Era una “bellissima” giornata di fine settembre a Londra.Lentamente e dolorosamente Ottobre si stava avvicinando, e ad Andrea Gray non era mai piaciuto quel mese. Il freddo che ti congelava tutto il corpo, la temperatura che ti faceva venir voglia solo di stare al calduccio nel tuo letto. Ma con l’ arrivo dell’ autunno i colori si intensificavano, risaltavano, e questo non poteva negarlo. Il verde sembrava più verde, le sfumature rossastre e aranciate delle foglie le ricordavano i tramonti che tanto amava. Chiusa nella sua felpa tre - quattro taglie più grandi della sua e con i suoi capelli raccolti e nascosti in un berretto, poteva passare benissimo per un ragazzo, cosa che non le importava molto. Cammina per le strade per raggiungere la sua “adorata” scuola, era il suo ultimo anno, un’ altro po’ di tempo e quello strazio sarebbe finalmente finito. Appena arrivata una ragazza le chiese dove si trovava la segreteria, Andrea pensò che doveva essere nuova, le diede le indicazione ed entrò. Però era strano che avesse cambiato scuola a fine Settembre, forse si era trasferita da poco. Non le importava molto, tanto l’avrebbe incrociata qualche volta nei corridori e forse avrebbe salutato chi le aveva indicato la segreteria, ma probabilmente non si sarebbe ricordata neanche di lei. Persa nei suoi pensieri non aveva sentito la campanella suonare , ed ormai era sola in quel corridoio freddo. Si fece forza ed entro nella classe di letteratura, una delle poche materie che le piacesse davvero. Poi la professoressa era gentile e dolce. La signora Smith era una donna che aveva superato la soglia dei cinquanta da un pezzo, non molto alta( 1.52 m di zucchero per l’esattezza) ma magrissima, sembrava un stelo di un bellissimo fiore dai petali bianchi(come i suoi capelli d’altronde) che alla minima folata di vento si sarebbe spezzato. Ma non era così, la professoressa Smith era una donna forte , con le palle per così dire. Inoltre era il suo punto di riferimento, una delle poche che la trattava bene,e che le dava del “lei” e non del “lui”. Ovviamente tutto il personale docenti sapeva che era una ragazza, anche se per loro era come se non esistesse. Invece i ragazzi credevano ancora che fosse un ragazzo, ma , d’altronde,Andrea non dava loro modo di pensare il contrario. Per loro era invisibile, per tutte le volte che i professori le davano del “lei”, i suoi compagni non se ne accorgevano nemmeno. Poi passare per ragazzo o per ragazza era indifferente per Andrea, tutto per lei era indifferente. Quando la prof entrò in classe, il chiacchiericcio che ormai si era formato si trasformò in un religioso silenzio. Tutti le portavano rispetto , ma non fino a questo punto. O avevano cambiato idea o c’era qualcosa che attirava la loro attenzione … o meglio qualcuno. Infatti sullo stipite della porta c’ era la ragazza di quella mattina. Ora che ce l’aveva davanti poteva osservarla e studiarla, cosa che non aveva fatto in precedenza . Era bassina , leggermente più alta della professoressa. Aveva i capelli rossi lisci come la seta ma non lunghi quanto quelli di Andrea : sotto il suo berretto nascondeva dei lunghissimi e mossi capelli biondi, ma non biondi come il grano maturo, i suoi erano così chiari che sembravano quasi bianchi, ed erano naturali. Per lei erano strani. Ma erano l’ unica cosa che le ricordava la nonna materna, ma alla nonna stavano bene quei capelli così particolari, a lei no. Per questo preferiva nasconderli invece di tingerli. Meglio passare per ragazzo che tagliare il sottile filo che la collegava all’adorata nonna. Ma pensiamo alla ragazza nuova, il suo viso era ovale , perfetto, ma erano gli occhi ad attirare l’ attenzione, erano così belli, blu come il cielo notturno in una serata estiva, così diversi dai suoi. Gli occhi di Andrea erano viola, che cercava di nascondere dietro gli occhiali finti., Era un modo di proteggersi dalle occhiate della gente. Inoltre odiava i suoi occhi, perché erano come quelli di suo padre, la persona che più disprezzava e odiava al mondo. Un rumore la distolse dai suoi brutti pensieri. Proprio vicino a lei si era seduta la ragazza nuova. “Come ti chiami?” le chiese. Andrea pensò che oltre ad essere una bellissima ragazza aveva una voce melodiosa come quella delle sirene.“Andrea Gray, tu ?” le rispose in modo apatico. “Io sono Clarissa Reed, ma puoi chiamarmi Clary . Hai un bellissimo nome, non è molto comune per noi ragazze, e poi ti si addice.” Clary aveva capito che Andrea era una ragazza, questo la sorprese molto . “ Ma come hai fatto a capire che sono una ragazza?” le chiese Andrea. “Beh non si vede ? Hai un viso troppo dolce e delicato per essere quello di un ragazzo.” Questo la fece arrossire. Nessuno le aveva mai fatto un complimento. “Grazie” rispose Andrea con voce flebile. Clary era diversa dagli altri, forse avrebbe potuto aiutarla, avrebbe potuto sciogliere il suo cuore di ghiaccio, avrebbe potuto ridare al mondo i suoi colori che agli occhi di Andrea aveva ormai perso da tanto tempo. “Che ne dici se dopo pranziamo insieme? Qui non conosco nessuno …” le domandò titubante Clary. Andrea ci pensò su, ma guardando quei due occhi così dolci e pieni di aspettative, non ebbe il coraggio di dire no, le ricordava la sua sorellina morta qualche anno prima. “Certo” le rispose sforzando un sorriso, che poi non dovette più fingere quando Clary le saltò letteralmente al collo ringraziandola. Ma non doveva ringraziarla lei, Andrea era felice (anche se per lei felice era una parola grossa) di poter finalmente aver qualcuno con cui parlare. Ma allo stesso tempo aveva paura. Aveva paura che, se un giorno la loro conoscenza fosse diventata più approfondita , avrebbe dovuto raccontarle dei demoni del suo passato , o meglio del demone del suo passato. E quel punto ci sarebbero state due possibilità: o sarebbe scappata a gambe levate da lei o l’avrebbe guardata con compassione e le avrebbe detto che capiva , e questo non poteva sopportarlo, odiava la compassione della gente, inoltre nessuno avrebbe capito, era solo una cazzata dire di poter capire. “Signorine Reed e Gray , vedo che avete fatto amicizia, ma, che ne dite di seguire la lezione e di approfondire la vostra conoscenza alla fine dell’ora?” le riprese la professoressa Smith.“Ci scusi, non volevamo. Ma mi è sembrato doveroso presentarmi alla nuova arrivata. Mi rincresce molto averla irritata.” le rispose Andrea , non utilizzando il tono di sufficienza che usava con gli altri professori, ma un tono neutro, senza esprimere alcuna emozione. “Va bene, ma ora torniamo a noi..” e da lì incominciò una lunga lezione su Shakespeare. “Sei stata grande , il tono con cui le hai risposto e le parole che hai utilizzato … sei stata eccezionale, non traspariva nessun genere di emozione né dal tuo viso né dalla tua voce. Vorrei essere io così controllata. Ti avviso Andrea Gray sei appena diventata il mio idolo!” le bisbigliò Clary. Ma Andrea non era d’accordo, lei voleva essere come Clarissa, lei voleva finalmente provare qualcosa, voleva ritrovare quei sentimenti che aveva accartocciato e gettato via come carta straccia. Non provare niente , non è positivo, ti distrugge lentamente, e tu non puoi fermarlo. È come il cancro, se tu non lo riesci a fermarlo in tempo, lui ti prosciugherà dall’ interno , e nessuna cura potrà aiutarti, solo un miracolo … ma i miracoli non esistono. Non per lei, almeno, ha smesso di credere in qualsiasi cosa. “Oh credimi , non vorresti essere veramente come me” le sussurrò semplicemente Andrea. La loro conversazione terminò lì. Decisero di incontrarsi direttamente in mensa, non avendo lo stesso orario di lezioni prima di pranzo. Dopo due interminabili ore di tortura matematica, mentre si stava dirigendo in mensa, Andrea sentì due persone litigare animatamente. Erano un ragazzo e una ragazza. Si avvicinò a loro: il ragazzo non lo conosceva,era alto , biondo , insomma il classico giocatore di football; ma la ragazza la conosceva, e come se la conosceva, era Clary. Lo sconosciuto stava gridando contro Clary, forse era il suo fidanzato … impossibile, si era appena arrivata in quella scuola. Non sapeva se intervenire o no, ma quando il biondino scaraventò Clary contro gli armadietti, prese una decisione. Si avvicinò con passo sicuro ai due e tolse lo stronzo da Clary e gli disse con il tono più freddo possibile “Senti bello, non si trattano così le ragazze, se non vuoi passare guai ti consiglio di andartene, chiaro?”
“ E chi saresti tu, il suo ragazzo? Avresti potuto scegliertelo meglio il fidanzato Clarissa.” E dopo ciò il ragazzo scoppiò a ridere. Ed ecco qui un’ altro che la scambiava per ragazzo, per di più conosceva Clary, che belle conoscenze che aveva. “Senti Luke, non è un …” si inserì trai due Clary , ma fu fermata prontamente da Andrea. “ Clary non è il caso, fai parlare me, ok?” le disse con un tono quasi dolce.“Ok.” Sussurrò la rossa. “ Luke , credo che siamo entrambi la compagnia sbagliata,ma almeno io non tratto così le ragazze quindi che ne dici se finalmente te ne vai, sto definitivamente perdendo la pazienza” disse Andrea con tono di sufficienza guardandolo nei suoi occhi neri. “Senti coso, sei tu quello che si è intromesso, quindi quello che se ne deve andare sei proprio tu ragazzino, ed io la pazienza l’ ho già persa” detto questo cercò di tirarle un pugno che fu subito fermato da Andrea, lo strinse tra le sue piccole ma forti mani e gli storse il braccio. “Forse non ci siamo capiti, DEVI ANDARE VIA! “ sibilò a denti stretti nel suo orecchio, poi continuò ” io sono una persona di merda che ha pazienza, tu sei un pezzo di merda che non ha pazienza, se ora non te ne vai, credimi ti infilerò il braccio su per il culo, dopo averlo staccato ovviamente”. “D’accordo. M a Clary non è finita qui.” E con questo se ne andò , lasciando le due ragazze da sole. Clary prese la parola e la ringraziò dicendo”Grazie , grazie , se non fossi arrivata tu, non voglio sapere cosa sarebbe potuto accadere. E Andrea, oltre a essere il mio idolo, ora sei anche la mia eroina! E vorrai sicuramente sap …”, ma Andrea la interruppe “Senti Clary, non voglio sapere proprio niente, non sono affari miei, vedo dai tuoi occhi che non ne vuoi parlare , ma se un giorno , sarai pronta per parlarne, io sono qui , e non ti giudicherò, io sono proprio l’ ultima persona che può giudicare qualcuno.”
“Grazie, anche se ci conosciamo da poco riesci già a leggermi dentro, sei incredibile” e sorrise mentre diceva quelle parole. Continuò dicendo “ C’ è una cosa che non riesco a capire, perché non mi hai fatto dire a Luke che sei una ragazza e poi cosa intendevi dire che sei una persona di merda? Per me non lo sei.” “ E’ una storia molto lunga” bugia “non mi va di raccontartela” vero. “Come hai detto tu , se un giorno ti andrà di raccontarla, io ci sono, e non ti giudicherò.” Quanto voleva credere a quelle parole, ma non poteva, però voleva, infondo volere è potere no? Quindi le sorrise , con un sorriso sincero. E Clary non aveva mai visto un sorriso più bello e raro. “Dovresti sorridere di più, sei bellissima quando lo fai , ma non voglio dire che quando non lo fai sei orribile , anzi sei bella sempre, ma quando sorridi … .uffa ! “Tranquilla , ho capito, ci proverò a sorride di più” e con questo le sorrise ancora. “Forza andiamo in mensa, non so tu , ma io ho una fame da lupi.” Clary prese la sua mano e la condusse per il corridoio, peccato che fosse quello sbagliato. “Clary, la mensa è dall’ altra parte.” Le disse Andrea.Clary si sbatté una mano sulla fronte e ridacchiò dicendo” Dio mio , devo ancora orientarmi, se non ci fossi tu, starei ancora vagando tra queste mura “.
Questo e' il primo capitolo, ho deciso di far incontrare la nostra protagonista e il suo "lui" qualche capitolo piu' avanti, voglio prima approfondire l' amiciza tra le due ragazze. Vi sembrera' un po' strano che Andrea si faccia passare per ragazzo, ma volevo fare cosi' , beh non so cosa dire, se c' e' qualche errore mi scuso , e' un po' difficile scrivere dal telefono. Grazie a tutte quelle che hanno dato un' occhiata alla storia, spero vi piaccia ... mi sento molto stupida , ripeto sempre le stesse cose.
Buona serata a tutte , vi voglio bene
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Black#Wattys2015
Teen FictionIl nero rappresenta il limite assoluto oltre il quale non c'è più nulla. È il "no" contrapposto al "si" . Il nero è la fine. Il nero quindi esprime negazione per la vita futura con conseguente rifiuto a lottare, negazione per la realtà in cui si viv...