Eighteen. ✔️

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Autrice's pov.

Emma non rispose.
Guardó quel ragazzo ancora una volta, legando poi i suoi capelli in una crocchia.
Aveva una mente confusa e disordinata, pensó la ragazza.
Per lui era tutto così sbagliato, come se il mondo fosse qualcosa da poter cambiare a nostro piacimento.
Emma fece dei passi indietro e lasció stare. Non avrebbe mai voluto creare altro disagio in lui, così bastava, pensó.

-Hai finito di guardarmi in quel modo?- domandó il ragazzo, leggermente irritato.

-Quale modo?- chiese lei, ingenua.

-Quel modo, ragazzina. Sei fastidiosa.- disse lui, portando le mani nelle tasche della sua tuta.

-Quanto la fai lunga, piumino.- si azzardó lei, abbozzando un dolce sorriso sulle labbra.

-Finiscila.- ordinó Irama. Tutta quella situazione lo mandava fuori di testa.

-Sei noioso, lo sai?- chiese lei, con fare un pó spavaldo.

-Hai finito di provocarmi ragazzina?- di scatto Irama alzó lo sguardo verso di lei. -Ti stai divertendo?- aggiunse poi, facendo qualche passo verso la ragazza.

-Probabile.- ridacchió lei.

-Beh..- il corpo di Irama era decisamente più vicino a quello della ragazza, rispetto a qualche minuto prima. -Io non mi sto affatto divertendo, ma forse conosco un modo.- lanció uno sguardo malizioso ad Emma e lei capii.

-Fai schifo, pensi solo a quello con una ragazza? Con me poi, che neanche mi conosci a fondo.- lo spinse leggermente all'indietro, facendolo barcollare.

-Ma come siamo nervosette.- il ragazzo si grattó la nuca. -Sei sempre così stressata, mh?- domandó poi.

-Non sono affari che ti riguardano.-

Questa volta fu Irama a non rispondere, la guardó, come si guarda una persona rara, e lui pensava veramente che lei lo fosse. Semplicemente, non sarebbe riuscito ad ammetterlo così tanto facilmente.
Era testarda ma determinata, e tutto ciò lo mandava fuori di testa, perché non sapeva mai come prendere in mano la situazione.
La guardó ancora, mentre si sciolse quella crocchia che aveva in testa leggermente disordinata rispetto a prima. I capelli le cadevano perfettamente sulle spalle, mettendo in mostra il suo viso, che il ragazzo inizió a fissare, come se non lo avesse mai osservato fino ad ora.

-Che hai da guardare?- spostó una ciocca di capelli dietro l'orecchio, leccandosi poi le labbra.

-Scusa è c-che..- Irama inizió a balbettare. Un gesto strano, lui non balbettava mai davanti ad una ragazza.

-Che, cosa?- chiese lei.

-S-sei fottutamente bella.- ammise poi il ragazzo, nascondendo il suo evidente imbarazzo abbassando lo sguardo sulle sue scarpe.

Non credeva che tutto questo potesse essere reale. Le aveva appena fatto un complimento, e non era di certo buttato lì a caso per ottenere qualcosa, lui pensava veramente ciò che aveva detto.
Le guance del ragazzo si erano trasformate in due pomodori, letteralmente.
Aveva il cervello in tilt, non conosceva la sua risposta, forse preferiva non conoscerla. Ma del resto, non era nella mente della ragazza, perciò, non poteva sapere come avrebbe reagito.

Irama alzó lo sguardo, di nuovo.
Emma sorrideva. Aveva un bellissimo sorriso sulle labbra e le guance leggermente arrossate.
Il suo corpo tremava, lo si poteva percepire.
La ragazza non se lo sarebbe mai aspettato un complimento del genere da parte sua, era totalmente incredula, ma sorrideva. Era fottutamente felice che lo avrebbe urlato a chiunque.
Il cuore le scoppiava nel petto, non sapeva come gestire tutto questo.

-Questo silenzio peró è imbarazzante, Dio.- disse poi Irama, cercando di rompere il ghiaccio.

-Stai bene?- le accarezzó il viso, quando vide che rimase ancora immobile come una statua.

-È strano sentire un complimento uscire proprio dalle tue labbra, ma si, sto bene.- disse poi, rassicurando il ragazzo.

-Non ti ci abituare, ragazzina.- Irama scoppió in una leggera risata, accompagnata dal sorriso della ragazza.

-È meglio se torni nella tua cella, piumino.- lo prese in giro ancora una volta, sapeva quanto gli avrebbe dato fastidio.

-Finiscila, non sei divertente, mi irriti e basta.- i suoi occhi, come il suo sguardo, tornarono improvvisamente seri.

-Con te non si può mai scherzare, quanto sei noioso.- sbuffó, alzando gli occhi al cielo.

Il ragazzo non diede retta alle sue parole. Si avvicinó a Emma e fece scontrare la sua schiena contro il muro dietro di lei.
Per alcuni secondi, la guardó negli occhi, notando subito un pizzico di paura dentro di essi.
Per lui era semplice, non bisognava chiedere, sapeva come infondere paura dentro di lei.
Inarcó un sopracciglio e si leccó le labbra, prendendo tra le mani alcuni dei suoi capelli.

-Allontanati.- sussurró, evitando i suoi occhi.

-Un minuto prima scherzi e mi prendi per il culo..ma appena mi avvicino così tanto al tuo corpo, inizi a tremare.- le strinse i fianchi, facendo scontrare le loro intimità. -Sei sicura di non aver paura di me, piccola Emma?- chiese poi, con la voce più bassa rispetto a prima.

-N-non ho paura di te.- affermó balbettando. Sapeva benissimo che Irama non le avrebbe mai creduto.

La ragazza divenne ancora più nervosa, così inizió a mordersi il labbro, facendolo quasi sanguinare.
Irama cercó di controllarsi, ma diventó impossibile.
Quella ragazza lo mandava fuori di testa.
Più lo provocava, più lui desiderava qualcosa che, piano piano, lo avrebbe distrutto.

-Emma..- sussurró il suo nome lentamente, accanto al suo orecchio. -Mi stai facendo impazzire, cazzo.-

-C-che vuoi fare?- domandó lei, confusa.

-Perdonami, ma non posso più resistere.-

Emma era confusa, ma neanche per un secondo avrebbe pensato di allontanarsi da lui. Voleva rimanere così, vicino a lui. Voleva sentire il suo respiro attorno alla sua pelle, il suo tocco.
Le mani di Irama strinsero di più la presa sui fianchi della ragazza, facendola avvicinare di più a lui. Lei fissava le sue labbra, e Irama stava impazzendo all'idea di sentire le sue contro quelle della ragazza.
Così schiuse gli occhi, e fece ciò che lo stava distruggendo. La bació, delicatamente.
La ragazza chiuse gli occhi a sua volta, portando le dita fra i capelli di Irama.
Le loro labbra si muovevano lentamente, ma lui non avrebbe resistito a lungo, lui desiderava di più. Le accarezzó i fianchi e poi, piano piano, portó entrambi i pollici sul suo viso, toccandolo come se fosse vetro, come se non volesse farle del male.

-No, cazzo! Non doveva succedere, io..- Irama inizió a tirarsi i capelli con insistenza.

-Ti sei pentito?- ora era più confusa, pensava fosse colpa sua.

-Non avvicinarti ancora, stammi lontana. Questo è stato un cazzo di sbaglio.- stava letteralmente impazzendo.

-Tu lo volevi quanto lo volevo io, perché dovrebbe essere uno sbaglio?- cercó di avvicinarsi, ma sapeva che era una mossa sbagliata.

-Tu non capisci!- urló, tirando un pugno contro il muro.

-Sono sbagliato, Emma. Sono fottutamente sbagliato, io non sono il ragazzo di cui hai bisogno. Stammi lontana.- inizió a tirare i suoi capelli con forza, come se avesse potuto cambiare le cose.
E con una mossa del tutto repentina, si allontanò dal corpo della ragazza.

E la lasció sola in mezzo a quel corridoio, assieme ai suoi pensieri e alla confusione dentro alla sua testa.

Bad Reputation. ×Irama Plume.× #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora