Trovai Cornelia circondata da umani. Erano così immersi nella conversazione che non si erano neanche accorti che eravamo entrati. La stanza designata alle pause era davvero semplice, ma accogliente, c'era un ampio tavolo rotondo bianco, circondato di sedie, un paio di divanetti che formavano una L nera nell'angolo, dei pensili di una tonalità chiara di grigio, tendente all'azzurro e un frigorifero. Vari elettrodomestici, come caffettiere varie, bolli acqua elettrici e un paio di fornetti erano sparsi sui piani di lavoro. Era accogliente per essere l'area designata alle pause di un gruppo di militari e agenti governativi provenienti da varie parti del mondo, situata in una vecchia struttura sotterranea "Sai, non ti ho mai visto prima." osservò uno degli umani "Devi essere appena stata assegnata, in che campo lavori?" chiese curioso. La ragazza rispose di getto, con naturalezza "Sono solo un'assistente" mormorò imbarazzata gli umani parvero incuriositi "E cosa ci fa un'assistente lontano dalla persona che deve assistere?" vollero sapere. A quel punto la ragazza non sapeva come rispondere. Era intelligente, e sapeva che dire qualcosa del tipo: non mi andava di veder torturare una persona, non sarebbe andato bene "Non voleva assistere all'interrogatorio" annunciai, in tutta tranquillità e con un sorriso cordiale. Si girarono tutti nella nostra direzione sorpresi, persino Cornelia non se ne era accorta. Una donna sbucò da dietro la calca degli uomini "Un'altra nuova arrivata" constatò. Era alta e dalla divisa potevo dire che non era una scienziata o una ricercatrice, e i suoi occhi duri, decisi e forti lo confermavano. Quella donna era coraggiosa, e lo era perchè qualunque difficoltà avesse affrontato l'aveva spazzata via. Aveva addosso l'odore della forza e l'aura della guerriera. "Pare che oggi sia giorno di nuove assunzioni, e toglietemi la curiosità, un'altra segretaria diligente?" domandò sarcastica. Era infastidita, e da come aveva detto segretaria diligente intuii che non sopportava avere a che fare con delle persone deboli. Mi piaceva quella donna e sorrisi sinceramente "No, non sono una segretaria. Sono il suo capo" affermai accennando a Cornelia "E lui è Grigori. Lavora per me e fa un po' di tutto" confessai. La donna mi guardò confusa "Sai, guardia del corpo, bambinaia, torturatore, asassino, pasto..." spiegai, mi conquistai degli sguardi ancora più confusi "Comunque per la cronaca io sono Selia." mi presentai, ma li ignorai, avevo qualcosa di più importante da fare "Cornelia, ho bisogno del telefono" le comunicai. La ragazza aprì la borsa, vi frugò e me lo porse, il tutto in meno di un secondo "Avete fato presto" mormorò, mentre digitavo il numero di Kirian "Si, è bastato terrorizzarlo un po', Grigori ha sporcato solo un pugnale" la informai mentre il telefono squillava "E non ti sei neanche sporcato i vestiti, contento?" domandai lanciandogli un sorriso divertito che ricambiò "L'avete ridotto male?" chiese con un po' di paura nella voce "No, io non l'ho neanche sfiorato, e Grigori non aveva neanche incominciato a giocare" raccontai, mi stavo cominciando ad innervosire. La linea cadde, così digitai il numero di casa imprecando "Qualcosa non va?" chiese esitante. Io mi bloccai prima di digitare il tasto per avviare la chiamata "Si, quel cretino di Kirian non ha con se il cellulare" spiegai "E quell'umano puzzava. Non è stata una bella esperienza annusare il suo sangue, e ho sete, visto che mi sono dovuta precipitare qui nel bel mezzo del pomeriggio e non ho avuto tempo per nutrirmi" conclusi. Ma il problema non era tutto lì, solo che non potevo dirlo. Grigori mi offrì il polso immediatamente "No, tu mi servi in forze" declinai, così fu Cornelia ad offrirmi il suo "Evita di farti venire un attacco isterico" mi incitò quando mi vide esitante "Va bene" mi costrinsi a dire. Le morsi il polso, mentre premevo l'avvio della chiamata e mi avvicinavo il telefono all'orecchio. Dovevo ottimizzare il tempo. Mi staccai quando sentii una voce dall'altro capo del telefono. Grigori prese il mio posto, leccò le ferite di Cornelia, per richiuderla e per pulirle il braccio dal sangue "Amanda?" chiesi, incerta se fosse davvero lei, non la avevo mai sentita per telefono "Si?" chiese con tono sorpreso "Sono Selia, va a dire immediatamente a Kirian di rispondere al telefono" ordinai "Se è possibile, potreste darle del succo d'arancia?" domandai ad uno degli umani indicando Cornelia "Signora?" chiese confusa la ragazza al telefono "Non dicevo a te" le spiegai "Signora, il signore è ancora nella vostra stanza, io non posso andare li" mi fece notare. Mi stavo spazientendo "Amanda, ti ordino di andare lì, quindi tu ci puoi andare per stavolta. Prima di entrare bussa e se non ti danno il permesso di entrare tu fallo lo stesso, anche se stanno facendo sesso. Muoviti" imposi, il mio tono era diventato gelido. Persino Grigori mi guardò sconcertato "Non ho tempo di aspettare che finiscano" spiegai. Sentii bussare e poi dei ringhi e delle urla. Probabilmente, vista l'ora, aveva davvero beccato quei due a fare qualcosa "Che diavolo ti salta in mente di mandare a quest'ora qualcuno in camera?" mi urlò contro Kirian "Neutrali" affermai. Scesero dei lunghi minuti di silenzio "Stai scherzando?" riuscì a dire alla fine "Credo proprio di no. Ma non sono sicura" ammisi "Lasciami il tempo di organizzarmi..." cominciò Kirian, "nutriti, vestiti e passami Tyr" sintetizzai "Ci vediamo in aeroporto" disse prima di passare il telefono al consorte "Che succede?" volle sapere "Scusa, ne parleremo a voce. Ma c'è qualcosa che devi fare" lo informai "Cosa?" chiese soltanto "Chiama Seth. Predi tutti gli uomini che gli avanzano e mettili a guardia di casa" cominciai "Vorrà essere pagato" constatò "Metitici d'accordo tu. Poi voglio che chiami Darius. Digli che io e Kirian abbiamo da fare una cosa urgente fuori città e staremo via per un po' e tu devi rimanere a casa per tenere tutto sotto controllo" comunicai. Gemette "Non lo accetterà mai" quasi mi urlò contro "Non me ne frega niente. Io sono la tua Lady, e tu fai quello che ti dico, quindi se io ti ordino di non uscire di casa, tu non lo fai, e se a lui non sta bene allora potrà protestare con me quando tornerò" dissi in tono ragionevole "Non accetterà mai una cosa simile" affermò, aveva ragione "In quel caso digli di non rompere i coglioni e che tu sei tenuto a fare quello che io voglio. Digli che io governo la mia gente come meglio credo e ricordagli che il mio casato non è sotto il suo dominio" conclusi. Tutto quello che ricevetti in risposta fu un sospiro "Se c'è riuscita Cornelia c'è la puoi fare anche tu. Sei un guerriero con quasi un millennio e mezzo di esperienza, riuscirai sicuramente a mandare all'altro paese il tuo sovrano da parte mia" lo rincuorai "C'è altro?" volle sapere scoraggiato "Si. Voglio che nessuno superi la recinzione esterna di casa. Grigori e Cornelia sono autorizzati ad entrare, ma nessuno deve allontanarsi, e nessuno deve entrare, anche se si trattasse di Darius, e poi vorrei che ti assicurassi che sia tutto in ordine nei locali, Cornelia ti aiuterà. Lei sa tutto quello che dovevamo fare" lo rassicurai "Va bene, ma quanto starete via?" volle sapere "Un paio di giorni, forse tre, non di più. Ma se tu dovessi risentirne chiamaci" imposi "Andrà bene" ci fu una pausa poi continuò "Kirian è appena uscito" mi informò "Bene, allora ho mezz'ora per arrivare" riflettei "Tyr, chiama prima Seth, dagli modo di arrivare e sistemare i suoi uomini e poi chiama Darius, così Kirian sarà già lontano" conclusi "Lontano?" chiese perplesso "Si, non voglio rischiare che ci siano problemi nel caso Darius decidesse di seguirci come l'altra volta" gli ricordai "Giusto. Allora comincio subito le chiamate" mi assicurò "Mi mancherete" mi salutò "Anche a noi mancherai" mormorai prima di agganciare "Bene, avete sentito, quindi filate a casa" ordinai. "Che succede?" volle sapere Grigori "Abbiamo delle cose da controllare" dissi in tono sbrigativo. Ma lui non fu soddisfatto della risposta, glielo leggevo in faccia "Non pensarci neanche, tu vai a casa" imposi. Mi afferrò un polso, ed io reagii. Lo spinsi, lo spinsi con tutte le mie forze e sbatté contro il muro. Che era ad un paio di metri di distanza. Quando impattò produsse un rumore sordo, e a parte me tutti gli alti sussultarono "Grigori, non esagerare. In questo momento non ho né tempo né pazienza per discutere con te. Va a casa con Cornelia e non ammazzare nessuno per sfogarti" mi raccomandai. Si rimise in piedi senza nessun problema, non si era neanche fatto male "Come la mia padrona comanda" concesse. Mi girai verso il direttore della struttura "Ci rivederemo preso" salutai. Poi me ne andai, con i due immortali che mi seguivano in silenzio. Aspettai che si allontanassero in auto, io invece mi diressi nella direzione opposta.
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il casato di sangue
Fantasiaseguito della storia: la rinascita del casato dimenticato la storia riprende dopo la nascita dei gemelli, Selia si ritroverà di nuovo alle prese con gli avvenimenti nel mondo di cui ormai fa parte, ma forse non solo di quello. famiglia, amici, nemic...