Fabrizio era infastidito, quasi arrabbiato.
Non aveva altri modi per descrivere il suo stato d'animo in quel momento.
Forse anche il termine frustrato lo descriveva abbastanza bene, ma più che altro era infastidito.
"Bizio, dai..."
Fabrizio non si preoccupò nemmeno di rispondere ad Ermal, limitandosi a lanciargli un'occhiata scocciata mentre le porte dell'ascensore si aprivano e lui si infilava al suo interno.
Ermal lo seguì sbuffando e si appoggiò alla parete, accanto a Fabrizio.
"Vuoi evitare di parlarmi ancora per molto?" chiese appena l'ascensore iniziò a muoversi.
"Purtroppo non credo servirebbe a qualcosa" borbottò Fabrizio ed Ermal sorrise per essere quanto meno riuscito ad ottenere una risposta.
Fabrizio aveva il broncio da almeno venti minuti e Ermal continuava a non capire quale fosse il motivo.
"Allora mi dici che ti prende?"
Fabrizio rimase in silenzio, mentre aspettava che l'ascensore raggiungesse il loro piano.
Cosa avrebbe dovuto dirgli?
Che era arrabbiato semplicemente perché Ermal gli aveva accidentalmente sfiorato il collo durante un'intervista? Che ce l'aveva a morte con lui perché sapeva benissimo che effetto gli faceva essere toccato in quel punto - sicuramente Fabrizio glielo aveva fatto capire la notte precedente - e soprattutto sapeva quanto odiasse essere provocato in quel modo in un momento in cui non poteva rispondere alle provocazioni?
Appena le porte dell'ascensore si aprirono, Fabrizio sgusciò fuori e iniziò a percorrere il lungo corridoio che portava alle loro stanze.
Ermal lo seguì in silenzio fino a quando lo vide fermarsi di fronte alla sua camera ed estrarre la tessera magnetica dalla tasca.
Senza pensarci troppo - e dopo una brevissima occhiata per assicurarsi che nessuno stesse assistendo alla scena - lo prese per un braccio e lo trascinò di fronte alla porta successiva, quella della sua camera.
Fabrizio - capendo che Ermal lo avrebbe comunque costretto ad entrare in camera con lui e probabilmente lo avrebbe sottoposto a un interrogatorio per capire che problemi avesse - non oppose resistenza ed entrò nella stanza.
Chiuse gli occhi per un attimo, ricordando come si era sentito quando era entrato nella stessa stanza appena ventiquattro ore prima, quando le cose con Ermal erano ancora confuse e nessuno dei due aveva avuto il coraggio di dire all'altro cosa provasse.
Si era sentito ansioso, come se tutti i baci che si erano scambiati da Sanremo fino a quel momento non avessero importanza e fossero stati solo momenti di debolezza, come se ogni volta in cui erano stati nello stesso letto a fare l'amore non avesse nessuna importanza.
E invece poi in quella stanza era cambiato tutto. Ermal lo aveva baciato, aveva trovato il coraggio di dirgli che avrebbe voluto continuare a farlo per sempre e Fabrizio aveva risposto che per lui era lo stesso. E poi avevano fatto l'amore fino a togliersi il fiato, promettendosi che quando sarebbero tornati in Italia, quando avrebbero accantonato l'esperienza dell'Eurovision, tra loro non sarebbe cambiato niente.
Sembrava passata una vita da quel momento.
L'unica cosa che teneva Fabrizio con i piedi ancorati a terra, con la certezza che erano passate solo poche ore dal momento in cui avevano deciso di fare sul serio, era il fatto che fino al giorno precedente non si sarebbe mai permesso di fare una scenata perché credeva che Ermal lo avesse volutamente provocato. Quello era un limite che fino a quel momento non si era mai permesso di oltrepassare.
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We're all stories in the end - Metamoro one shots
Fiksi PenggemarRaccolta di one shots metamoro, perchè anche se ce ne sono già tantissime non saranno mai abbastanza. Ovviamente i fatti narrati non rispecchiano in alcun modo la realtà, tutto ciò è solo frutto della mia mente malata.