Il pomeriggio del giorno dopo la mia notte di ferie il mio cellulare squillò. Darius non mi chiamò per comunicarmi qualche strana emergenza, o per sollecitarmi ad andare a palazzo, ma per mandarmi dagli umani. A quanto pareva, dalle informazioni che avevamo raccolto erano riusciti a rintracciare e catturare uno degli scienziati, ed ora volevano interrogarlo. Secondo gli accordi io dovevo essere presente. In più, non so se fosse a causa dei sensi di colpa per avermi mentito su Tyr e avermi separato troppo dai miei due consorti, perchè era di buon umore o altro ma mi comunicò che dopo quello, avrei potuto comunicargli le mie decisioni per telefono e tornare a casa. Ne fui sollevata, ma una piccola parte del mio cervello mi urlava che c'era sotto qualcosa. Comunque obbedii. Mi vestii. Indossai dei jeans blu scoloriti e una camicetta di seta nera e mi recai nel posto che mi era stato indicato, con Cornelia e Grigori al seguito. La ragazza mi serviva per organizzare i documenti, il guerriero perché ormai non mi si staccava più di dosso. Dalla storia che avevo raccontato era diventato molto protettivo.
La struttura si rivelò essere un ex buncher sotterraneo, di quelli costruiti durante la guerra per evitare le bombe, convertito a base militare. Di certo non ci si poteva lamentare che avessero usato ingenti quantità di denaro pubblico per allestire quella base. Il responsabile ci aspettava all'esterno, era l'umano che aveva parlato al palazzo, e fu sorpreso di vedermi arrivare in auto e con un abbigliamento tanto sportivo. Una volta scesi potemmo liberarci degli occhiali da sole. Attiravamo gli sguardi di tutti quelli che incontravamo, ma li ignoravamo. Ormai ero diventata brava in quello. "Il prigioniero è da questa parte" ci informò, e poi ci fece strada. Entrammo in una stanza piccola, stretta e lunga, con un grande monitor, posizionato al fianco di un computer su una scrivania come unico arredamento "Abbiamo cominciato da un paio di minuti, ma non ha ancora detto niente" ci informò "Naturalmente vi forniremo una copia della registrazione dell'interrogatorio" affermò subito dopo "Vi concediamo un'ora, se non otterrete niente ce ne occuperemo noi" avvisai "Cosa intendete dire?" chiese stupefatto, mentre l'addetto alle registrazioni si girava a fissarci sbalordito "Intendo dire, che i nostri metodi di interrogatorio sono più liberi dei vostri, e se con le buone non ci riuscite, noi non infrangiamo nessuna legge nell'usare maniere meno delicate" spiegai "Lei vorrebbe torturarlo?" chiese sconvolto "No, rischierei di sporcarmi" dissi inorridita ma le espressioni dei due umani lo furono ancora di più "Ho intenzione di spaventarlo, se non dovesse avere effetto allora Grigori lo torturerà" affermai. Gli sguardi increduli degli umani non mi sorpresero, quello esitante di Grigori si "Qualcosa non va?" gli domandai "E se io mi sporco non conta?" domandò, era divertito "Sei tu l'esperto, conosci sicuramente qualche modo per non rischiare di macchiarti, e di farlo sopravvivere, io rischierei di ammazzarlo ancora prima che parli" constatai "Questo è sicuro" approvò. Restammo tutti in silenzio per l'ora successiva. Lo scienziato non parlò. "A quanto pare è il nostro turno" mormorai. Grigori sorrise, gli umani sbiancarono "Io non voglio saperne niente" affermò Cornelia decisa "Naturalmente, sono sicura che uno di questi bravi signori ti mostrerà dove puoi prendere un buon caffè" proposi "Giusto?" chiesi al responsabile. Lui annuì e ordinò ad un uomo di mostrare alla ragazza l'area di svago della struttura. L'umano parve contento della cosa. Io e Grigori entrammo nella stanza degli interrogatori e ci chiudemmo la porta alle spalle.
"Salve" salutai con un sorriso cortese "Siamo venuti a dare il cambio a questi cortesi signori" annunciai. I tre umani, due soldati e lo scienziato mi fissarono stupiti "Sai, è passata un'ora e non hai detto niente, così mi sono un po' stufata. Non ho pazienza per questo genere di cose" spiegai, mentre i tre erano sempre più sconvolti dalla situazione "Suppongo che tu abbia capito il perchè sei qui, e cosa vogliamo sapere. Ora fai un piccolo sforzo celebrale e comprendi cosa sono io" comandai. Aspettai una manciata di lunghi secondi, poi sul suo volto si fece largo il dubbio, poi l'incredulità. "Vedo che lo hai intuito" affermai con un sorriso soddisfatto in viso "Quindi ti faccio capire subito cosa succederà se non mi rispondi" annunciai "Se tu ti rifiuterai di rispondere alle mie domande, questo bel guerriero alle mie spalle ti torturerà fino a quando non parlerai, lui è molto abile, e sono sicura che ti terrebbe in vita, anche se soffrirai come un cane. Se anche in quel caso non parlerai ti userò per imparare come torturare qualcuno. Io sono giovane ed inesperta, quindi non posso garantire che sopravvivrai, anche perchè il mio repertorio è molto più vasto" affermai facendo comparire una palla di fuoco davanti la sua faccia "Divertente vero?" dissi indicandola "E non è l'unica cosa che posso fare, se preferisce possiamo provare con l'elettricità" affermai sempre sorridendo in modo cortese e garbato "Infine, potrei bere il tuo sangue, e magari provare a trasformarti, sono curiosa di scoprire cosa succede a trasformare qualcuno non compatibile. Si dice che sia impossibile. Il sangue diventa come acido nelle vene dell'umano, ma egli non muore, continua a vivere anche se si scioglie dall'internò." l'umano si tirò all'indietro con il terrore negli occhi. Lo guardai con un po' di disapprovazione, e la feci anche trapelare nella voce "Ma come? Sei uno scienziato, dovresti capire quanto è importante sperimentare per il progresso" lo rimproverai "Quella non è scienza, è pazzia" tuonò indignato. Mi finsi stupita "Davvero? Eppure non è quello che avete fatto voi a noi?" domandai. Lui si irrigidì ed immobilizzò "Da quello che ho appreso nel centro di ricerca che ho distrutto è quello che fate. Cercate di farci diventare umani. Avete vivisezionato i miei simili per sapere come funzionano i nostri organi interni. Avete fatto accoppiare i prigionieri per ottenere una generazione più debole da sfruttare. Avete lasciato donne e uomini senza sangue per giorni, fino a quando non sono morti. Se questa è scienza, allora che differenza c'è tra questo e il mio piccolo esperimento?" conclusi. Non rispose, non che mi importasse sapere la risposta "Quindi taci" constatai "Poco importa, non è questo quello che voglio sapere. Ma ti avviso. Farò esattamente quello che avete fato voi a noi. Condizionamento. Lo avete definito così giusto?" trasalì "Sai, nella scuola in cui andavo ho seguito in corso di psicologia" lo informai "Quindi posso garantirti che stai per affrontare il condizionamento negativo più severo della storia umana. Tu sei un soggetto intelligente, quindi te lo dirò subito, per ogni domanda a cui non risponderai Grigori applicherà uno stimolo per il nostro esperimento psicologico di condizionamento" lo informai "Quindi, decidi in fretta, perchè la domanda che ti porgo è la seguente: nella struttura nella quale lavori, ci sono dei nostri simili?" domandai. Gli concessi un po' di tempo, ma rimase in silenzio, così feci segno a Grigori di procedere. Lui obbedì, gli si avvicinò con passo deciso gli prese una mano, apparentemente delicatamente, ma poi si sentirono dei crack. Gli aveva stritolato la mano e gliela aveva rotta. L'umano urlò. Quando si fu calmato proseguii "Bene, mio piccolo soggetto sperimentale, hai notato che noi siamo molto più forti di quelli che avete catturato, e ti assicuro che in questa stanza il guerriero alle mie spalle non è il più forte. Hai avuto prova di quello che succederà, quindi ti porgo di nuovo la domanda: nella struttura dove lavori ci sono dei miei simili?" non rispose e Grigori gli inchiodò la mano che gli aveva rotto sul tavolo, con un pugnale. L'umano urlò di nuovo. Occorsero altri due tentativi prima che si decidesse "Si" mormorò mentre si teneva il braccio in cui il guerriero aveva infilzato due volte il pugnale. Non aveva preso la vena e aveva sfruttato lo spazio tra le due ossa, non scalfendole neanche "Ne abbiamo due" confessò "Bravo" mi complimentai "Vedi, è facile ed indolore, ora dimmi come sono, descrivimeli" quella domanda li spiazzò un po' tutti, ma io avevo bisogno di sapere se erano membri del mio casato o senza casato di cui mi sarei dovuta occupare, o se dovevo avvertire qualcuno che presto avrebbe potuto riavere un figlio. "Sono come te" borbottò incerto su che risposta volessi "Voglio che mi descrivi come sono, il colore dei capelli, quello degli occhi e quello delle unghie" spiegai "Sono un maschio ed una femmina, sono nati nella struttura, due gemelli. Hanno dei capelli davvero bizzarri, di tutte le sfumature possibile e con ciocche bionde, castane, rosse e nere. Hanno le iridi degli occhi bianche, e le unghie lucide." concluse. Mi irrigidii impercettibilmente. Nessuno degli umani se ne accorse, ma Grigori non era umano "Cosa avete fatto a quei due?" volli sapere "Noi stavamo cercando di creare un farmaco che potenziasse i militari, forza, velocità, vista, udito, agilità. Quindi abbiamo svolto per lo più ricerche genetiche, e per quelle basta un campione di sangue" concluse "Dove si trova il centro dove sono tenuti i due gemelli?" domandai. Lui rispose. Continuò a rispondere a tutte le domande che gli vennero poste. Quando l'interrogatorio finì uscii dalla stanza e lasciai che gli umani lo medicassero. Il direttore della struttura mi si affiancò "Dobbiamo decidere come agire per liberare i due soggetti in questione" affermò "No, per ora non faremo niente. Non osate muovere un dito per i prossimi giorni, continuate le ricerche e le indagini. Di quel posto me occuperò io dopo aver risolto una questione" affermai "Ma voi non ci avete chiesto di intervenire proprio per fermarli e liberare la vostra gente?" domandò sconcertato "Si, e lo faremo, ma non ora. Dovremo aspettare tre o quattro giorni prima di andarli a prendere, il che non mi sembra impossibile o inaccettabile" feci notare "Ora devo trovare Cornelia e andate a casa a sistemare i miei affari, prima risolvo le cose prima potremo liberarli" conclusi "Capisco, in effetti quattro giorni sono pochi, e sono sicuro che potremo usarli per studiare i movimenti nella struttura" convenne "Se mi volete seguire vi porterò dalla vostra accompagnatrice" concluse. Annuii e lo seguii.
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il casato di sangue
Fantasyseguito della storia: la rinascita del casato dimenticato la storia riprende dopo la nascita dei gemelli, Selia si ritroverà di nuovo alle prese con gli avvenimenti nel mondo di cui ormai fa parte, ma forse non solo di quello. famiglia, amici, nemic...