Twenty-five. ✔️

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Benjamin's pov.

Picchiettai le dita con insistenza sul tavolo di questa mensa, con entrambi i gomiti poggiati su di esso.
Sbuffai, guardandomi un po' in giro.
Quest'attesa stava diventando decisamente insopportabile.

Il mio sguardo si posó poco dopo sul corpo di Irama.
Camminava con entrambe le mani nelle tasche dei suoi pantaloni.
Inizió a lanciare occhiatacce a chiunque lo guardasse in un modo strano.

-Dove diavolo hai dormito stanotte?- chiesi, appena si sedette accanto a me.

Tenne lo sguardo basso, rivolto verso il tavolo.
Sbuffó sonoramente, e poggió entrambe le braccia sul legno di questo tavolo.

-Fatti i cazzi tuoi per una buona volta, Benjamin.- alzó lo sguardo verso il mio, tenendo le mani unite saldamente.

-Hai fatto colazione con una bella dose di acidità a quanto pare.- alzai gli occhi al cielo, e cercai di non stuzzicarlo troppo.

-Vuoi stare un po' zitto?- diede un colpo sul tavolo, facendomi sobbalzare.

-Noioso.- commentai, togliendo lo sguardo dal suo.

Appena non sentii più il suo sguardo bruciare sulla mia pelle, mi voltai di nuovo per guardarlo.
Era pensieroso, a dir la verità.
Teneva entrambe le mani incrociate, passando ogni tanto la lingua sulle sue labbra.
I suoi occhi erano immobili, non trasparivano nulla.

-Finiscila di fissarmi, sei inquietante cazzo.- commentó, con gli occhi fissi sugli altri carcerati.

-Mi dici che ti prende amico?- la mia domanda sembrava quasi un sussurro.

-Sei il mio psicologo adesso? Non devo dirti proprio un cazzo Benjamin.- continuò a non guardarmi.
Portó le mani nelle tasche dei suoi pantaloni, sbuffando nuovamente.

-Ma è possibile che non riesci ad accettare quando qualcuno si preoccupa per te?- alzai il tono della mia voce, attirando così, il suo sguardo.

-Non ho bisogno dell'affetto di nessuno, evita di porgere la tua pietà.- sputó con un tono acido e freddo, guardandomi negli occhi.
I suoi erano così vuoti.

-Sei un caso perso.- sbuffai, ignorandolo questa volta.

Vidi Emma entrare nella mensa con un enorme sorriso sulle labbra.
Si guardó intorno, con le braccia consorte.
Alzai leggermente il mio braccio per farmi notare da lei.
Quando si accorse finalmente di me, mi sorrise avvicinandosi al tavolo.

-Benjamin che cazzo fai?- domandó Irama, dandomi un colpo sulla spalla.

Ridacchiai e lo lasciai perdere.

-Ciao Benjamin.- si sedette difronte a me, porgendomi un dolce sorriso. -Ci tenevi così tanto che io mi unissi a voi due?- domandó, imbarazzata.

-Onestamente potevi startene per i cazzi tuoi, ragazzina.- rispose Irama al posto mio, con un tono sempre così freddo e arrogante.

Emma abbassó lo sguardo, si morse il labbro facendolo quasi sanguinare.
Inizió a battere entrambe le mani sulle sue cosce, per cercare di trattenere la sua agitazione ormai evidente.

-Devi sempre essere così stronzo?- dissi, dandogli un colpo sul braccio.

-Faccio lo stronzo con chi mi pare, non sei mia madre.- inizió a ridere amaramente.

-Lascia stare Benjamin, è solo un cazzo di coglione.- ammiccó Emma, con gli occhi leggermente lucidi.

I loro sguardi s'incontrano, come se non stessero aspettando altro.
Il viso di Emma era pallido, traspariva solo tristezza e rabbia.
Gli occhi di Irama presero più colore, come se non fossero più vuoti.
Emma si morse il labbro, portando un piccolo ciuffo dietro il suo orecchio.
Era come se Irama fosse incantato dalla sua bellezza così pura.

Bad Reputation. ×Irama Plume.× #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora