Sixty-two. ✔️

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Una strana agitazione colpii di getto il mio cuore, quasi sussultai.
I miei battiti aumentarono, ma il mio cuore era pesante, sembrava che stesse per soffocare.
Mi rigirai per l'ennesima volta su questo materasso, dopo qualche secondo, però, capii.
Ero paralizzata, era come se i muscoli del mio corpo non potessero ricevere nessun tipo di segnale.

Alzai gli occhi davanti a me, la mia vista era leggermente offuscata.
Vidi due figure in lontanza, seguii i loro movimenti con lo sguardo.
Si stavano avvicinando verso di me lentamente, così provai a muovermi di nuovo, questa volta con successo.

-Tesoro, non correre!- urló la prima voce, era quella di una donna.
Cercai di mettere a fuoco la mia visuale, ma con scarsi risultati.

Camminai verso di loro, il pavimento sotto i miei piedi era nero e gelido, così tanto che mi fece rabbrividire con il contatto caldo della mia pelle.

-Sei lenta mamma!- era una bambina, il suo sorriso era leggero e contagioso.
Assottigliai gli occhi, provando ad individuare meglio ciò che vedevo.

-Sei proprio una bambina furba, lo sai?- finalmente la donna riuscii a catturarla fra le sue braccia, provocandole un altro sorriso su quelle labbra sottili.

Ma fu proprio in quel momento, che il mio cuore subii un tonfo, bloccando del tutto l'aria intorno a me.
Tentai di regolarizzare il respiro, ma fu inutile anche questo.

Quella bambina ero io, assieme a mia mamma.

Mi avvicinai di più, sentivo il bisogno di quel calore, di provare la stessa allegria che provai in quel momento tanti anni fa.

-Chissà da chi avrò preso.- boccheggió la me più piccola, incastrando la lingua in mezzo ai denti.

-Diventarai una donna meravigliosa ed io sarò tanto orgogliosa di te.- sussurrò mia madre, passando una mano in mezzo ai miei capelli chiari, sciolti lungo la schiena.

Il mio cuore si strinse e fui costretta a mordermi il labbro per trattenere qualsiasi tipo di singhiozzo.
Sapevo che non potevano sentirmi, perché questo era solamente un ricordo sotto forma di sogno.

-Perché piangi mamma?- passó la manina sulla sua guancia, creando una linea del tutto immaginaria.

-Piango perché sono un disastro tesoro, sono stata un fallimento per questa famiglia, ma specialmente per te. Non devi provare pena per la donna che ti ha voltato le spalle, non dovresti neanche starmi accanto in un momento così fragile e impegnativo. Per favore, perdonami.- in quel momento, vidi mia madre voltare lo sguardo verso di me. Strabuzzai gli occhi appena la me più piccola sparii in mezzo al suo abbraccio.

Lei mi vedeva, mi stava guardando con le lacrime agli occhi.

Come era possibile?

-Esci da questo posto, ti prego vattene.- sussurrò, facendo qualche passo verso di me.

-Non voglio che guardi, ti ho detto di andar via.- aggiunse, la sua voce era spezzata.
Il suo corpo iniziò a sparire, proprio come quello precedente della me più piccola.

-Che significa?- la voce uscii cruda dalle mie labbra, sembrava più un sussurro.

-Ci sono vicina figlia mia, manca pochissimo.- spiegó, ma ad ogni parola, ogni passo, il suo corpo divenne cenere difronte ai miei occhi.

Ripresi i sensi improvvisamente, risvegliandomi da quel terribile incubo con ancora il cuore che premeva forte nella mia gola.
L'aria attorno a me sembrò ritornare come un missile, un colpo furtivo diretto nei miei polmoni.
Il fastidio di quell'agitazione si trasformò improvvisamente in una fitta di dolore proprio all'altezza del mio petto.
Il mio corpo balzó con una mossa veloce, costringendomi a portare le mani all'altezza del mio cuore, che prontamente non smise di battere quasi da voler scoppiare.
La mia testa girava, mi sentii soffocare nuovamente.

Bad Reputation. ×Irama Plume.× #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora