40 - scoperte

63 7 0
                                    

La struttura si rivelò assomigliare molto ad un magazzino, nella periferia di una piccola cittadina. Il che complicava tutto, perchè c'erano altri magazzini e alcune case isolate nei dintorni. Se gli umani avessero fatto irruzione e cominciato un conflitto a fuoco sicuramente i residenti se ne sarebbero accorti. Ma noi non avevamo bisogno di armi, eravamo silenziosi e veloci. Ci sistemammo comodamente dall'altra parte della strada. Nonostante fossimo visibili non ci importava, era notte inoltrata di un giorno infrasettimanale, gli umani dormivano, riposavano per prepararsi alle fatiche del giorno seguente, al lavoro o alla scuola. Gli unici ancora svegli erano quelli presenti dietro le recinzioni del magazzino, intenti a proteggere il perimetro. "Siete sicuri che sia una buona idea fermarci qui?" chiese uno degli umani. Indossava un giubbotto antiproiettile ed era armato con un fucile semiautomatico, o almeno credevo che fosse semiautomatico, lo avevo dedotto perché Grigori ne aveva uno simile e mi aveva detto che era semiautomatico, ma io non mi intendevo di armi da fuoco. "Si, non ci saranno problemi" affermai del tutto convinta "Come pensate di agire?" volle sapere l'umano, ci riflettei per alcuni lunghi secondi "Direi che vista la situazione sia inutile che io e Kirian ci uniamo allo scontro" spiegai "I soldati sono stati mandati come guardie del corpo per l'anziano, quindi resteranno qui" continuai "Per quanto riguarda Seth è meglio che non combatta, così come Grigori." osservai "Perchè no?" volle sapere l'umano interrompendo il mio discorso "Perchè altrimenti non ci sarebbero sopravvissuti" spiegai in tutta tranquillità "Orin e Difin si annoierebbero troppo, si lascerebbero prendere la mano e finirebbero per ammazzare qualcuno, inoltre non voglio separarmi da troppe delle mie guardie" ripresi. Non volevo che se ne andassero perchè avevo sinceramente paura di perdere il controllo e di assalire quel posto a causa dell'impazienza che provavo. Volevo sapere cosa sarebbe stato delle nostre vite, e quella risposta risiedeva nei due immortali in quello stabile "Quindi Alec e Him sistemeranno gli umani e ci apriranno il cancello, a quel punto andrò ad occuparmi degli ostaggi con Kirian e Seth" conclusi. Gli umani che mi avevano ascoltato rimasero sconcertati "Lei vorrebbe mandare due uomini contro tutti quelli presenti nella struttura?" chiese sconvolto il capo delle operazioni "Si" confermai del tutto calma "Per quanto siano ben armati, non potranno mai riuscire in una cosa simile" affermò, con il tono di qualcuno che spiegava qualcosa di ovvio ad una bambina. Lo fissai per dei lunghi secondi, nel silenzio generale "Loro non andranno armati" risposi. Poi feci un cenno con la testa e i due scomparvero davanti agli occhi degli umani sconcertati "Non gli accadrà nulla, perchè nessun umano può colpire qualcuno che non riesce a vedere" affermai. L'espressione dell'umano fu di assoluto orrore. Aprì la bocca per parlare ma io lo prevenni "Sa a cosa mi servono delle guardie del corpo?" chiesi. La domanda lo spiazzò, come il cambio di argomento, ma rispose "Per proteggerla?" chiese con voce tra l'incerto e l'ovvio. Kirian non trattenne una risatina divertita e nessuna delle mie guardie un sorriso divertito, persino Seth si concesse un risolino basso e mascolino, pieno di divertimento. Gli altri guerrieri si irrigidirono e rimasero seri ed imperturbabili "No, non mi servono per proteggermi, mi servono per proteggere gli altri da me" confessai. Diversi sguardi si posarono su di me, sguardi increduli e dubbiosi. "Perchè dovrebbero proteggere gli altri da te?" chiese una voce femminile da dietro le spalle dell'uomo che avevo davanti, che si spostò per lanciarle un'occhiata ammonitrice, concedendomi la possibilità di vedere la donna che alcuni giorni prima mi aveva chiesto se ero anche io una segretaria. Le sorrisi, ma non le risposi, qualcuno lo fece al mio posto "La nostra padrona è uno dei guerrieri più potenti del clan" affermò con voce gelida Grigori. Lo sguardo degli umani si spostò su di lui, come se si aspettassero altre spiegazioni, ma non ne ottennero, non da Grigori "Il clan da dei soprannomi solo ai guerrieri più forti, e lo facciamo per avvertire gli altri di come una persona uccide" li informò Seth in tono divertito. "Lei è la Lady di sangue, lui è l'anziano, Lord Kirian il sanguinario, capo degli anziani, uno dei più antichi della nostra specie. Loro sono i capi del più forte casato di guerrieri a servizio del clan" li informò. Tutti gli sguardi si posarono su di me, increduli e sconcertati "Quante lusinghe, se continui potrei pensare che tu ti stia innamorando di noi" scherzai. Il mercenario si concesse una risata divertita, che sapeva di morte e violenza "Tu se l'unica femmina, anzi, l'unica persona che sia davvero riuscita a sottomettere Grigori, la belva rabbiosa, e che sia riuscita a conquistarsi la fedeltà di noi mercenari. I tuoi meriti vanno riconosciuti." affermò serio "Sono solo una giovane ragazza che si è trovata per caso ad essere una Lady, non dovresti esagerare con i complimenti, o rischierò di montarmi la testa" lo rimproverai. Ero sincera, ero Lady perchè non c'era nessun altro che potesse prendere il mio posto, per più di un anno ero stata l'unica femmina del casato. "Non sminuirti, hai combattuto e hai vinto il tuo titolo" stavolta fu Kirian a rimproverare me, tra lo sbigottimento di molti "Hai combattuto?" chiese Seth, ora del tutto serio. Annuii, e dal suo sguardo compresi che quella risposta non gli sarebbe bastata. Voleva di più, glielo concessi "Trea mi ha sfidato alcune settimane fa" informai tutti i presenti. Per gli umani non aveva alcun senso quel discorso, per gli immortali invece si "Come è andata?" volle sapere, ma non lo chiese a me, lo chiese a Grigori. Lo fissò intensamente e aspettò che rispondesse. Non aspettò molto "L'ha quasi ammazzata, ma per i prossimi decenni quella femmina non ci riproverà" concluse con tono pacato, come chi parla del tempo. Il mercenario annuì, approvava il decorso degli eventi. Ci furono alcuni secondi di silenzio "Perchè quei soprannomi?" chiese la femmina armata fissandomi. Forse non sopportava il silenzio, o forse era curiosa. Interrompere quel silenzio mi andava più che bene, era stato troppo teso e troppo imbarazzato per i miei gusti "Rispecchiano ciò che siamo sul campo di battaglia" la informai. Lei mi guardò senza il minimo timore, e con una punta di sfacciataggine. Quella femmina mi era simpatica, era forte, sia fisicamente, secondo gli standard umani, sia mentalmente "Quindi...?" mi incitò. Kirian mi si accostò con un sorriso sulle labbra che conoscevo anche troppo bene, quel misto di orgoglio, amore e nostalgia che spesso gli vedevo quando parlavamo di cose che ci erano successe. Lasciai che mi circondasse le spalle con un braccio "È stato durante l'ultima battaglia" cominciò a raccontare "Eravamo in pochi e i nostri nemici in molti, ma noi, il nostro lignaggio, siamo forti e potenti. Le grida di guerra si sono innalzate e la battaglia è cominciata" sembrava perso nei ricordi, tolse il braccio dalle mie spalle e si girò, facendo girare anche me, così ci ritrovammo uno davanti all'altra. Ci fissammo intensamente con gli occhi brucianti di passione, desiderio e brama. Brama per il corpo dell'altro e per il sangue che avevamo versato quella volta "Si librava nel cielo da un nemico all'altro, ferendo tutti quelli che le si paravano davanti. Bagnandosi del sangue delle sue vittime" mormorò con voce calda e sensuale, un brivido caldo percorse tutto il corpo, dalla guancia sulla quale era appoggiata la sua mano fino ad un punto molto sensibile. Il fuoco si risvegliò e ardette dentro di me, le zanne scesero leggermente "E tu tagliavi la gola a chiunque osasse pararsi davanti a te, la squarciavi con le tue zanne e ti ricoprivi del loro sangue, proprio come hai fatto centinaia di volte nei millenni che hai vissuto" affermai con il suo stesso tono, la mano appoggiata sul suo petto "Abbiamo unito i nostri poteri e abbiamo aperto i cieli e scatenato la furia degli Dei" ricordai "E alla fine abbiamo dissanguato insieme i superstiti, ci siamo bagnati nel loro sangue, abbiamo gioito nel sentire il loro battito scomparire mentre noi riacquistavamo le forze. Abbiamo cantato per i vivi e per i morti. Abbiamo cantato in onore della vittoria con il sangue dei nemici ancora caldo sui nostri corpi, mentre la radura si riempiva di coloro che avevano il nostro sangue e di quello del clan" ricordò, anche le sue zanne come le mie ora erano completamente estese "Abbiamo guarito i nostri cari e salvato la nostra gente. Poi ci siamo concessi il riposo che meritavamo" conclusi "Così tanto sangue" mormorò Kirian, ricordando la quantità di sangue che aveva bagnato la radura, rendendo rossa l'erba. Era stato davvero molto. Restammo in silenzio, immersi nei ricordi, mentre tutti gli altri ci guardavano, supposi, perchè io ero troppo impegnata a vedere i miei occhi riflessi in quelli del mio consorte. Poi ci fu un leggero sentore di sangue, quando il vento prese a soffiare nella nostra direzione dal magazzino, tornammo alla realtà e ci girammo di scatto vero la struttura. I cancelli si aprirono, ma tutti rimasero immobili. Lanciai un'occhiata al mio consorte. La sua espressione era tornata imperscrutabile, ma nonostante ciò trapelava dell'ansia, la mia doveva essere molto simile alla sua, perchè come me lui si era girato a fissarmi "Andrà bene" mi rassicurò. Ne io ne lui sapevamo in cosa consistesse quel bene, in entrambe le possibili scoperte le cose non sarebbero andate bene, e lo sapevamo entrambi. Nessuno dei due sapeva con esattezza cosa sperava di trovare. "Non c'è soluzione" mormorai. Kirian mi prese la mano, la strinse con affetto e cominciammo a correre.

Superammo il cancello e il portone. Seguimmo l'odore delle mie due guardie fino ad una scala che scendeva nel sottosuolo. Scendemmo tre piani ognuno dei quali era chiuso da una porta di qualche metallo molto spessa. Erano tutte divelte. Le celle si trovavano in fondo ad un lungo corridoio, e davanti ad essi trovammo i due guerrieri "Andate di sopra, e non fate scendere nessuno per il prossimo minuto" ordinai. Avevamo corso il più velocemente possibile, il che voleva dire più veloce di chiunque altro. I due obbedirono, incerti. Così io e Kirian ci avvicinammo alla prima porta. Aprirla non fu difficile, o per meglio dire Kirian non ebbe problemi a strapparla dai cardini. Una donna, minuta, con i capelli di ogni tonalità e colore possibile era seduta su un letto. Girò il viso e ci guardò. Non era spaventata, non era incerta, non era sollevata. Era tranquilla, lucida e razionale. Ci fissò, poggiando su di noi lo sguardo di due occhi con solo le pupille, ed una sottilissima linea nera che delineava le iridi, trasparenti, che lasciavano vedere il bianco dell'occhio, ma più lucido. Le mani erano appoggiate con grazia in grembo, e le unghie lucide erano visibilissime. Sedeva composta e con la schiena dritta "Vi aspettavamo. Avete impiegato molto per arrivare" affermò. Sentii una parte di me morire, mentre un'altra parte gioiva. Una terza parte, invece, era completamente priva di tutto. Restammo in silenzio per molti secondi "Vi riporteremo a casa" mormorò Kirian, poi si girò e aprì la porta dell'altra cella, dove un ragazzo sedeva nella stessa posizione della femmina sul letto. Erano identici, anche il colore degli occhi e delle unghie era lo stesso, come i capelli, i lineamenti dritti, ma non spigolosi, delicati. I due si alzarono contemporaneamente ed uscirono insieme dalle due celle, camminavano all'unisono, con lo stesso piede, la stessa falcata ed eseguendo gli stessi movimenti, persino i loro cuori ed i loro respiri erano sincronizzati. Ci seguirono nel corridoio, dove Seth, le guardie e i soldati cercavano di oltrepassare Alec ed Him. Quando ci videro si bloccarono, fissarono tutti i due gemelli "Loro sono compito nostro" informai i presenti con voce vuota. Era il meglio che potessi fare in quel momento, perchè ogni emozione mi avrebbe fatta crollare. Uscimmo in silenzio dal sotterraneo ed incontrammo gli umani che si occupavano dei feriti nel magazzino, prima di passare ai piani inferiori. Il capo delle operazioni ci venne incontro, forse voleva parlare di qualcosa "Noi ce ne stiamo andando, dobbiamo occuparci di loro due" lo informò Kirian accennando ai due neutrali alle nostre spalle "Un paio di soldati resteranno qui, potrete riferite tutto a loro" concluse prima che l'umano avesse occasione di lamentarsi. Lo superammo e ci incamminammo verso l'uscita. Him e uno dei soldati che ci aveva mandato Darius rimasero con gli umani, noi corremmo a casa, il più velocemente possibile, lasciando indietro tutti, tutti tranne i due neutrali. Gli unici più veloci di noi nella corsa.

il casato di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora