Cornelia entrò prudentemente nella sala pochi minuti dopo "C'è una telefonata per voi" mormorò, incerta su cosa dire o fare, sicuramente, come molti di quelli presenti in casa, aveva ascoltato la discussione, ed ora non sapeva come comportarsi. Porse il cordles nella direzione di entrambi, insicura su chi dovesse prendere la telefonata. Le tolsi il dubbio e afferrai l'apparecchio. Kirian si alzò e mi salutò "Vado anche io, devo andare a palazzo del clan" sussurrò, mi diede un leggero bacio sulla guancia ed uscì. Io mi schiarii la voce e risposi "Si?" domandai con tono deciso e neutro, nessuna traccia di tutto quello che era successo una manciata di minuti prima, o delle angosce della situazione orribile nella quale mi trovavo "Selia?" chiese una voce che riconobbi "Si, sono io" affermai alla ragazza all'altro capo del telefono "Ciao, sono Iv" dichiarò per evitare fraintendimenti "Cosa posso fare per te?" chiesi. Ci fu un lungo secondo di silenzio "Vedi, sono in una situazione..." altra pausa "Delicata" concluse "Ho bisogno che tu e qualcun altro del tuo sangue veniate qui" concluse "Se ti accontenti di me e Virnish ve bene, ma devi spiegarmi cosa sta succedendo" affermai "Ci sono degli immortali..." ancora una pausa, dal tono mi sembrava incerta e preoccupata "Fuori controllo" mi informò infine "E questo cosa c'entra con me? Non per essere scortese, ma stanotte avrei delle cose da fare" spiegai "Il fatto è che io credo che si tratti di appartenenti al tuo lignaggio" mi informò. Sputò fuori quella frase tutta d'un fiato "Che vuol dire fuori controllo? E che significa che appartengono al mio lignaggio? Tutti quelli del mio sangue sono qui con me" affermai sicura che fosse la verità, sapevo perfettamente dove si trovava ogni membro del mio casato, sentivo Quinto punzecchiare Virnish nell'atrio, e Trea ridere divertita da quei battibecchi continui. "Senti, qui è davvero un casino, la situazione non è per niente chiara e credo che ci saranno un gran numero di problemi, ma la cosa più importante al momento è che ci sono sei immortali che si sono appena svegliati dal cambiamento, e che quando il padre di uno di loro si è avvicinato al figlio quello gli è saltato alla gola insieme alla gemella. Anche quando hanno cercato di avvicinare gli altri hanno rischiato di farsi attaccare. Se quel maschio è vivo è solo per la grazia degli Dei, ma qui tutti i presenti cominciano ad innervosirsi, e alcuni vogliono entrare e ammazzarli perchè li credono pazzi. Quando sono arrivata era già tutto un casino e non so per quanto riuscirò a tenerli calmi. Ricordo cosa è successo con Virnish, quindi credo che siano tutti del tuo sangue" concluse. Rimasi esterrefatta. Sei immortali del mio casato su sei sviluppi? E cosa ancora più insolita sei sviluppi contemporaneamente? "Io devo prima sbrigare una cosa, ma tu assicurati che nessuno avvicini quei ragazzi, fai in modo che restino chiusi nelle stanze in cui sono e che non li avvicini nessuno fino al mio arrivo. Se qualcuno fa storie digli che è un ordine di un rappresentante del capo clan. Cercherò di arrivare il prima possibile" promisi. Mi feci dire dove si trovavano e come fare per arrivarci. Mi cambiai velocemente, dovevo indossare qualcosa di più comodo in quella situazione, qualcosa che non temessi di perdere. Optai per dei pantaloncini jeans blu scuro e una maglietta a maniche corte nera. Un residuato della primavera dell'anno prima. Poi indossai delle ballerine e afferrai un mantello, nero di pelliccia all'interno e pelle all'esterno. Uscii e trovai tre auto fuori dal portone di casa pronte per partire. All'interno le mie guardie e Virnish mi aspettavano con le uniformi tipiche dei nostri guerrieri: pantaloni e giacca di pelle nera. Dieci mercenari ci seguirono correndo. Alcune volte era davvero comodo non dover spiegare per filo e per segno ogni cosa.
Di sicuro gli umani rimasero sorpresi di vedere arrivare tutte quelle persone, e di sicuro rimasero sorpresi dal mio abbigliamento. Impiegai un'ora per avere tutti i documenti che avevano trovato nel magazzino, i rapporti ed un veloce ragguaglio verbale. Alla fine mi toccò anche recarmi con i miei uomini, quelli che erano entrati, cioè le mie guardie e Virnish, nella stanza ricreativa, perchè il comandate aveva ricevuto una qualche telefonata da qualche ministro o presidente. Così mi sedetti sul divanetto insieme a Virnish, mentre gli altri si sparpagliavano nella stanza e curiosavano in giro. Alcuni umani esitarono prima di entrare, ma poi oltrepassarono la soglia e si dedicarono alle attività per cui erano arrivati fino a quella stanza. Tra quegli umani c'era anche la donna che avevo già notato. Vidi Virnish al mio fianco irrigidirsi e fissare la donna, mentre apriva il frigorifero e ne estraeva una bottiglia di succo d'arancia. Continuai ad osservarlo. Chiuse gli occhi per un lungo minuto, poi inspirò profondamente. Troppo profondamente. Gli tirai uno schiaffo con il dorso della mano sulla spalla. Il colpo produsse uno schiocco sordo e tutti gli umani si girarono sorpresi "Virnish" lo rimproverai. Stava facendo qualcosa di davvero scortese. Lo sapeva, e ne fu imbarazzato "Mi dispiace, non ho resistito" si scusò "Non è a me che devi chiedere scusa" affermai, mentre un risolino divertito veniva emesso da un paio delle mie guardie "Hai ragione madre" mormorò, con tono abbastanza alto da farsi sentire da tutti, gli umani trasalirono. Il ragazzo si alzò e si diresse davanti alla donna "Devo scusarmi con voi, ho fatto qualcosa di molto scortese e di questo mi rammarico" affermò chinando la testa in un accenno di inchino. La donna lo guardò sorpresa, e rispose con un "ok" incerto. Così il ragazzo tornò a sedersi al mio fianco "Ben fatto" approvai con un sorriso "Grazie madre" rispose. Gli arruffai i capelli corti, e risi divertita quando si allontanò. "Per favore, smettila" protestò, il che mi fece ridere ancora di più "Avete davvero un bel rapporto, lei e suo...figlio?" osservò la donna, pronunciando l'ultima parola come se fosse una domanda, incerta se fosse la verità, e non aveva tutti i torti "Si, abbiamo un bel rapporto, cerco di mantenere un clima piacevole in casa" affermai. La vidi mentre decideva se continuare con le domande o no, alla fine continuò "Sembra essere troppo giovane per avere un figlio così grande" osservò infine. Alcuni dei miei uomini ridacchiarono di nuovo "Infatti, Virnish ha solo un anno meno di me. Non sono la sua madre biologica" confermai. Tutti gli umani ci guardarono incerti "Chi fa parte di un casato fa parte di una famiglia. Non siamo legati da una parentela di discendenza, ma dai colori del nostro sangue, quelli che vedete nei nostri occhi e sulle mie unghie. Io sono la Lady, cioè la più importante figura femminile del casato quindi chi mi è inferiore può chiamarmi con il mio nome, ed in genere è così che mi chiamano tutti. Può chiamarmi Lady in casi formali o madre, che è un modo più affettuoso di definire il proprio capo durante un rimprovero" conclusi "Oh!" esclamò la ragazza. La osservai per qualche secondo, poi non resistetti all'impulso della curiosità. Mi alzai e mi parai di fronte a lei. Era poco più alta di me, probabilmente avevamo avuto la stessa altezza prima che io mi trasformassi, glielo dissi "Una volta ero alta come te" le sfiorai una ciocca di capelli, erano tagliati corti, di una tonalità di castano più chiara di quella che avevo avuto