The one where they change each other's lives

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Tra tutte le cose che erano successe nella sua vita, quella non era nemmeno la più assurda. Però di certo era una delle poche che Fabrizio non pensava gli sarebbe mai successa.

Era successo tutto in un attimo.

Un momento prima, stavano estraendo bigliettini da una boccia di vetro cercando di inventare una domanda coerente con quello che c'era scritto sul foglio. Un momento dopo, sia lui che Ermal ridevano come due adolescenti.

Il conduttore con cui stavano facendo quell'assurdo giochino aveva estratto un bigliettino con su scritto .

Fabrizio aveva guardato Ermal e aveva detto: "Mi viene in mente una cosa, però non si può dire."

Ermal era scoppiato immediatamente a ridere - seguito a ruota da Fabrizio - pensando a ciò che era successo la sera prima e a ciò che, ne era convinto, aveva pensato anche Fabrizio.

"Sarebbe anche: perché no" aveva aggiunto Ermal, cercando di trattenere le risate.

Il conduttore aveva cercato di intromettersi nel loro scambio di battute, ma Ermal e Fabrizio avevano continuato a ridere per conto loro, come se fossero all'interno di una bolla che nessuno poteva scoppiare.

Le risate continuarono anche quando uscirono dallo studio e si ritrovarono in mezzo al corridoio deserto.

Ermal si appoggiò al muro e continuò a ridere portandosi una mano sugli addominali, ormai doloranti per le troppe risate. Fabrizio, in piedi davanti a lui, si appoggiò alla sua spalla e nascose la faccia nell'incavo del suo collo continuando a ridere.

Quando entrambi riuscirono a calmarsi, Fabrizio sollevò lo sguardo e disse: "Mi sa che abbiamo pensato la stessa cosa."

"Era impossibile non farlo" rispose Ermal.

Lo sguardo di entrambi si era fatto più serio e, pur con i pensieri ancora rivolti a ciò che li aveva fatti ridere un attimo prima, la voglia di scherzare era sparita.

"Devo ancora abituarmi a questa cosa che mi leggi nella mente" disse Fabrizio.

Ermal sorrise. "Io devo abituarmi a non pensare ad altro durante le interviste, altrimenti rischio di fare il casino di poco fa."

"Sì, devo abituarmi pure a quello" rispose Fabrizio.

Ma per quanto entrambi lo volessero, sapevano che non sarebbe stato affatto semplice smettere di pensare a ciò che era successo la sera precedente e che li aveva fatti tanto ridere poco prima.


***


"Ho un paio di birre in camera. Vieni da me?"

La proposta di Fabrizio arrivò alle orecchie di Ermal come se fosse la frase più bella del mondo. Non tanto perché fosse chissà che proposta ma perché dopo lo stress di quella giornata e ciò che li aspettava il giorno seguente, Ermal sentiva davvero il bisogno di rilassarsi un attimo e di bere una birra con un amico.

"Sì, perché no" disse seguendo Fabrizio nella sua stanza.

La camera di Fabrizio era più ordinata di quanto Ermal si aspettasse. C'erano giusto un paio di jeans e una maglietta buttati su una sedia, ma nient'altro sembrava essere fuori posto.

Fabrizio si avvicinò al tavolino nell'angolo, su cui c'era una confezione di birre ancora intera e ne tirò fuori due, tenendone una per sé e passando l'altra al più piccolo.

We're all stories in the end - Metamoro one shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora