Camminai avanti e indietro per la mensa, continuando a pulire questo posto con gli occhi delle guardie puntati su di me.
Non mi sentivo a mio agio, potevo continuare a pulire senza essere controllata ogni due secondi.
Come se fosse possibile scappare da questo postaccio.
Sbuffai, portando un po' della sporcizia accumulata dentro la piccola paletta.Annoiata, finii di pulire anche l'ultima parte della mensa.
Tirai su le maniche della mia maglia leggermente, per essere più comoda.-Come siamo ordinate.- sobbalzai appena sentii una voce pizzicare sul mio collo.
-Irama.- tirai un piccolo sospiro, portando la mano sul mio petto. -Mi hai fatto spaventare, sei impazzito forse?- domandai, poggiando la scopa e la paletta contro il muro accanto a noi.
-Non fare la bambina.- mi punzecchió, scontrando la schiena contro la parete gelida.
-Non hai niente di meglio da fare che darmi fastidio?- incrociai le braccia contro il petto, ritrovandomi difronte a lui.
-A quanto pare no, ragazzina.- mi diede un leggero pizzicotto sul fianco, facendomi sussultare.
-Sono impegnata, lasciami in pace.- cercai di prendere di nuovo la scopa ma lui mi precedette.
-Come siamo nervosette oggi.- inizió a pulire un punto della mensa accanto a me, per darmi palesemente fastidio. -Hai il ciclo, tesoro?- domandó poi, mostrando uno dei suoi soliti sorrisi divertiti.
-A te non deve importare, ridammi la scopa.- sbuffai, alzando gli occhi al cielo più volte.
Cercai di riprenderla per conto mio, ma fu alquanto complicato.
Irama la alzó il più in alto possibile con una mano, sapeva che nemmeno restando in punta di piedi ci sarei mai arrivata a quell'altezza.-Dai, ci sei quasi.- mi provocó di continuo, sempre con quel sorriso sulle labbra.
Per lui era tutto un fottuto gioco.
Ma per me non era divertente, avevo un lavoro da svolgere e non avevo tempo da perdere dietro alle sue sciocchezze.-Irama, finiscila!- provai a saltare ma era completamente inutile, alzó di più la scopa, rendendomi le cose ancora più complicate.
-Ti piace così tanto scopare ragazzina, o mi sbaglio?- abbassó finalmente quella dannata scopa, sussurrando ogni singola parola accanto al mio orecchio, con una voce fottutamente sensuale e roca.
Mi vennero i brividi.-Sei sempre il solito, Irama.- dissi, riprendendo in mano quella scopa. -O forse sei diventato anche peggio.- sussurrai accanto al suo orecchio.
Alzai poco dopo gli occhi su di lui, nuovamente.
Il suo sguardo era palesemente sorpreso dalla mia affermazione precedente.-Vuoi davvero iniziare a giocare di nuovo con il fuoco proprio ora, ragazzina?- strinse in modo rude i miei fianchi, ed io gemetti per il contatto con il suo corpo.
-Non ho paura di te.- ammisi, stringendo il labbro inferiore con i denti.
-Dovresti averne.- sussurró a pochi centimetri dalle mie labbra, sentendo completamente il suo respiro caldo unirsi piano piano al mio.
I suoi occhi così intensi e profondi penetrarono poco dopo i miei, lasciandomi immobile, con nessuna capacità di poter dire qualcosa.
-Plume, Emma.- sentendo la voce del capo cercai di allontanare il corpo di Irama dal mio frettolosamente, portando le mani contro il suo petto.
-Che stavate facendo?- guardó entrambi con sguardo autoritario, come al suo solito.
-Stavamo pulendo, non vede?- rispose sarcastico Irama, incrociando le braccia contro il petto.
-Veda di abbassare i toni, signorino. O la prossima volta subirà qualcosa di peggiore, mi ha capito?- Irama ingoió rumorosamente, abbassando lentamente lo sguardo sui suoi piedi.
-Lei invece, con me subito.- non mi diede il tempo di ribattere che poco dopo due guardie presero le mie braccia con la forza.
-Lasciatemi andare, so camminare da sola!- cercai di dimenarmi, colpendo le loro gambe con i piedi.
-Lasciatela stare bastardi!- la voce di Irama rimbombava nelle mie orecchie, facendomi rabbrividire.
Capii immediatamente che anche lui era immobile quanto me, altrimenti avrebbe fatto qualsiasi cosa per liberarmi dalla presa di queste due guardie.-Emma, no!- per qualche secondo, riuscii a voltarmi per poterlo finalmente guardare negli occhi.
Era incazzato, spaventato e in preda al panico.
Aveva paura che qualcuno di loro potesse farmi del male.
Era completamente immobile per colpa di due guardie, tentava anche lui di liberarsi ma era del tutto inutile.Avrebbe fatto di tutto per tenermi al sicuro da loro in quel momento, ma non aveva nessuna possibilità per farlo, per stringermi tra le sue braccia.
-Cazzo, no! Riportatela qui da me brutti bastardi!- la sua voce piano piano diventó più lontana e incomprensibile.
Chiusi gli occhi, lasciandomi andare soltanto ai miei pensieri.
Volevo solo immaginare lui accanto a me.
Era l'unica persona in grado di tenermi viva dentro questo posto.
Sentii il suo tocco lungo il mio corpo, il mio viso, i miei capelli, seppur lontano e quasi trasparente.-Mettetela giù.- poco dopo aprii di nuovo i miei occhi, appena sentii il mio sedere sopra una sedia.
Eravamo nello studio del capo.
-C'era bisogno della forza per portarmi qui?- domandai incredula, massaggiando i punti sulle mie braccia dove poco prima premevano la mani di quelle guardie.
-Non avevamo altra scelta. Non sarebbe mai venuta se glielo avessi chiesto, almeno non per quello che deve sapere signorina.- tiró fuori da uno dei cassetti della sua scrivania una cartella.
La cartella di Irama.
-Perché mai dovrei leggerla?- ingoiai successivamente, guardandomi intorno.
-Andiamo, vuole dirmi che non è neanche un po' curiosa?- mi punzecchió, poggiandolo sulla scrivania, proprio davanti a me.
-Non la leggerò, non mi interessa più ormai sapere cosa c'è scritto.- mentii, cercando di non farmi incastrare dal suo sguardo.
-Mi sta dicendo che non vuole conoscere il motivo per il quale Irama è stato arrestato?- portó le mani sulla scrivania, sorridendo soddisfatto.
E ora?
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Bad Reputation. ×Irama Plume.× #Wattys2019
أدب الهواة[COMPLETATA] - Un'ombra di mistero accompagnata da sussurri, come dei passi quasi impercettibili, spesso indomabili. A chi non piace il rischio? A chi non piace esser trascinati dentro l'inferno? Come si vive senza paura ed avventura? Eppure quegl...