12 - impotenza

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Dal nostro rientro a casa eravamo rimasti tutti in silenzio, ci eravamo accomodati in uno dei salotti del primo piano, ed eravamo tutti rimasti in un silenzio meditabondo. Solo una volta qualcuno parlò, Emma con un sussurro mormorò "Lei... tu..." sapevo quello che voleva chiedermi, lei che fine ha fatto, tu perché hai parlato in prima persona, come facevi a sapere il mio nome? Le lanciai uno sguardo e la ignorai, non sapevo cosa dirle e cosa dire ai miei consorti. Ebbi quasi due ore di sconvolto silenzio per pensarci, ma nessuna idea.

La porta si spalancò senza che nessuno la toccasse. Kirian era di buon'umore, usava sempre la magia in quel modo quando era contento, o quando voleva fare un'entrate in scena spettacolare, ma la seconda ipotesi era sprecata a casa quindi era sicuramente felice. Mi si strinse lo stomaco al pensiero che presto non lo sarebbe stato più. Fecero il loro ingresso tre secondi dopo. Non salutarono e neanche io lo feci, perché Kirian mi si era praticamente lanciato addosso e senza darmi il tempo di pensare o parlare aveva cominciato un appassionato bacio, che pareva essere intenzionato a non finire. A malincuore lo allontanai, solo per ritrovarmelo con la faccia tra i capelli mi accostò le labbra all'orecchio "Avresti dovuto aspettarci di sopra" mi rimproverò in un sussurro "Dai andiamo" propose prima di leccarmi delicatamente la vena del collo. La proposta era decisamente allettante e volevo davvero accettare, ma non potevo "Kiri, abbiamo un problema" dichiarai con la voce che tradiva l'eccitazione, volevo decisamente trovarmi in un altro posto in quel momento "Dai, affrontiamo l'argomento tra un paio d'ore" Tyr rise divertito, poi mi tolse di dosso il consorte "Non finiremo prima di domani mattina" gli fece notare, poi si chinò e mi diede un veloce bacio, che non fu per questo meno intenso, anche lui era felice per qualcosa, ma in quel momento non importava, non era importante neanche quella vocina nella mia testa che mi suggeriva di mandare tutti all'altro paese e chiudermi in camera con quei due fino al mattino. "Ciao piccola" salutò il generale dopo il bacio "Bentornati" risposi con voce anche troppo sognante, mi imposi di ritrovare il controllo, respirai, poi ripetei "Abbiamo davvero un problema grave, molto grave" specificai. Lanciai uno sguardo a Kirian, che al momento era anche lui un problema, ma almeno era tornato serio, aveva capito la gravità della situazione "Kiri, devo chiederti di presenziare in qualità di Lord e mio consorte e non come anziano, altrimenti saremo solo in guai ancora più grossi" mi fissò con espressione seria e grave, il che voleva dire che aveva capito che eravamo in un bel casino "L'anziano stasera è di riposo" affermò e potei essere sicura che fosse vero. Sia lui che Tyr si sedettero su due poltrone vicine a quella che occupavo "Cosa è successo?" chiese Tyr, ora qualsiasi cordialità era sparita, eravamo una Lady, un Lord ed un generale al lavoro. Non risposi subito indicai il divanetto che i due avevano ignorato fino a quel momento e con esso Emma che vi era seduta. Tyr la esaminò, anche se era inespressivo sapevo che era sorpreso, ma non come Kirian, che mi fissò, lui sapeva perfettamente chi era quella ragazza e sapeva che non sarebbe dovuta essere in casa nostra. "Che succede? Cosa ci fa lei qui?" chiese apparentemente indifferente. Aprii la bocca per rispondere, ma non seppi da dove cominciare, due ore non erano state sufficienti "Faccelo vedere" mi spronò il generale "E voglio anche la parte che che conosce Kirian" aggiunse, era ovvio che capisse che Kirian sapeva qualcosa, lo accontentai, gli feci vedere tutto quello che volevano sapere, tutto quello che dovevano sapere. Rimanemmo ancora in silenzio, pensierosi, cercavamo una soluzione che non riuscivamo a trovare alla fine cedetti "Che facciamo?" chiesi nella speranza che almeno loro, con tutti quei secoli d'esperienza potessero avere qualche idea "L'unica soluzione accettabile sarebbe quella di ripristinare la sorveglianza sui tre maschi e tenere qui la femmina" affermò Tyr, che espresse l'opinione di tutti, solo che questa soluzione non era proponibile al momento. "Sarebbe fattibile, ma bisogna considerare anche il numero di quelli che sono a conoscenza del fatto che quei tre non erano più sotto sorveglianza, e dovremmo trovare una scusa plausibile per giustificare il ripristino di quelle misure" ci fece notare Kirian "Io non lo ho detto a nessuno, non ho informato neanche Darius" affermai, i due uomini annuirono per dirmi che neanche loro avevano parlato. "Il problema sarebbe gestire la sua scomparsa" mormorai "Per una settimana è stata fuori dal locale urlando che noi sapevamo qualcosa e che voleva parlarci, l'avranno sentita in tanti e in tanti l'avranno vista entrare ed uscire accompagnata da noi" constatai "Senza contare che il locale stasera era pieno di immortali e che Darius l'ha vista nell'ufficio e che dalla mia energia era chiaro che ero furibonda, se collegano lei alla scomparsa dell'anno scorso sarà un vero e proprio disastro e anche gli altri ci arriveranno e come il concilio lo saprà noi saremo nei guai." conclusi "E noi dobbiamo assolutamente evitarlo" affermò Kirian "Se accadesse una cosa del genere rischierei di perdere il mio posto a capo degli anziani e verrei buttato fuori dal concilio, Tyr verrebbe buttato fuori dall'esercito e probabilmente ci revocherebbero il permesso ad avere delle guardie per le nostre femmine e quello di gestire i senza casato" affermò Kirian "Per non parlare dell'addestramento dei soldati e del permesso a far entrare nel casato anche parenti di sangue senza i colori." aggiunse Tyr "Il che distruggerebbe la nostra famiglia. Sarei costretta a tornare al palazzo delle donne, dove non potrei portare i nostri figli, Tyr dovrebbe tornare al suo vecchio casato, sempre se accetteranno di riavere con loro un maschio che è stato buttato fuori dall'esercito e Kiri dovrebbe tornare a stare al palazzo del clan. I nostri figli sarebbero praticamente orfani." mormorai "Per non parlare delle conseguenza politiche. Già siamo troppo diversi per il clan, se perdessimo quel poco di potere che abbiamo rischiamo di far distruggere tutto il casato, siamo troppo pochi per difenderci" concluse Kirian, rimanemmo in silenzio e ci fissammo "Io resterei con voi" affermò una voce fredda e chiara, ci girammo a fissare Grigori sbigottiti "Non ho intenzione di prendere ordini da dei deficienti che non sanno riconoscere neanche una spada. Con te ci si diverte, quindi resto qui, anche se gli anziani ci ordinano di andarcene" affermò il guerriero. Gli sorrisi, sapevo che non lo diceva per consolarmi, ma solo perché era la verità e questo mi faceva ancora più piacere. "Vorrei evitare un altro processo" affermai "Abbiamo salvato Amanda dalla pena per il tradimento, vorrei evitare di far condannare qualcuno che lavora per me." riflettei "Dovremmo lasciarla andare" mormorò Tyr, un pensiero formulato ad alta voce "Ma se la lasciamo andare chi ci garantisce che non ne parlerà con nessuno? Che succede se uno dei distruttori la trova e ha il dubbio che sappia qualcosa?" fece notare Kirian, riflettei "Dici che dovremmo assumere qualcuno che la controlli?" domandai "Se dovessimo solo farla controllare sarebbe fattibile, ma quando i distruttori sono venuti a cercarti, l'anno scorso quando eri umana, erano una ventina e da solo, per quanto bravo un guerriero che non appartiene al nostro lignaggio non ce la farebbe mai, ma fornirebbe solo una prova aggiuntiva al fatto che lei è importante per noi. Così se abbiamo avuto la fortuna di scacciarli la prima volta, con il sacrificio della guardia, la seconda volta verranno due o tre volte più numerosi e in quel caso dovremmo occuparcene noi di persona...." terminai io la frase per lui "Ma a quel punto ci collegherebbero a lei, gli anziani indagherebbero, tu verresti buttato fuori per non aver informato il concilio e tutte le altre possibili conseguenze le abbiamo già elencate. Finiremo per morire di fame se ci tolgono le guardie, o meglio, io finirei per morire di fame visto che tanto Kiri ha altri donatori e Tyr può bere il sangue dalle bottiglie." continuammo quella conversazione in silenzio, scambiandoci pensieri e riflessioni attraverso petali neri, bianche e blu, petali fatti con il buio, il vento e l'acqua. Sapevamo tutti cosa saremmo stati costretti a decidere, non c'era altro che potessimo fare, ma io mi sentivo in colpa per quello "Non possiamo aiutare tutti" mormorò Kirian per consolarmi e mettere fine a quella discussione, aveva ragione e quello che era peggio era il fatto che avrei dovuto abbandonare proprio una persona alla quale ero stata affezionata. Di nuovo. Guardai negli occhi quella ragazza, la mia compagna di bravate quando ancora ero umana. Era stata preziosa per me, ma l'avevo abbandonata ed ora dovevo farlo di nuovo. "Ti riporteremo a casa. Potrai fare quello che ti pare, ma ti posso solo consigliare di non dire a nessuno quello che hai saputo, noi non possiamo fare niente per te." le comunicai con il tono più freddo che avessi, ma non durò molto, perché mi vergognavo di me stessa, abbassai lo sguardo e sussurrai "Mi dispiace." Rimasi in silenzio, non sapevo cosa dire "Puoi chiederle quello che vuoi, ora noi andiamo a controllare i bambini" disse Kirian alzandosi imitato da Tyr, anche le tre guardie si alzarono e si avvicinarono alla porta, volevano lasciarci sole. "Ti aspettiamo in camera" mormorò Tyr mentre si chiudeva la porta alle spalle. Restammo in silenzio a lungo, io aspettavo che lei dicesse qualcosa, lei di capirci qualcosa, alla fine chiese con voce strozzata "Siete davvero la stessa persona?" annuii "Allora perché siete così diverse?" volle sapere "Anche se un po' le assomigli" ammise "Perché si cambia. In quei rari casi in cui un essere umano può essere trasformato il corpo della persona cambia" spiegai "Cosa è successo, voglio dire, te ne sei andata senza dire niente a nessuno" domandò. Rimasi in silenzio per un po, come cavolo facevo a spiegarle quello che era successo? Non ne avevo la minima idea. Riflettei per qualche secondo, poi trovai una versione abbastanza abbreviata da poter essere raccontata "Vedi, circa due mesi prima che andassi via ho conosciuto un uomo" cominciai, ma non riuscii ad andare avanti "Un uomo?" domandò sconvolta "Sei sparita per scappare con un uomo?" quasi me lo urlò in faccia "No, Emma, no" negai "Lasciami finire" le ordinai per farla calmare "Stavo dicendo che ho conosciuto questo uomo, lui è sbucato fuori dal nulla, letteralmente parlando, una notte, a casa mia, così non so esattamente come, ma è finita che abbiamo fatto amicizia, abbiamo cominciato a parlare e lui veniva spesso a trovarmi la notte" raccontai "Poi una notte è venuto ed era ferito, agitato e ha cominciato a dirmi che ero in pericolo e che dovevo andarmene da casa, mi ha trascinato in camera, mi ha fatto prendere un paio di cose e mi ha trascinata fuori e mi ha portata via" "Ti ha rapita" esclamò sconvolta "No, non lo ha fatto" assicurai "Si che lo ha fatto. Trascinare via dalla propria casa una persona si chiama rapimento" mi fece notare "No, davvero, si è visto costretto ad agire così a causa delle circostanze" garantii "Vedi, delle altre persone cattive avevano scoperto che io lo conoscevo e stavano venendo da me per torturami ed uccidermi, così lui mi ha portata via, in un posto sicuro" spiegai "Qualcuno voleva ucciderti?" chiese sconvolta "Non ce l'avevano con me personalmente, è che c'è una guerra, e io mi ci sono trovata in mezzo" spiegai. Per tutta risposta lei si tappò la bocca con le mani, era sconvolta e si vedeva "Comunque, alla fine mi hanno offerto l'opportunità di essere trasformata e io ho accettato" mi affrettai a dire "Poi ho conoscito Tyr e Kirian e ci siamo messi insieme, e sono rimasta incinta." Aggiunsi "Le cose cono andate così" conclusi stringendomi nelle spalle "Oh, mio" cominciò ma si interruppe. Chiuse gli occhi e rimase in silenzio per alcuni secondi "Stai insieme a tutti e due?" chiese in un sussurro sconcertato "Tecnicamente siamo sposati" la informai. Lei alzò la testa e mi fissò con occhi sgranati "La dinastia a cui appartengo ammette la poligamia" chiarii. Lei mi fissava in silenzio, sconvolta e pallida "Emma, ti senti bene?" domandai, lei non rispose "Emma, Emma" la chiamai "Credo sia meglio che tu beva qualcosa di caldo" la informai "Ti va del vino cotto?" domandai. Vagamente mi accennò un si con la testa "Ivia" chiamai con tono di voce notrmale, non avevo bisogno di urlare, sapervo che la donna era a portata di udito, infatti in pochi secondi entrò nella stanza e abbassò la testa davanti ad entrambe "Si, signora" disse con voce gentile "Portaci del vino caldo" le illustrai "Come desidera signora" mormorò l'istante prima di chinare di nuovo la testa davanti ad entrambe e uscire dal salotto. Restammo in silenzio, per tutto il tempo che occorse a Ivia per tornare con un vassoio d'argento contenente due tazze fumanti da cui proveniva un buonissimo odore di vino e spezie. La donna poggiò delicatamente due sottobicchieri sul basso tavolino che separava il divano e le poltrone, poi con estrema cura vi poggiò sopra le tazze fumani e una piccola ciotolina di porcellana bianca con dei biscottini al burro e glassa allarancia, che sapevo essere stati fatti quel pomeriggio dai senza casato che si occupavano della cucina. Poi si accostò il vassoio d'argento al petto "Posso fare altro, signora?" domandò "No, per ora siamo a posto così, grazie Ivia" lei si inchinò di nuovo, e considerò le mie parole come un congedo, ed eveva ragione a tal proposito. Uscì dalla stanza e si richiuse la porta alle spalle, senza produrre il minimo suono.

il casato di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora