"Fabri, onestamente non capisco quale sia il problema!"
Fabrizio sbuffò sentendo Ermal ripetere quella frase ormai per l'ennesima volta quella sera.
"Sì, me ne sono accorto che non capisci. Guarda, lasciamo perdere che è meglio" disse Fabrizio prendendo una sigaretta dal pacchetto ormai quasi vuoto e uscendo sull'ampio terrazzo.
Ermal lo seguì. "No, ora parliamo. È evidente che c'è un problema, quindi mi spieghi cosa c'è che non va e lo risolviamo."
Fabrizio si lasciò scappare uno sbuffo vagamente simile a una risata, mentre accendeva la sigaretta e poi abbandonava l'accendino sul tavolo di plastica.
Parlare.
Ermal voleva parlare, mentre Fabrizio in realtà era stanco di farlo. Era stufo di dire sempre le stesse cose e non essere ascoltato, era stanco di ripetere per l'ennesima volta a Ermal quale fosse il problema in tutta quella situazione.
Lo aveva già fatto ed Ermal non aveva capito, quindi gli sembrava inutile provarci ancora.
"Bizio..." disse Ermal, cercando di attirare la sua attenzione.
"Cosa?"
"Parlami. Dimmi che c'è che non va."
"Vuoi sapere che c'è che non va?" disse Fabrizio, voltandosi verso di lui. Poi spense la sigaretta nel posacenere e aggiunse: "Quante volte abbiamo parlato di convivenza, di poter passare più tempo insieme sotto lo stesso tetto? Tante, così tante che nemmeno le ricordo tutte. E quante volte ti ho detto che potevi trasferirti qua? Che non c'era bisogno di comprare un'altra casa, che tanto questa è nuova e poteva diventare non solo casa mia ma casa nostra? L'ho detto tante volte e da te ho sempre ricevuto risposte vaghe, quasi come se non ti importasse più di vivere con me. E ora mi dici che domani vai a vedere un appartamento fuori Roma e che saresti intenzionato a comprarlo. Perdonami, ma io mi sento vagamente preso per il culo e non in senso buono!"
"Mi sembrava un posto carino! Sarei più vicino a te, potremmo vederci tutti i giorni, ogni tanto potresti venire da me..." replicò Ermal.
"E perché non possiamo stare qui? Che senso ha comprare una casa nuova se abbiamo questa?"
Ermal rimase in silenzio, cercando di trovare una risposta sensata a quella domanda. Ma lui non aveva risposte.
O meglio, le aveva ma aveva anche paura di dire la verità a Fabrizio e, per quanto facesse male, preferiva ometterla.
"Va beh, Ermal. Lasciamo stare. Ne riparliamo in un altro momento, ora dobbiamo lavorare" disse Fabrizio, rientrando in casa senza nemmeno dargli il tempo di rispondere.
Ermal lo seguì sbuffando, consapevole che non sarebbero riusciti comunque a rimettersi a lavorare.
Quella nuova canzone che stavano scrivendo insieme parlava di loro, della loro storia, delle difficoltà che avevano affrontato e poi superato.
Ma in quel momento c'erano delle nuove difficoltà da affrontare ed Ermal sapeva che non sarebbero riusciti a finire quella canzone se prima non avessero chiarito i loro problemi.
Come Ermal aveva sospettato, erano passate due ore e non erano riusciti a fare praticamente nulla, entrambi ancora bloccati sulla discussione di poco prima.
Ermal nemmeno riusciva a capire come ci fossero arrivati a quella discussione. Aveva semplicemente detto a Fabrizio che il giorno seguente sarebbe andato a vedere un appartamento, e lui era esploso.
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We're all stories in the end - Metamoro one shots
FanfictionRaccolta di one shots metamoro, perchè anche se ce ne sono già tantissime non saranno mai abbastanza. Ovviamente i fatti narrati non rispecchiano in alcun modo la realtà, tutto ciò è solo frutto della mia mente malata.