The one with the smell of rain

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Nelle ultime ventiquattro ore era successo veramente di tutto.

Erano successe così tante cose che Fabrizio aveva ancora qualche problema a rendersi conto che la sensazione di calore, data dalle dita di Ermal intrecciate alle sue, era reale.

Non sapeva di preciso come, la sera precedente, fossero passati dal chiacchierare sul balcone a fare l'amore come se fosse l'ultima occasione per farlo.

Davvero, Fabrizio non ricordava come avessero passato quel limite. Ma l'avevano fatto.

Un attimo prima stavano sorseggiando vino mentre Ermal gli raccontava quali impegni lo avrebbero tenuto occupato il giorno seguente e ringraziava Fabrizio per averlo ospitato a casa sua, e l'attimo dopo erano uno tra le braccia dell'altro.

Quando si erano svegliati quella mattina, quasi non si erano rivolti parola, un po' per l'imbarazzo e un po' perché non avevano avuto tempo, presi com'erano dai propri impegni. Erano riusciti a chiarire le cose solo dopo pranzo, e in realtà "chiarire" era un termine grosso.

Semplicemente Ermal gli aveva preso la mano mentre erano seduti a tavola - esattamente come aveva fatto in quel momento, mentre fissavano il cielo grigio seduti in balcone - e Fabrizio aveva capito che sarebbe andato tutto bene, che qualsiasi cosa ci fosse tra loro non sarebbe finita lì. O almeno era quello che sperava.

Però, era ancora difficile rendersi conto del fatto che il loro rapporto fosse davvero cambiato definitivamente.

Fabrizio se ne stava in silenzio, aspettando che fosse Ermal a dire qualcosa e allo stesso tempo sperando che non lo facesse. Il silenzio tra loro era qualcosa di rilassante, mai pesante o imbarazzante e a Fabrizio piaceva la sensazione di poter stare bene con qualcuno rimanendo semplicemente in silenzio.

"Beviamo qualcosa?" chiese Ermal voltandosi per un attimo verso di lui.

"Mi sa che per questa sera abbiamo bevuto abbastanza" disse Fabrizio sorridendo.

Avevano iniziato a bere appena Ermal era rientrato a casa di Fabrizio - dopo l'ennesima intervista della giornata - ed entrambi avevano perso in fretta il conto dei bicchieri.

"Vero. Ma siamo giustificati, dovevamo festeggiare" rispose Ermal.

"Festeggiare?"

"Tra poco sono due anni da quando abbiamo scritto Non Mi Avete Fatto Niente, e guarda quanti traguardi abbiamo raggiunto!"

Fabrizio sorrise felice vedendo quanto Ermal fosse entusiasta.

Gli sembrava di essere tornato a Sanremo, la sera in cui erano stati proclamati vincitori di un festival in cui per un attimo anche loro avevano smesso di credere.

Quella sera di febbraio, Fabrizio aveva visto la stessa luce negli occhi di Ermal.

Forse era stato proprio in quel momento che si era innamorato di lui.

"E poi..." disse Ermal incerto un attimo dopo.

"Poi?"

"Dobbiamo festeggiare ieri sera."

Fabrizio sorrise rassicurato dal fatto che Ermal fosse convinto quanto lui che ciò che era successo tra loro fosse qualcosa da festeggiare, ma non poteva fare a meno di volere delle risposte.

Per quanto lui non amasse darsi etichette, definire le cose, in quella particolare situazione sentiva il bisogno di avere delle certezze.

Non riusciva nemmeno a spiegarsi perché, se questa sua necessità fosse data semplicemente dal fatto che stava invecchiando e che forse voleva più stabilità di quanta ne avesse avuta in passato, o se fosse Ermal a fargli desiderare delle certezze e dei limiti che non aveva mai creduto di volere.

We're all stories in the end - Metamoro one shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora