Ermal si passò un asciugamano sul collo, tamponandosi il sudore. Aveva bisogno di una doccia, ma tutto ciò che riusciva a fare in quel momento era starsene seduto dietro il palco su cui aveva appena cantato.
Marco si sedette accanto a lui e gli passò una birra ghiacciata dicendo: "Bevila piano, che è fredda."
"Sì, mamma" rispose Ermal sorridendo.
In realtà, gli faceva piacere vedere quanto i suoi amici si preoccupassero per lui, anche quando si trattava solo di piccole cose.
"Allora, visto che sono tua madre e come tale dovrei interessarmi ai fatti tuoi, c'è una cosa che devo chiederti" disse Marco.
Ermal si voltò verso di lui aspettando che continuasse.
"Hai cambiato la scaletta all'ultimo momento per inserire Due lacrime."
"E quindi?"
"E quindi ho pensato, ma potrei anche sbagliarmi, che tu lo abbia fatto per un motivo particolare."
Ermal si portò la bottiglia alle labbra bevendo un sorso di birra, poi disse: "Il motivo è che non cantavo quella canzone da un po' e avevo voglia di rifarla."
"Sei sicuro che sia solo per quello?"
"Marco, se c'è qualcosa che vuoi dirmi fallo e basta" sbuffò Ermal. Era stanco, non aveva voglia di discutere e sapeva perfettamente dove aveva intenzione di arrivare Marco. Tanto valeva tagliare corto.
"Ho avuto l'impressione che cantare quella canzone sia stata una specie di risposta a quello che ha detto Fabrizio" disse Marco.
Ermal non rispose. Continuò semplicemente a sorseggiare la sua birra mentre Marco, ancora seduto accanto a lui, capiva di avere fatto centro.
"Mi ha definito una luce, un esempio da seguire. Non l'aveva mai fatto nessuno" disse Ermal dopo un paio di minuti.
"In realtà, la gente lo fa continuamente."
"Fabrizio non è la gente, non è una persona qualsiasi."
Marco annuì in silenzio. Sapeva quanto Fabrizio fosse importante per Ermal. Importante quanto per lui era importante Anna, la sua fidanzata.
Quel paragone l'aveva fatto riflettere spesso e più di una volta aveva cercato di parlare con Ermal per capire se tra lui e Fabrizio ci fosse più di una semplice amicizia. Alla fine, era arrivato alla conclusione che sicuramente c'era qualcosa di più ma quei due avevano troppa paura per ammetterlo.
Si limitavano a lanciarsi frecciatine - come quella storia della luce - o a fare un passo l'uno verso l'altro per poi tornare indietro di scatto impauriti.
Di quel passo, non sarebbero mai andati da nessuna parte.
Ma per quanto Marco volesse disperatamente aiutare il suo amico, sapeva anche che non poteva smuovere niente se lui non era pronto ed era ovvio che non lo fosse.
"È che volevo che in qualche modo capisse che ho letto quello che lui ha detto di me" disse ancora Ermal.
"Non potevi mandargli un messaggio?"
Ermal si voltò verso Marco e gli lanciò un'occhiataccia. "Volevo evitare qualcosa di così palese."
"Ma perché? Non c'è niente di male a scrivergli: ciao, ho letto quello che hai detto di me e mi ha fatto molto piacere."
Ermal scosse la testa.
"Non penserai che con questa canzone lui abbia capito, vero? Tutti i tuoi fan vedranno il collegamento tra la canzone e quello che ha detto lui, ma Fabrizio no."
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We're all stories in the end - Metamoro one shots
FanfictionRaccolta di one shots metamoro, perchè anche se ce ne sono già tantissime non saranno mai abbastanza. Ovviamente i fatti narrati non rispecchiano in alcun modo la realtà, tutto ciò è solo frutto della mia mente malata.