Il gruppo di soldati ci studiò per tutto il tempo che impiegammo per tornare a casa, più di un'ora, visto che ci prendemmo tutto il tempo che volevamo. Non c'era fretta. Tornati a casa tutti, le mie guardie, Tyr , Cornelia e i mercenari che erano venuti ad aiutarci e ci avevano seguiti a casa si affrettarono a prendere una bottiglia di sangue a testa e feci in modo che non lasciassero la sala del piano terra, che era stata pensata per essere una sala da ballo per feste con numerosi ospiti, prima che tutti avessero mangiato qualcosa. Nel frattempo chiamai Seth. Dovevo ringraziarlo per gli uomini che mi aveva mandato, e sicuramente avrebbe voluto qualcosa in cambio. Per lui erano affari quelli. "Arrivo e ci mettiamo d'accordo" fu tutto quello che mi disse non appena lo ebbi rassicurato che non era successo niente di pericoloso con la gente del clan. Stavolta toccò a me sospirare, voleva accordare un prezzo per quei servigi extra, non mi lamentai, era giusto così, ma sarebbe stata una scocciatura. Attaccò dopo quella frase. E io mi ritrovai a sospirare, di nuovo. "Cosa c'è che non va?" chiese Kirian, mentre mi porgeva un calice di vino. Lo presi "Vuole essere pagato per questo extra, ma non so cosa chiederà" annunciai "Se preferisci faccio arrivare un po' di soldati" propose Tyr, scossi la testa "No, succederebbe un casino con i mercenari che stanno qui, e poi dovrei sorbirmi i rimproveri di tutti gli anziani e i nobili del palazzo per aver usato dei nobili guerrieri del clan per i miei comodi" affermai usando le medesime parole che avrebbe usato Erios se una cosa del genere fosse successa, entrambi sorrisero divertiti, lo fece anche qualche mercenario, le mie guardie e Cornelia. I soldati che erano arrivati con Tyr no. "Stai bene?" volle sapere Kirian, probabilmente dal tono della mia voce trapelava la mia stanchezza "Si, sono solo stanca, guarire qualcuno richiede così tanto potere" mormorai "E Gustav era messo davvero male, quando ho visto la ferita mi ha spaventata, ma quando ho scoperto davvero in che condizioni era ero terrorizzata" confessai "Stava davvero così male?" chiese sconcertata Cornelia, che si era avvicinata "Non credevo che si potesse sopravvivere a lesioni simili" mormorai. Ora l'attenzione di tutti era rivolta alla conversazione "Che cosa non hai detto agli altri?" chiese Tyr. Sospirai di nuovo "Dal diaframma in giù aveva tutti gli organi quasi interamente spappolati, tranne i reni, perchè si trovano dietro" spiegai "All'inizio credevo che quella fosse la lesione più problematica e ho pensato solo a quella, ma poi ha sputato sangue" ricordai a tutti "Ho controllato i polmoni, due costole li avevano perforati, le aveva tutte fratturate e aveva una emorragia al cervello. Il cranio era fratturato e aveva tagliato un vaso sanguino." confessai.
Cercai di trattenermi ma non ci riuscii "Ora ho sinceramente il terrore di quello che potrà succedere. Hanno visto come riesco a guarire, vorranno che lo rifaccia. Per un curatore del clan quello che ho fatto sarebbe stato impossibile, ma per noi no. Ho paura che mi chiedano di guarire altre ferite tanto gravi, ma che la prossima volta non avrò a disposizione quello che mi serve" confessai. Ne Tyr ne Kirian cercarono di convincermi del contrario, ma qualcun altro lo fece "Il clan non farebbe mai qualcosa del genere a voi Lady" affermò in tono garbato e con il massimo rispetto uno dei soldati. Tutti lo guardammo scettici, noi eravamo stati decimati dal clan, e per i mercenari non era andata meglio, e quei pochi che non erano senza casato e che vivevano con noi avevano imparato che il clan non era poi così giusto e benigno come voleva sembrare "Siamo stati usati per secoli come carne da macello. Abbiamo dovuto sopperire alle mancanze del clan e riparare ai suoi errori. E tutto quello che abbiamo ottenuto sono stati insulti. Nonostante li avessimo avvertiti ci hanno separati, anche se sapevano cosa poteva succedere. Forse per ora non ci stanno mandando incontro a morte certa, ma prima o poi lo faranno" conclusi. Sentii l'agitazione dei miei consorti animare le spire di potere che ci univano. Li guardai, a turno, ed entrambi abbassarono lo sguardo. Mi stavano nascondendo qualcosa. Mi alzai dalla sedia dove mi ero seduta, mi allontanai da entrambi e li fissai, seria e severa "Che cosa non mi avete detto?" chiesi in tono freddo. Mi lanciarono un veloce sguardo, poi si fissarono per un lungo istante per poi tornare a guardare me, non riuscirono a sostenere il mio sguardo. Per natura non potevano mentirmi, perchè le bugie feriscono e il nostro legame gli impediva di ferirmi di proposito. Potevano provare ad omettere qualcosa, ma non potevano mentirmi apertamente. Non potevano evitare di dirmi la verità, e io non avrei permesso loro di fare nient'altro che parlare. Loro tacquero, il che mi fece inferocire. Passai dalla collera a quello stato di vuoto che raggiungevo quando non ero più in grado di gestire quello che sentivo. Il che era pericoloso, perchè lasciavo che la collera si alimentasse, la gestivo, ma non ero più lucida, ero un ammasso di distruzione repressa che preme per uscire. Fissai Kirian, ora il discorso era tra me e lui "Questo è il mio casato." affermai. Sobbalzò "Io vi ho accettato, io ho il compito di gestirlo, perchè tu non lo hai voluto fare" gli ricordai. Sobbalzò di nuovo, come se per ogni parola che dicessi lo colpisse uno schiaffo "Ed ora voglio sapere immediatamente quello che mi state nascondendo." imposi. Ero ancora instabile, li avevo con me, insieme, ma non mi ero ancora ripresa, ed ora a causa della consapevolezza che mi avevano tenuto segreto qualcosa ero davvero fuori di me. Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Ero stanca del clan, dei compiti aggiuntivi che dovevo svolgere, ero preoccupata per la faccenda degli umani e per i tre mezzosangue che avevamo recuperato. Avevo paura che alla prossima separazione saremo tutti impazziti. Perchè era quello che succedeva se si restava separati troppo a lungo, si impazziva. I due si scambiarono un altro sguardo, preoccupato, non glielo lasciai impunito. Ero davvero troppo arrabbiata. Afferrai Tyr per la giacca di pelle, mi fissò incerto per un istante, il tempo che gli concessi prima di scagliarlo lontano. Sbatté contro una parete, dall'altra parte della stanza e mancò per pochi centimetri un tavolinetto che sosteneva un vaso di fiori. Una piccola parte del mio cervello registrò il fatto che Tyr non si era fatto niente, e che non avevo distrutto nessun oggetto d'arredamento, ne fui sollevata. Il generale si rimise in piedi senza nessun problema, per fargli male quello non era sufficiente "Per favore, calmati" mormorò mentre avanzava verso di me. Tutti mi guardavano sconvolti, non avevano mai visto una cosa del genere, in genere eravamo sempre d'accordo su tutto e anche quando eravamo in disaccordo ne parlavamo e trovavamo un punto di incontro "Taci, sono il capo di questo casato, mi avete fatto sobbarcare tutta la sua gestione, ed ora mi nascondete ciò che devo sapere per garantire la sicurezza del casato. Stai zitto Tyr. Stai zitto ed evita di farmi arrabbiare ancora di più" affermai "Sei ancora instabile, ne parleremo quando ti sarai calm..." cercò di farmi ragionare Kirian, ma lo bloccai prima che riuscisse a concludere, non volevo sentire la fine della frase "Non ci sperare" ribattei con voce glaciale "Non credere che non so come andrebbe a finire se non affrontassimo il discorso ora, so perfettamente quanto tu sia abile ad essere evasivo, se cedessi ora riusciresti a rimandare il discorso fino alla fine dei tempi" affermai, e ne ero sicura, sapevo perfettamente che aveva rimandato per secoli discorsi con persone e alla fine gli altri avevano sempre rinunciato. Non glielo avrei permesso "Non mi importa chi parlerà, ma nessuno di voi due potrà uscire da questa stanza se prima non mi avrete detto la verità, e non voglio sentirvi dire nient'altro." conclusi. Restammo in un silenzio alcuni lunghi minuti, nessuno osò neanche muovere un muscolo. Forse Kirian sperava che se avesse aspettato in silenzio la mia rabbia sarebbe scemata, ma non andò così, anzi, più aspettavo più mi arrabbiavo, se ne accorse e alla fine sospirando confessò "Tre giorni fa, Tyr non è andato a fare delle ispezioni come ti hanno detto alcuni degli anziani" mormorò. Mi fissò e sputò fuori la verità "Gli è stato imposto di andare in una delle zone a rischio, da solo, per far ritirare alcuni soldati sopravvissuti ad uno scontro e controllare che ci fossero superstiti in delle residenze attaccate" confessò. Smisi di respirare. Mi sentivo come se una bomba fosse stata sganciata direttamente sulla mia testa, tutti fossero scappati mentre io ero stata lasciata sola e legata in modo che non potessi fuggire. L'intero mondo mi crollò addosso, e la mia collera crebbe, divenne un intero oceano di ira. Rimasi calma, mi imposi di restare presente a me stessa "Chi?" domandai con una voce distaccata che faceva concorrenza a quella di Grigori e Seth in quanto a freddezza. Lui mi guardò incerto su quello che avevo chiesto "Chi lo sapeva?" precisai "Gli anziani" affermò "Io lo ho saputo il giorno dopo che è partito, quando ho avuto l'occasione di chiamarlo. Non te lo ho detto solo perchè non volevo farti sobbarcare altre preoccupazioni" ammise. Il che mi fece infuriare ancora di più "Darius?" domandai. Nessuno rispose, il che mi fece capire che la risposta non mi sarebbe piaciuta, quindi la risposta poteva essere solo una "Lui lo sapeva" affermai sconcertata. Non potevo crederci, lui lo sapeva e non mi aveva detto niente "Lo ha saputo prima che Tyr partisse?" chiesi. Nessuno rispose "Lo ha saputo prima?" urlai. Sia Tyr che Kirian trasalirono. Stavo cominciando ad esplodere. "Me lo ha ordinato lui" mormorò Tyr. Nella stanza continuò a regnare il silenzio. Avevo paura di fare qualcosa di davvero molto brutta a causa della rabbia, e anche gli altri dovevano crederlo, perchè rimasero immobili ed in silenzio. Quel limbo fu interrotto dall'arrivo di Seth. Lo sentimmo camminare sulla ghiaia del viale. Così Kirian si sobbarcò il compito di calmarmi, ma questo fu un errore. Mi sfiorò un braccio mentre cominciò a sussurrare "Piccola..." non reagii consciamente, non mi resi conto di quello che facevo fino a quando non ebbi finito di farlo. Urlai. Urlai con tutto il fiato che avevo in gola, mentre spingevo con entrambe le mani Kirian lontano da me. La porta si aprì nell'istante in cui l'anziano andò ad impattare con la schiena al suo lato. Travolse una colonnina di marmo su cui era poggiato un vaso di fiori, entrambi gli oggetti si fracassarono contro il muro, sotto lo sguardo attonito di tutti. Crollai a terra, raggomitolata su me stessa e non potei fare a meno di cominciare a piangere. Lacrime trasparenti si mischiarono a quelle color sangue. Mi sentivo tradita, e mi sentivo in colpa. Mi ero sfogata sulle persone sbagliate, su persone a cui tenevo. Mi ritrovai circondata da delle braccia forti, e non potei non sentire il leggero odore di sangue. Alzai lo sguardo e mi ritrovai davanti il viso di Kirian, aveva un taglio sulla fronte, causato probabilmente da un frammento del vaso o una scheggia di marmo. Gliela sfiorai delicatamente "Dei, mi dispiace così tanto" poi lascia ricadere la mano. Ero davvero stufa di tutto. Tra tutti e due mi costrinsero a rimettermi in piedi, e con un po' di aiuto da parte di Grigori mi calmarono. Mi fecero sedere di nuovo sulla sedia "Cornelia, va nel tuo studio" ordinai, e scelsi proprio quel posto perchè era dall'altra parte della casa "Chiama Darius e digli che a causa dell'ingente sforzo che ho fatto stanotte, non mi sarà possibile presentarmi domani notte, e che il mio Lord sarà costretto a risolvere delle faccende del casato con l'aiuto di Tyr, quindi nessuno di noi tre potrà essere presente al palazzo del clan domani" conclusi, in tono ragionevole. La ragazza annuì, poi si fece coraggio "Se dovesse protestare o venire qui cosa gli dico?" mormorò timidamente, l'avevo spaventata, e non era in grado di nascondermelo. Mi sentii subito triste per quello, triste ed in colpa, perché era tutta colpa mia e lo sapevo perfettamente "Se vuole venire digli che ti ho comandato di riferirgli che deve restare a lavorare per il bene del clan, che sto bene e ho solo bisogno di riposo. Se fa storie per la nostra assenza digli che è una situazione che non possiamo cambiare e che se ci sarà qualche emergenza può chiamarci. Se ti chiede qualcosa digli che non puoi parlarne e che non hai capito bene cosa sia successo e se proprio non vuole accettarlo, digli che sta facendo lo stronzo, sempre da parte mia, e se pretende di parlarmi subito digli che sto dormendo" conclusi. La ragazza mi guardò sconvolta "Devo dare dello stronzo al capo del clan? Al nostro sovrano?" chiese conferma "Si, digli che è uno stronzo, un deficiente ed un coglione insensibile. Digli che non sono in grado di presentarmi al palazzo perchè sono stata lontano da Tyr e Kirian troppo a lungo e la guarigione mi ha stancato troppo. E digli che queste sono parole che io ti ho detto di dirgli, è tutto da parte mia" le assicurai. Anche se con una quantità sorprendente di incertezza in faccia, lei obbedì, uscì e la sentii allontanarsi per dirigersi al suo studio. Poi mi girai verso Seth "Allora, raggiungiamo un accordo in fretta" sospirai "Si, credo sia meglio, questa sera non mi sembri molto in vena di chiacchiere" concordò "Cosa vuoi?" domandai, niente giri di parole quella notte "Ho bisogno di alcuni degli uomini che stanno di guardia qui. Ti fornirò un rimpiazzo, ma non sono uomini che hai accettato, l'altra volta" sottolineò "Quindi vuoi uno scambio" sintetizzai "Chi sono gli uomini che mi proponi" volli sapere. Lui me lo disse, e capii perchè aveva voluto quello come pagamento "Lo so che non li hai voluti, ma per sopperire alle tue necessità ho praticamente usato tutti i miei guerrieri, non posso lavorare ad altro con quello che mi hai lasciato" concluse. Non c'era bisogno di quella spiegazione "Va bene, per me va bene" risposi tranquillamente "Cosa?" domandò stupito "Ti ho spiegato i criteri che abbiamo usato per scegliere gli uomini che dovevano lavorare qui, l'unico motivo per cui ho dovuto scartare quelli che mi hai appena nominati, era che Darius non li ha accettati. Sia per me, che per Tyr e Kirian loro andavano bene. Hanno accettato di nutrirci, hanno accettato di stare qui seguendo le nostre regole, e hanno accettato di espiare in caso le avessero infrante. Quindi per noi va bene" conclusi "E Darius?" volle sapere "Dopo quello che è successo stanotte, non ha nessun diritto di decidere chi deve difendere la mia casa" affermai. Sorrise divertito "Sei davvero incazzata" sogghignò "Ho appena scoperto che il mio compagno ha giocato con la mia vita e quella dei miei uomini. Mi ha presa in giro e ha rischiato di distruggere il casato. L'aggettivo incazzata non è neanche vagamente paragonabile a quanto sono furiosa" la sua espressione cambiò, tornò imperscrutabile "Scherzi?" chiese guardingo "Ti ho mai raccontato la storia del mio casato?" chiesi cambiando discorso. Rimase spiazzato "No, Grigori mi ha detto qualcosa, ma non ne so molto" ammise. L'idea mi fece sorridere, perchè lui non sopportava non sapere con che gente avesse a che fare. Mi strappò un sorriso. "Quando questo clan si formò, non tutti nel mio casato accettarono di aderirvi. Scoppiò un piccolo conflitto interno, e ci uccidemmo a vicenda, ma alla fine trovammo un punto di incontro." cominciai a raccontare "Poi il clan si rese conto delle nostre capacità, così diventammo l'elit dei suoi guerrieri." affermai con un sorriso sarcastico in viso "Sai cosa vuol dire essere l'elit dei soldati per il clan?" domandai, lui scosse la testa perplesso "Mandavano due di noi ad affrontare ottanta distruttori, con una decina di soldati di supporto, che intervenivano quando noi eravamo morti" spiegai. Non fu l'unico a sussultare. Neanche le mie guardie lo sapevano, e di certo non lo sapevano i mercenari o i soldati "Sai cosa accade quando uno di noi muore?" domandai. Scosse di nuovo la testa "Tutti quelli che gli sono legati muoiono. Il suo compagno muore, il suo consorte muore, e se ha un gemello egli impazzisce e molto spesso siamo costretti ad ucciderlo per impedirgli di attaccare ogni singola persona che incontra." l'aria nella stanza era pesante e tesa. "Poi hanno scoperto che eravamo degli ottimi curatori, migliori di chiunque. Così quelli che non combattevano dovevano guarire i soldati. Ma per noi guarire è diverso che per loro. I curatori del clan sfruttano il potere del paziente, noi sacrifichiamo il nostro potere, per guarire. Per fare un esempio, un curatore del clan impiega una goccia di potere per guarire un braccio fratturato, noi ne impieghiamo tre litri. Possiamo bere sangue e rimetterci in sesto, ma chiedilo ai tuoi uomini Seth, chiedi loro quanti di quelli del clan si sono offerti di nutrirci" il guerriero era talmente sconcertato da quel discorso, che pareva non entrarci nulla con la sua domanda iniziale che si girò a guardare i suoi uomini, dopo un'occhiata veloce al gruppo ne fissò uno a caso, il mercenario si limitò a scuotere la testa "Sai cosa accade se guariamo qualcuno oltre il limite dei nostri poteri?" domandai, tutti si girarono a guardarmi, di nuovo "Moriamo" risposi a me stessa "E quando muore uno di noi muoiono tutti quelli che gli sono legati, muore il suo compagno, il consorte. E sai qual'è la cosa peggiore?" chiesi ancora. Una domanda retorica a cui avrei risposto da sola "È che il clan lo sapeva, e lo sa tutt'ora. Ma la storia si ripete e stiamo di nuovo tornando a quel punto, solo che ora il mio casato ha solo sei membri, tre dei quali sono mezzosangue. Cosa credi che accadrà se uno di noi cederà?" continuai "Tyr, racconta cosa ti ha ordinato il capo clan, Darius, il mio compagno" incitai. Il capo dei mercenari si voltò a fissare il generale, che era trasalito dalla sorpresa di essere stato chiamato in causa. Mi fissò stupito ed io annuii per incoraggiarlo, così parlò, probabilmente non voleva rischiare di farmi arrabbiare di nuovo, ma ormai la rabbia era sparita, c'era solo amarezza "Mi è stato ordinato di andare a recuperare dei soldati sopravvissuti ad uno scontro, e di ispezionare le ville in cerca di sopravvissuti" raccontò "Quanti distruttori erano sopravvissuti allo scontro?" domandai, anche se sapevo la risposta, ne avevamo parlato in una riunione pochi giorni prima "Una sessantina" mormorò, dal tono si percepiva la preoccupazione "Dalle informazioni che avevate, dove si trovavano quei distruttori sopravvissuti?" volli sapere "Non si erano spostati" ammise "E quanti soldati del clan sono venuti con te e ti hanno aiutato?" volli sapere. Restò in silenzio per un lungo istante, ma poi rispose "Nessuno" sussurrò, mi lanciò un'occhiata preoccupata e piena di ansia "Kirian, tu che sei il capo degli anziani, il più antico del concilio, il primo tra i consiglieri del nostro sovrano, quando e come hai saputo che cosa era stato ordinato al secondo più forte del tuo casato, nonché tuo consorte di sangue?" domandai. Tutti ora fissavano lui. Rispose, aveva capito che non sarei andata di nuovo fuori di testa, ma aveva anche capito che ora c'era solo dolore "L'ho saputo il giorno dopo che lui era partito, solo perchè l'ho chiamato per chiedergli delle informazioni per il lavoro" fu costretto ad ammettere. Lo disse a testa alta, con sicurezza e con dolore. "In che stato mi hai trovato stanotte, prima del processo?" chiesi in un sussurro. Lui sobbalzò e si rifiutò di rispondere. Scosse la testa deciso, non provai nemmeno ad insistere, ci pensò Tyr "Kirian" disse con voce imperiosa. Voleva saperlo "Non ti vedeva da sei giorni, e in quel periodo ha visto me per due ore in tutto" mormorò Kirian "Lei e Virnish sono gli unici e due che hanno davvero un sangue puro nel casato, persino io ho del sangue diverso." cercava di non dirlo, e non lo biasimavo, al suo posto non sarei riuscita a dirlo neanche io "Che cosa stai dicendo?" chiese scioccato Tyr "In che condizioni era?" pretese di sapere. Kirian ancora non rispose "Kirian" urlò Tyr spazientito, Kirian esplose "Stava morendo" gli urlò di rimando. La sala tornò ad immergersi nel silenzio "Lei stava morendo e Darius non se ne è neanche accorto" confessò "Se non fosse stata previdente sarebbe già morta" mormorò con un tono di voce talmente intriso nel dolore che non credevo possibile essere uscito dalla sua bocca "Come...?" non ci voleva un genio per capire quello che voleva sapere "Grigori" mormorai lui si voltò a guardare il guerriero "Mi ha ordinato di controllare che bevesse sangue, che mangiasse e che dormisse. Di assicurarmi che rimanesse sempre presente a se stessa e che non facesse niente di pericoloso. Di costringerla a bere anche se con la forza se fosse stato necessario" concluse con tono freddo "Seth, il mio compagno mi ha tenuto lontano da ciò che mi serviva per sopravvivere, ha mandato uno dei miei consorti in un posto in cui non aveva probabilità di sopravvivere, ed ora tutti i nobili della corte sanno fino a che punto è sviluppato il mio potere di guarigione. Questa notte la persona a cui devo la mia vita, la prima persona a cui ho voluto bene nella mia vita, colui a cui ho dedicato la mia vita mi ha spezzato il cuore per l'ennesima volta, mi ha tradita un'altra volta. Ha messo in pericolo me, la mia famiglia e tutto quello che proteggo. Ha ignorato gli obblighi che sono dettati dalle nostre posizioni sociali ordinando ad un membro del mio casato di rischiare la vita, senza dire nulla al suo Lord o alla sua Lady." mormorai "È successo questo questa notte, Seth. Da oggi in poi dovrò guardarmi le spalle anche dal mio compagno. Perchè se io muoio Tyr e Kirian moriranno, se uno di loro due muore io e l'altro moriamo, ma Darius non ne risentirebbe neanche più di tanto, ma se Darius muore, io morirò, e con me i miei consorti. Dovrò continuare a proteggere il mio compagno, nonostante a lui non dispiaccia sacrificarci." affermai "Quindi, non ti sorprendere se sono arrabbiata, se mando all'altro paese le sue imposizioni su cose che non lo riguardano, perchè ho il cuore in pezzi, per colpa sua ho ferito Kirian e Tyr, che erano preoccupati per me. Li ho feriti con le parole e con i gesti e questa è una delle cose peggiori che ci sono tra la nostra gente. Per noi i consorti e i compagni sono la nostra stessa vita, ferirli non è ammissibile. Ferirli è la cosa più dannosa che si possa fare a se stessi. Ed io l'ho fatto per colpa del mio compagno. Li ho fatti soffrire di nuovo per colpa sua. Proprio come quando mi ha voltato le spalle e se ne è andato perchè non potevo raccontargli i segreti del casato, o quando mi ha seguita e spiata, o quando mi ha denigrata davanti agli anziani e ha denigrato il casato." mormorai "Quindi, per stanotte non voglio avere più nulla a che fare con lui, non voglio ricordarmi neanche che esiste. Voglio solo recuperare il tempo che ho trascorso lontano da Tyr e Kirian, voglio cercare di alleviare il dolore che provano a causa mia e dimenticare tutto il resto. Mi hai chiesto cosa fosse successo e io te lo ho detto, ma ora basta, non lo voglio ancora rivivere" conclusi "Se vuoi restare la tua camera sai dove si trova, se vi serve qualcosa, chiedete a chi volete, c'è sempre sveglio qualcuno. Prego i soldati e i mercenari di non discutere e se avete bisogno di informazioni potete chiedere a Cornelia, o a una delle mie guardie, loro vi spiegheranno le regole. Per stanotte io mi ritiro nelle mie camere, in tutta sincerità ora non ho più la forza e la pazienza di stare in mezzo alla gente." mormorai alzandomi "Ho un'ultima cosa da dire, so già che Seth lo sa, come lo sanno i suoi uomini, ma ve lo ricorderò e con la scusa informo anche i militari che saranno ospiti qui. Ci sono delle conversazioni, che non devono uscire da questa casa, non devono essere ripetute e fatte sentire ad anima viva. Questa è una di quelle e se uno solo di voi userà queste mie parole per creare degli stupidi pettegolezzi si ricordi che so chi era presente, e so anche in chi dei presenti posso riporre fiducia, tutti gli altri possono anche morire, non sarà una grande perdita per me" conclusi. Mi girai e me ne andai. Ero davvero stanca. Di tutto e tutti.
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il casato di sangue
Fantasíaseguito della storia: la rinascita del casato dimenticato la storia riprende dopo la nascita dei gemelli, Selia si ritroverà di nuovo alle prese con gli avvenimenti nel mondo di cui ormai fa parte, ma forse non solo di quello. famiglia, amici, nemic...