguenze.

Irama era un ragazzo chiuso, non si apriva mai con nessuno, pensava sempre che ognuno dovrebbe farsi i cazzi suoi senza intromettersi nella vita altrui.
Come potevi essere felice senza esternare le tue emozioni agli altri?
Da una parte, in un certo senso, lo invidiavo.
Probabilmente il suo carattere da ragazzo duro e stronzo era nato proprio per evitare di soffrire, di nuovo.
Ed era proprio questo che invidiavo nella sua persona, aveva il coraggio di affrontare le persone, aveva un suo modo per farsi rispettare, non essendo il più appropriato, ma sapeva come farsi rispettare.
Non soffriva, sapeva come nascondere il suo dolore, non si mostrava debole, sapeva come proteggere le sue impurità.
Lui, il vero lui, sensibile e rispettato da tutti, si nascondeva nella profondità più oscura della sua anima, e sarà difficile farla emergere nuovamente.

Che cosa nascondi, Irama Plume?

Bad Reputation. ×Irama Plume.× #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora