5 - curioso spettacolo

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Mi svegliai il tardo pomeriggio seguente, ero davvero riposata, rilassata e contenta. Mi sembrava passata una vita dall'ultima volta che mi ero risvegliata così bene. Rimasi allungata tra i miei consorti, non scattai in piedi per raggiungere i piccoli, ora che sapevano parlare se avessero avuto bisogno di qualcosa lo avrebbero chiesto a chi li stava sorvegliando al momento e loro lo avrebbero riferito a me. Non ero più l'unica a potersi prendere cura dei bambini.

Ed andò esattamente così. Mezz'ora dopo che i miei consorti si erano svegliati, proprio mentre stavamo per passare al punto forte la porta si spalancò, con nostra sorpresa e sconcerto ad entrare fu Darius accompagnato da un soldato che non conoscevo e ci trovarono mentre Tyr era disteso sotto di me, con Kirian che lo baciava mentre con una mano lo aiutava ad entrare nel mio corpo. Tyr mi aveva avvicinato un polso alla bocca e io lo avevo cominciato a leccare per sentire il sangue che scorreva in quelle vene, con l'altra mano aveva afferrato i capelli di Kirian, era il massimo del movimento che poteva fare, visto che il consorte gli bloccava il braccio sul letto con tutto il peso del suo corpo. L'urlo che lanciai fu assolutamente giustificato, come lo furono le mie imprecazioni e quelle dei miei consorti. Kirian si alzò in ginocchio sul letto, con qualche difficoltà visto che alcune ciocche di capelli erano rimaste impigliate tra le mani di Tyr, ma chi ebbe la sorte peggiore fui io. Per poco non mi presi un pugno in faccia, infatti per la sorpresa Tyr scostò troppo bruscamente il polso da sotto la mia bocca, per miracolo lo evitai e per miracolo evitai a sua testa quando scattò a sedersi sul letto, ma non potei evitare il suo torace che mi sbalzò indietro e finii per ruzzolare sul materasso. Afferrai il più velocemente possibile il lenzuolo, lo tolsi dal letto con uno strattone e lo usai per coprire me e i miei consorti, che altrettanto velocemente lo afferrarono per lo stesso motivo. Nessuno di noi voleva che qualcun altro ci vedesse mentre facevamo cose intime tra di noi. Accettavamo il fatto di far vedere i nostri corpi nudi ad altri non fosse problematico, ma nessun consorte avrebbe mai lasciato vedere l'altro a qualcuno mentre stava facendo sesso. Questo era inaccettabile. "Maledizione, fuori" urlai, proprio mentre Kirian diceva "Se non uscite subito vi cavo gli occhi" e Tyr affermava "Maledetti stupidi bastardi sparite" tutto ciò accadde in un lasso di tempo brevissimo, non più di dieci secondi, ma a me sembrarono durare un'eternità.

Ricaddi pesantemente sul letto ed emisi un lungo sospiro scontento. Avevamo molto da recuperare, ed eravamo stati interrotti proprio al momento sbagliato. Dopo un altro secondo non potei fare a meno di chiedermi cosa ci facesse Darius a casa nostra, nel pomeriggio e come si fosse permesso di entrare a precipizio nella nostra camera da letto senza neanche bussare e come aveva fatto a beccare proprio quel momento preciso, anche se, forse, era stato meglio così, se fosse arrivato poco prima avrebbe visto cose che lo avrebbero sconvolto troppo e la stessa cosa sarebbe potuta succedere se fosse arrivato poco dopo. "Ma che diavolo ci fa qui?" chiesi a tutti e a nessuno. Tutto quello che ricevetti dai miei consorti fu un grugnito carico di risentimento e malumore, la risposta vera e propria arrivò dall'altra parte della porta "Ero venuto ad avvisarvi che i vostri figli hanno fame" la voce ci giunse imbarazzata ed ovattata, ma quella risposta ci bastò per scattare in piedi, indossare le prime cose che riuscimmo a trovare, che per me furono un paio di mutandine e reggiseno, boxer per Kirian e Tyr e catapultarci fuori dalla porta, dove scoprimmo che non c'erano solo Darius ed il soldato, ma anche Marcus, Ian e l'anziano Binto e dalle loro espressioni dedussi che si erano goduti tutto lo spettacolo, anche se non li avevamo visti perché concentrati sulla figura più grande, quella di Darius che era in primo piano. Mi fermai un lungo secondo davanti Darius, lo fissai negli occhi e dissi l'unica cosa sensata che potesse valere da rimprovero "Con tutti gli anni che hai non hai ancora imparato a bussare?" poi mi incamminai con passo svelto lungo il corridoio, verso la camera dei bambini.

Davanti la porta c'era uno dei mercenari che avevamo ingaggiato per sorvegliare la casa, mi bastò un cenno della mano e lui si scostò, anche se sgranò gli occhi per lo spettacolo che offrivo. Non andavo mai in giro seminuda, mi avevano vista con la vestaglia, ma mai in reggiseno e mutande, esattamente come non avevano mai visto i miei consorti in boxer. Al nostro ingresso i bambini erano con una delle nostre servitrici a cui Grigori faceva da balia insieme a Becca, non a tutti i servitori era permesso di restare soli con i piccoli. Il latte era già pronto in una scodella, dovevano essere circa tre litri, o poco meno. Con immensa sorpresa del guerriero e della cameriera, come anche di Darius e tutti gli altri che ci avevano seguiti, non vennero sbattuti fuori dalla stanza come succedeva di solito. Era ed Eric furono felici di vederci, si sporsero verso di noi e allungarono le bracine nella nostra direzione "Mamma, mamma, fame" chiamarono impazienti io gli sorrisi con tutto l'amore che il mio cuore provava per loro "Arrivo subito, dateci un secondo" li rassicurai, mentre, imitata di Tyr e Kirian raggiungevo la bacinella con il latte. La circondammo completamente, poi nel più assoluto silenzio Tyr si portò il polso alla bocca, estrasse le zanne e si tagliò. A quel gesto seguirono esclamazioni stupefatte, era la prima volta che qualcuno vedeva una cosa simile. Non appena la ferita si fu richiusa fu Kirian a donare il proprio sangue. Io, come sempre controllai il colore e l'odore, era mio dovere farlo e lo facevo, poi mi tagliai il polso e lascia scorrere il sangue. Alzai per un momento gli occhi sui presenti che ci fissavano basiti, ma non mi interessava, ora dovevo dare da mangiare ai piccoli. Presi Era in braccio, Kirian mi passò un bicchiere che aveva riempito con il contenuto della bacinella, ne presi un sorso senza ingoiare e accostai la mia bocca a quella della bambina. Fu così, che per la prima volta da secoli degli estranei vedevano come noi nutrivamo i nostri figli.

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