3.1 - Ballo

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Il grande salone dalle pareti in pietra viva, come tutte le pareti di tutte le stanze di quel castello, era pieno di persone. Kirian teneva in braccio Eric, che si voltava da tutte le parti curioso di ogni cosa che lo circondava. L'anziano parlava amabilmente, con un sorriso felice e sereno con le tre anziane del consiglio dei nove. La cosa non mi infastidiva, sapevo, perché li sentivo, che stavano parlando di Eric, e che il sorriso che il mio consorte rivolgeva alle tre donne era quello di un padre orgoglioso che parla del proprio figlio. Inoltre le tre erano femmine ed il mio istinto non rivelava in loro nessuna minaccia, perché erano i maschi che uccidevano i cuccioli altrui, non le femmine. La situazione di Tyr, invece, mi preoccupava. Era gli si era aggrappata con le piccole bracine intorno al collo, mentre il padre la sorreggeva con un braccio, sul quale la piccola si era seduta. Non era spaventata, anzi, pareva apprezzare molto quella posizione e la possibilità di stare in mezzo a tante persone, solo che, al momento, Tyr si ritrovava a conversare con un altro generale, i cui uomini erano tornati da poco dall'apprendistato all'accademia tenuto dai due miei consorti e con Burdor e Orif. Tutti quei maschi intorno alla mia bambina non mi piacevano affatto. Gli uomini che erano arrivati con noi si erano divisi, i soldati ed i mercenari avevano ricevuto ordini precisi dai miei consorti: nessuno doveva permettersi di avvicinarsi troppo ai bambini. Erano bravi e discreti, si erano messi alle spalle dei due padri e si erano confusi tra la gente, ma li vedevo controllare costantemente ogni singola persona che si avvicinava ai piccoli. Per quanto riguardava me, ero circondata dal mio seguito, composto dalle mie guardie, Cornelia, entrambi i curatori e Seth, e stavo cercando di conversare con una signora, molto più antica di me, che pareva conoscere molto bene alcuni aspetti del mio casato, ma più della metà della mia concentrazione era rivolta interamente ai discorsi dei miei consorti e ogni azione che i loro interlocutori facevano. "Vorrei chiedervi il permesso di porgervi una domanda indiscreta" annunciò timidamente la donna, dimostrava circa trentacinque anni ma doveva averne non meno di seicento, ma mi trattava come se fossi l'essere più spaventoso del creato, con un tale rispetto e riverenza che mi sentivo a disagio. "Prego, se potrò vi risponderò" la incitai, la donna parve contenta della mia disponibilità, io invece ero semplicemente annoiata e dalle occhiate interessate che altre donne rivolgevano alla femmina che mi stava davanti compresi, che era toccato a lei raccogliere informazioni su di me da dividersi con le amiche, che aspettavano pazientemente, ma con mal celata eccitazione, il suo ritorno "Vedete, ci sono molti pettegolezzi su di voi" mi informò con tono cospiratorio e voce che lasciava trapelare un accenno di imbarazzo "Lo immagino" cercai di rassicurarla con un sorriso gentile "Ma il mio casato ha una ampia veduta delle cose" cercai di incitarla il più apertamente possibile senza doverle dire niente di scortese, non sarebbe stata una buona idea. "Si dice che voi abbiate stretto un patto sia con l'anziano che con il generale" mormorò con un sussurro che quasi mi fu difficile sentire. Era decisamente imbarazzata, perché la sua domanda, anche se garbata, significava qualcosa di decisamente poco gentile che poteva essere tradotto con un: è vero che vai a letto con due uomini? Decisamente qualcosa che una persona non chiede al primo incontro, ma a me non importava, perché era una delle domande più stupide che si potessero fare ad un'appartenente al mio casato, sopratutto perché, in passato, le donne del mio casato non si fermavano a due amanti, ma a una decina, o anche di più, amanti dai quali trarre piacere, compagnia e sangue, nonostante avessero dei consorti. "Nel nostro casato è una pratica molto diffusa" confermai "Se il sangue sceglie più di un consorte la legge ammette l'unione" la informai "Ed entrambi i miei consorti appartengono al casato, quindi condividono tale tradizione" conclusi. Lei sembrò compiaciuta della mia risposta, della mia sincerità, ma soprattutto di tutte le informazioni che avrebbe potuto raccontare alle amiche. Tornai a seguire i discorsi dei miei consorti mentre Cornelia scambiava un paio di battute con la donna, lei la conosceva, probabilmente era stato per questo che era stata scelta lei per venire a raccogliere informazioni, Kirian stava ridendo con le tre donne, a quanto pareva trovavano molto buffa l'espressione imbronciata di Eric che non aveva potuto assaggiare una tartina al salmone e ne era rimasto offeso. Tyr invece aveva decisamente cambiato argomento. Infatti non stava più discutendo dei metodi di insegnamento del casato e su come applicarli alle caserme, ma stava facendo annusare ad Era un bicchiere pieno di sangue che la bambina cercò di prendere con una manina. Mi irrigidii, lei non poteva bere del sangue puro, sarebbe stato troppo forte, proprio come degli alimenti senza l'aggiunta di sangue sarebbero stati troppo privi di nutrienti per il loro organismo, proprio come cercare di crescere un bambino con sola acqua. Impossibile. "No piccolo angelo" la rimproverò con tono dolce il padre che si affrettò ad allontanarle il bicchiere da davanti e lo porse ad uno dei servitori che si affrettò ad allontanarlo. "Questo non ti fa bene" spiegò, poi la guardò in viso per alcuni istanti, mi distassi un secondo quando compresi che la frase che sentivo pronunciare dalla voce della donna davanti a me era per me "Non comprendo cosa voglia dire che il sangue sceglie" affermò, con le orecchie ancora ben tese per ascoltare quello che succedeva a Tyr risposi "Il nostro sangue è capriccioso. Cerca ciò di cui ha bisogno e una volta che lo trova non lo lascia andare. Il sangue che ci scorre nelle vene comprende ciò che gli manca, lo trova in una o più persone e le unisce. Cerca di diventare completo, trova negli altri ciò che manca a noi e stando insieme diventiamo più forti, ci proteggiamo e creiamo una famiglia. Certe volte lo controlliamo, certe volte no, ma il sangue non sbaglia, se lo si accetta si è felici" affermai. Ero sincera. Avevo rischiato di uccidere me stesa e i miei consorti, quando avevamo accidentalmente stretto il patto di sangue, ma ora eravamo felici di stare insieme. Ero felice di averli vicini. "Sembra molto bello" diceva la donna "È un po' come se anche loro fossero miei compagni, solo che lo sono in modo diverso. Il compagno è una parte della tua anima, i consorti di sangue una parte del tuo cuore" confessai. Non mi ero persa una sola parola di quello che aveva detto Tyr nel frattempo. Con voce dolce aveva detto alla bambina che un giorno avrebbe potuto bere anche lei del sangue, ma che avrebbe dovuto aspettare ed avere pazienza. Trovai che il discorso era molto convincente ed anche Era, perché non provò a raggiungere il bicchiere o a mettere il broncio. Tornai a guardarli proprio mentre Tyr chiedeva alla piccola se avesse ancora fame. La bimba scosse la piccola testolina nera con la massima eleganza, quasi fosse una modella o un'attrice che interpreta la parte di una regina. Era incantevole. Una bambola di porcellana con il suo delicato vestitino rosa con ricami floreali neri e viola. "Sicura?" insistette dopo la risposta negativa della piccola, che affermò di essere sicura guardandolo con decisione negli occhi. Il suo era uno sguardo forte e penetrante. "Vuoi andare dalla mamma?" chiese allora, con tono un po' meno allegro. Li avevo lasciati soli, anche se sotto la mia più stretta sorveglianza, per un'ora, era la prima volta che stavano così tanto tempo insieme. Lei continuò a fissarlo, ma ero certa che non era per un assenso, lei sapeva che io ero vicino e che potevo raggiungerla in un istante, quindi voleva continuare a farsi coccolare dal padre. Non me la presi, anzi, mi piaceva sapere che si volevano bene. Ero sicura che mi stavo perdendo dei pezzi della conversazione della donna che continuava a parlare, ma non mi interessava, lo spettacolo a cui stavo assistendo era decisamente migliore. "Vuoi Eric?" chiese, ora con tono più allegro di prima, felice che la bambina volesse stare con lui. Nuovamente ottenne una risposta negativa. "Vuoi stare un po' con Kirian e parlare con quelle belle signore?" azzardò allora Tyr. Come risposta ottenne un'occhiata che non doveva essere compiaciuta perché allora il generale fu costretto a chiedere in tono perplesso "Chi vuoi?" la bambina si girò con un sorriso allegro sulla faccia, guardò me, Cornelia e le mie guardie, Kirian e il fratello, Amalia, Kira e Miniri, Darius, con mia sorpresa Seth, e i tre uomini che stavano vedendo quella strana conversazione tra il generale e la bambina, poi la piccola allargò le braccia e le riunì formando un cerchio, come se tesse abbracciando l'aria. Voleva tutti. Tyr scoppiò a ridere divertito "Ma quanto è esigente la nostra principessa" esclamò scuotendo la testa e deponendogli un affettuoso bacio sulla testa "Proprio come sua madre" esclamò ancora ridendo. Non riuscii a trattenere un sorriso divertito. Aveva decisamente ragione.

il casato di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora