Dall'alto del trono Darius dominava tutta la sala. Lo scranno reale era una grande sedia di legno massello intarsiata e scolpita, posta su una pedana rialzata, io sedevo al fianco del capo clan, su una sedia molto più modesta, con le mani in grembo, perchè non c'erano braccioli sulla mia sedia, che era posizionata in modo da trovarsi di poco alle spalle del sovrano e leggermente più in basso. Gli anziani, i consiglieri, sedevano su delle sedie molto simili alla mia, tutt'intorno a noi. Il resto del seguito, era sparso tutt'intorno alla pedana, mentre il resto della corte occupava la sala, con l'unica eccezione di un corridoio centrale e di un'area davanti alla pedana. I soldati fecero entrare gli accusati. Erano in dieci, e due di loro erano donne. Vennero fatti inginocchiare ai piedi del capo clan. I bei vestiti che avevano indossato al momento della cattura erano sporchi, sgualciti e strappati. Non era servito un interrogatorio, non erano servite delle torture per farli parlare, perchè con più di un centinaio di testimoni, non c'è possibilità di negare il vero. Per loro la condanna era certa, l'unico quesito era quale condanna sarebbe stata emessa, perchè non esistevano precedenti documentati di un tale processo, e nelle leggi non veniva specificata nessuna pena. In pratica era a discrezione del capo clan in carica, del suo compagno e dei suoi consiglieri. In pratica era compito mio, di Darius e degli anziani, e sapevo che la punizione che stavamo per infliggere loro non sarebbe piaciuta a molti. Darius si alzò e cominciò ad elencare le accuse, ora non era più compito del capo del concilio farlo, ma del capo clan. Le accuse furono maltrattamenti, sevizie, tortura, omicidio, leso onore al clan e mancato svolgimento dei compiti imposti dalla legge del clan. In pratica dieci dei padroni dei senza casato che io e pochi altri avevamo accolto erano inginocchiati al suolo, mentre attendevano che venisse detto loro quanto tempo gli restasse da vivere o, nel caso la pena per i loro crimini non fosse stata la morte, come avrebbero vissuto il resto delle loro vite. Stavano per avere una brutta sorpresa "Dopo le testimonianze di innumerevoli vittime e dopo le loro stesse confessioni, per volere degli anziani, mio e della mia compagna, giudichiamo gli accusati colpevoli di tutti i crimini loro attribuiti, e li condanniamo a vivere nelle stesse condizioni che loro hanno riservato alle loro vittime" annunciò. Un mormorio stupefatto e interrogativo si alzò nella sala. Nessuno capiva in cosa consisteva la punizione. Darius si risedette, le spiegazioni non toccavano a lui, ma a me. Ero lì anche per quello, per dare voce a ciò che il capo clan non diceva. Non mi alzai, perchè non ce ne era bisogno e non mi andava. Loro dovevano ascoltare quello che dicevo, non ammirare il mio vestito, anche se era molto bello. "È stato deciso" cominciai riguadagnando il silenzio della sala "Che tutti i condannati verranno espulsi dai rispettivi casati e vivranno le loro vite come senza casato, lavorando per coloro che hanno maltrattato" informai la sala. Un mormorio sconcertato si alzò, ma io non avevo ancora finito "A causa dell'elevato livello delle capacità dei condannati" ricominciai, la sala di nuovo mi ascoltava attenta "È stato deciso, di comune accordo" sottolineai, come mi aveva chiesto di fare Darius "Che ad eseguire la condanna sarà l'unico gruppo composto da senza casato che sono in grado di fronteggiarli" conclusi. Non ci voleva molto per capire a chi mi riferivo, e per chi non lo avesse capito nella sala fece ingresso Seth, con dieci dei suoi uomini, armati e in tenuta da combattimento. Tutti sapevano che i mercenari erano sempre pronti ad uccidere qualcuno. Seth abbozzò un inchino, più un cenno di saluto che un vero e proprio inchino, nessuno di loro si piegava davanti al clan, perchè loro dal clan non avevano ricevuto niente, solo dolore e sofferenza. Non potevo biasimarli, anzi, li capivo. "Sono venuto a prendere ciò che ci è stato chiesto di custodire" affermò. Darius fece un gesto con la mano, indicando i dieci condannati, ma naturalmente dovetti parlare io, perchè il capo del clan non poteva abbassarsi a conversare con un senza casato, soprattutto se era un mercenario "Coloro che vedi sono tuoi, fanne ciò che vuoi" dissi tranquillamente, ma con tono solenne. Lo odiavo davvero quel tono solenne, e odiavo usarlo con coloro che mi erano simpatici o a cui volevo bene, come Darius, Kirian e Tyr. Seth annuì, e ognuno dei suoi uomini si piazzò dietro ad uno dei prigionieri "Non potete farci questo" protestò una delle donne, fissando Darius. Aveva fatto la cosa sbagliata, perchè aveva appena detto al capo del clan cosa poteva o non poteva fare. Le guardie si mossero nella sua direzione, ma il mercenario alle spalle della donna fu più veloce. Le afferrò i capelli e la tenne ferma, mentre con l'altra mano caricava un pugno che una frazione di secondi dopo impattò sullo zigomo della femmina. Lei urlò e sputò un piccolo grumo di sangue, la donna era minuta, e la mano del guerriero aveva colpito tutta la sua faccia. Il fatto che avesse urlato non piacque al mercenario, che le tirò un calcio allo sterno, mozzandole il fiato. Il maschio che le stava accanto non gradì il trattamento che veniva inferto alla donna, che era la sua consorte, o per essere più precisi era stata la sua consorte, perché i senza casato non avevano ditritto a stipulare dei patti. "Tu schifoso..." cominciò ad inveire, ma non completò mai la frase, perchè il mercenario che aveva alle spalle, una donna, si spostò in un istante davanti al lui, gli colpì con forza l'inguine. L'uomo si piegò in due, mentre apriva la bocca in un grido muto, allora lei alzò la gamba e gli calò con forza un piede sulla testa, facendola impattare contro il suolo con un rumore sordo. Quelli sul palco, e i mercenari restarono impassibili. Non provavamo pietà per quei due. Tutto il resto della sala si "Ho scelto personalmente gli uomini più motivati per questo compito" ci informò Seth ignorando la folla circostante che gridava inorridita. Si avvicinò ad un uomo e al mercenario che gli stava alle spalle, era un guerriero minuto, appariva innocuo, ma il potere che sentivo sgorgare da ogni centimetro del suo corpo mi diceva il contrario. Seth gli mise una mano sulla spalla, mentre con l'altra afferrava i capelli dell'uomo inginocchiato ai suoi piedi e lo scosse fino a farlo cadere a terra "Quest'essere" cominciò tirando un calcio al maschio che cercava di rialzarsi "Ha violentato la sua donna" ci informò. Sgranai un po' gli occhi, quello non me lo ero aspettato "E si è divertito a torturare suo figlio davanti agli occhi della madre, prima di ucciderli entrambi" raccontò. La stanza era scesa in un silenzio sconvolto e teso, io volevo solo tagliare la gola a quel bastardo che aveva ucciso un bambino per gioco. Grigori, che ormai mi conosceva fin troppo bene, mi afferrò un polso per intimarmi di calmarmi, e lo stesso fece Orin con Kirian. Anche lui aveva il mio stesso problema di autocontrollo in quel momento. "Per quanto riguarda gli alti, non mi dilungherò a raccontarvi chi hanno perso e come è accaduto, perchè vedo che questo argomento turba intimamente alcuni dei presenti" constatò lanciandomi un'occhiata intensa, non fu l'unica. Non me ne ero resa conto, ma avevo estratto le zanne e avevo ringhiato, e Kirian aveva fatto lo stesso. Avevamo decisamente bisogno di Tyr, o rischiavamo di fare un casino "Ma posso garantire che ognuno di loro, si è visto portare via qualcuno da uno di questi dieci" ci informò tirando un alto calcio all'ex nobile che si era rimesso in ginocchio "Vi assicuro perciò che tratteremo ciò che ci avete affidato con la stessa cura che loro hanno dimostrato nei confronti dei nostri familiari" concluse "Siamo più che certi che ti prenderai cura di loro come meritano di essere curati" affermai "Ora sono vostri, non godono più della protezione del clan, e voi ne disporrete come meglio credete" conclusi. Il capo dei mercenari mi sorrise, poi chinò leggermente la testa, in quel gesto di saluto molto simile ad un inchino e dopo aver fatto segno ai suoi uomini di uscire li seguì nel silenzio generale.
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il casato di sangue
Fantasyseguito della storia: la rinascita del casato dimenticato la storia riprende dopo la nascita dei gemelli, Selia si ritroverà di nuovo alle prese con gli avvenimenti nel mondo di cui ormai fa parte, ma forse non solo di quello. famiglia, amici, nemic...