Sbucarono dal bosco sogghignando, felici di aver trovato un pasto facile da conquistare, di certo più facile dei soldati del clan, almeno fino a quando non scorsero Grigori. A quel punto l'incertezza cominciò a diventare palese, ma non si scoraggiarono. Loro erano in sei, e nonostante Grigori sprizzasse violenza e forza da tutti i pori loro erano di più. "Che intenzioni avete?" chiese senza giri di parole il guerriero, la cui stazza impediva ai nuovi arrivati di vedermi "Lo sai" tagliò corto il capo del gruppo, era sempre il più forte tra di loro che prendeva la parola "Sono protetti" affermò il guerriero riferendosi ai mortali. I soggetti non erano necessari come non erano necessari i bei discorsi "Sei solo" constatò il distruttore "No, non lo sono" affermò scostandosi e permettendo loro di vedermi. Impiegarono dieci secondi buoni per capire chi si trovavano davanti, e quando lo capirono l'aria si impregnò del loro panico, e della loro furia, fecero due passi indietro, scoprendo i denti e ringhiando "Se ve ne andate non vi inseguiremo" li informai "Sei giovane" mi rinfacciò "Sono la Prima" li informai, emanando una discreta quantità di potere, per far capire loro che non stavo mentendo. Mi ringhiarono contro "Non crediamo alle parole dei cacciatori" affermò "È una vostra scelta. Ma noi non abbiamo più niente a che fare con questa guerra. Noi ce ne tiriamo fuori. Abbiamo smesso di combattere per il clan. Se volete credere a quello che vi dico o no è una vostra scelta, ma se attaccate vi distruggo tutti, se ve ne andate vivrete. Fate come volete" conclusi. Non avevo altro da dire "Noi abbiamo fame" protestò "Anche io ne ho, e se attaccate sarete voi a saziare la mia sete" avvertii di nuovo. "Noi non siamo cibo" urlò il più giovane del gruppo, che aveva circa sessant'anni più di me, prima di avventarmisi contro. Non provai neanche a scansarlo. Trattenni Grigori con uno strattone ai pantaloni e aspettai che mi fosse addosso. Quando provò a colpirmi con un pugno in faccia mi abbassai di quel tanto che bastava a non farmi colpire gli afferrai la faccia con una mano, spazzai con il mio piede la sua gamba, facendogli perdere l'equilibrio e feci pressione sulla sua faccia, in modo che crollasse sulla schiena. Mi spostai per seguire il suo movimento, in modo tale che gli potessi sbattere la testa al suolo con tutta la forza che avevo nel braccio.
Quando la testa impattò con il terreno gridò di dolore. Sentii il suono di una pietra che si rompeva per l'impatto, e l'odore del sangue che sgorgava dalla ferita che gli si era aperta "Sei lento" affermai sinceramente. Loro erano diversi da noi, i loro poteri e le loro abilità si sviluppavano con gli anni, i decenni, le morti, e quelli forti erano esclusivamente quelli antichi, quelli che avevano ucciso molte volte. I giovani non erano abbastanza forti, né per me, né per Grigori.
La fine che era toccata al più giovane del gruppo ebbe l'effetto di scatenare la collera di tutti gli altri, che ci assalirono in gruppo. Fu del tutto inutile.
Lasciai il distruttore a terra, gli poggiai un piede sulla gola per sentire attraverso la pelle se respirava e c'era ancora battito cardiaco, poi mi girai per un attimo verso Emma "È questo che intendevamo con il miglior gruppo di guerrieri" il distruttore gemette di dolore alla pressione del mio piede sulla sua gola, quindi era vivo, quasi totalmente privo di sensi, in pratica non era un pericolo, così mi voltai verso lo scontro e mi avventai su una femmina che stava graffiando Grigori. A quanto pareva avevano deciso di attaccare tutti lui. Non si accorse neanche che arrivavo, si ritrovò la mia mano davanti la faccia, le feci alzare la testa e le squarciai la gola con un morso preciso. Riuscii perfino a bere un paio di sordi di sangue, prima che un'altra femmina cercasse di mordere alla gola Grigori, che nel frattempo aveva abbattuto il maschio più grande del gruppo. Afferrai la femmina dai capelli biondi e la tirai indietro completamente accecata dall'odio "Nessuno tocca i nostri compagni senza permesso" urlai. I distruttori si congelarono il tempo che io impiegai a far esplodere fuori la magia mentre Grigori gridò un "No". Fiamme nere attecchirono sui corpi dei due distruttori che avevano attaccato Grigori, e che erano ancora indenni, più o meno. Urlarono cercando di spegnere le fiamme, che però erano alimentate dal mio potere, e quindi non si sarebbero spente se non con l'utilizzo di potere, una quantità di potere che loro non avevano. La femmina che aveva cercato di azzannare Grigori era costretta in ginocchio da me, e cercava di liberarsi graffiandomi le braccia. I copri continuarono a bruciare fino a quando non rimase nient'altro che cenere, e a quel punto era il turno della femmina. E lei lo comprese. La alzai dai capelli, fino a quando la sua faccia non fu alla mia altezza "Mai toccare i miei uomini senza il mio permesso" sibilai con i canini estesi. L'istante dopo eravamo a terra, io la sovrastavo con la bocca attaccata al suo collo, le zanne conficcate nella giugulare e le unghie nella sua faccia.

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il casato di sangue
Fantasyseguito della storia: la rinascita del casato dimenticato la storia riprende dopo la nascita dei gemelli, Selia si ritroverà di nuovo alle prese con gli avvenimenti nel mondo di cui ormai fa parte, ma forse non solo di quello. famiglia, amici, nemic...