32 - imprevisti con gli umani

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Quando le porte si aprirono una piccola delegazione di umani fece il suo ingresso nella sala delle udienze per la prima volta da quasi duemila anni. Erano stati pochi i casi in cui era stato permesso a degli umani di entrare nel palazzo del clan come ospiti, e non come personale. Gli umani presenti si sarebbero occupati delle indagini sull'organizzazione che ci stava spiando e cercava di catturarci. E con mia immensa gioia non avrei dovuto parlare con loro. Ero diventata davvero insofferente nei confronti di tutte quelle formalità. I saluti furono meno cerimoniosi di quelli a cui mi stavo abituando ad assistere, e lo scambio di battute tra Darius, Kirian, e i mortali fu decisamente meno informale. "Quindi saremo pronti ed operativi tra pochi giorni" concluse il portavoce degli umani. Ci aveva informato che avevano indagato e trovato informazioni sui nomi che gli avevamo fornito, ora, che finalmente avevano organizzato una base operativa potevano finalmente cominciare con il lavoro vero e proprio, ed io dovevo sobbarcarmi un altro compito. Mi sentivo meno demoralizzata di quanto lo fossi stata un'ora prima, ma ero comunque contrariata da tutto quel casino. "Bene, ne siamo contenti" affermò Kirian "Visto che siamo arrivati a questo punto, permettetemi di presentarvi la persona che è stata scelta per collaborare con voi e fare da intermediario" affermò Darius. "Certo" mormorò l'umano, finalmente avrebbe capito di chi si parlava, visto che avevamo preteso un supervisore e che fino a quel momento non gli avevamo mai detto di chi si trattava. Darius fece un cenno con una mano e io mi alzai fino a raggiungerlo e ad affiancarmi al trono "Lei sarà il mio intermediario per tutto ciò che riguarda le indagini. Verrà spesso a farvi visita, e dovrà assistere ad ogni interrogatorio. Parteciperà alle vostre riunioni e avrà potere di veto sulle vostre decisioni" spiegò agli umani increduli. Fino a quel momento avevano parlato con Kirian, Darius, Tyr, e altri politici e guerrieri, mai con una femmina, che apparentemente non aveva nessun potere all'interno del clan, anche se sedeva accanto al sovrano. Sapevo che era stato spiegato loro, almeno in parte, la cultura del clan, e non ci voleva molto a capire che era per lo più ripresa dal medioevo, dal rinascimento e un po' anche dal risorgimento. In altre parole era chiaro anche a loro che non sapevano nulla di noi, che le donne non rivestivano alcun potere significativo all'interno del clan. Accennai una riverenza "Lei è Selia, conosciuta come Lady di sangue" mi presentò Darius "La Lady del secondo casato più importate del clan, mia compagna e consorte di un anziano, Lord del suo casato e di un generale, secondo nel suo casato" li informò Darius "È un piacere conoscervi, e spero che lavoreremo bene insieme" salutai, il portavoce degli umani si riscosse dalla sorpresa "Si, è un piacere anche per noi, e ci auguriamo la medesima cosa" convenne l'umano, guardandomi sbalordito. Tornai a sedere ma non durò molto. Un urlo attirò l'attenzione di tutti i presenti. Senza chiedere il permesso o aspettare ordini mi diressi alla finestra, Kirian la spalancò con la sua magia, ed io saltai sul cornicione, mi aggrappai con una mano contro il muro di pietra grigia e mi sporsi fuori. Non avevo paura di cadere, ma sarebbe stata una scocciatura dover risalire sopra. Tre presenze furono alle mie spalle un istante dopo, ma le ignorai mi concentrai fuori e esaminai l'esterno, proprio come avevo fatto meno di un'ora prima. Il paesaggio era identico, ma allo stesso tempo diverso. Il bosco si agitava irrequieto e terrorizzato, mentre in una zona sembrava morto. L'urlo mi sembrava provenire da una voce familiare, e solo una cosa avrebbe potuto generare una reazione simile nel bosco, ed era qualcosa di molto brutto. Feci un piccolo salto all'indietro e toccai terra, Tyr, Kirian e Darius erano alle mie spalle, poco distante da loro c'erano le mie cinque guardie. "Vado a controllare" annunciai. Non c'era tempo di pensare alle formalità. I tre uomini si affacciarono per un secondo a turno "Mando qualcuno" rispose Darius "No, è troppo rischioso, i tuoi soldati finiranno male" constatai. Il capo clan cercò di protestare, ma Tyr lo prevenne "Ha ragione, mandare i soldati è troppo rischioso" mi appoggiò "Ma tu te la senti davvero?" chiese apprensivo, guardai prima lui poi Kirian sapevo per certo che gli aveva strappato la domanda di bocca "Si, non sarà un problema, ora sto bene" tutti e tre furono costretti ad annuire, ero sicura che se non me la fossi sentita lo avrebbe fatto Kirian, o Tyr, ma io volevo uscire un po' da quel maledetto palazzo, in cui ormai trascorrevo la maggio parte del tempo. Mi avvicinai a Grigori e mi chinai a slacciarmi le scarpe, non potevo proprio andare a fare una missione spionistica in abito da sera. Il guerriero mi abbassò la cerniera e io lasciai scendere il vestito, che raccolse con le scarpe e consegnò a Cornelia, che nel frattempo si era avvicinata. Poi mi tolsi anche i gioielli "Torno presto" garantii avvicinandomi alla finestra, ero rimasta in intimo, ed era un intimo molto sexy, visto che sapevo che quella sera avrei rivisto Tyr e Kirian insieme. Ignorai gli occhi dei maschi, di entrambe le razze, che mi scrutavano apprezzando quello che vedevano e quelli delle donne che mi fissavano indignate. Saltai sullo stipite della finestra e mi lasciai cadere all'esterno. Sentii lo scalpiccio di piedi che si avvicinavano, quando toccai terra, con un ginocchio al suolo e le mani, alzai lo sguardo e vidi uno degli umani affacciarsi sconvolto, poi fissarmi ancora più sbalordito mentre mi mettevo in piedi. Non seppi che faccia fecero quando cominciai a correre verso il muro di cinta a passo umano, e non mi curi di scoprire che espressione avevano quando con un salto mi ritrovai sul muro di cinta, alto quasi cinque metri. Poi corsi, corsi davvero. Annullai a mia presenza, come mi aveva insegnato Him, ed entrai nel bosco.

il casato di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora