Forty-four. ✔️

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Irama's pov.

Lasciai scivolare via il suo corpo fragile, sentendo un peso enorme sopra il mio stomaco.
Mi strinsi nelle spalle, beandomi ancora per qualche istante di quel poco che era rimasto di lei.
Il suo profumo, dolce e rilassante, ormai penetrava nei miei vestiti.
Abbassai poi il capo, immaginando ancora la sua testa poggiata sul mio petto, proprio all'altezza del mio cuore.
Quei morbidi capelli chiari, mi piaceva giocare con essi, sprofondare le mie dita in mezzo alle sue punte.

Poco dopo alzai di nuovo lo sguardo, guardandomi intorno in questa piccola stanza ormai vuota senza di lei.

Capii come tutto quanto era finito così in fretta.
Tutto ciò che avevo di speciale nella mia vita mi era appena scivolato via dalle mani.
Era come stare in un piccolo buco nero, nessuno poteva salvarti, come se la tua unica via d'uscita era proprio ciò che non potevi più riavere indietro, l'unica persona che mi stava salvando realmente.

-Filippo.- sentii una voce, subito mi voltai, accorgendomi della presenza di Benjamin.
Anche lui era rimasto qui?

-Che vuoi?- chiesi secco, portando le braccia contro il mio petto.

-Voglio la cazzo di verità.- rimase serio, avanzando verso di me di qualche passo.

-Non ti capisco.- scrollai le spalle, guardandolo poi negli occhi.

-Emma era un gioco per te?- poi, arrivó dritto al punto.
Il suo nome, il mio cuore perse subito dei battiti.

-Adesso se n'è andata, non vedi? Non abbiamo alcun motivo per discutere di questo proprio adesso, Benjamin.- sputai, come se non mi importasse di questa situazione.

-Sei il solito coglione.- inizió a ridere, amaramente. -Perché non vuoi capire? L'hai ferita cazzo, ma nonostante questo non credo che smetterà mai di amarti. Ce ne vuole di coraggio per amare una persona spregevole come te, Filippo.- aggiunse poi, camminando avanti e indietro per la stanza.

-L'amore è una cazzo di fregatura, pensi che mi lasci trascinare in tutta quella roba amico? Non fa per me, non più ormai.- mi morsi il labbro.
Non mi avrebbe mai creduto, lui meglio di chiunque altro sapeva quanto cazzo mi aveva fatto perdere la testa quella ragazzina.

-Stronzate, come sempre.- si limitó a dire, passando una mano in mezzo ai suoi capelli.

-Possiamo parlare di altro? Questo fottuto argomento mi fa venire il mal di testa.- quasi lo pregai, cercando il suo sguardo.

-Sei veramente assurdo, Filippo. Io non voglio farti la cazzo di predica, ma lasciati dire due cose. Emma avrebbe rischiato la sua vita pur di donare un po' di felicità alla tua, lo capisci questo?
L'hai lasciata andare via da questo posto con il cuore a pezzi, ma questo non le ha impedito di sorriderti e farti capire che nonostante tutto lei ci sarebbe sempre stata per te. Tu non immagini neanche quanto hai perso, amico.- detto questo mi diede una pacca sulla spalla e dopodiché se ne andó.

Odiavo ammetterlo, ma lui aveva ragione, aveva fottutamente ragione.

La verità era che, conoscere Emma credo sia stato il mio regalo migliore.
L'unica persona che abbia mai creduto veramente in me dopo il mio arresto.

Ho perso la testa per lei perché sapeva chi ero realmente, sapeva che un giorno avrei avuto la possibilità di poter tornare il ragazzo che ero una volta.

Ho perso la testa per lei, perché in tutte le mie atrocità, vedeva solamente del bene, qualcosa che mi avrebbe migliorato.

Ho perso la testa per lei perché era semplice, testarda ma fottutamente in gamba.

Ho perso la testa per lei perché era l'unica in grado di regalarmi dei cazzo di motivi per poter dare un'altra possibilità al nuovo me.

E proprio come un coglione l'avevo persa nei modi peggiori.

-Plume, venga con me.- la voce di una guardia mi fece alzare gli occhi al cielo, stranamente.

-Proprio adesso?- domandai, scrollando ripetutamente le spalle.

-Non me lo faccia ripetere un'altra volta, non ho tempo da perdere con lei si muova.- disse, stringendosi nelle sue spalle abbastanza muscolose.

Annuii semplicemente e uscii da questa stanza con un vuoto allo stomaco.
Faceva così male.

-Tenga, si cambi, e veda di muoversi.- mi lanció i miei vestiti puliti, quelli che indossavo il giorno del mio arresto, dopodiché chiuse la porta della mia cella.

Che stava succedendo?

La mia mente era circondata da troppi pensieri, sforzarmi di capire la situazione attuale sarebbe stato del tutto inutile.
Scossi la testa e iniziai a cambiarmi in fretta, per evitare altri guai.

-Ha finito?- domandó impaziente la guardia dall'altra parte della porta, alzando un po' il tono della voce.

-Solo un attimo!- urlai di rimando, indossando poi anche le mie scarpe.

Piegai la mia tuta e la poggiai poi sul letto.
Mi guardai intorno per alcuni istanti, passando una mano in mezzo ai miei capelli.

-Plume ho altro di cui occuparmi, perché ci mette tanto?- chiese poi, battendo dei colpi sulla porta.

-Arrivo.- ingoiai velocemente, dopodiché uscii finalmente dalla mia cella.

-Mi dice che cosa sta succedendo? Devo andarmene adesso?- chiesi, confuso.
Continuai a camminare a passo svelto dietro di lui, senza ricevere alcuna risposta.

-Signore.- ci fermammo difronte al capo, pochi passi prima dell'uscita.

-Non è contento di andarsene, ragazzino? Suvvia, sforzi almeno un piccolo sorriso.- mi diede una pacca sulla spalla, gesto che mi fece allontanare di alcuni passi poco dopo.

-Mi creda so benissimo che ha tramato qualcosa, altrimenti non mi avrebbe mai allontanato da Emma.- dissi, lanciando uno sguardo di sfida.

-Chloé non le ricorda niente?- avanzó verso di me, puntando gli occhi nei miei.

Ingoai velocemente, cercando di mantenere la lucidità.

-Non ho proprio idea di cosa stia parlando, signore.- mi azzardai, fingendo un piccolo sorriso.

-Lei, razza di ragazzino insolente e arrogante, sa benissimo di cosa parlo.- puntò un dito contro il mio petto, stringendo con l'altra mano il mio braccio.

-È tutto qui?- domandai, cercando però di liberarmi.

-Davvero non si ricorda della sua ex ragazza, Filippo? L'unica che l'abbia mai amata veramente prima di Emma?- sentivo il cuore battere forte nella mia gola.

Non mi sarei mai potuto dimenticare di lei.

-Non sono affari che la riguardano, ora mi lasci andare.- lo sfidai ancora con lo sguardo, aspettando che mollasse la sua presa sul mio braccio.

Poco dopo mi lasció andare, con un sorriso soddisfatto sulle sue labbra.

-Spero che trovi la felicità ragazzino, sempre se per lei è concessa.- disse alle mie spalle.
Sapevo che stava sorridendo di nuovo, ma decisi di non voltarmi.

Finalmente aprii quella fottuta porta e uscii da questo carcere.
Sentii una leggera brezza colpirmi in faccia, completamente.
Quella era la libertà.
Sapevo che questo giorno prima o poi sarebbe arrivato, ma non immaginavo così presto, non con tutto questo anticipo.

Sapevo però, che la mia vita comunque sarebbe rimasta un inferno.

Come sarei potuto essere felice nel mio posto senza la ragazza che mi aveva salvato?

Bad Reputation. ×Irama Plume.× #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora