I bambini erano crollati nei loro letti e dormivano stanchi ma felici. Era notte, ed io ero nel piccolo giardino della villetta. Guardavo il cielo. La luna calante era illuminata solo per un quarto, ma io vedevo perfettamente anche il resto della sua superficie scura. Nonostante le luci della città riuscivo a vedere alcune stelle. Piccoli puntini luminosi sparsi nel cielo. Era bello e rilassante. Due forti braccia mi si strinsero intorno alle spalle delicatamente "Ci hai mai riflettuto?" chiesi senza spostare lo sguardo dal cielo "È qualcosa di così piccolo ma così grande al tempo stesso" mormorai riferendomi a quella semi circonferenza che brillava argentea sopra di noi "Così piccola ma capace di modificare così tanto nel mondo, pensa alle maree" continuai "Se allunghi una mano hai quasi l'impressione di poterla afferrare, ma è così lontana, sola, costantemente intorno ad un pianeta pieno di vita che non potrà mai raggiungere. Sempre in movimento, guarda la vita che fiorisce altrove, mentre su di se non c'è niente" conclusi "Sembra molto triste" mormorò Tyr "Sembra la mia vita" mormorai "Ma tu ora hai noi, non sei più sola, ci sono molte persone che ti circondano" mi fece notare. Sospirai "È vero, ma il nostro casato è piccolo, cerchiamo di uniformarci a delle regole innaturali e restiamo a vedere gli altri vivere insieme mentre noi restiamo a distanza e mentre osserviamo quello che accade" "Ma possiamo cambiare le cose, lo abbiamo già fatto" obbiettò "No, non abbiamo cambiato niente, abbiamo solo riparato i buchi, ma non è cambiato niente" affermai. La presa si strinse leggermente "Perché questi pensieri malinconici?" volle sapere "Non lo so. Ho guardato il cielo buio centinaia di volte, l'ho fatto così tante volte prima, l'ho fatto per soffocare la tristezza che sentivo nel cuore, l'ho fatto per azzerare il flusso dei miei pensieri o per chiarirli. L'ho fatto così tante volte e per così tanti motivi, ma ero sempre sola, ed ora, vedere come la luce soffoca quello a cui mi sono aggrappata per così tanto tempo, mi ha riportato alla mente tante cose, e vedere la luna così sola mi ha fatto pensare a quello che ero e a quello che siamo. Non so perché quei pensieri siano venuti fuori, ma non ho potuto fare altro che assecondarne il flusso." spiegai "Forse è per oggi" mormorò pensieroso. Non ebbi bisogno di voltarmi e fargli vedere la mia espressione dubbiosa, o di chiedergli spiegazioni, perché lui percepiva che non avevo compreso il senso di quella affermazione e si spiegò "Sei qui, in mezzo a tanta gente, dove un anno e mezzo fa non saresti potuta stare senza fingere, ma stavolta sei stata davvero felice, ti sei davvero divertita, hai davvero partecipato, non hai finto. Forse coscientemente non te ne sei accorta, ma una volta che hai trovato del tempo per pensare hai paragonato il prima ad adesso" mormorò, ero d'accordo che quella fosse una possibilità concreta "Noi lo abbiamo notato" mi informò, di nuovo non compresi cosa intendesse dire, e di nuovo non ebbi bisogno di chiedere "Quando torni a casa dopo che sei stata in città, o in un luogo pieno di umani ti rattristi un po'" mi informò, aveva ragione, ma non me ne ero accorta "Non sapevo che fossi un così perspicace osservatore" scherzai per alleggerire la tensione e migliorare l'atmosfera "Dipende da chi devo osservare" confessò. "Sei troppo modesto" scherzai. Restammo in silenzio per alcuni lunghi minuti, poi chiesi "Hai mai pensato a come sarebbe potuta essere la tua vita?" domandai curiosa. Potevo sentire il dubbio espandersi nella sua mente "Non capisco" mormorò. Così mi spiegai meglio "Come sarebbe potuta essere se il patto non fosse stato stretto, se non ti avessi conosciuto" specificai. Rimase in silenzio a riflettere "Non credo che avrei avuto una vita molto dissimile da quella che ho ora" affermò "Lo credi davvero?" domandai curiosa "Si, avrei continuato a stare nel mio vecchio casato, avrei continuato ad essere un generale. Forse tra qualche anno" continuò, sapevo che quel qualche poteva indicare anche un paio di secoli per immortali antichi quanto lui, sapevo che era solo un'ipotesi, una congettura su una vita che non avrebbe mai vissuto, ma quello che seguì mi turbò "Avrei deciso di stringere un patto, di avere un erede." sentì il mio corpo irrigidirsi di tensione tra le sue braccia e sospirò "Siamo immortali, ma anche a noi capita di morire, come gli umani anche noi vogliamo lasciare una traccia di noi. Probabilmente avrei scelto una femmina in base alla sua posizione sociale e alle caratteristiche del casato a cui apparteneva. Forse sarei riuscito a volerle bene, ma non l'avrei mai amata, e non avrei mai potuto neanche sperare di stare con Kirian. Non avrei mai neanche capito che lui era più di un amico per me" mormorò, un po' di malinconia si era fatta largo nella sua voce. Mi diede un leggero bacio sulla testa e chiese "E tu, tu che vita hai immaginato per te?" volle sapere. Sospirai, quella per me era una domanda difficile. "Ne ho immaginate molte" confessai "Racconta" mi incitò, sospirai nuovamente, ma feci come voleva "Prima immaginavo una vita in cui mio fratello non fosse morto, l'ho sognata per anni. Sognavo che saremmo stati una famiglia felice, che si voleva bene. Sognavo una me più dolce, senza la minima traccia di violenza nel cuore, una me che veniva difesa e coccolata. Una me che non esiste, una me che Darius non avrebbe mai scelto come sua compagna." conclusi "E poi?" mi incitò "Poi ho immaginato cosa sarebbe successo se mia madre non mi avesse allontanato da mio padre. Ho visto una me senza un'anima, senza sentimenti. Solo rabbia, odio e sete di distruzione." raccontai. Attese che continuassi in silenzio, io ripresi fiato e lo feci "Ho immaginato come avrei vissuto senza conoscere Darius, non era una bella vita. Vuoto e solitudine era tutto quello che immaginavo per me. Ho riflettuto su cosa poteva essere la mia vita se Darius non mi avesse portato via prima dell'arrivo dei distruttori. Ho immaginato cosa sarebbe potuto succedere se quella specie di legame che avevamo stretto non si fosse rotto, e cosa sarebbe potuto accadere se non avessimo stretto il patto noi tre." conclusi "Saresti morta se lui non ti avesse portata via in tempo" mormorò l'uomo alle mie spalle "No, non credo" sostenni. Non mi serviva guardarlo per sapere che era sorpreso dalla mia risposta "Perché dici così? Sai cosa fanno" mormorò. Lo sapevo, sapevo cosa facevano, sia agli umani che a noi, ma comunque non riuscivo a scartare quella possibilità che avevo realizzato mesi prima. "So cosa fanno, ma un giorno ho capito che probabilmente non ci sarebbero riusciti" mormorai "Perché?" chiese "Per lo stesso motivo per il quale si era creato quello strano legame con Darius. Per lo stesso motivo per cui ci siamo ritrovati legati, senza neanche rendercene conto. Dipende tutto dal sangue. Il nostro sangue ci protegge creando e, raramente, disfacendo legami, ci trova ciò di cui abbiamo bisogno e abbandona ciò che ci danneggia. Ero umana, ma la mia anima non è cambiata con la trasformazione, è solo potuta venire all'esterno. Se Darius non ce l'avesse fatta, credo che il sangue mi avrebbe protetto in un altro modo" rabbrividii al pensiero di quello che significavano quelle parole. "Stai dicendo che si sarebbe creato un mezzo patto di sangue con uno dei distruttori?" chiese sconvolto in un mormorio basso. Nessuno dei due voleva che quelli all'interno si distraessero dalle loro attività per origliare "Credo che sia una probabilità. Sarei morta, ma forse non sarebbe successo per mano loro. Forse avrei continuato a vivere, agognando le visite di un distruttore fino al giorno della mia morte, avrei potuto avere la vita che spetta ad un umano. Non credo che sarebbero stati in grado di trasformarmi, trovo improbabile che ci fosse un distruttore in grado di essere il mio compagno, ma sicuramente c'era qualcuno tra di loro che il sangue avrebbe attirato e legato a me." conclusi "Lo credi davvero possibile?" domandò "Credo che sia una probabilità, e nonostante abbia cercato di escluderla, non ci sono mai riuscita. Mi fa orrore pensare che avrei potuto ritrovarmi ad essere uno dei vostri nemici. È qualcosa che non sopporto. Ma ogni volta che mi dico che un tale scenario sarebbe stato del tutto impossibile, qualcosa dentro di me mi urla che è tutt'altro che impossibile." sospirai "Mi fa venire i brividi" confessai "Sarebbe stata la cosa più orrenda che sarebbe potuta succedere" conclusi. Lui mi strinse più forte, ed io ne fu felice. Avevo bisogno di sentire il calore di qualcuno a cui volevo bene, e che mi voleva bene.
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il casato di sangue
Fantasiseguito della storia: la rinascita del casato dimenticato la storia riprende dopo la nascita dei gemelli, Selia si ritroverà di nuovo alle prese con gli avvenimenti nel mondo di cui ormai fa parte, ma forse non solo di quello. famiglia, amici, nemic...