The one with the summer holidays

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Ermal aveva riflettuto parecchio prima di accettare quella proposta che Fabrizio aveva avanzato una sera, quasi scherzando, mentre finivano la bottiglia di vino che avevano aperto a cena.

Aveva riflettuto parecchio perché, per quanto desiderasse accettare, doveva mettere per un attimo da parte l'entusiasmo e ragionare con lucidità.

In fondo, Fabrizio non gli aveva chiesto di passare una giornata a casa sua o di lavorare insieme a una nuova canzone.

Gli aveva proposto di passare l'intera estate insieme. Al mare. Con i suoi figli.

Ed Ermal non era sicuro di come avrebbe dovuto rispondere a una cosa del genere, perché in realtà nemmeno si aspettava che la loro relazione fosse già al punto in cui si fanno le vacanze insieme con i figli al seguito.

Stavano insieme da parecchio tempo, questo era vero, ma la maggior parte di quel tempo l'avevano trascorso separati per cause di forza maggiore quindi Ermal si sentiva sempre un po' come se la loro relazione fosse ancora all'inizio.

Quindi, quando Fabrizio gli aveva chiesto di passare l'estate con lui, Ermal era rimasto in silenzio, poi aveva detto di doverci riflettere e, solo dopo un attento esame dei pro e dei contro di quella situazione, aveva accettato.

E così, quella mattina di inizio agosto, Ermal si ritrovò a respirare l'odore del mare che entrava dalla finestra, mentre Fabrizio al suo fianco dormiva ancora profondamente.

Avevano affittato una casa in Sardegna, in un piccolo paesino sul mare che sembrava un angolo di paradiso, visto quante poche persone si aggiravano per le vie.

Erano arrivati lì qualche giorno prima - Ermal e Fabrizio carichi di bagagli, mentre Libero e Anita si erano trascinati dietro un materassino gonfiabile e una borsa piena di giochi da spiaggia - e avevano subito capito che tornare a casa dopo quella vacanza sarebbe stata una delle cose più difficili della loro vita.

C'era tutto ciò di cui avevano bisogno: la possibilità di divertirsi, di rilassarsi e soprattutto di farlo insieme.

Ermal chiuse gli occhi per un attimo, riempiendosi i polmoni del profumo di salsedine che arrivava dalla finestra aperta, poi si voltò verso Fabrizio e lo osservò per un attimo mentre dormiva accanto a lui.

Sembrava molto più giovane della sua età e, nonostante qualche capello grigio, aveva l'espressione di un ragazzino dipinta su volto.

Aveva quella luce addosso che di solito hanno gli adolescenti, quando credono di poter conquistare il mondo e di poter realizzare tutti i loro sogni.

Poi crescendo, quella luce di solito tende a spegnersi. Si arriva a un punto in cui si capisce che non si può vivere di sogni e non si può conquistare il mondo, si inizia a costruire una realtà in cui per sognare non c'è più spazio.

Ma Fabrizio i suoi sogni li aveva realizzati tutti e quindi quella luce non si era mai spenta.

Lo osservò per un po', rendendosi conto che lo avrebbe potuto osservare anche per tutta la vita perché non c'era niente di più bello che guardare il suo fidanzato dormire accanto a lui.

Lanciò un'occhiata all'orologio appeso alla parete, constatando che probabilmente i bambini erano già svegli. Si alzò dal letto cercando di non fare troppo rumore e uscì dalla stanza.

Come immaginava, Libero e Anita erano seduti sul divano del soggiorno e stavano guardando i cartoni animati.

"Ehi, siete svegli da tanto?" chiese Ermal, preoccupato che i bambini stessero aspettando che qualcuno preparasse la colazione mentre lui e Fabrizio avevano continuato a dormire.

We're all stories in the end - Metamoro one shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora