Da quella sera qualcosa era cambiato, ogni giorno gli occhi di Andrea sembravano meno scuri , vuoti, aveva trovato finalmente qualcuno di cui potersi fidare, una vera amica, con lei si sentiva meno sola, però sapeva che doveva parlarle del suo passato, voleva togliersi questo macigno dal petto, voleva sentirsi libera. Ormai aveva deciso, e non si sarebbe tirata indietro per nessun motivo. Quando Clary uscì di casa per andare a scuola insieme a Rea, quest’ultima le chiese di andare al parco dopo le lezioni perché doveva parlarle.“Rea stai bene ? Mi sembri un po’ preoccupata, è successo qualcosa di grave , se è così parlamene subito” quasi urlò Ary. “No, non è successo niente di grave , devo solo parlarti, e non urlare di prima mattina, sono ancora mezza addormentata”bugia, voleva solo deviare il discorso su qualche altro argomento.
“Anche io sto ancora dormendo, poi con questo tempaccio, non mi andava proprio di alzarmi dal letto e andare a scuola, l’ ho fatto solo perché ci saremmo andate insieme” aveva ragione quella mattina pioveva a dirotto. Andrea non aveva un ombrello, si riparava sotto il cappuccio di una delle sue innumerevoli felpe, invece Clary aveva un ombrello tutto rosa a pois bianchi, “ delizioso” come lo definiva lei. “Rea , riparati sotto il mio ombrello, se no ti prenderai sicuramente un malanno” le chiese dolcemente Ary con il suo tono da mamma preoccupata. “Non preoccuparti, io adoro la pioggia, è così rilassante, sembra quasi che possa portare via con sé tutti i problemi … “ sussurrò Rea.
“Come vuole lei signorina che sembrerà un pulcino tutto bagnato quando arriveremo a scuola, poi non chiamarmi quando ti verrà la febbre …” poi ci pensò un po’ su e continuò” anzi fallo, ho sempre voluto fare l’ infermiera, potrei esercitarmi con te” poi rise , ella sua risata si aggiunse quella di Andrea, non rideva da così tanto tempo. Ary era sorpresa, non l’ aveva mai sentita ridere . “Mi piace la tua risata , è così cristallina, da quando non ridevi?” Bella domanda, non rideva da quando stava con la nonna, ma lì fingeva perché non voleva dargli dispiaceri, era già tanto avere una nipote che sembrava un automa senza emozioni.“Da quando mia nonna non c ‘è più”. Ci fu un attimo di silenzio. “Non preoccuparti, da ora ci sono io , sarò il tuo giullare di corte personale, con me riderai ogni giorno” disse fiera Clary , era così buffa, e a Rea venne da ridere di nuovo. “Vedi, vedi” gridò contenta Ary “ neanche due minuti e già ridi di nuovo, lo so proprio fare il mio lavoro, dovresti darmi una promozione” “Contaci” rispose soltanto Andrea. Clary aveva ragione, quando Andrea arrivò a scuola era fradicia. Ma per lei non era un problema, aveva sempre un ricambio nell’ armadietto. Quando arrivò lì, non c’era nessuno nel corridoio, erano tutti in classe, quasi. Due cheerleader , una con i capelli viola e l’ altra con i capelli biondi tinti, parlottavano tra loro, a voce un po’ troppo alta. La bionda si nascose , non voleva ascoltare la conversazione, soltanto non voleva essere vista, ne aveva abbastanza delle cheerleader, ogni giorno c’era sempre qualcuna di loro che faceva scherzetti o a lei, o a Clary. A mensa rovesciavano i loro vassoi, però una volta finirono proprio su Jessica, era tutta ricoperta degli spaghetti di Clary e dell’ insalata di Andrea. Rea sorrise al ricordo. Decise di ascoltare ciò che dicevano, potevano parlare di qualche altro scherzo che Jessica voleva fare. Infatti era proprio così. “ Hai sentito cosa vuole fare Jennie alla Reed e a Gray?” chiese la finta bionda all’ altra. Che cazzo aveva intenzione di fare quella stronza pensò Rea.“Che cosa vuole fare ?“ chiese a sua volta quella dai capelli colorati. Decise di intervenire. “Si, dicci che cosa ha intenzione di fare?” disse con tono minaccioso Andrea. Faceva molta paura in quel momento. “ Niente, non vuole fare niente” sussurro la bionda tinta , che, dal nome ricamato sulla divisa, doveva chiamare Britney . Andrea perse la pazienza e la schiacciò contro gli armadietti sotto lo sguardo di Meredith, la sua amichetta, la quale era pietrificata dalla paura. “Ti ripeto la domanda, che cosa vuole fare Jennifer?” chiese a denti stretti Rea. “Non lo so lei non ci dice i suoi piani prima, ce ne parla solo il giorno stesso in cui vuole realizzarlo” poi osservò l’ espressione terrificante e di chi non ci credeva per niente di Andrea” davvero non so niente, è la verità ,ti prego lasciami andare “ aveva le lacrime agli occhi, e la bionda si convinse che stava dicendo il vero. La lasciò poi si rivolse a tutte e due “Provate solo a dire qualcosa a Jennifer, e non sarò così gentile. Chiaro ?” le due non risposero, erano troppo spaventate. “CHIARO?” richiese con tono autoritario. Alla fine risposero con un flebile si e corsero via. Andrea era sicura che non avrebbero parlato, erano troppo stupide e terrorizzate da lei per aprire bocca. Scontenta per non aver scoperto niente si diresse in classe.Non pranzò insieme alla sua migliore amica, l’ aveva evitata tutto il giorno. Doveva pensare a cosa dire dopo che sarebbero andate al parco. O meglio sapeva cosa dire, ma non come raccontarle del suo passato. Alla fine aveva deciso di raccontarle solo dei suoi genitori, non del rapporto con sua nonna o del suo autolesionismo e dei problemi con se stessa e con delle brutte compagnie . Non voleva caricarla di informazione da metabolizzare, l’ argomento “mamma e papà “ era già troppo. Ormai era giunta l’ ora, Andrea aspettava la rossa davanti al cancello, e quando arrivò poté notare benissimo che era molto arrabbiata. “TU!!! STO LETTERALMENTE CREPANDO DALLA PREOCCUPAZIONE E TU MI EVITI! TI SEMBRA CORRET…” Andrea le tappò la bocca con la mano e poi le sussurrò all’ orecchio”Stiamo dando spettacolo, vieni con me, così possiamo parlare “. Ary fece un segno di consenso e si incamminarono verso il parco. Si sedettero su una panchina, erano sole lì , nessuno poteva disturbarle,e nessun orecchio indiscreto poteva ascoltarle. Gli occhi di Andrea si divennero piu' scuri quando iniziò a parlare, erano quasi diventati neri , e questo la rossa lo notò e capì che quello che stava per dire non era piacevole, ma era pronta ad ascoltarla.
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Black#Wattys2015
Teen FictionIl nero rappresenta il limite assoluto oltre il quale non c'è più nulla. È il "no" contrapposto al "si" . Il nero è la fine. Il nero quindi esprime negazione per la vita futura con conseguente rifiuto a lottare, negazione per la realtà in cui si viv...