"Che c'hai? Tutto bene?"
Ermal si voltò verso Fabrizio, seduto accanto a lui in macchina, e annuì.
"Sicuro? Sembri pensieroso."
"Sono un po' stanco, Fabrì. Stanco, ma felice."
Avevano lasciato il luogo del concerto di Emergency circa dieci minuti prima e si stavano dirigendo in albergo.
Per Ermal quella settimana era stata un inferno, piena di impegni e di viaggi continui da una parte all'altra dell'Italia. Non vedeva l'ora di buttarsi sul letto e recuperare un po' di sonno ma, per come si erano messe le cose quella sera, era quasi certo che non avrebbe chiuso occhio.
Era iniziato tutto con una frase. Una cosa banale, una semplice frase di una canzone di Nek che entrambi avevano sentito mille volte. Eppure, in quel momento, qualcosa era cambiato.
Nek aveva detto: "Se vuoi ci amiamo adesso" mentre cantava uno dei suoi pezzi più famosi, e Ermal si era voltato spontaneamente verso Fabrizio, rendendosi conto che anche lui lo stava fissando.
Per un occhio esterno, poteva sembrare una cosa casuale. Due amici che si guardano e, del tutto casualmente, sul palco un loro collega sta cantando quella frase.
Ma non c'era nulla di casuale in quello scambio di sguardi in quel preciso momento.
Non c'era nulla di casuale perché entrambi, sentendo quella frase, avevano pensato che l'unica persona che avrebbero voluto amare in quel momento era proprio quella accanto.
Ermal aveva continuato a pensarci per tutta la sera, anche quando era arrivato il suo turno di salire sul palco. Forse era per quello che aveva abbracciato Fabrizio tre volte in appena cinque minuti.
Non era da lui. Lui che si teneva sempre distaccato ed evitava il contatto fisico quando poteva, lui che permetteva a Fabrizio di abbracciarlo ma che raramente lo abbracciava per primo.
Ma quella sera c'era qualcosa di diverso e quel qualcosa l'aveva spinto ad aprirsi di più, ignorando tutti gli sguardi puntati su di loro.
Sentiva il bisogno di averlo accanto, di sentirlo vicino a sé, di toccare la sua pelle, e un singolo abbraccio non poteva bastare a soddisfare quel bisogno. In realtà, nemmeno tre abbracci erano stati sufficienti.
Così, quando Fabrizio gli aveva chiesto di tornare in albergo insieme, Ermal non ci aveva pensato due volte ed era salito in macchina con lui senza preoccuparsi di avvertire nessuno. E ora, seduto accanto a lui, il mondo sembrava finalmente girare nel senso giusto.
"Sei troppo stanco per una pizza?" chiese Fabrizio.
Ermal scosse la testa. "Non sono mai stanco per la pizza."
O per te, avrebbe voluto aggiungere.
Come fossero finiti da mangiare pizza e bere birra seduti sul pavimento della camera di Fabrizio a chiacchierare sdraiati sul suo letto, in realtà non lo sapevano bene nemmeno loro.
Ciò che sapevano era che, nonostante entrambi fossero esausti e i loro occhi fossero ormai praticamente chiusi, non volevano allontanarsi da lì.
"Dovrei andare a dormire" sussurrò Ermal, con gli occhi già chiusi da un pezzo e la testa affondata nel cuscino.
"È tipo la quarta volta che lo dici" rispose Fabrizio sforzandosi di tenere gli occhi aperti.
"Lo so. Sono troppo stanco per alzarmi."
"E allora dormi qua" disse Fabrizio, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Ermal aprì gli occhi. "Cosa?"
"Ma sì, non c'ho voglia di stare solo. Fammi compagnia."
Rimasero in silenzio per qualche minuto, semplicemente ad ascoltare il respiro l'uno dell'altro, fino a quando Ermal, ripensando a ciò che aveva detto Fabrizio, sorrise.
"Che c'è?" chiese Fabrizio, che non aveva distolto nemmeno per un attimo lo sguardo dal collega.
"Niente. Hai detto una cosa e mi è venuta in mente una canzone di Nek."
"Quale?"
"Fammi un po' compagnia..." iniziò a intonare Ermal, perché in quel momento cantare era molto più semplice che cercare di ricordare il titolo di un brano che non era tra le sue canzoni preferite.
Fabrizio annuì riconoscendo la canzone e continuò: "...dai baciami adesso."
Ermal cercò di ignorare lo stomaco che si stringeva sentendo la voce di Fabrizio sussurrare quelle parole e continuò: "Io non so cosa sia, sto sul depresso."
"È una noia bestiale che mi prende se solo non ci sei" aggiunse Fabrizio, sentendo improvvisamente suo un testo di una canzone a cui non aveva mai prestato particolarmente attenzione, se non in quelle occasioni in cui gli era capitato di sentirla in radio.
"È una cosa normale o succede solo a me?" canticchiò Ermal, ormai con la voce ridotta a un sussurro.
Fabrizio rimase in silenzio. Sapeva come continuava quella canzone, ma cantare quel ritornello avrebbe significato porsi delle domande a cui non era certo di voler trovare delle risposte.
Domandarsi cosa c'era tra lui ed Ermal, così come diceva quella canzone, significava ammettere che c'era qualcosa di diverso da ciò che entrambi avevano sempre detto. E nessuno dei due in quel momento era pronto ad affrontare i propri sentimenti e le conseguenze che inevitabilmente li avrebbero travolti.
Così rimasero semplicemente in silenzio, sdraiati su quel letto e con le parole di una canzone sospese tra loro.
Il mattino seguente, salutarsi fu più difficile del solito.
Entrambi sapevano di avere oltrepassato un confine la sera precedente e che, pur non avendo parlato, si erano detti tante cose. Forse troppe.
"Non sparire" disse Ermal abbracciando Fabrizio nella hall dell'albergo.
"Me lo ripeti ogni volta" rispose Fabrizio.
"Lo so" rispose semplicemente Ermal.
Fabrizio non aggiunse altro.
Sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il momento di parlare, di chiarire le cose tra loro, ma non era quello il momento.
Lo salutò con un sorriso e uscì dall'albergo, in testa le parole di una canzone che la sera precedente nessuno dei due aveva avuto il coraggio di pronunciare.
Dimmi, dimmi, dimmi cos'è, cos'è che c'è.
Dimmi, dimmi, dimmi cos'è che c'è tra noi.
Spazio autrice:
E sono di nuovo qua con un'altra cosuccia senza pretese.
Idea gentilmente offerta dalla mia amica Margherita, che ieri sera mi ha fatto pensare a Ermal e Fabrizio che si guardano mentre Nek dice: "Se vuoi ci amiamo adesso", e dalla visione prolungata di un video del concerto di Max Pezzali, Nek e Francesco Renga in cui cantano Dimmi cos'è.
Ma in tutto ciò, voi siete ancora vivi dopo ieri sera? Io onestamente non lo so, mi sembra di avere sognato tutto.
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We're all stories in the end - Metamoro one shots
Hayran KurguRaccolta di one shots metamoro, perchè anche se ce ne sono già tantissime non saranno mai abbastanza. Ovviamente i fatti narrati non rispecchiano in alcun modo la realtà, tutto ciò è solo frutto della mia mente malata.