31 - di novo insieme

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Avevamo ancora un'oretta prima che arrivassero i nostri ospiti. L'atmosfera si era alleggerita. Darius si girò sulla sedia fino a quando non riuscì a guardarmi "Di cosa hai bisogno?" domandò in un mormorio, che si unì a quello del resto della sala, solo che tutti prestavano attenzione a quello che dice il proprio sovrano, quindi tutti avrebbero ascoltato quella conversazione. Me ne fregai "Ho bisogno di averli vicino" mormorai, con un sospiro "E di sangue" aggiunse Kirian, che sedeva dall'altro lato di Darius. Il mio compagno si girò a fissarlo, suppongo con espressione curiosa, dato che Kirian continuò "Non si è nutrita a sufficienza, è uno degli effetti possibili dovuti alla lontananza" spiegò "Avete bisogno di stare un po' da soli?" volle sapere. La sua preoccupazione era giustificata, non voleva che facessimo qualcosa di poco lodevole davanti a tutti gli esponenti più importanti del clan "No, anche se per un po' dovremmo stare vicini" lo rassicurò Kirian con un sorriso.

Il primo generale fece il suo ingresso un quarto d'ora dopo la fine del processo, accompagnato da un seguito di militari di grado elevato. Il compito di un primo generale non era solo quello di controllare che tutto andasse bene nelle caserme a lui assegnate, ma doveva assicurarsi che non ci fossero problemi neanche in quelle degli altri generali, doveva occuparsi del benessere delle reclute e dei soldati, e assicurarsi della comunicazione con il clan e, nel caso di Tyr doveva anche occuparsi dell'addestramento dei soldati e delle reclute.

Quando varcò la soglia non potei fare a meno di osservarlo per un lungo istante. Indossava dei semplici abiti di pelle nera, una specie di uniforme comune a tutti i guerrieri del clan. L'unica diversità nella sua divisa era costituita da un bracciale, un anello e una collana, di un metallo rosso sangue, che non esiste in natura, pieni di pietre nere, viola e indaco. Aveva legato i capelli in una treccia che gli arrivava alla vita. I suoi occhi indaco erano gelidi, come la prima volta che lo avevo visto. Quello sguardo non durò molto. Contemporaneamente, sia io che Kirian ci alzammo in piedi, ignorando totalmente tutto quello che ci circondava e il noiosissimo protocollo di corte che quei nobili amavano tanto. Lui ci fissò mentre scendevamo a passo lento i gradini per raggiungerlo e nei suoi occhi vidi gioia. Ci incontrammo a metà strada, tra i mormorii sconcertati di tutti i nobili, e gli sguardi incerti dei soldati che erano arrivati con Tyr, non ne avevo mai visto neanche uno, ne di persona ne nei ricordi di Kirian. Ci accostammo, mentre prendevamo l'uno la mano degli altri, ci avvicinammo tanto da formare un triangolo con i nostri corpi, fino a toccare le spalle degli altri due, poi i due uomini si abbassarono leggermente, per darmi modo di raggiungerli e accostammo le fronti. Il potere cominciò a fluire fuori dai nostri corpi, era come sentire leggere e setose spire intrecciarsi tra loro e immergersi nel corpo degli altri e due. Ciò che occorreva a noi non era solo il contatto fisico, ma anche quello del potere. Quando stavamo insieme il processo era così naturale ed istintivo che non ce ne rendevamo neanche conto, ma dopo una lunga separazione, i nostri rispettivi corpi e poteri cercavano di recuperare il tempo che avevano trascorso separati. Avevamo bisogno di contatto, fisico e di potere. Petali bianchi, neri e blu cominciarono a volare sopra le nostre teste e ad entrare nei nostri corpi. Non era un discorso serio, era solo il nostro modo di dirci che eravamo felici di essere di nuovo insieme, e lo facevamo attraverso immagini di noi tre insieme, felici. "Non vi avvicinate" ordinò Tyr ad alcuni dei soldati che erano arrivati con lui, non appena avevano accennato a muovere un passo nella nostra direzione "Che state facendo?" domandò Darius da sopra il trono "Dacci un po' di tempo, ti prego" mormorai, avevamo ancora bisogno di assorbire e dare energia "Non metteteci troppo" ribatté. Mormorammo un grazie e poi tornammo a concentrarci su di noi "Sei indebolita" notò Tyr, "Non averti al mio fianco per sei giorni mi ha fatto star male" mormorai "Sei stata molto male?" volle sapere "Un po', ma Grigori si è preso cura di me" spiegai "E tu?" chiese Kirian "Non è andata troppo male, ma il mio umore è stato instabile" confessò "Anche il mio" lo informò l'anziano "Dobbiamo trovare del tempo" sussurrai mentre Kirian sussurrava "Non posiamo stare separati così a lungo" e Tyr con lo stesso tono basso diceva "Dobbiamo organizzarci" "A casa?" volle sapere Tyr, che non tornava da tre giorni "Tutto bene, Quinto fa di tutto per infastidire Virnish ma nostro fratello non gli da corda" lo informai "I bambini sono cresciuti, chiedono di te" conclusi. Non mi servì vedergli il viso per sapere che stava sorridendo, e che quel sorriso era dolce e pieno di affetto, lo sentivo nel suo potere e nel suo animo. "All'alba sarò a casa" mormorò un secondo prima che ci staccassimo, ormai avevamo fatto quello che potevamo fare senza allestire uno spettacolo a luci rosse "Ma credo che avremo ospiti" ci informò accennando con la testa agli uomini che aveva condotto al palazzo "Come se ci importasse, ci sono tante stanze." mormorai "L'unica cosa che conta è che sei tornato" conclusi con un sorriso dolce e felice. Ero davvero entusiasta di rivederlo, mi era mancato tantissimo, non solo per i vincoli che ci legavano, ma perchè avevo bisogno della sua persona, di lui, mi mancava andare a dormire stretta tra le sue braccia e con il suo corpo che aderiva alla mia schiena, svegliarmi e sapere che nonostante sonnecchisse era stato a guardarmi mentre dormivo. Mi mancava fare colazione con lui e vederlo giocare con i bambini. Vederlo sorseggiare un bicchiere di sangue mentre vedevamo un film tutti insieme. Mi mancava lui. Ed evidentemente provava lo stesso, perchè se ne fregò altamente del luogo in cui ci trovavamo, o che fosse pieno di persone, di nobili e militari importanti. Si chinò su di me, per baciarmi, e lo fece, ma contemporaneamente mi afferrò alla vita e mi alzò mentre spingeva in avanti e mi costringeva a piegarmi all'indietro. Mi permise di toccare terra quando si avvicinò anche Kirian, mi si accostò alle spalle e strusciò una guancia contro quella di Tyr, che smise di baciarmi e contraccambiò quel gesto tipico dei felini. Avevamo ristabilito un equilibrio tra i nostri poteri, ma non potevamo permetterci di recuperare il tempo perso a livello fisico, non fino a quando non saremo usciti dal palazzo. Lo sapevamo tutti e anche se contro voglia ci separammo e facemmo due passi all'indietro, senza smettere di guardarci, in tre direzioni diverse. Dovemmo rimanere fermi, immobili, a guardarci ancora per due minuti, prima di essere in grado di allontanarci, senza che gli istinti prendessero il sopravvento. Io e Kirian tornammo a sedere ai nostri posti, Tyr si riunì al gruppo di soldati che lo guardavano sconcertati. I nobili non avevano una grande impressione di noi, e dalle loro espressioni non potei che constatare che quella simpatia non andava certo aumentando, semmai diminuiva. Nessuno di loro comprendeva quello che eravamo, e nessuno di loro ci provava.

"Va meglio?" chiese Darius afferrandomi una mano prima che arrivassi alla sedia "Un po'" ammisi sorridendo e accostandomi al trono. Mi fece segno di sedermi sulle sue gambe, non era esattamente qualcosa di molto regale, ma obbedii, ero la sua compagna, quindi potevo permettermi uno strappo alla regola, tra i nobili non tutti erano stupiti, o contrari da quel comportamento, non ero la prima compagna che sedeva sulle ginocchia di un capo clan, e non sarei stata l'ultima. Mi scostò una ciocca di capelli dal viso "C'è ancora un po' di tempo, se serve potete andare un po' di la" mormorò. Gli sorrisi, grata di quella premura, neanche lui capiva bene del perchè avessimo bisogno di stare insieme, o perchè ci comportavamo in un certo modo, ma aveva imparato ad accettarlo, o per lo meno si sforzava di essere comprensivo, e per questo gli ero grata. "No, stiamo bene così" garantii. Mentivo, ma ero costretta, se ci fossimo appartati ci saremmo saltati addosso per ore e non potevamo. Mi guardò con espressione incerta, ma non discusse "Hai bisogno di sangue?" volle sapere, scossi la testa "No, fino all'alba non avrò bisogno di nutrirmi di nuovo" lo informai. Parve soddisfatto dalla mia risposta, e anche sollevato. Mi diede un leggero bacio sulla guancia, lo interpretai come il permesso di tornare a sedere al mio posto, così mi alzai, ma c'era una cosa che mi venne in mente di chiedergli, così mi chinai verso di lui, in modo che le nostre facce fossero alla stessa altezza "All'alba potremo tornare a casa o hai bisogno che qualcuno di noi resti qui?" chiesi. Percepii la tensione che animava i corpi dei miei consorti, come me speravano che dicesse che potevamo andare. "Dovrei parlare con Tyr e Kirian, ma posso rimandare a domani notte" ci informò. La tensione scomparve per lasciare spazio al sollievo e alla gioia "Preferisco rimandare una conversazione, che rischiare di farvi andare fuori di testa" ammise "Non voglio rischiare che perdiate il controllo e vi mettete a distruggere tutto quello che vi passa davanti, fermarvi sarebbe decisamente un'impresa difficile" convenne. Non trattenni una risatina divertita e non mi trattenni neanche dal baciargli una guancia "Grazie, comunque stai tranquillo, non abbiamo nessuna intenzione di mettere a ferro e fuoco il clan" lo rassicurai. Anche lui sorrise divertito, stavamo scherzando, anche se su cose che potevano davvero succedere . Sentii un rumore, lontano, nel bosco, così anziché andare a sedermi deviai il mio percorso e mi diressi alla grande finestra che dava all'esterno. I pesanti vetri e le persiane di legno sia aprirono ancora prima che arrivassi, grazie al potere chi Kirian. "Qualcosa non va?" chiese Darius, ora era serio e attento, e anche nel resto della sala era sceso un silenzio attento. Mi affacciai e mi concentrai, sui suoni, gli odori e sui movimenti del bosco. Poi sorrisi, un basso ululato pregno di affetto uscì dalla mia bocca, poi altri e due ululati fecero compagnia a quello che avevo emesso io. A molti chilometri di distanza altri suoni simili fecero eco ai nostri. Non c'era niente di simile a ciò che usciva dalle nostre gole durante le urla di guerra, ora c'era affetto, piacere, dolcezza, felicità. Era un saluto. Rientrai dentro e le ante della finestra si richiusero mentre tornavo a posto "Morroven e Merivo sono fuori a caccia con altri del loro casato" spiegai "E?" chiese incerto Darius "Li abbiamo salutati, inoltre loro stanno per arrivare, saranno qui tra pochi minuti, sono in anticipo." conclusi mentre mi sedevo al mio posto. Nessuno chiese altro, Darius guardò Tyr e poi cominciò a parlare, avevamo poco tempo "Generale, vedo che siete tornato accompagnato" constatò "Ho portato con me gli uomini di cui vi ho parlato" spiegò, Darius parve compiaciuto della notizia "Farò preparare delle camere per i tuoi uomini" annunciò il capo clan "Potranno essere nostri ospiti fino a quando lo riterrete necessario" offrì. Tyr abbassò il capo in segno di gratitudine, mentre i soldati che erano arrivati con lui facevano lo stesso "Vi sono grato per questa vostra premura, ma con il vostro permesso quello della mia Lady e del mio Lord preferirei portare sin da oggi questi uomini a casa con me" ribatté "Naturalmente, se i capi del tuo casato accetteranno potrai portarli nella vostra casa" affermò Darius, a lui non cambiava molto, ma a me si, visto che praticamente dovevano stare a casa nostra, e che avevamo un paio di segreti che volevamo restassero tali. Incerta su cosa fare mi girai a guardare Kirian, anche lui mi stava guardando e sembrava perplesso. Guardammo entrambi Tyr, che sembrava sicuro di quello che stava facendo "Se rispetteranno le regole della nostra casa, saranno i benvenuti" annunciò l'anziano. Non potei far altro che annuire "Concordo con il mio Lord, se i tuoi ospiti seguiranno le regole della nostra casa li ospiteremo con gioia, nostro secondo" affermai. Noi ci fidavamo di Tyr e, anche se non sapevamo il perchè volesse che quegli uomini stessero da noi, noi li avremmo accolti per lui. Lui chinò ancora la testa, in segno di ringraziamento "Vi sono grato per il permesso che mi accordate" affermò in tono solenne. Non ci potemmo occupare di altre chiacchiere, perchè i nostri ospiti erano arrivati.

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