io, anche se i suoi erano più belli, più spessi e più voluminosi "Non avevo dei capelli così belli. Erano più lunghi, più scuri, ma sottili e meno voluminosi" le sfiorai il viso, delicatamente, lo zigomo, la guancia, la mandibola, il collo. Fermai il dito sulla giugulare e sentii il sangue scorrere sotto le mie dita "Hai un cuore sano e forte" osservai "Posso annusarti?" chiesi alla ragazza che mi guardava completamente sconcertata "Co... Come?" chiese "Vorrei sentire il tuo odore, mi permetti di farlo?" domandai "Il mio odore?" chiese, sembrava imbarazzata dalla prospettiva. Mi concentrai per ricordare cosa doveva significare per un umano, di certo non era cortese, e sicuramente era significativo che dovessi sforzarmi per ricordarlo. La mia natura era davvero cambiata "Può sembrare strano, ma noi non ragioniamo come voi. Attraverso l'odore possiamo capire molte cose, per questo lo chiediamo. Perchè non vogliamo essere scortesi ed invadere la tua vita privata e perchè non vogliamo costringerti a rivelarci su di te cose che non vorresti far sapere" spiegai "Ad esempio?" chiese curiosa "Potrei scoprire se sei malata, se hai fatto sesso di recente e con chi, potrei scoprire se menti, se sei triste o felice" spiegai "Ma non è quello che ora voglio sapere, posso annusati?" ripetei "Perchè?" mormorò incerta "Perchè tu ci piaci. Sia io che il mio Virnish ti troviamo interessante, e scommetto che non siamo gli unici tra gli immortali qui presenti a trovarti piacevole. Voglio solo sapere qualcosa di più" spiegai. Forse perchè era troppo sconcertata, forse perchè non sapeva come comportarsi in una situazione del genere, ma alla fine accennò con la testa un si esitante. Le afferrai la maglia prima che cambiasse idea e la strattonai verso il basso. Si piegò leggermente verso di me ed io le infilai la testa tra i capelli, il naso a contatto con il suo colo. Chiusi gli occhi e aspirai. Non mi ero sbagliata. Era una persona forte. Aveva quella rara forza che ti permette di affrontare tutti i problemi che ti si parano davanti a testa bassa, di abbattere gli ostacoli e combattere per ciò che credi giusto. "Saresti una grande femmina tra la mia gente" affermai facendomi indietro "Tu sei forte come pochi. Una forza che viene dal tuo animo. Ogni casato sarebbe onorato di averti" le afferrai il polso e me lo passai delicatamente sotto il naso "Mi permetti di provarti?" domandai fissandola negli occhi "Giuro che non ti farò nulla che possa essere dannoso" lei mi fissò incerta, le sorrisi. Lei aprì la bocca, ma non ne uscì niente. Virnish mi si affiancò e mi afferrò il polso "No, non farlo" ingiunse. Con un tono che non ammetteva repliche. Lo guardai "Devo, devo farlo per te" lasciò andare il mio polso e fece un passo indietro "Perchè?" mormorò, sgomento "Andrà bene. Ho già visto quell'espressione, e la stessa che avevo io quando lo incontrai. Noi siamo devoti alle nostre anime per natura, fammi scoprire se anche lei è devota alla sua" lui mi fissò pietrificato, incapace di qualsiasi reazione "Bambino mio, non voglio che tu, o un altro del mio sangue siate costretti a subire ciò che ho subito io" non disse nulla "Resta al mio fianco e assicurati che non le accada nulla di male con i tuoi stessi occhi. Assicurati che io mantenga la mia promessa se lei mi concederà il suo permesso" annuì, così tornai a guardare la donna "Te lo chiedo di nuovo, permettimi di provarti. Giuro che non farò nulla che ti nuocerà, ma è davvero importante per me che tu me lo permetta" affermai seria e decisa "Cosa dovrei fare?" volle sapere incerta "Nulla. Solo stare ferma qui, fino a quando non ti lascerò" spiegai. Lei mi fissò per dei lunghi secondi, poi si guardò intorno. Vide le espressioni serie dei miei uomini, quelle curiose degli umani e alla fine accettò. Le presi la mano, per poi spostarmi su un dito. Continuavo a guardarla negli occhi, così potei godermi il piccolo sussulto sorpreso quando le mie zanne si allungarono ed uscirono dalla bocca. Mi chinai sul dito e feci una piccola pintura con la zanna, che subito si ritrasse. Una goccia di sangue uscì dalla ferita. La annusai e la assaggia. Chiusi gli occhi e reclinai la testa all'indietro mentre esaminavo ogni parte di quel sangue, che fossero parti biologiche, o spirituali. Con gli umani era facile leggere di più nel sangue. Riaprii gli occhi e le lecci la ferita, per abitudine mi aspettavo che guarisse subito, ma non accadde. Risi di me stessa "Virnish, potresti darmi qualche pianta? Con i mezzi che ho ora non posso fare molto" ammisi. Dalla mano del ragazzo germogliarono diverse piante officinali diverse, lui ne prese alcune foglie e me le porse dopo averle sminuzzate e bagnate di saliva. Cosa decisamente buona visto che avevamo dei coagulati e non portavamo malattie. Sistemai l'impasto sul dito della ragazza che mi fissava stupita e un po' sconvolta "Sai, a noi ci basta leccare le ferite per farle chiudere quasi all'istante, ma con voi umani non funziona, avete una rigenerazione troppo lenta. Comunque restiamo sempre in grado di produrre coagulanti con la saliva. Queste erbe sono disinfettanti e aiutano la cicatrizzazione. Tra un paio di ore non ci sarà più niente" conclusi. E lasciai la mano "Tu sei davvero una persona che mi piace, e fidati, nella mia breve vita l'ho potuto dire davvero per poche persone. E l'ho fatto solo dopo essermi trasformata. Nella mia vita da umana ho sofferto troppo per trovare qualcuno da apprezzare. Poi, a mente fredda mi sono resa conto che odiavo davvero essere ciò che ero. La mortalità non è per me" conclusi sorridendo. Lei si guardò il dito poi fisso me "Non capisco" ammise "Sono rari gli esseri umani che possono essere trasformati, io sono stata uno di quei pochi. Ho avuto modo di conoscere i due modi, e ho scoperto per esperienza che quello in cui sono nata non è mai stato quello in cui volevo vivere. Le persone di cui ero circondata non erano quelle che mi avrebbero portato la felicità, ma solo dolore e sofferenza. Sono quasi due anni che io vivo davvero. Due anni che sento qualcosa. Due anni che ho una famiglia, degli amici, che rido, e sono triste per davvero. Prima c'era solo il vuoto. Non ho mai appezzato gli umani, a parte in rare occasioni, tu sei una di quei pochi" conclusi feci un passo indietro e mi voltai verso la porta "La telefonata è finita, dovremmo concludere ed andare" mi informò Virnish, che come me si era accorto dei rumori nella stanza nella quale dovevamo andare, segno che la chiamata era finita. "Si, non possiamo attardarci, o rischiamo che qualcuno si faccia davvero male" mormorai. La verità era che volevo evitare che qualcuno di quegli immortali finisse ammazzato da uno del mio casato appena sveglio ed ancora instabile, uscimmo fuori e ci recammo nell'ufficio. Dovemmo intrattenerci solo per altri venti minuti.
STAI LEGGENDO
il casato di sangue
Fantasyseguito della storia: la rinascita del casato dimenticato la storia riprende dopo la nascita dei gemelli, Selia si ritroverà di nuovo alle prese con gli avvenimenti nel mondo di cui ormai fa parte, ma forse non solo di quello. famiglia, amici, nemic...