23 - shopping

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Erano ore che giravamo per negozi. Eravamo appena arrivati in un centro commerciale, avevamo parcheggiato vicino l'entrata e ci dirigemmo verso un bar, i bambini avevano fame e non avevo nessuna intenzione di negargli un gelato. Ne erano stati felici e si erano messi a sedere tutti intorno ad un tavolo con le coppette in mano, ridevano e scherzavano, mentre tutti gli adulti li controllavano a vista e controllavano tutti gli estranei che gli si avvicinavano. Sospirai "Stanca?" chiese Cornelia che sedeva al mio fianco nel tavolino accanto a quello dei bambini "Innervosita" la corressi, lei mi fissò per un lungo secondo, con sguardo interrogativo "Non te ne sei accorta?" chiesi accennando con lo sguardo verso una coppietta seduta poco distante da noi e ad una donna che guardava la vetrina di un negozio di borse "Ti riferisci a loro" constatò la ragazza prima di bere un sorso di tè freddo, sia io che lei avevamo optato per quella bevanda "In effetti non è piacevole" convenne Darius, Cornelia annuì "Mi da fastidio vedermeli sempre intorno" spiegai "Non devono essere tanto bravi" scherzò Darius "No, non sono esperta nell'essere spiata, ma credo proprio che siano davvero molto bravi, il loro unico difetto è che sono mortali" affermai "Dici?" chiese Cornelia, sapevo che stava guardando quegli umani, ma sembrava concentrata esclusivamente sul viso di Darius "Si, guarda la donna" ordinai, mentre la ragazza che aveva esaminato le borse in vetrina entrava nel negozio "È rilassata, naturale, parla con la commessa come se pensasse solo a comprarsi una borsa nuova, ma guarda come usa lo specchio per controllare quello che facciamo, è brava. Un umano non la noterebbe." conclusi "Ma noi non siamo umani" constatò Cornelia. Bevvi un sorso di tè freddo "Già" confermai, poi mi concentrai per un lunghissimo secondo sulla vetrina del negozio, non potei non notare l'agitazione degli umani che ci stavano seguendo "Però è stata utile" sostenni Cornelia si voltò in direzione della vetrina "Guarda che bella quella borsa di stoffa rosa con i ricami neri" mormorai "È vero, starebbe benissimo con il tuo vestito nero con le rose, quello che abbiamo preso su internet" sostenne, mi trovai concorde "E guarda quella bianca, quella con i fiori gialli. È perfetta per il tuo abito" le dissi riferendomi ad una borsa poco distante da quella che avevo visto prima "Quale vestito?" domandò "Quello bianco con i fiori gialli, il monospalla che ti ha regalato Alec" spiegai. Lei ci rifletté per alcuni secondi "Si, credo tu abbia ragione" convenne "Sarebbe perfetta per sabato, potresti indossare quel vestito e quella borsa. Come abbinamento per la spiaggia è ottimo" constatai "Io propongo di andarcele a comprare" suggerii. Il mio sorriso entusiasta bastò a convincere la ragazza, che non poté resistere alla proposta. Controllammo i bambini, avevano finito la merenda, così li facemmo alzare e con grande sconcerto per gli umani che ci stavano seguendo, entrammo nel negozio. La donna era impallidita, ma rimase composta e si concentrò sulla scelta del suo acquisto. Io avvicinai una delle commesse e le dissi cosa volevamo vedere. Non impiegammo molto, avevamo già deciso. Così fummo fuori in pochi minuti e ci dirigemmo verso l'ultimo degli acquisti che avevamo programmato, il costume da bagno. "Darius, ragazzi" chiamai davanti al negozio "Ora è molto importante che voi ci diate il vostro sincero parere su quello che proveremo" spiegai. Trovare qualcosa di appropriato per i bambini non fu difficile, proprio come non lo fu acquistarli per i maschi, avevamo la loro taglia e qualunque cosa avessero indossato sarebbero stati stupendi, ma la vera impresa era costituita da Cornelia, perché lei era decisamente timida e non ero sicura che avrebbe avuto la meglio sul suo pudore ed io non mi ero mai sentita molto a mio agio in spiaggia, con gli occhi di qualche centinaia di sconosciuti davanti, ma almeno, ora che non ero più umana, il mio senso del pudore si era ridimensionato drasticamente in difetto e avevo un corpo molto più bello. Chiedemmo aiuto ad una commessa, perché, non sapevamo dove mettere mano. Il negozio era enorme, c'era un reparto dedicato ai pezzi unici, uno per i modelli a due pezzi, che si divideva in costumi già abbinati o in costumi a due pezzi componibili, dove potevi acquistare solo il pezzo di sopra, quello di sotto, o combinarli come volevi. In pratica era un vero casino, con i bambini che si agitavano per la novità del negozio e i guerrieri intenti a sbirciare nel reparto intimo nelle frazioni di secondo in cui non badavano ai bambini. La commessa portò una svariata quantità di costumi a due pezzi in colori vivaci per Cornelia, avevo suggerito di farle provare un costume intero, ma la commessa era riuscita a convincerla che un bikini sarebbe stato meglio, lo credevo anche io, ma non ero sicura che lei se la sarebbe sentita di indossarlo in spiaggia. Rimasi fuori dal camerino, come anche Darius, Marcus e Ian, la commessa mi stava letteralmente dietro e cercava di sbirciare. Presi la prima gruccia, che conteneva un delizioso modello verde acceso decorato da dei ricami bianchi e glielo passai. La sentii gemere "Cornelia, se non te la senti, possiamo trovare qualcosa che ti copra un po' di più" la avvertii. La commessa non era d'accordo "Suvvia, lei è una ragazza bellissima, deve far vedere il suo fisico" affermò, ero concorde, ma ero preoccupata lo stesso, non volevo costringerla ad indossare qualcosa che non l'avrebbe fatta sentire a suo agio. Cornelia non rispose subito "Ne metterai uno così anche tu?" mi chiese "Si, se può farti stare meglio entro in camerino con te e possiamo provarlo insieme" lanciai un'occhiata alla commessa, non sembrava entusiasta "È una ragazza molto timida" spiegai "Per favore, puoi?" implorò. Anche la commessa ebbe tenerezza del suo tono spaventato e alla fine accennò ad un si. Presi uno dei costumi che aveva scelto per me, viola scuro e indaco, decorato da degli swaroski e con il pezzo superiore a fascia. Entrai dentro e vidi la ragazza che mi fissava spaesata "Davvero indossate cose simili" mormorò a bassissima voce, annuii "Il concetto è lasciare più pelle possibile scoperta per abbronzarsi e farsi vedere dai ragazzi" la informai "E poi non credo che sarebbe comodo farsi il bagno con i jeans" mormorai. Lei annuì e cominciò a spogliarsi, io feci altrettanto, non ci volle molto, avevo indossato appositamente un vestito, tirammo giù la cerniera e ce li sfilammo. In due minuti eravamo in costume "Per gli Dei" esclamò Cornelia, la situazione non la vedevo bene, se si vergognava a farsi vedere anche da me figurarsi con i guerrieri di fuori "Suvvia, ti ho vista nuda un sacco di volte e anche gli altri" esclamai per cercare di farle prendere un po' di coraggio, in fin dei conti con addosso quel costume era sempre più coperta di come avevamo avuto occasione di vederla. Parve prendere coraggio. Annuì decisa e io scostai la tenda del camerino. I maschi stavano guardando altrove, ma la commessa no "Siete bellissime" esclamò, forse con un po' troppo entusiasmo, o era gay e si era presa una cotta per noi o stava fingendo per aumentare la lista dei capi che avremmo acquistato. Optavo più per la seconda ipotesi.

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