43 - sei piccioni con una fava

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L'abitazione nella quale ci recammo era una grande fattoria. La casa padronale era grande, situata su due piani in pietra. Dal viale d'ingresso si intravedeva una grande stalla e un enorme fienile, non c'era bisogno di chiedersi dove fossero i campi e i pascoli, perchè ne eravamo circondati. Si estendevano a perdita d'occhio tutt'intorno alla casa. Il paesaggio era incantevole, ma non potevamo permetterci di restare ad ammirarlo, perchè le grida di quelli che erano nella casa si sentivano anche a metri di distanza all'esterno, il che, abbinato al potere iroso e teso che si addensava tutt'intorno all'edificio non faceva presagire niente di buono. Ci dirigemmo alla porta e bussammo. Nessuno ci venne ad aprire, così provai a spingere la porta. Era aperta. Spalancai l'uscio trovandomi davanti uno spettacolo allarmante. Iv e Baldor stavano cercando di tenere sotto controllo alcuni maschi, grossi, gonfi di muscoli e da cui veniva emanata una discreta forza magica. "Vi avevo detto di non avvicinarvi" urlò la ragazza con un tono rabbioso che non le avevo mai sentito prima, e di cui non la credevo capace "Hanno attaccato due dei nostri parenti" gli urlò contro uno dei maschi sconosciuti "Vi avevo avvertito che non dovevate avvicinarvi. Non siete in grado di gestirli" ribatté la ragazza. Mi accorsi di quello che aveva intenzione di fare il maschio prima ancora che scattasse. Mi bastò sentire il suo potere che si addensava minaccioso per capire che stava per aggredirli "Grigori" urlai terrorizzata dal pensiero di vedere la ragazza aggredita sotto i miei occhi. Il guerriero non fu l'unico a scattare in avanti e a pararsi a difesa dei due studiosi. La comparsa dei miei uomini non fermò il maschio, che si lanciò contro lo sbarramento, con le zanne snudate, seguito a ruota da altri due maschi, gli altri furono abbastanza intelligenti da non provarci. I tre si ritrovarono a terra in pochi istanti ed io fui costretta ad intervenire per fermare Grigori che stava per piantare un pugnale nella spalla di quello che si era trovato davanti. Non sopportava essere attaccato, e una volta che cominciava, doveva finire. Lo afferrai dalle spalle, e poi alla vita e lo tirai indietro. Non fu facile, ma ci riuscii. Fece un paio di passi indietro, ringhiando, cosa che scatenò l'ira di tutti i maschi che cominciarono a ringhiarci contro. "Basta" ordinai urlando. Fui costretta a ripetermi due volte, prima di conquistarmi l'attenzione dei presenti. Non appena i ringhi infuriati smisero mi spostai davanti al guerriero e accostai la mia schiena al suo petto, volevo evitare che scattasse all'improvviso e di non riuscire a fermarlo. "Diamoci tutti una calmata" imposi "Lo dirò una volta sola. Calmatevi subito o vi calmo io, tutti" avvisai. Ammassai potere e lasciai che tutti lo saggiassero, lo esaminassero e si rendessero conto che non scherzavo. Sia le mie guardie, che i mercenari ripresero l'autocontrollo all'istante, gli altri maschi impiegarono di più. "Chi siete?" chiese alla fine uno di loro, con tono calmo e curioso. Mi scostai il cappuccio dal viso "Sono Lady Selia. Sono stata chiamata per risolvere questa situazione" spiegai "Risolvere?" domandò sarcastico "Non c'è nulla da risolvere. Quelli sono pazzi" affermò convinto. Sospirai "Non sono pazzi, il problema è che vi siete avvicinati a loro senza sapere a cosa andavate incontro" spiegai "Non è la prima volta che assistiamo ad uno sviluppo, sapevamo a cosa andavamo incontro, ma quelli ci hanno attaccati. Hanno attaccato i loro stessi genitori. Hanno quasi ucciso il loro padre e loro fratello" urlò "Portatemi da loro e basta. Da questo momento in poi occuparmi di loro è compito mio" affermai decisa "Tu?" chiese sarcastico "Tu vorresti avvicinarti a quelle belve rabbiose?" sospirai di nuovo. Loro non volevano capire. Mi spazientii, non che quella notte avessi molta pazienza. Così optai per qualcosa di drastico. Mi avventai contro di lui, gli colpii il ginocchio con un calcio e si sentì un sonoro crack mentre l'osso si spezzava. "Questi non sono affari tuoi. Portatemi da loro prima che perda davvero la pazienza. Ho altre cose da fare stanotte" mi ringhiò contro, minaccioso, ma alla fine uno degli altri maschi obbedì e ci condusse nel sotterraneo della casa.

Non ci voleva un genio per capire che quel posto non era stato creato per ospitare delle persone, forse era stato un magazzino, ma di sicuro non era un bel posto nel quale stare, nonostante fosse stato riadattato. Percorrevamo un lungo corridoio, pieno di porte, dall'aspetto più moderno rispetto al resto della struttura, probabilmente le stanze che vi erano dietro erano state creato di recente. Iv era al mio fianco, spaventata ogni volta che oltrepassavamo uno degli uomini presenti nel corridoio. "Ci credo che sono imbestialiti" sbottai senza cercare di celare l'orrore. La ragazza mi guardò curiosa "Perchè?" chiese a dimostrazione della sua curiosità. "Tu come ti sentiresti se ti svegliassi in un posto del genere dopo lo sviluppo?" dissi. Era una domanda retorica, perchè ero sicura che non c'era una risposta affermativa. Lei rimase in silenzio, ma non l'uomo che ci stava guidando, che si sentì offeso dalle mie parole "Non vedo cosa non vada bene in questo posto" affermò. Lo fissai, o meglio, fissai la sua schiena "Questo posto puzza" affermai. Il maschio si bloccò e si girò a guardarmi sconcertato "Questo posto sa di vecchio, abbandono e desolazione. La prima cosa che quei ragazzi hanno fatto quando si sono svegliati, è stato annusare ciò che li circondava, e si sono trovati in mezzo ad un cumulo di desolazione. Sono spaventati e disorientati, e quando vi siete avvicinati vi hanno considerato una minaccia alla loro sopravvivenza" spiegai "Un posto del genere, non è adatto per far svegliare dei ragazzi disorientati, soprattutto se sono del mio sangue, visto che all'inizio siamo solo un ammasso di istinti privi di ragione." conclusi lui mi fissò per un po', ma non ribatté "Chi vuoi vedere prima?" domandò "Prima devo sapere cosa è successo con i due che sono entrati nelle loro stanze" spiegai "Quando si sono svegliati nostro padre è entrato nella stanza dei gemelli, hanno cominciato a ringhiare, e come si è avvicinato lo hanno attaccato" mi informò "Mio cugino, invece ha provato ad entrare nella stanza di una femmina, ma lei lo ha aggredito subito" sospirai, avevano ignorato gli avvertimenti e si erano quasi fatti ammazzare. "Quanto gravemente sono stati feriti quei due idioti?" volli sapere "Non gravemente" disse una voce bassa dalle spalle della nostra guida. Il maschio si spostò e mi permise di vedere un'alta figura robusta. Aveva una spalla imbrattata di sangue. Lo esaminai in un secondo, stava bene e sarebbe guarito in poco tempo, anche senza guaritori "Bene, sarebbe stato davvero fastidioso dovervi anche guarire" affermai in tutta sincerità "Sei una guaritrice?" domandò curioso "Tra le varie cose" ammisi "Posso sapere chi sei, e chi è la gente che ti ha seguita, qui, in casa mia" sembrava una richiesta, ma non lo era, e lo capivo benissimo. Quella era casa sua. "Certo" acconsentii, anche se l'idea non mi piaceva affatto, perchè ciò che dovevo fornirgli era una presentazione formale "Sono Lady Selia conosciuta come Lady di sangue, prima tra le femmine del mio casato, compagna di Darius, il capo clan, consorte di sangue del Lord del mio casato, l'anziano Kirian, il sanguinario, capo del concilio degli anziani e primo consigliere del capo clan, consorte di sangue del generale Tyr, il massacratore, primo generale del clan, secondo del casato" spiegai "Al mio seguito c'è Virnish, terzo del casato, le mie cinque guardie personali: Grigori, la bestia rabbiosa, Him, Alec, Orin e Difin. Inoltre ci sono dei dipendenti del mio casato addetti alla protezione della mia gente." conclusi, senza specificare che erano mercenari, era meglio evitare altra confusione "Ora se non le spiace vorrei sapere dove sono i ragazzi" conclusi. Mi indicò cinque porte alla fine del corridoio, così lo superai e mi diressi verso di esse, seguita da Virnish.

il casato di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora