48 - sconcerto

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I soldati umani arrivarono circa dieci minuti dopo, con a seguito un generale furioso, che faticammo a calmare quel tanto che bastava a spiegargli che non ne sapevamo nulla, e che quasi certamente non eravamo gli unici ad essere completamente all'oscuro della situazione. Nel giro di un'ora la nostra casa fu piena di persone, mortali ed immortali, soldati e civili, tutti riuniti nello spazioso salotto, con in mano bicchieri colmi di bevande che avevano appena sorseggiato. Persino i compagni di scuola dei nostri figli avevano lasciato le domande su quello che era successo a casa, davanti ai loro occhi, per concentrarsi sullo speciale del telegiornale, in cui il conduttore commentava le varie scene e dichiarazioni che venivano continuamente ripresentate.

"Non posso credere che sia ancora vivo" Fu Morroven ad interrompere il silenzio con quell'esclamazione, che non dava voce solo ai suoi pensieri, ma a quelli di tutti i presenti quella notte "Voglio dire, era conciato malissimo, neanche il migliore dei guaritori poteva fare qualcosa" notò "Infatti, neanche il migliore tra i curatori avrebbe potuto fare qualcosa" sostenne Seth "Ma se Darius avesse messo a lavoro l'intero casato della vita la situazione sarebbe alquanto diversa" ipotizzò "Questo è impossibile" negò convinta Cornelia "Perché?" chiese uno degli umani, guadagnandosi una occhiataccia da parte del generale "Il casato della vita serve solo ed unicamente la stirpe reale, un curatore per ogni membro della casata reale, che cura esclusivamente la persona a cui è stato assegnato, per tutta la durata delle loro vite" li informò la ragazza "Ma è pur sempre vero che se il capo-clan gli ordinasse qualcosa, loro non potrebbero fare altro che obbedire" notò Tyr "Un po' come era per te" lo punzecchiai "In effetti" concesse "Comunque, non riesco proprio a credere che abbia fatto una cosa tanto idiota" affermai, accennando alla televisione che stava trasmettendo per l'ennesima volta le registrazioni "Quel bambino è sempre stato un anticonformista, anche prima di diventare capo-clan" sostenne Kirian. "Qui non c'entra quanto sia anticonformista, non è una sciocchezza come saltare le riunioni del concilio o ignorare volutamente una situazione per non sobbarcarsi un altro onere, ha violato le leggi antiche, la condanna per una cosa del genere è peggiore di quella per tradimento" affermai "C'è qualcuno che può condannare il capo-clan? Qualcuno con più autorità di lui?" chiese stupita Era "Non può essere vero, giusto?" insistette. "Qualcuno c'è" affermò Merivo in tono pacato "È escluso" dissentì Kirian "Il popolo non accetterebbe mai una cosa simile" affermò del tutto sicuro "E poi sottoporre un capo-clan alla caccia è inaudito" lo sostenne Tyr "La caccia? State davvero parlando del casato originale, il primo clan?" domandò Eric "Ma è impossibile, loro non ci sono più, sono scomparsi. Non ci sono più due clan, c'è solo il clan" sostenne quando nessuno gli rispose "No caro, il primo clan esiste ancora." lo informò Morroven, che non era per nulla stupita dal fatto che il ragazzo non sapesse nulla. Certe cose, argomenti delicati e segreti, pericolosi, noi li tramandavamo solo dopo lo sviluppo, non prima, mai prima. Fino a quando erano ancora bambini avevano il diritto di vivere il più felicemente e serenamente possibile, in fin dei conti avrebbero avuto il resto dell'eternità per risolvere problemi di ogni genere.

"Di che state parlando? "chiese uno dei compagni di scuola dei ragazzi :E perché ne sapete così tanto?" aggiunse dopo. A rispondere fu Era, che saggiamente ignorò la seconda domanda e si concentrò sulla prima "Io le conosco solo come leggende" affermò "Gli Dei crearono la stirpe originale, e quando videro quanto rispecchiasse la natura, in qualità di preda, ma sopratutto di predatore, di come venerasse con assoluta devozione le divinità e il creato tutto, premiò la stirpe con immensi poteri e capacità ed in cambio di tutti questi doni li vincolò ai doni che avevano concesso loro" raccontò "Lì vincolò?" chiese il generale "Gli elementi che controllavano divennero parte di loro, quasi fisicamente, come una simbiosi" spiegò Eric "Ne avrebbero avuto il controllo assoluto, ma senza di essi non sarebbero sopravvissuti. Acquisirono il potere di distruggere e padroneggiare tutto, ma erano comunque schiavi di ciò che li circondava." concluse la spiegazione Eric "Grazie a ciò quel popolo visse in un perfetto equilibrio con la natura circostante" riprese Era "Fino a quando non arrivò l'uomo" affermai io "I mortali erano fragili, le loro vite brevi e i loro corpi deboli a confronto con la stirpe originale" affermò Becca ancora stretta dal padre. "Gli umani li divinizzarono, costruirono su di loro miti e leggende, li veneravano e li temevano" spiegò Tyr "E quando uno dei mortali veniva scelto per giacere con un immortale, non c'era onore più grande" spiegai "Ed ovviamente non ci volle molto che da quelle unioni cominciassero a nascere dei piccoli immortali, che a loro volta davano vita ad altri immortali..." cominciò Kirian, ma il generale lo fermò "State dicendo che loro sono tutti dei mezzosangue?" chiese sorpreso "Non propriamente" ammise Kirian "Non è la discendenza che rende un immortale un membro di un casato o di un altro, quanto più le attitudini e il carattere." spiegò Kirian "Loro non rientrarono nella stirpe originale, perché il loro comportamento, le loro attitudini, la loro mente, non era come quella della stirpe. Loro ragionavano come gli umani, con la loro arroganza, la loro sete di potere, il loro desiderio di dominio" aggiunse Morroven "Mentre la stirpe voleva solo restare per conto suo, con i suoi simili. Non voleva governare gli umani, non voleva essere adorata come divinità" spiegò il suo gemello "Così alla fine, dopo che le due stirpi si divisero in due clan, in cui il secondo era subordinato alla stirpe originale, il primo clan andò via. Scomparve nel nulla, senza lasciare traccia." raccontò Era "Nonostante il secondo clan continuasse a cercare, non riusciva a trovare assolutamente nulla, e alla fine smise di cercare, il primo clan divenne una leggenda e il secondo clan divenne il clan, l'unico clan" concluse. "State dicendo che quella stirpe, che a quanto ho capito è molto più pericolosa di coloro che possono essere definite delle macchine di morte inarrestabili, si nascondono in mezzo alla gente?" domandò, senza riuscire a nascondere completamente lo sbigottimento e la rabbia. Se avesse saputo che aveva davanti a se i più importanti esponenti di quella stirpe probabilmente avrebbe dato l'ordine di bombardare la casa, tanto sarebbe stato furioso "No, non è più necessaria una cosa simile. Il primo clan è diventato solo una leggenda da raccontare, nessuno sa più chi fossero, o come riconoscerli nel caso li incontrasse. Ogni riferimento a loro è stato accuratamente distrutto e non resta altro che una leggenda che cambia un po' ogni generazione che passa" concluse Morroven "Il primo clan si finge un casato del clan" mormorò Becca dopo alcuni secondi di silenzio "Sei una ragazza acuta Becca" mi complimentai "Un casato così potente da essere superiore anche a quello reale, un casato i cui membri non si conformano agli standard del clan. Un casato del genere non passa inosservato" sostenne Era fissando i miei occhi e quelli dei suoi padri "Un solo casato corrisponde a questi criteri" affermò Eric, con la stessa decisione e la stessa ira tipica di chi arriva alla conclusione giusta di un discorso molto importante di cui non era a conoscenza.

"Su cari, non fate quelle facce" li rimproverò Morroven con voce dolce "Ne abbiamo tutto il diritto, avreste dovuto dircelo" protestò Eric "Questo è qualcosa che dobbiamo decidere noi, non tu" mi ritrovai a dire senza neanche rendermene conto. Forse mancavo dai miei doveri di Lady da un po', ma restavo comunque una Lady e, a prescindere dal fatto che lui fosse mio figlio o meno, affrontare quel discorso o non farlo con qualcuno era una decisione che dovevamo prendere io e Kirian come Lord e Lady del casato "Ma sono cose che riguardano anche noi" protestò "No, Eric, queste sono cose che riguardano il casato, e fino a prova contraria sono ancora io il Lord di questo casato" controbatté Kirian, la cui pazienza era arrivata agli sgoccioli "Ma..." provò a protestare, ma venne anticipato dal padre "Basta, Eric, conosci le regole" lo fermò Tyr prima ancora che potesse protestare. "Per favore, ragazzi, andate di sopra, si sta facendo tardi e domani avete scuola" sembrava una richiesta, ma non lo era, il mio era un ordine e loro lo sapevano benissimo. Eric fece per protestare, ma Kirian lo bloccò prima ancora che cominciasse a parlare "Cuccioli, di sopra, ora" ordinò, grattandosi vistosamente le gola. Lo capivo, anche io come lui e come Tyr, e come tutti gli altri immortali avevo bisogno di nutrirmi più di frequente quando ero stressata, e in quel momento lo stress era un qualcosa che non mancava. A causa delle nostre esigenze maggiori, se confrontate a quelle degli altri casati e la rabbia e lo shock che quella serata ci aveva portato lui non era l'unico ad aver bisogno di sangue, anche io ne avevo bisogno ed ero certa che lo stesso valesse per Tyr.

I ragazzi ci guardarono per un secondo, poi Era sospirò "Va bene, andiamo" acconsentì "Ma prima una cosa" disse con sguardo serio "Loro lo sanno? Sanno del Primo Clan?" domandò spiazzando tutti i presenti, mortali e non "Era..." mormorai, non sapendo bene come continuare "Perché lo sapete che loro non permetteranno a nessuno di ostacolarli" affermò "Non cederanno mai il loro potere a nessuno, per quanto siano forti, per quanto il loro sangue sia puro, per quanto ne abbiano il diritto. Il casato reale non permetterà mai l'esistenza del primo clan, proprio come non lo farà il concilio" detto questo lei si incamminò fuori dalla stanza, verso la scalinata per il secondo piano, trascinando con se il fratello e Becca. I loro amici rimasero per un lungo momento a fissarci con la bocca spalancata, incerti su cosa fare o dire ma alla fine in silenzio seguirono i tre ragazzi al piano di sopra.

Nel silenzio generale ascoltai i passi dei ragazzi sulle scale, la porta di una delle camere che si apriva e poco dopo si chiudeva e alla fine i soffocati suoni di singhiozzi. L'unica cosa che potemmo fare fu restare in silenzio, riflettendo sul fatto che lei aveva ragione e che eravamo tutti più che consapevoli che il clan avrebbe cominciato con gli anelli deboli del casato, e da che parte la si guardava, gli anelli deboli erano i nostri figli, non solo Era ed Eric, o Becca che consideravo quasi come se fosse figlia mia, ma anche quelli degli altri appartenenti alla stirpe, la mia e quella di Merivo e Morroven.

il casato di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora