The one with the colors (pt. 2)

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(OS collegata alla precedente)







Ermal era convinto di non essersi mai sentito meglio in vita sua.

Era completamente rilassato, sdraiato su un letto molto più comodo di quello che aveva a casa sua, accanto a un uomo meraviglioso.

Eppure mancava qualcosa. E in realtà, sapeva anche cosa ma non voleva fare la figura del superficiale ammettendolo ad alta voce.

Si voltò verso sinistra, notando Fabrizio steso accanto a lui che fissava il soffitto e sbuffava di tanto in tanto.

"Che hai?" chiese aggrottando la fronte.

Fabrizio si voltò verso di lui e sbuffò di nuovo. "Niente."

"Dai, dimmi."

"È una cazzata, Ermal."

"Io voglio sapere anche le cazzate."

Fabrizio si sollevò leggermente, reggendosi sui gomiti, e disse: "Non fraintendere, mi è piaciuto quello che è successo, però mi sarebbe piaciuto di più sentirti dentro di me."

Sentire Fabrizio dire quella frase ebbe un effetto devastante su Ermal, che non solo condivideva quella leggera frustrazione che si era impadronita del compagno, ma era anche sollevato per non essere l'unico a sentirsi così.

Si avvicinò a lui e disse: "Lo so, Bizio."

Poi lo baciò senza fretta, accarezzandogli le labbra con la lingua e poi baciandolo più a fondo appena Fabrizio gli lasciò libero accesso.

Fu solo questione di tempo prima che si ritrovassero nuovamente avvinghiati tra le lenzuola sfatte, entrambi affamati l'uno dell'altro e consapevoli di non poter proseguire come avrebbero voluto.

Ermal si allontanò con uno sbuffo frustrato, sapendo di doversi fermare in quel preciso istante, altrimenti più tardi sarebbe stato troppo difficile.

"Basta, mi sono rotto le palle" mormorò Fabrizio alzandosi dal letto.

Scavalcò i fazzoletti - usati poco prima per darsi una ripulita e abbandonati sul pavimento - e afferrò un paio di pantaloncini dall'armadio.

"Dove stai andando?" chiese Ermal.

"A risolvere una questione. Così non si può andare avanti, devo fare qualcosa" rispose Fabrizio un attimo prima di uscire dalla camera e chiudersi la porta alle spalle.

Ermal rimase a fissare la porta chiusa per un attimo, poi affondò la testa nel cuscino e chiuse gli occhi.

Sperava sinceramente che quel qualcosa che Fabrizio voleva fare fosse procurarsi un preservativo.





La camera di Roberto era giusto un paio di porte dopo la sua, cosa di cui Fabrizio era profondamente grato perché non era certo che avrebbe potuto sopportare di camminare di più in quelle condizioni.

I pantaloni che aveva pescato dall'armadio erano casualmente i più larghi che avesse mai avuto, eppure sembravano essere fin troppo stretti in quel momento.

Avrebbe preferito di gran lunga fermarsi in camera con Ermal e trovare una soluzione al fastidioso problema che si era creato nei suoi pantaloni, ma non poteva sopportare di doversi nuovamente accontentare.

Non che si lamentasse per ciò che era successo poco prima, ma voleva andare oltre. E per farlo gli servivano i preservativi.

Bussò un paio di volte, sperando vivamente che Roberto non si fosse già addormentato, e attese pazientemente che l'amico aprisse dondolandosi da un piede all'altro.

We're all stories in the end - Metamoro one shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora