The one where Ermal is an anchor

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Non era una rarità che Ermal si svegliasse in piena notte e che poi non riuscisse a riaddormentarsi.

Era come se il suo cervello fosse continuamente in movimento, come se fossero i suoi stessi pensieri a svegliarlo e poi a non farlo più dormire.

Era successo anche quella notte.

Si era svegliato di colpo, come se avesse appena avuto un incubo.

All'inizio non gli era stato chiaro quale fosse il motivo del suo brusco risveglio, quali pensieri lo avessero preoccupato così tanto da svegliarlo. E poi aveva capito.

Fabrizio dormiva placidamente accanto a lui.

Il petto si alzava e si abbassava regolarmente al ritmo del suo respiro, il viso era leggermente rivolto verso di lui, la mano sinistra appoggiata sul cuscino accanto alla faccia, la destra abbandonata sulla pancia.

Stava semplicemente dormendo, eppure Ermal non l'aveva mai visto così bello.

Ed era proprio quello il pensiero che lo teneva sveglio.

Erano giorni che ci pensava, ormai. Non riusciva a capire per quale motivo un uomo come Fabrizio, una persona che avrebbe potuto avere letteralmente chiunque, avesse scelto proprio lui.

Non riusciva a capirlo e continuava a pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato, che Fabrizio avesse visto in lui delle qualità che in realtà non esistevano e che, quando finalmente avrebbe aperto gli occhi vedendolo per ciò che era davvero, lo avrebbe lasciato solo.

E lui avrebbe sofferto. Dio, se avrebbe sofferto! Ma allo stesso tempo, non avrebbe nemmeno cercato di fermarlo.

C'erano giorni in cui nemmeno lui voleva stare con sé stesso, di certo non avrebbe costretto Fabrizio a farlo.

Si voltò verso di lui, studiando i suoi lineamenti come se fosse l'ultima possibilità di farlo.

Era assurdo come il suo cervello si fosse convinto che, in un futuro non troppo lontano, la loro storia sarebbe naufragata. Ma era così.

Ermal continuava a non capire per quale motivo Fabrizio stesse con lui, ed era certo che prima o poi anche Fabrizio si sarebbe posto le stesse domande e avrebbe finito per lasciarlo.

Sospirò sconsolato e chiuse gli occhi, sentendo un attimo dopo Fabrizio accoccolarsi contro di lui.

Quasi si irrigidì, come se stare così vicini in quel momento e con quei pensieri per la testa fosse sbagliato.

"Perché non dormi?" mormorò Fabrizio con la voce impastata dal sonno.

"E tu perché non dormi?" replicò Ermal. In quel momento, era molto più semplice sviare il discorso.

"Perché tu sei sveglio. Ti sento quando ti svegli, anche se non fai niente. Il tuo respiro cambia" spiegò Fabrizio.

Quanto doveva amarlo per rendersi conto addirittura di come cambiasse il suo respiro?

Ermal lo strinse a sé e sospirò. "Scusa, non volevo svegliarti."

"C'è qualcosa che ti preoccupa?"

"Ma no, è solo che non riesco a dormire. A volte succede" mentì Ermal.

"Se ci fosse qualche problema me lo diresti, vero?"

"Certo, Bizio."

E dicendo quella frase, Ermal sentì il proprio cuore incrinarsi sotto il peso di quella bugia.




Nei giorni seguenti, la situazione non era migliorata. Anzi, se possibile Ermal si sentiva sempre peggio.

We're all stories in the end - Metamoro one shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora